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Autore: Aman    06/05/2014    2 recensioni
Egalord, Signore Oscuro degli Elementi Rinnegati è ormai sconfitto e la pace ha misteriosamente albergato nell'Universo in tumulto nei giorni successivi.
Ma sarà veramente tutto finito o è solo un preludio per nuove ere di lotte per il potere e l'ascesa di nemici potenti e pericolosi?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Wilhelmina (Will) Vandom
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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"Fin da quando uscivamo dall'uovo, riconoscevamo nostra madre dall'odore e la seguivamo fino a quando diventavamo abbastanza forti per cacciare da soli o così deboli da scendere a patti con gli uomini. Qualunque strada noi prendessimo lei ci stava vicino e ci amava. Lei pianse molto quando gli uomini distrussero il resto della sua covata e raggiunse presto gli Dei... ma le vostre madri... siete ancora in tempo per dirgli grazie"
Profeta

Caleb stava immobile davanti al foglio di carta...
"Come mi è venuto in mente di scrivere una lettera? A lei poi..."
Raccolse il coraggio di un vero capo dei ribelli e iniziò a scrivere di getto le prime parole, le prime domande e i primi dubbi che gli frullavano in mente.

Hagros'k Kanasar Nerissa,
Meralld tnubetrokk las'herarr...


Si fermò di colpo dopo le prime due righe...
Non aveva senso. Lei era nata sulla Terra e sulla Terra era sempre vissuta.
Non era sicuro che sapesse appieno la lingua meridiana, in particolare il dialetto dei Galhot, il più complicato in assoluto per sintassi, forma verbale ed esplicazione dei contenuti.
Trasse un lungo respiro e, con il cuore che gli batteva in gola, scrisse la lettera in quell'alfabeto terrestre che Cornelia e Taranee gli aveva inculcato a forza durante i suoi giorni di ritiro sulla Terra.

Cara Nerissa,
Io sono Caleb, tuo unico figlio.
Ho da poco capito di non essere un Mormorante come tutti i miei fratelli, nato dall'arroganza di Phobos, ma di essere il fiore più bello di tutti gli altri del suo giardino, perché sono nato dall'amore di un uomo e di una donna.
Immagino che tu stia pensando "Io non ti ho mai voluto. Sei nato solo perché mi servivi" oppure "Tuo padre pensava di aver sposato l'Antica Maga".
Ma sappi che né io né lui la pensiamo in questo modo, noi ti vogliamo bene perché sei semplicemente Nerissa e, sotto quella maschera di superbia, di corruzzione e cattiveria, noi sappiamo che sei solo l'ennesima vittima delle tentazioni del male, quel fantomatico male contro cui tutti noi lottiamo, solo che non vuoi ammetterlo e continui per la strada che il male ha battuto per te.
Se solo tu volessi farti aiutare...
Io e le Guardiane saremmo sempre qui, pronte ad accoglierti a braccia aperte, nonostante tutti ciò che tu abbia fatto, nonostante tutti i crimini che tu hai commesso.
Kandrakar non ti perdonerebbe, ma noi sì.
Perché è la compassione l'arma che io utilizzo più della spada, è il perdono che mi permette di fare breccia nel baluardo dei cuori delle persone.
Meridian è un posto meraviglioso... ci sarebbe posto anche per te se solo tu mettessi da parte l'orgoglio e ammettessi di aver bisogno di aiuto.
Non lo dico per farti arrendere o cedere, lo dico perché mi fa star male veramente vederti ridotta così.




