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Autore: L S Blackrose    07/05/2014    0 recensioni
Morgawse Greystone è una ragazza tenace, nelle sue vene scorre l'impavido sangue scozzese. Ma una lettera improvvisa sconvolgerà la sua vita, portandola ad abbandonare la sua terra per affrontare un parente sconosciuto che reclama la sua tutela. Come può una ragazza che ha sempre vissuto libera e indipendente riuscire a resistere all'interno del duro mondo della nobiltà inglese dell'800?
La storia è ambientata tra Inghilterra e Scozia, circa 5 anni dopo la conclusione della storia di Nadja. Che ne è stato di lei? E di Keith e Francis? Leggete e lo scoprirete ;)
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Francis Harcourt, Keith Harcourt/Rosa Nera, Nadja Applefield, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo


Morgawse


Non sono ancora arrivata a destinazione e già sogno di scappare.

Voglio volare lontano, libera e fiera come un’ aquila solitaria che spiega le proprie ali nel cielo limpido d’inverno.

Chiudo gli occhi e stringo i pugni, riportando la mente al presente.

Non essere stupida, Morgawse, mi ripeto per la centesima volta, nel vano tentativo di autoconvincermi. Dove altro potresti andare?

È la verità. Non ho altri parenti che mi possano accogliere.

Io e la mia governante Patricia siamo in viaggio ormai da parecchi giorni, a bordo di questa carrozza traballante foderata di stoffa color cremisi che sta diventando uno dei miei peggiori incubi. La strada che si riesce ad intravedere dal finestrino reso opaco dall’umidità è dissestata, resa scivolosa dal fango che si accumula nelle pozzanghere e piena di buche che fanno sussultare la carrozza in continuazione.
Per fortuna manca poco.
Preferirei di gran lunga scendere e proseguire a piedi, ma non posso ignorare l’occhiata ammonitrice di Patricia che mi intima di rimanere al mio posto.

Sbuffo - più per noia che per reale fastidio – e inclino la testa verso il vetro. Tutto quello che vedo non fa altro che peggiorare il mio umore.

Verde. Qui è tutto così verde.
Gli alberi e il terreno sembrano fondersi in un’unica tonalità, che potrebbe anche piacermi, se non fossi così triste.

Mi manca il mare.

Quel colore incredibile che ha solo il Mare del Nord nel bel mezzo di una tempesta.

Grigio perla e verde scuro, mescolati all’azzurro cupo delle nuvole e alle scie brillanti dei fulmini.

Mi manca la Scozia. La mia Scozia, dove ho vissuto per 17 anni, dove sono morti i miei genitori, dove ho tanto amato e sofferto. Sto lasciando la mia patria, il paese di mio padre, per andare dove? In Inghilterra, dove non ho altro che un nonno sconosciuto, fattosi vivo solo di recente per reclamare la mia tutela.

Mi sto recando in Inghilterra, il paese dove è nata mia madre, ad affrontare la nobiltà di cui non sento di far parte e da cui ho mantenuto sino ad ora le distanze.
Tutto per cosa?

Sospiro e frugo nella tasca del mantello grigio che porto avvolto attorno al corpo come una coperta. Afferro la lettera e dispiego la costosa carta di pergamena leggermente spiegazzata, per rileggere quelle poche righe secche e crudeli che mi hanno convinto a partire dalla mia isola scozzese per la fredda e umida città di Nottingham. Appoggio la fronte al finestrino ghiacciato, mentre riassumo mentalmente la mia situazione.

Io, Morgawse Greystone, figlia del grande generale scozzese Somerled Greystone, sono l’unica erede del Duca di Huntington, il padre di mia madre, che in tutti questi anni non mi ha mai degnato di una visita. Nella lettera scrive che non sapeva della mia nascita: potrebbe anche essere vero, infatti mia madre mi ha sempre parlato poco della sua famiglia, che si era opposta fermamente al suo matrimonio con uno scozzese.

Una parte di me vuole vedere i luoghi in cui lei ha vissuto quando aveva la mia età.
Voglio anche conoscere mio nonno, perché mi rifiuto di credere che sia perfido e senza cuore come l’ho sempre immaginato.

Il problema è un altro.

In quanto sua unica erede, sono di fatto una delle ragazze più ricche di tutta l’Inghilterra.

E sono minorenne.

Non esiste catastrofe peggiore di un’ereditiera in età da marito’ è una delle frasi preferite di Patricia. L’ho sempre trovata buffa, ma ora che potrebbe riferirsi a me capisco perfettamente cosa significa e ogni volta che la riporto alla mente sento un nodo in gola che minaccia di soffocarmi.

Patricia nota i miei muscoli tesi e si sporge sul sedile logoro per abbracciarmi goffamente. Non è mai stata una donna molto espansiva, ma l’adoro lo stesso. Mi è stata accanto in tutti questi duri anni di privazioni e non si è mai lamentata. Sento la sua mano forte e callosa stringermi una spalla.

- Sii forte, Mysie – sussurra, ed io non posso fare altro che annuire.









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Ciao a tutti! Questa è la mia prima storia, spero vi piaccia ;) Ringrazio in anticipo tutti quelli che la leggeranno, fatemi sapere cosa ne pensate! Critiche, commenti e recensioni sono tutti ben accetti a patto che siano costruttivi e non offensivi :) Dedico la FF alla mia amica Valeria, fonte continua di idee e d'avventure ;) grazie per la tua amicizia, a volte mi chiedo cosa farei senza di te, senza le nostre battute stupide e i nostri commenti potteriani che riescono a farmi sorridere anche quando sono giù di morale! Ti voglio bene <3 (ora chiudo, sennò rischio di diventare sdolcinata).
Un bacio a tutti!
Lizz

 
   
 
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