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Autore: slanif    06/05/2014    4 recensioni
HanaRu
“Io ti amo, Hana. Ti amo totalmente e non posso pensare di poter vivere senza di te. Ti amo perché sei il mio cuore. Ti amo perché sei stato al mio fianco, sempre. Perché sei stato la mia roccia. Perché abbiamo litigato e ci siamo amati come non avremmo potuto fare con nessun altro. Perché mi hai amato. Hana… io ti amo”.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fan fiction è una song-fic basata sulla canzone omonima di James Blunt.
 
 
 
*
 
 
 
Goodbye My Lover
di slanif
 
 
 

Did I disappoint you or let you down? / Ti ho deluso o abbandonato?
Should I be feeling guilty or let the judges frown? / Dovrei sentirmi in colpa o lasciare che i giudici mi guardino male?
‘Cause I saw the end before we’d begun / Perché ho visto la fine prima che iniziassimo
Yes I saw you were blinded and I knew I had won / Si, ho visto che tu eri cieco ed io sapevo di aver vinto

 
 
 
Quando hai detto di amarmi, sapevo di averti in mio potere.
I tuoi occhi erano così belli e sinceri, così sgranati e lucidi, emozionati, pieni d’amore e timore al tempo stesso. Ma come darti torto? Davanti a te c’era Kaede Rukawa, il mono espressivo essere per eccellenza. Persino io, al tuo posto, avrei tremato.
Eppure tu eri lì.
Avevi trovato il coraggio e mi hai detto che eri innamorato di me, che volevi che diventassimo una coppia. Me lo dicessi con la stessa importanza con cui mi avresti offerto il tuo stesso cuore allungando le mani verso di me.
“Fanne quello che vuoi”, sembravi dire “Accarezzarlo, cullalo, spappolalo, pugnalalo. Quello che vuoi. Io accetterò tutto, perché viene da te”.
Mi sei sembrato arrendevole e se fossi stato uno che ride, probabilmente avrei riso. Arrendevole tu? Debole tu? A testa china tu? Ma quando mai! Tu sei stato e sempre sarai la persona che più di tutti ha affrontato a testa alta la vita, nonostante le sofferenze, nonostante il dolore, nonostante l’assoluta angoscia per la colpa della morte di tuo padre.
Tu sei stato forte, sempre. Ma anche io.
Per questo alla fine ti ho deluso. Per questo alla fine me ne sono andato. Per questo, alla fine, ti ho lasciato indietro.
Perché sapevo fin da quel giorno lontano in cui mi porgesti il tuo cuore con mani tremanti e guance rosee, che io sarei partito e tu saresti rimasto in Giappone.
Sapevo fin da subito che tra noi non poteva durare…
 
 
 

So I took what’s mine by eternal right / Quindi ho preso quel che era mio per diritto divino
Took your soul out into the night / Ho preso la tua anima durante la notte
It may be over but it won’t stop there / Potrebbe essere finita ma non finirà lì
I am here for you if you’d only care / Sono qui per te se solo te ne importasse

 
 
 
Eppure non me ne importò.
Ti baciai prepotentemente, allacciando la tua bocca alla mia, duellando con la tua lingua senza mai voler riprendere fiato.
Sentivo il cuore scoppiare e il sangue correva veloce nelle vene così come non faceva nemmeno su un campo da basket.
Facemmo l’amore intensamente e benché fui io a donarti il mio corpo, so con assoluta certezza che ero io quello ad avere il controllo. Ero io che comandavo il gioco. Ero io quello forte.
La tua anima era succube della mia, troppo innamorata di me per opporsi.
Eppure eri forte. Tremendamente forte. Così forte che litigavamo continuamente. Così forte che i pugni facevano un male cane sulla mia faccia e la tua rabbia esplodeva come un tornado, portando una terribile confusione nella mia vita fino a quel momento calma e programmata, stabilita, silenziosa.
Eri un vero disastro non solo in campo, ma anche e soprattutto nella vita di tutti i giorni, e quella consapevolezza mi fece rendere conto che poteva esserci solo quella notte, per noi. Che non potevo amarti. Che non potevo darti altro che non quella notte.
Null’altro.
Così mi sono alzato, ti ho detto che era stato divertente e che adesso però era ora di crescere. Che tanto comunque sarei partito. Che da lì a una settimana, il mio corpo sarebbe stato in America e non più in Giappone.
La coltellata che ti diede la mia mano su quel tuo cuore, suppongo che fu così tremendamente forte che te lo spappolò.
 
