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Autore: Life_is_a_fight    08/05/2014    2 recensioni
Quanto è difficile non cadere nell'oblio a sedici anni, penso sia impossibile, ogni adolescente attraversa un periodo buio nella propria vita ed io da brava ragazza ci sono appena entrata dentro come un aeroplano che si ritrova nel bel mezzo dell'occhio del ciclone. È quasi come stare sulle montagne russe con tutti i tuoi amici a bordo; sì, è vero ci sono continui alti e bassi ma nonostante la nausea vai avanti perché al primo posto del vagone, proprio accanto a te c'è lei, l'unica persona a cui affideresti tutta la tua vita a quest'età, la tua migliore amica.
Ma immaginate per un solo momento che quel posto sia vuoto e ad ogni curva non c'è più una mano da stringere... Beh, io così sono caduta nell'oblio!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Apro gli occhi al suono di “What you wanted” dei One Republic, la mia band preferita. Il giovedì non è un giorno particolarmente pesante a scuola, ho solo un’ora di greco, due di religione, una di educazione fisica e l’ultima di inglese. Mi alzo euforica e mi preparo in molto meno tempo confronto al solito. Ho un aria particolarmente allegra quando entro in cucina per fare colazione.

  • Che bel sorriso che hai stamattina Cat – dice mia madre con aria sorpresa. In effetti non ha tutti i torti, la mattina sono scontrosa con ogni persona che mi osa rivolgere la parola.

  • Si, in effetti mi sento bene ! Mi passi il latte con i cereali, per favore – rispondo in modo esaltato e mio fratello di 11 anni, Francesco mi passa tutto il necessario per la colazione con uno sguardo assente, probabilmente è ancora mezzo addormento.

Finisco di fare colazione in fretta e furia e subito dopo corro via di casa verso la ferma dell’autobus. Sarà già arrivato ? Il pensiero mi distrugge, voglio vederlo, vorrei che fosse qui a camminare con me mano nella mano. Affretto il passo appena mi trovo a pochi metri dalla nostra panchina ma lui non c’è. Non sono delusa, è solo che voglio parlarci, abbracciarlo… baciarlo.
Salgo sull’autobus in partenza e lui ancora non si vede. Arriviamo in poco più di 5 minuti alla fermata di Viola e proprio lì vedo salire Nico, con lei…
Non ci posso credere, come ha potuto. Eccomi qui signori ! In faccia ho un cartello con su scritto “Seconda scelta, prego usatemi e poi buttatemi via !”
Davvero non ho parole, a questa vista mi viene da piangere. Non voglio salutarlo, non voglio che lui mi veda… Fortunatamente, oggi avendo educazione fisica, ho indosso una felpa blu; alzo il cappuccio della felpa per coprirmi, metto gli occhiali e gli auricolari nelle orecchi e mi addosso al finestrino, ascoltando canzoni depresse e piangendo…
Per fortuna non mi ha riconosciuta, ha tirato dritto e si è seduto con “quel fiore appassito” al nostro posto.
Ero un rimpiazzo, una da baciare solo per riconquistarsi Viola; alla faccia del migliore amico…
Arrivati alla fermata corro giù dall’autobus molto velocemente, colpendo con la borsa qualche persona e sento urlare il mio nome.

  • Cat ! Fermati, aspetta ! Dove vai ? Dobbiamo parlare… - dice la voce di Nico correndomi dietro.

Io neanche rispondo, semplicemente corro più forte che posso dall’altra parte della strada e lo semino.
Mi devo fermare, non respiro. Il mio cuore batte fortissimo e i miei polmoni non ce la fanno davvero più. Mi appoggio in modo molto sgraziato al muro e mi reggo il petto con una mano; sento come un fuoco che aumenta nelle mie vie aree, fa malissimo. È tremendo, davvero !
Alzo la testa di scatto perché sento una mano che mi si poggia sulla spalla.

  • Ei ? Tutto bene  ?- dice una voce profonda con un tipico accento del nord.

Lo vedo. Un ragazzo alto, sicuramente molto più di me, moro con la sfumatura e due occhi castani che con un solo sguardo mi penetrano nel profondo dell’anima. Arrossisco, anche se non so esattamente il vero motivo.

  • Si, ora sto meglio, grazie – rispondo io, ancora ansimante.

  • Come ti chiami ? – dice lui mostrandomi il sorriso con i denti più bianchi che abbia mai visto.

  • Caterina, per gli amici Cat… - rispondo staccandomi completamente dal muro.

