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Autore: Daeva    23/12/2004    0 recensioni
Un altro racconto breve su Rei... Il titolo la dice lunga.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rei Ayanami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Soliloquio

Inspiro a fondo l'aria.
Non ha un buon odore.
I polmoni si gonfiano.
E' così buffo.

Alzo gli occhi, fisso per qualche secondo il muro tumefatto, quel qualcosa che marcisce e che...
...
Mi sollevo con fatica, ma non avrebbe senso rimanere lì dentro a stagnare.

Stagnare.
Stagnante.
Mi guardo ancora intorno.
Vivo in questa casa da appena un anno.
E' stato il Comandante Ikari a disporre così.

Un luogo per me.
Solo per me.
Per crescere.
E diventare forte.
...
Eppure ho la sensazione che tutto qui dentro stagni.
Che tutto qui dentro marcisca.

Mi diriggo verso la doccia.
E' stupido che pensi a queste cose.
Non hanno importanza, conseguentemente non è lecito che vi sprechi ulteriore tempo.

Apro il getto d'acqua, mi infilo sotto il suo scorrere.
Scorre.
Placida. Calma e costante.
Come fosse una carezza.
E forse le uniche carezze cui posso ambire.

Carezze.
Rabbrividirei se ne ricevessi.

Che sia l'acqua che scorre o la mano di una persona..
Farà differenza?

Io non lo credo.

Non aspetto mai che l'acqua raggiunga un grado sopportabile di temperatura.
Solitamente quando si apre è gelida, poi diventa lentamente sempre più calda, fino a fermare la sua temperatura a quella effettivamente indicata dai rubinetti.
Potrei stare ore qui sotto, ma sò che è impossibile.

Sò che è inutile.

Ma cos'è poi importante?
Cos'è che non è inutile?

Le persone basano le proprie scelte su cosa è inutile o importante?
Io non lo credo.
Non sono molte le persone che si comportano secondo questi criteri elementari.

Le persone basano le proprie scelte solo su ciò che trovano piacevole.
Quindi se io fossi come tutti gli altri, probabilmente dovrei rimanere sotto questa acqua.

Guardo il mio viso allo specchio, cercando di capire cosa rappresenti.
O più semplicemente, mi guardo allo specchio per vedere se sono ancora io.
Se sono ancora in grado di camminare.

...Se io mi ammalassi, cosa succederebbe?
Probabilmente nulla, probabilmente di tutto.
Sarei soppiantata da un altro ragazzo, un altro pilota.
Inizialmente ero io il pilota della Nerv, mentre Ikari era stato chiamato come mio sostituto, nel periodo in cui rimasi ferita.
Ma adesso sembra il contrario.
Adesso lui è il pilota più importante, e io sono il suo appoggio.
Forse dipenderà per il semplice motivo che il suo EVA è un modello più recente.
...

Ma chi voglio prendere in giro?

Anche Soryu è un appoggio, nonostante il suo EVA sia il modello specifico per il combattimento.
...Ma che senso ha farsi problemi simili?

Ciò che caratterizza la mia importanza non è certo data da cosa io piloti.

...

Cosa caratterizza la mia importanza?
Molte cose, molte cose tutte insieme.

I suoi occhi su di me, le sue mani bruciate.

Tuttavia ho la certezza che se se venissi a mancare, un nuovo pilota prenderebbe il mio posto per l'EVA.
Se venissi a mancare, un nuovo succedaneo prenderebbe il mio posto al suo fianco.

E forse la mia importanza è data proprio dal fatto che io sia inutile.
E la mia inutilità è data dal fatto che io sia fin troppo importante.
Importante per lo 00, importante per l'entryplug, importante per il Comandante Ikari, per la Dottoressa Akagi, per Ikari e per Soryu.

Il paradosso.
Essere indispensabili solo per la propria vacuità.
Perchè come un riflesso, faccio da eco al vuoto degli altri.

Che tutti abbiamo bisogno di me, e io non abbia bisogno di nessuno.
Tali sono le disposizioni.
L'importanza di una persona è data solo dall'importanza che tutte le altre persone hanno per lei.
E' così, esatto?
E' per questo che Ikari pilota l'EVA, per questo che Soryu pilota l'EVA.
Pilotare l'EVA equivale a vivere?
Quindi se un giorno l'EVA venisse a mancare, cosa ne sarebbe di me?

Sarei un trono vuoto.

No.
Perchè potrei in ogni caso contare sull'importanza che quelle persone mi hanno dato.
Ma chi può dire che l'importanza di qualcuno nella vita di un altro sia una cosa positiva?
E' per l'importanza di una persona che il Comandante Ikari non mi ha mai insegnato quando sorridere.
Per l'importanza di una persona se la dottoressa Akagi a volte è così gelida.
Per l'importanza di una persona se il secondo pilota mi prende a schiaffi.
Per l'importanza di una persona se Ikari a volte mi invidia.

E allora?
Cos'è?
Cos'è che mi permetterebbe di vivere al di fuori di tutto questo?
E' possibile un mondo dove io non sono io, un mondo senza di me?...

Sicuramente è possibile.
Ma io non riesco a immaginarlo.

Mi sistemo la casacca dell'uniforme, afferro la cartella il cui peso mi irrita ma al tempo stesso mi piace, perchè dimostra che le mie braccia servono a qualcosa.
E fuori da questo luogo, che marcisce e stagna come me, nonostante sia vuoto.
Un altro giorno inizia, ed un altro giorno và vissuto.
   
 
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