 
 

You touched my heart, you touched my soul / Hai toccato il mio cuore, hai toccato la mia anima
You changed my life and all my goals / Hai cambiato la mia vita e tutti i miei obiettivi
And love is blind and that I knew when / E l'amore è cieco e l'ho saputo quando
My heart was blinded by you / Il mio cuore era accecato da te
I’ve kissed your lips and held your hand / Ho baciato le tue labbra e stretto a me la tua testa
Shared your dreams and shared your bed / Ho diviso con te i tuoi sogni e il tuo letto
I know you well, I know your smell / Ti conosco bene, conosco il tuo odore
I’ve been addicted to you / Sono diventato dipendente da te




 
E sono partito.
Il mio corpo è volato in America è lì è rimasto e ha iniziato una nuova vita.
Il mio corpo era lì… ma la mia testa?
La mia testa era altrove.
Se di giorno riuscivo a non pensare al Giappone (a te), al liceo (a te), allo Shohoku (a te), alla mia casa (a te), ai compagni di squadra (a te), ai ciliegi in fiore (a te. Perché ti chiami Sakuragi, dannazione) e a tutte le altre cose che mi mancavano (tu), la notte era un tormento. Ho passato lunghi notti insonni. Io! Che mi addormentavo anche in piedi, in bicicletta, sul treno, sull’autobus, persino mentre camminavo! Io, proprio io, non riuscivo a dormire! Che ironia la vita, eh? Eppure niente, i miei occhi non ne volevano sapere di chiudersi. Li tenevo spalancati, facendoli bruciare, perché quando le mie palpebre si abbassavano e il Mondo intorno a me spariva, subito la tua faccia arrivava a tormentarmi. I tuoi assurdi capelli rossi, la tua pelle abbronzata del colore del miele, i tuoi occhi nocciola e densi come una tazza di cioccolata calda, la tua faccia da scemo totale che cambiava espressione nel giro di mezzo secondo, le tue spalle larghe, le tue braccia muscolose, le tue gambe lunghe.
E poi quella notte. Quella dannata notte che mi faceva tremare al solo ricordo.
Ti avevo donato il mio corpo non so neanche io perché. Kaede Rukawa che dona qualcosa di se a qualcun altro? Da morir dal ridere! E invece lo avevo fatto. Spontaneamente, senza neanche pensarci due secondi. Ti avevo detto di prendermi e basta, come se fosse la cosa più naturale del Mondo per me. Come se tra di noi, quelle cose succedessero sempre.
E invece era successo solo quella volta. Quella volta in cui la tua pelle era a contatto con la mia, bollente. Quella volta in cui la tua fronte poggiava sulla mia spalla e il tuo fiato caldo si infrangeva sul mio sterno. Quella volta in cui il tuo odore mi intossicava da tanto era intenso e sapeva di sesso. Quella volta in cui le tue dita si sono intrecciate alle mie e le hanno strette forte. Quella volta in cui mi hai donato un piacere mai provato prima. Quella volta che è stata meravigliosa e tenera e dolce e speciale.
Quella volta… che avrebbe cambiato per sempre la mia vita.
Prenotai il volo di ritorno per Tokyo senza neanche starci a riflettere, così come non avevo riflettuto quando ti avevo afferrato e trascinato a me, baciandoti. L’ho prenotato in piena notte, con gli occhi che bruciavano dal fastidio della luce del monitor del computer.
E la mattina alle cinque, neanche tre ore dopo, ero già in volo. Avevo raccattato qualche vestito e basta. Non riesco neanche a ricordare cosa ho fatto in quelle ore che precedevano il volo, o in tutte quelle in cui ho volato sopra l’Oceano.
Avevo solo un pensiero: tu.
Tu, Hanamichi Sakuragi. Tu, la più gigantesca rottura di palle della mia vita. Tu, la persona che più riusciva ad irritare il mio sistema nervoso. Tu, il più casinaro essere che avessi mai incontrato. Tu, che non sapevi neanche le basi del basket e dicevi già di essere un campione, dimostrandoti solo terribilmente megalomane. Tu, che mi svegliavi dal mio torpore e dalla mia angoscia, dal mio sonno perenne e dal mio silenzio inscalfibile. Tu, che mi stimolavi e mi scuotevi. Tu, che mi eri entrato dentro, fin nelle ossa e nel sangue, scorrendo nelle vene insieme ad esso.
 
 
 

I am a dreamer and when i wake / Sono un sognatore ma quando mi sveglio,
You can’t break my spirit / Non puoi spezzare il mio spirito
It’s my dreams you take / Sono i miei sogni che prendi con te
And as you move on, remember me / E visto che stai andando via, ricordati di me
Remember us and all we used to be / Ricordati di noi e di quello che eravamo
I’ve seen you cry, I’ve seen you smile / Ti ho visto piangere, ti ho visto sorridere
I’ve watched you sleeping for a while / Ti ho guardato per un po’ mentre dormivi
I’d spend a lifetime with you / Avrei passato il resto della vita con te

 
 