  • Beh… Cat, sai che hai degli occhi bellissimi ?- controbatte lui con aria ammiccante.

  • Che fai, ci provi con me neanche dopo cinque minuti ?- dico io accennando un piccolo sorriso per cercare di districare quel nodo di situazioni imbarazzanti venutosi a formare.

  • No, dico solo quello che vedo.- risponde lui in tono serio, di colpo il suo volto si è incupito e il sorriso è sparito, quasi come se volesse sgridarmi.

  • O mio Dio ma è tardissimo, farò tardi a scuola !- dico io gridando per la preoccupazione.

Riprendo la borsa sulla spalla per andare via quando lui mi afferra il braccio.

  • Aspetta a che scuola vai ? – dice.

  • Al Giulio Cesare, è qui vicino ma alla prima ora ho religione e segna anche due minuti di ritardo…- rispondo io con tono insicuro e la voce tremolante.

  • Ma che coincidenza, anch’io vado a scuola lì. O meglio, oggi è il mio primo giorno, non so se si sente ma non sono di Roma.- controbatte lui facendo seguire una risata.

  • Andiamo insieme allora ? – rispondo io frettolosamente.

Lui fa un cenno con la testa per dire di sì.
Camminiamo fino a scuola e parliamo tantissimo. Ho già scoperto molto di lui, ha diciotto anni, è di Trieste e si è trasferito a Roma per il lavoro del padre.
Abbiamo passato così poco tempo insieme eppure mi piace parlare con lui, mi rilassa. Arrivati davanti scuola vedo Nina, insieme alla suo gruppetto composto da soli maschi.
Lei si avvicina, inizialmente mi illudo che sia per parlare con me e poi capisco; questo ragazzo accanto a me è carne fresca a scuola e ovviamente lei deve marcare il territorio… Ora che ci penso so tante cose di lui ma non gli ho chiesto il suo nome !

  • Ciao, tu devi essere quello nuovo. Io mi chiamo Nina, se ti serve qualcosa fammi sapere, sono a tua completa disposizione-  dice Nina ammiccando e lasciandogli un foglietto con il suo numero.

Incredibile, ha fatto finta che io non esistessi. È possibile che mi senta così sola in questo momento ? Insomma, sì, intorno a me è pieno di ragazzi che devono entrare a scuola ma lei… lei non c’è; la mia migliore amica non è tra queste persone perché non esiste più, almeno la Nina che conosco io non esiste… Ora c’è la nuova Nina, in versione egocentrica, egoista e non continuo la descrizione perché potrei diventare anche volgare…
Entro in classe dopo aver salutato il Triestino, lo chiamo così in attesa di scoprire il suo nome…
Le prime due ore di religione, vanno bene; sono state due ore pallosissime a vedere un film su un santo… rientriamo in classe dall’aula multimediale e mi aspetta un ora di greco. Odio il greco e ancora mi chiedo perché ho scelto il liceo classico.
Entra in classe la professoressa, noi la chiamiamo cowgirl perché indossa sempre camice a quadri come se fosse nel far west ma il suo vero nome è Daniela Giudice, o meglio la Giudice. L’incubo di tutte le classe del biennio, tortura gli alunni da circa 20 anni di insegnamento e oggi la tortura è toccata a me.

  • Caterina Pellegrini e Giada De Gregori venite qui alla cattedra. Interrogate. – dice la prof con una voce che incute così tanto timore.

Io e Giada ci avviciniamo alla cattedra con il libro di testo in mano, pronte a tradurre la versione che c’era per casa quando entra il vice-preside, o meglio “cucciolo” come lo chiamiamo noi, è il professore più buono di tutto l’istituto.

  • Ragazzi scusate, mi servirebbe in prestito la vostra professoressa per quest’ora, ci sono dei genitore per parlare con lei. La sostituisco io. – dice cucciolo con aria serena.

  • Bene ragazze, a posto… continueremo la vostra interrogazione domani. – aggiunge la Giudice con aria scocciata.

