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Autore: Shin92    10/05/2014    3 recensioni
"Tu rappresenti la parte sana dell'umanità."
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel, Sorpresa
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Avevano affrontato moltissime prove.
Essere guardiani aveva portato loro un carico di responsabilità infinite che avevano accolto con dedizione e impegno.
Ricordava come si era sentita nel momento in cui Nord aveva rivelato a tutti e quattro il peso che gravava sulle loro spalle.
Forte. Importante.
Per la prima volta in tutta la sua vita si era sentita utile ad uno scopo, aveva compreso il suo vero obbiettivo e finalmente faceva parte di qualcosa di più grande.
La solitudine e l’angoscia erano state rimpiazzate da legami solidi e importanti.
Da amicizia e coraggio.
Si era sentita un eroe al solo udirsi appellare a quel modo; “Guardiana”.
Aveva vissuto avventure e affrontato creature crudeli per proteggere qualunque forma di vita terrena. Aveva compreso quanto fosse importante difendere a qualunque costo le persone importanti.
Ma come puoi sentirti nel momento in cui coloro che ami di più al mondo stanno lottando per proteggerti?
Come puoi sopravvivere al pensiero che moriranno per te?
Non avrebbe mai immaginato che tale compito avrebbe richiesto un così grande sacrificio.
Non avrebbe mai immaginato di restare ancora una volta da sola.
Era stato tutto così veloce, tutto così rapido, tanto da non darle modo di rendersi conto della situazione.
Non era riuscita a salvare Merida dall’attacco del ciclope.
Nessuno era riuscito ad impedire che la colpisse così forte, facendola precipitare da troppo in alto perché potesse salvarsi.
Ma non aveva voluto abbandonare la sua missione. Non aveva altro scopo se non abbattere il suo nemico per proteggere i suoi amici. Col coraggio di una leonessa e l’abilità di un falco aveva scagliato la sua ultima freccia, mirando all’unico bulbo oculare e punto debole del gigante.
Non aveva emesso un solo gemito di dolore, mentre la sua schiena si era spezzata, Rapunzel non aveva potuto raggiungerla e starle accanto, gliel’avevano impedito, poiché sotto attacco di un’orda di arpie che avevano circondato Jack.
Lui aveva intimato loro di scappare e di mettersi in salvo.
Aveva assistito a ciò che gli avevano fatto. Uno degli uccelli l’aveva afferrato per il collo e l’aveva portato su in cima aveva lasciato che le altre arpie lo colpissero ripetutamente prima di lasciarlo cadere, ma lui non aveva mollato la presa. Si era aggrappato con tutte le sue forze alle penne della creatura e dopo aver lanciato uno sguardo in basso aveva scatenato il suo attacco più forte. Un boato terribile fu seguito dalla più grande delle tempeste mai scatenate dallo spirito dell’inverno.
La bufera aveva oscurato il cielo, raggi di luce bluastra fendevano l’aria e accecavano le bestie facendole urlare di dolore.
Il ghiaccio aveva ricoperto gran parte della landa. Aculei trasparenti avevano trafitto lo stormo più e più volte.
I cadaveri piumati erano precipitati al suolo senza vita, accompagnati dai lamenti struggenti di quelle ancora vive.
Jack giaceva stremato sul manto di neve macchiato del sangue dei mezzi uccelli.
Una forte spinta l’aveva scaraventata al lato opposto della roccia da cui aveva assistito alla dipartita di due dei suoi amici, fu distratta dagli strani rumori che provenivano dall’acqua.
Non era riuscita a realizzare in tempo che il suo migliore amico l’aveva appena salvata da una morte certa.
Hiccup si era lasciato agguantare da alcune code viscide e cosparse di aculei velenosi, per poi essere trascinato sott’acqua.
Aveva trattenuto il respiro così a lungo che quasi sentì rimbombare il cuore nelle orecchie, i lunghi capelli biondi stretti intorno ai polsi, pronta a colpire qualunque movimento nelle vicinanze.


«Hic…?!?»
 
 Aveva chiamato in preda all’ansia mentre un boato seguito da bolle che si formavano e scoppiavano continuamente sulla superficie dell’acqua, segnavano uno scontro che stava avvenendo nelle profondità dell’abisso oscuro.
Fu tentata di gettarvisi, ma avrebbe probabilmente vanificato il gesto protettivo di lui.
Ansimava e sudava freddo nell’attesa che succedesse qualcosa, qualunque cosa.
Implorò mentalmente qualunque forza cosmica perché rispuntasse dall’acqua vittorioso. No, non anche lui. Basta.
 