 
Quando ho suonato al campanello di casa tua e tu hai aperto, ritrovandoti me lì davanti, sei sbiancato così tanto che ho avuto seriamente paura morissi stecchito sul posto.
Ma per fortuna la tua proverbiale verve e la tua altrettanto proverbiale faccia tosta, ti fecero uscire all’istante dal torpore: “Che diavolo ci fai tu qui?”. Quel tu me lo sputasti quasi addosso. Ma come darti torto?
“Ho bisogno di parlare con te”, dissi.
“Adesso? Non ti sembra un po’ tardi?”. Avevi una faccia così afflitta, ma al contempo così arrabbiata…
“Sì, adesso” ribattei, col mio tono più perentorio. E tu sbuffasti, ma mi lasciasti entrare.
Misi piede nella tua casa e nella tua vita. Perché dopo parlammo. Ma prima ci prendemmo sonoramente a pugni. Eri incazzato nero con me, e anche io lo ero con te. Tu ti sentivi ferito e abbandonato, io ti odiavo perché mi eri entrato dentro e non riuscivo a concentrarmi su altro che non fossi tu. Persino il mio sogno di diventare il giocatore numero uno dell’NBA sembrava poca cosa a confronto…
Ci furono tante parole, urli assurdi da parte tua, un sacco di “Do’aho” da parte mia e infiniti tuoi “Baka kitsune!”. Ci furono lacrime di rabbia e di sconforto, di dolore. Ci furono baci e carezze. Ci fu l’amore e il tuo sorriso stupendo che illuminò ogni angolo buio della mia vita. Così splendente e speciale che compresi all’istante che non mi sarei mai pentito di essere tornato da te.
 
 
 

I know your fears and you know mine / Conosco le tue paure e tu conosci le mie
We’ve had our doubts but now we’re fine / Abbiamo avuto i nostri dubbi ma adesso stiamo bene
And I love you, I swear that’s true / E ti amo, giuro che è vero
I cannot live without you / Non posso vivere senza di te
 And I still hold your hand in mine / Ed io ancora stringo la tua mano nella mia
in mine when I’m asleep / Quando mi sono addormentato
and I will bare my soul in time / E sopporterò la mia anima nel tempo
when I’m kneeling at your feet / Mentre mi inginocchierò ai tuoi piedi

 
 
 
Ma non poteva durare.
Il nostro amore era speciale e totalizzante, una volta che lo avemmo accettato, e fu così intenso che tu partisti con me, venendo in America.
E qui abbiamo vissuto per quindici anni, insieme, giorno dopo giorno. Affrontando ogni cosa. Difficoltà, gioie, sofferenze, immense soddisfazioni.
Ma tanta perfezione non poteva durare.
E’ per questo che adesso sono qui, a stringerti la mano e a intrecciare le mie dita tremanti alle tue, sperando che sia solo un incubo terribile. Uno scherzo di merda del Destino bastardo che vuole portarti via da me.
Perché tu non puoi morire.
Non a trentacinque anni. Non tu. Non tu che sei la mia vita. Non tu che fai parte di me. Non tu che sei la metà del mio cuore. Non tu che hai riempito ogni istante delle mie giornate rendendole una più bella e speciale dell’altra. Non tu che mi hai perdonato, nonostante il dolore e la rabbia, che mi hai stretto a te e mi hai amato. Non tu. Non tu. Non tu. Non tu. Non tu!
“Hana…” ti chiamo piano.
Tu volti il viso stanco e scavato verso di me. Hai gli occhi infossati, cerchiati di nero. Sei pallido come non ti ho mai visto, ma lo sguardo è vispo e curioso come sempre.
Il groppo in gola aumenta. Aumenta a dismisura. Aumenta così tanto che mi sto sentendo male. Aumenta così tanto che voglio dirtelo, anche se non te lo dico quasi mai, perché non voglio che tu vada via da me senza saperlo con assoluta certezza: “Io ti amo, Hana. Ti amo totalmente e non posso pensare di poter vivere senza di te. Ti amo perché sei il mio cuore. Ti amo perché sei stato al mio fianco, sempre. Perché sei stato la mia roccia. Perché abbiamo litigato e ci siamo amati come non avremmo potuto fare con nessun altro. Perché mi hai amato. Hana… io ti amo”.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime. I tuoi sono lo specchio dei miei.
Li sbatto, sentendo la lacrima bollente scorrermi sulla guancia.
Un solo battito di ciglia.
E tu non ci sei più.



 

Goodbye my lover / Addio amore mio
Goodbye my friend / Addio amico mio
You have been the one / Sei stato l'unico
You have been the one for me / L’unico per me
I’m so hollow, baby, I’m so hollow / Sono così vuoto, tesoro, così vuoto
I’m so, I’m so, I’m so hollow / Sono così, così, così vuoto

 
 
 
**FINE**
 
Do’aho: Idiota.
Baka kitsune: Stupida volpe in giapponese.

   
 
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