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Autore: Daeva    23/12/2004    0 recensioni
Un altro racconto dal retrogusto amarognolo su Rei e Gendo...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gendo Ikari, Rei Ayanami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nihil

Lei cercò di concentrarsi sul respiro di lui, mentre il tramonto tingeva le pareti di alluminio di un insolito colore caldo.
Detestava il colore rosso.
Ma in quella circostanza, le sembrò già più tollerabile.
Lui non si muoveva, e riusciva a capire che lui fosse ancora vivo solo perchè le sue braccia erano calde e il suo respiro regolare.
Un respiro sereno, a volte ampio.
Ampio mentre posava la guancia sulla sua testa, come se una volta tanto si sentisse sereno.

Ma lei non riusciva a sentirsi serena.
Stava bene, ma il suo animo non era quieto.
Quasi disturbata della sua presenza, quasi innervosita dal piacere che provava, nonostante tutto.

O meglio, nonostante il "niente".

Poteva rimanere ore avvinghiato a quel corpo gracile, senza però provare desiderio o tentare di farle "altro".
Nient'altro, tranne la meravigliosa certezza di poterla stringere tra le braccia, e percepirla come calda, viva e forse sua.
Sempre vicina, sempre al suo fianco.
Lui socchiuse gli occhi forse sorridendo, mentre le sue braccia intorno al corpo di lei cercavano di soddisfare quella ridicola necessità che ancora non riusciva a cancellare dal suo cuore.

Mai un bacio, nè una carezza.

Solo un pò di calore.
A volte.
Ogni tanto.
Assolutamente.

-...Comandante Ikari..?-
La sua voce spezzò l'incantesimo.
Lui si rassegnò.
-Vuoi sapere perchè sono qui?-
Rei tacque annuendo.
-...Ti dò fastidio?-

Sapeva di darne.
Sapeva di darne nel momento in cui decideva di esistere.

-No.- rispose lei, forse esitando.

Ma sapeva anche che lei non glielo avrebbe mai detto.

Lui la strinse leggermente più forte.
Probabilmente lei sentì il suo viso arrossire.
Rei socchiuse gli occhi, concentrandosi sulla morbidezza della stoffa del dolcevita dell'uomo, e sulla sua presenza discreta che si limitava a sfiorarla.
Fasciato di scuro, la fasciava a sua volta.
La morte nei loro cuori diventava più placida e dolce.

-Non sò dirti perchè sono qui, Rei.-
Le vibrazioni della sua voce si sfumarono direttamente nella sua schiena.
La sua voce bassa e calda risuonava dal suo torace come una sincera litania.
Rei non si porse particolari problemi per quella risposta.
Non era ciò che voleva sentirsi dire, ma andava bene anche così.

Mai un bacio, nè una carezza.

-Mi piace starle accanto.-
-Anche a me piace.-
Le sue parole adesso le arrivarono premurosamente sussurrate nell'orecchio.
Brividi si espansero nel suo corpo.
Lui se ne accorse.
Allontanò il viso dal suo collo per non darle disagio.
Rei se ne dispiacque, ma non disse niente.
Sapeva di non avere nessuna importanza effettiva, per lui.

Un nuovo gioco crudele, ideato con la nebulosa intenzione di farla morire.
Morire.
Ad ogni sospiro.
Ogni parola.
Ogni passo accanto a te.

Morire.

Morire a causa del vuoto.
Morire a causa del niente.
Morire per niente.
Morire per te.

Morire, per amarti.

Amare.
Morire.
Niente.

...E' lo stesso, no?

Ci provò, forse non volendolo neanche.
Ruotò il suo corpo gelido verso di lui.
Le piacque percepire il fruscìo della stoffa sulla sua pelle.
Posò la testa e le mani sul suo torace, forse vergognandosi.
Gli piacque sentire le sue acerbe curve su di lui, completarlo in modo perfetto.
Gli piacque.
Ma non lo gradì.

Immobili.
Fermi.
Pietrificati.
Diluiti.

Niente baci, nè carezze.

Rei socchiuse gli occhi, spingendo la guancia sul suo petto.
Strinse le gambe, piegandole leggermente verso l'esterno del letto.
-Un letto singolo... Non è comodo per due persone.- constatò Gendo con leggerezza.
Lei fece finta di non capire.
Alzò il viso verso di lui.
Era certa che avrebbe incontrato i suoi occhi.
I suoi occhi sinceri, solo per lei.
Lui sorrise al suo volto arrossato dal tepore.

Niente.
Ma almeno un pò di calore erano ancora in grado di crealo.