«Hiccup…?!?»
 
Pronunciò il suo nome in una supplica, inconsapevole di aver alzato il tono di voce fin troppo.
Si sporse verso l’acqua e fu inzuppata da un incredibile onda anomala che si riversò contro di lei.
Riuscì ad aggrapparsi ai rami più alti, e restare ancorata al terreno grazie ai suoi capelli prensili, che strinse più forte quando l’aria nei polmoni sembrò esaurirsi ma in un momento  il livello dell’acqua si abbassò. Riaprendo gli occhi si accorse che stava evaporando.
Enormi cristalli neri si issarono velocemente dal fondale del lago e raggiunsero – Probabilmente superarono - le cime degli alberi avvizziti e spogli tutt’intorno.
Alla base di uno di questi vi era Hiccup.  Infilzato da una stalagmite di cristallo nero all’altezza dell’addome, l’armatura distrutta, in parte le vesti erano lacerate e lasciavano intravedere la pelle livida e sanguinante, segni di morsi e graffi erano ben in vista sul suo collo scoperto, segno della colluttazione e della lotta avvenuta sul fondale.
L’estremità della coda viscida dell’orribile sirena si muoveva velocemente fendendo l’aria, era più grossa di Hic ed evidentemente più forte.
Le sclere nere contornate da palpebre ruotate quasi in verticale scrutavano Rapunzel distesa a terra, paralizzata dal terrore di aver perso anche lui, più impaurita da questo che dal fatto che quel mostro l’avrebbe uccisa da un momento all’altro.
 
«E’ il tuo turno, principessa.»
 
Sibilò, e le sembrò di sentirla nella sua mente più che con i suoi timpani.
La creatura fece schioccare la lingua contro il palato e rivoli di sangue le sgorgarono ai lati della bocca, priva di labbra ma munita di affilati denti accavallati.
Il cranio rotondo e ricoperto di pelle grigiastra e disgustosamente decomposta, alla nuca vi erano attaccate ciò che potevano sembrare ciocche di capelli bianchi. Il busto “umano” non aveva niente che potesse ricordare una donna.
Un abbozzo di seno si protendeva in avanti di alcuni centimetri e il basso ventre era cucito e sanguinante, oltre che gonfio e livido, come se avesse appena subìto un taglio cesareo. La coda era quanto di più simile ad un enorme anaconda, nera e lucida.
La mosse rapida e la raggiunse afferrandole il capo, stringendo così forte che sentì quasi il cervello implodere.
Ma non ebbe il tempo di farle del male, sentì la bestia latrare così forte che si costrinse a guardarla in faccia.
Le palpebre spalancate facevano sembrare gli ovali neri ancora più sporgenti, la bocca dentata aperta in una smorfia di dolore e paura insieme.
La testa piegata all’indietro e un braccio a cercare di afferrare ciò che la costringeva in quella posizione.
Rapunzel strinse gli occhi per captare qualunque cosa si muovesse dietro la sirena, fino a scorgere il braccio di Hiccup, che stringeva fra le dita le ciocche di capelli stopposi del mostro.
 
«Non ho ancora finito.»
 
Sussurrò il ragazzo moribondo, ma abbastanza forte perché la bionda lo sentisse.
Rapunzel indietreggiò spaventata dal raggio di luce accecante che emanò il corpo dell’amico e si riparò dietro le potenti rocce dell’altare.
L’aria s’incendiò in un tremendo frastuono e poi, un inquietante silenzio.
L’abisso incandescente si stringeva intorno a loro, in lingue di fuoco danzanti che protendevano i loro tentacoli ardenti verso i corpi inermi dei suoi tre compagni.
Il calore fu così forte, ad un certo punto, che dovette ritrarsi un attimo prima di proseguire verso il cerchio di fuoco, formatosi lungo tutta l’aria circostante.
L’esplosione causata dai potenti poteri di Hiccup si stava consumando tutt’ intorno. C’era stato un boato terribile, le sue orecchie quasi avevano sanguinato. Era caduta all’indietro cercando di proteggersi con le braccia e la luce accecante le aveva impedito di assistere alla sconfitta dell’orripilante mostro che aveva provato ad ucciderla.
Avanzò attraverso i detriti dei cristalli oscuri.
Ritrovò il suo migliore amico, nel fumo grigio e denso, come una nebbia che inghiottiva tutto ciò che toccava, disteso su una lastra specchiata di un nero lucente, incorniciata da incredibili quanto accurati intarsi d’oro puro.
S’inginocchiò accanto a lui e fece scorrere un braccio intorno al suo collo, strinse fra le sue braccia il busto di Hiccup e fu impossibilitata a frenare le lacrime.
Alzò lo sguardo verso Jack, disteso poco più lontano e infine a Merida, priva di sensi accanto a lui.
L’albino si era trascinato verso la rossa - con le ultime forze rimaste - e le aveva stretto un polso.
 
