Let it rock
È
rifugio e fuga, ma non puoi nasconderti da esso.
Ti
ha temprato e segnato, come rinnegarlo?
Non
lo puoi ripudiare, né combattere, perché ti è
entrato in ogni cellula.
E
l’ha trasformata, forse.
Astenersene
è impossibile.
È
linfa vitale e morboso affanno.
Ispirazione
e condanna.
Ti
nutre e ti consuma.
Ti
pretenderà anima e corpo, fino al tuo ultimo battito.
È
la tua vera dipendenza.
Sarà
il tuo estremo anelito.
Con
lui non
esistono pause, ferie, giorni di malattia.
È
un impulso, un’impellenza, una fitta che ti scava, ti sfama,
ti svuota.
Una
forza dirompente, una folgorazione incontrastabile.
Se sei
talmente incosciente da tuffarti in un uragano, ne devi accettare le
conseguenze.
Le
invidie, la solitudine, la consunzione, le cicatrici, gli
insulti.
Ti
hanno definito scellerato, spregevole, sconcio, mediocre, stonato.
Non
te n’è mai fregato niente di quei pregiudizi di
gente ignorante, che non ti conosce come lui.
Lui,
d’altronde, non ammette menzogna, ipocrisia, indulgenza.
Ti
ha chiesto tutto.
Le
tue dita affusolate sono diventate tutte nodose, bruciano, si spaccano,
a volte hanno anche sanguinato nell’ostinarsi a pizzicare
quelle sei corde maledette.
Il
respiro talvolta arranca, le ossa spesso scricchiolano, la memoria
satura di ricordi perde qualche colpo.
Eppure,
quando i riflettori e il fumo di scena che ti annebbiano le opache
pupille si dissolvono, ritrovi quello stesso guizzo: gli anni che
gravano sulle tue spalle si annullano.
È
una magia che si ripete.
L’energia
e il calore che divampano da quella marea di corpi ondeggianti, che
sembrano obbedire unicamente al tuo plettro, inghiottono
l’ansia che ti avvelena balorda nel retropalco, rammentandoti
che non potrai più essere lo stesso diavolo scatenato che
incendiava le platee.
Ma
ci sei ancora, e li abbevererai col suono
inimitabile della tua chitarra.
Scorri
i polpastrelli su di lei, ogni tua fibra
converge su quelle note, ci si fonde.
È
un’estasi dei sensi.
Qualsiasi
dolore affligga i tuoi tendini arrugginiti scompare.
È
uno scambio incomparabile, totale, annullante, quasi ultraterreno.
Lui ti chiede
tutto, ma sa compensarti come un padre e non solo perseguitarti come un
nemico.
In
quei momenti ti rendi conto che dopo più di mezzo secolo sai
ancora inebriarti come quando eri troppo acerbo e invasato per pensare
al domani, o credere che avresti potuto vivere e invecchiare insieme a lui.
I
tuoi occhi che tanto hanno viaggiato, visto e sopportato, ne incrociano
migliaia che sorridenti ed esaltati gridano le tue parole, il tuo nome.
Guardi quelle
braccia che si muovono al ritmo dei tuoi riffs, senti quelle voci
cantare a squarciagola pensieri che furono i tuoi.
I
vostri, ti
correggi, scrutando i tuoi inseparabili compagni di cammino e intuendo
la stessa emozione contagiarli nell’intrecciare insieme
ancora una volta quegli accordi intramontabili, sempre vivi e vibranti.
In
quei volti di tante generazioni, inebriati dal delirio farneticante
della vostra musica, scorgi i tuoi discepoli.
È
un culto quello che state celebrando.
Non
ti sembra un pensiero blasfemo considerartene un profeta.
Il
rock è
la tua missione.
Inafferrabile.
Logorante.
Spietato.Logorante.
Un irriverente sberleffo alla
morte.
Salve a tutti :)
Mi sono finalmente decisa a trovare la volontà e il coraggio di concludere e pubblicare il mio primo esperimento in questo fandom che frequento saltuariamente e nel quale mi spiace di trovare molto di rado nuove storie...
Questa flashfic mi è stata ispirata dalla visione di vari filmati dell'ultimo 50&Counting tour e dalla tournée in Asia dei nostri che hanno suscitato il consueto strascico di commenti e critiche di vario tenore.
Ho voluto provare a concentrarmi in particolare su una riflessione: è ancora credibile e ammissibile che dei settantenni suonino rock & roll ?
Secondo me, è indubbio che non possano offrire esibizioni paragonabili a quelle dei loro anni giovanili, ma sono anche un esempio di ottimismo perché alla loro veneranda età, e con tutto quello che hanno passato e vissuto, continuano a guardare avanti e ad avere progetti.
Ho scelto Keith perché è il mio Stones preferito <3
Ringrazio in anticipo chi ha voluto dedicare un po' del suo tempo alla lettura e chi vorrà lasciarmi un parere.
Mi sono finalmente decisa a trovare la volontà e il coraggio di concludere e pubblicare il mio primo esperimento in questo fandom che frequento saltuariamente e nel quale mi spiace di trovare molto di rado nuove storie...
Questa flashfic mi è stata ispirata dalla visione di vari filmati dell'ultimo 50&Counting tour e dalla tournée in Asia dei nostri che hanno suscitato il consueto strascico di commenti e critiche di vario tenore.
Ho voluto provare a concentrarmi in particolare su una riflessione: è ancora credibile e ammissibile che dei settantenni suonino rock & roll ?
Secondo me, è indubbio che non possano offrire esibizioni paragonabili a quelle dei loro anni giovanili, ma sono anche un esempio di ottimismo perché alla loro veneranda età, e con tutto quello che hanno passato e vissuto, continuano a guardare avanti e ad avere progetti.
Ho scelto Keith perché è il mio Stones preferito <3
Ringrazio in anticipo chi ha voluto dedicare un po' del suo tempo alla lettura e chi vorrà lasciarmi un parere.