Per quanto riguarda mio padre, lui non ha mai smesso di credere nella bontà d'animo della donna che aveva amato, del bacio sul lago di Akurweek, del viso ovale di lei, dei suoi lunghi capelli argentati, del ventre gonfio e della sua voce soave quando gli confessò di essere rimasta incinta.
Mi chiamò Caleb, nome di suo padre e del nonno di suo padre, fin da piccolo mi portava a pescare i Nauwrish su quello stesso lago, mi parlava sempre della donna che aveva amato e che ora giaceva sepolta nella raduna tra i flutti paludosi e le ninfee selvatiche.
Avevo solo undici anni quando si mise l'elmo, inforcò la spada e lo scudo e partì col padre di Aldarn alla battaglia di Grigiobosco.
Ignaro che fosse sopravvissuto e rinchiuso a Cavigor, presi le redini della Ribellione e lottai instancabilmente per cinque lunghi anni contro l'oppressione di Phobos.
Ed ora, che tutti ci siamo ricongiunti... ora che so di non essere più orfano, ti prego, torna da me.
La solitudine è una cosa terribile, sia dietro le sbarre sia dentro al cuore.
Con affetto,
Caleb


Mausoleo del Monte Escanor, Cella delle Regine...

Elyon si ricordò di mettere un mazzo di fiori sulla pietra in cui era incisa l'epigrafe di Adleric, Principe Consorte della Ventottesima Dinastia Escanor, suo padre naturale, con lui condivideva gli occhi color celeste sbiadito.
Poi si inginocchiò dinanzi alla bellissima bara scolpita in alabastro dove giaceva Weira, sua madre...
-Maestà- mormorò Galgheita, rovinando grossolanamente l'intensità di quel momento -D-devo mettere i fiori anche sulla bara di vostra madre? Non ne ho molti e...-
-Metti pure ciò che resta- sorrise la ragazzina -Lei non voleva mai la fetta più grande, per la gioia del suo regno era disposta ad accontentarsi della minima parte-
-Era una donna davvero molto speciale, Altezza. Una donna strepitosa, nei suoi ultimi giorni ha fatto di tutto per tenervi lontano da Phobos, anche a costo della salute fin troppo cagionevole, poi... quel giorno in cui vostro fratello...- Galgheita si morse subito la grossa lingua tozza, non doveva dire queste cose.
-Cosa fece Phobos? Ti prego, Galgheita... tu sola sai cosa accadde- supplicò la Regina con un tono un po' imperioso, anche se era una dolce biondina, cominciava già ad usufruire dei diritti nobiliari che le erano concessi.
-Lui la... uccise, Maestà... con questo...- la guaritrice si slacciò un pendente a forma di cuneo che portava sempre al collo -Le trafisse in cuore con il Diamante di Zefras'k, la magia di quest'oggetto è in grado di tenere in agonia una vittima per molte ore dopo averla ferita mortalmente. Quel mostro ebbe tutto il tempo di compilare il testamento della madre e la costrinse a firmare mentre lei era in preda a dolori lancinanti e disumani- l'essere rettiliforme serrò i pugni, le nocche delle tre tozze dita divennero biancastre -Lord Cedric me lo diede come prova della morte della Regina per mano del Re Phobos. Io, Alborn e Miriadel scappammo la sera stessa, ma a carissimo prezzo...-
-Capisco- il volto della Regina, da imperturbabile, cominciò a rigarsi di lacrime -Spero solo che ora sia in pace-
-Lei era in pace solo quando vedeva che il suo popolo era in pace. Voi e le Guardiane avete sconfitto miseria e brutalità, avete liberato questo mondo da Phobos. Lei ora è sicuramente in pace, accanto ad Escanor, nella dimora di Kroitrass, dove i nostri avi vegliano sui loro cari viventi-
Elyon abbracciò forte Galgheita -Vorrei solo che lei fosse qui-
-Lei è qui, Maestà, se voi la sentirete veramente presente- la guaritrice indicò il petto della ragazzina, al centro, nel suo cuore -Lei non vi abbandonerà mai-
Elyon porse gli omaggi di rito alla Regina Weira e si diresse verso l'uscita del Mausoleo.
Appena il primo raggio di sole la investì, le sembrò che la madra la stesse avvolgendo in un tenero abbraccio e, circondata da quel torpose assoluto, versò le sue lacrime più nascoste.
La madre, però, volgeva gli occhi su di lei e accarezzò affettuosamente i suoi capelli.
-Fatti forza, figlia mia- le disse la sua voce, calda ma molto distante -L'amore di una madre vale l'attesa di tutta una vita, l'amore del tuo mondo vale l'impegno e la costanza di tutta la tua esistenza-


 
  
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