E ovviamente l’ora con il vice-preside è stata un’ ora di dibattito su questioni di politica che io assolutamente non ho ascoltato.
Per tutta l’ora mi viene una sola cosa in mente, il Triestino; vorrei tanto sapere come si chiama. È possibile pensare così tanto ad una persona dopo avergli parlato solo pochi minuti ?
Ad un certo punto tutta la classe si alza in giro e fa quello che vuole ma io rimango seduta al mio posto con la testa sul banco a vagare tra i miei pensieri… Nina, Nico e il senza nome.
D’un tratto Giada, Federica e Marta mi piombano  addosso chiedendomi di Nico… e che dovrei rispondergli ? Ehm…. Stamattina stava con Viola, a ricreazione potrebbe tornare con me dipende da come gli gira… Non mi pare il caso.
Faccio un semplice gesto di negazione con la testa e loro senza dire niente capiscono e mi abbracciano. Cosa farei senza di loro ? Probabilmente morirei.
Finalmente suona la campanella, tutte e quattro ci dirigiamo verso il bar. Mentre scendiamo le scale sento gridare il mio nome e vedo un ragazzo che scende a tutta velocità verso di me. Mi raggiunge in un batter d’occhio .

  • Senti dato che sono nuovo e non conosco nessuno, potresti passare la ricreazione con me ?- mi domanda lui usando uno sguardo tremendamente affascinante e al quale non riesco a resistere.

Guardo le mie amiche che mi sorridono e si allontanano velocemente.

  • Certo nessuno problema, senti solo una cosa: stamattina abbiamo parlato così tanto però in tutto ciò non so il tuo nome…- dico io sorridendo.

  • Davide, mi chiamo Davide-  risponde ammiccando.

Per un momento mi ha ricordato Nina stamattina e il fatto che mi sento sola…
Arriviamo nel cortile e mi racconta della sua famiglia e del suo trasferimento poi si interrompe.

  • Aspetta, parlami un po’ di te… - aggiunge con aria curiosa.

  • Io ? ehm … non c’è molto da dire, ho sedici anni sono di Roma e basta.- dico io apaticamente

  • Ma non questo Cat ! Raccontami i tuoi segreti… - controbatte Davide sorridendo.

  • I miei segreti ? Neanche ci conosciamo da un giorno e già vuoi sapere i miei segreti ? Mi sembra un po’ prematuro, “Triestino”- rispondo io, enfatizzando molto su quest’ultima parola.

  • E allora ? I segreti sono fatti per essere svelati e come potrò mai diventare il tuo ragazzo se abbiamo dei segreti- dice lui in modo del tutto disinvolto come se non ci fosse niente di strano.

Un attimo, vuole diventare il mio ragazzo ? Non può essere… è troppo bello per me. Troppo muscoloso, troppo alto; sfigurerei accanto a lui o forse lui sfigurerebbe accanto ad una come me…

  • Scusa ma nemmeno mi conosci… - dico io con una voce più acuta del solito, segno di nervosismo.

  • Ti conosco più di quanto pensi Cat. Arrossisci se ti guardo dritta negli occhi, nascondi sempre le mani nelle manica della felpa probabilmente perché ti innervosisco e abbassi la testa quando ti dico cose che non vorresti che io sapessi come in questo preciso istante-  risponde lui guardandomi negli occhi.

Come ha fatto ? Sono io, questa sono davvero io… Ha colto la mia essenza in meno tempo di me.

  • Forse davvero mi conosci…- rispondo mettendomi una ciocca di capelli dietro le orecchie.

  • Cat ! Ti devo parlare- questo però non è Davide, è Nico.

  • Vattene! Non ti voglio vedere…- Urlo io, cacciando dentro le lacrime.

  • Ma… ti prego.- Controbatte lui.

  • Non l’hai sentita ? Non ti vuole parlare! Sparisci…- Interviene Davide bruscamente.

  • Scusa ma tu chi sei oh !- dice Nico spintonando Davide.

Davide non risponde neanche alla provocazione, mi mette un braccio intorno alle spalle e mi porta via.
Torniamo in corridoio e lì mi abbraccia, probabilmente ha notato che sono un po’ scossa.

  • Senti, ti va di uscire una sera di queste ? magari mi fai conoscere Roma… - dice lui ma stavolta con un tono insicuro ed è la prima volta che glielo sento usare.

  • Vedremo, intanto ti do il mio numero così ci sentiamo… - rispondo io facendomi un po’ desiderare.

Poi gli sfilo il telefono dalla tasca dei jeans e gli salvo il mio numero, mi alzo in punta di piedi e gli do un velocissimo bacio sulla guancia prima di entrare in classe.
Ma chi è ? Chi sarà mai questo ragazzo misterioso che mi fa sentire così speciale ? Ha anche tenuto testa a Nico… Magari è uno stronzo come tutti gli altri però mi ha capita in tre secondi… è perfetto…Basta pensarci. Non devo illudermi, devo essere una roccia, non voglio soffrire ancora e se non sarò la sua prima scelta allora sparisse da qui, non intendo più essere la numero due.

  
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