-Comandante Ikari, nelle eclissi di Sole, l'attenzione della Terra è solo per la Luna.-
-E' vero. Ma è una combinazione molto rara.-
-Ma può essere possibile.-
-Solo perchè il Sole esiste.-
-Può esistere un mondo senza Sole?-
-Senza Sole non esisterebbe niente.-
-...Neanche io?-
-Neanche tu.-

Rei tornò malinconica con la fronte sul suo petto.
Il petto caldo e ampio di un uomo.
Qualcosa di certo.
Qualcosa di sicuro.
Qualcosa di apprezzabile.

..Perchè le diceva cose così orribili?

Lui la strinse nuovamente a sè, il suo corpo di porcellana coperto dalla sola camicia.
Uno straccio, su quella materia preziosa.
Qualcosa di bello.
Qualcosa di puro.
Qualcosa di desiderabile.

Accade, forse per sbaglo.
Forse solo perchè ubriachi di troppo calore.
Chi non vi è abituato ne diventa subito assuefatto.
E cerca, cerca...
Finchè non diventa ossessione.

Lui si piegò sul suo viso, iniziò a baciarle timidamente le labbra.
Labbra socchiuse, che si incontrarono inavvertitamente.
A occhi socchiusi, per controllare.
A occhi chiusi, per naufragare.

Potrebbe diventare ossessione.

Lei si premette di più verso di lui, lui toccò la sua schiena con le mani, tenendola verso di sè.
Le sue dita sulla sua schiena.
Lei sentì il respiro mancarle.
Aprì le labbra, cercando aria attraverso lui.
Solo un bacio. Un solo bacio.

Potrebbe diventare dolore.

Un solo bacio. Uno solo.

Potrebbe diventare morte.

No.
-...No.-
Lui si staccò da lei, umiliato, lacerato, in fin di vita.
Lei si ritrovò fredda e sola, per la prima volta la cosa la sconvolse.
Ma non lo diede a vedere.
Lo guardò interrogativo, mentre lui da seduto si passava nervoso una mano sul viso.
Fermò la mano sulle labbra.
Premette disgustato.
Tornò su di lei, i loro occhi si incrociarono.
E iniziarono a parlarsi col silenzio.
Rei battè le palpebre, e la sua espressione da stupita si fece triste.
Lui scostò per un secondo lo sguardo, poi si fece rammaricato.
-Scusami.- si limitò a mormorare.
Lei annuì.
Gendo posò le braccia sulle gambe, costernato, mentre la guardava sorridendole.
Lei gli sorrise a sua volta.

Vabbene.
Niente più baci, nè carezze.

-Non ne rimarrebbe niente ugualmente.-
-Sì.-

Lei non se la sentì di rinfacciargli le sue responsabilità.

Lui si alzò dal letto, lei si portò seduta.
Gendo prese la sua giacca, posata alla base del letto, la indossò.
Si voltò nuovamente verso di lei.
Osservò la luce del crepuscolo filtrare attraverso la tapparella.
-Si stà facendo buio.-
Lei annuì -Già.-
-Io vado, ci vedremo domani, Rei.-
-Sì.-
Lui le sorrise, poi si diresse verso l'uscita.
Lei non lo seguì con lo sguardo mentre se ne andava.
Tornò a sdraiarsi sul letto, consolandosi col calore riflesso di quell'arrogante Sole.
Erano entrambi in grado di farselo bastare.



note: AAAH! Non resistevo, dovevo farne una!
Una LRG con la pretesa di essere onesta!
In ogni caso, ho riguardato tutto Eva (a volte mi prende...), e sono sempre più convinta che questi due qualcosina l'hanno combinato...
C'è troppa strana complicità, e Rei gli sorride troppo spontaneamente e troppo di frequente!
Inoltre secondo la mia opinione, i sorrisi di Gendo che "immagina" Rei non sono frutto di un trip della nostra First, ma ricordi i sorrisi veramente manifestateli.
E poi ogettivamente sono bellissimi insieme ;___;
Comunque, in questa ffic mi piaceva mettere in risalto questa "attrazione repressa" che appare anche nella serie: effettivamente, Rei e Gendo nonostante appaiano sempre insieme o comunque vicini, non manifestano mai alcun tipo di contatto fisico, neanche per errore.
Rimangono sempre un pò (troppo) separati.
Questo disturba ma affascina, anche: forse Gendo qualche scrupolo se lo fa.
Ah, la faccenda della Luna e del Sole mi è venuta da L'Amore infelice della Luna (evvai, anche questa è una LRG!!! *___*) della solita Caska... Dopotutto ognitanto Terra e Luna si incontrano, anche se solo tramite un'ombra... E' comunque uno bello scatto d'orgoglio del nostro astro preferito. Oscurare il Sole, intendo.
   
 
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