«Non sento più il suo cuore …»
 
Aveva bisbigliato rivolgendosi alla bionda, con la voce spezzata e sofferente.
 
«A-anche lui …»
 
Aveva risposto Rapunzel fra i singhiozzi.
 
«Vai avanti.»
 
Jack si era lasciato cadere, disteso di schiena, mentre voltava il capo verso di lei e rivoli di sangue attraversavano la sua fronte fino a dividere il viso a metà.
 
«NO! »
 
Rapunzel urlò scoraggiata.
Perché ancora una volta doveva fare i conti con l’inutilità?
Perché era ancora una volta preda della solitudine e della disperazione?
 
«AVEVATE PROMESSO CHE SAREMMO STATI PER SEMPRE INSIEME! NON AVRESTE DOVUTO LASCIARMI SOLA!»
 
Ciò che sarebbe dovuto suonare come un rimprovero fu più uno sfogo, mentre la rabbia cresceva dentro di lei fino a farle credere di stare per implodere.
 
«Rapunzel … Smettila di frignare come una mocciosa!»
 
All’udire la voce flebile, ma autoritaria, di Merida, entrambi sussultarono.
 
«Alzati e continua questa battaglia!»
 
Merida parlò immobile nella sua posizione innaturale, con i riccioli rossi scivolati sul volto, ma con ancora quella forza e quel coraggio che solo lei riusciva ad infonderle.

«Tu rappresenti la parte sana dell’umanità.»
 
Jack ansimò guardando il cielo, consapevole che quella sarebbe stata l’ultima volta.
 
«Non permettere al male di raggiungere tutto ciò che c’è di bello sul nostro pianeta. Combatti perché gli innocenti non debbano pagare.»
 
Sussurrò la ragazza, socchiudendo appena gli occhi, lasciandosi andare.
 
«MERIDA! JACK! NON LASCIATEMI DA SOLA!»
 
Urlò Rapunzel in preda al panico, ma qualcosa la bloccò, si sentì stringere una ciocca di capelli dorati, ciò la costrinse a guardare in basso.
La presa debole di Hiccup, che ora la stava guardando teneramente.
 
«Hic …»
 
 Implorò con gli occhi ormai annebbiati dalle lacrime salate.
 
«Il futuro è come lo scriviamo noi, Punzie. E tu sei più forte di quanto immagini.»
 

Sorrise rassicurante, come faceva sempre ogni volta che qualcosa la turbava. E la presa si fece più lenta.
Sentì quell’attimo scivolargli fra le dita, come se la vita dei suoi tre compagni fosse sabbia, impossibile da recuperare quando soffia il vento e la fa volar via.
Strinse a se il corpo esanime di Hiccup e guardò verso gli altri due.
Sbagliava a sentirsi sola.
Loro sarebbero rimasti al suo fianco.
Anche se non poteva sentirli, anche se non poteva vederli.
Sarebbero stati sempre lì a sostenerla.
Per cui decise di alzarsi.
Non era più il luogo e il momento di piangere.
Non avrebbe vanificato il loro sacrificio.
Avrebbe difeso gli innocenti.
Avrebbe dimostrato che l’umanità merita di sopravvivere.
Avrebbe scritto lei stessa il futuro.
Mentre le lastre di cristallo nero si ergevano intorno ai corpi senza vita dei tre guardiani, e li racchiudevano nelle loro teche intarsiate in oro, promise che non si sarebbe lasciata sopraffare dalla paura.
 
«Chi ha paura ha già perso.»
 
Sussurrò a se stessa, mentre voltava le spalle al campo di battaglia e dirigeva verso la fortezza oscura. La regina dei dannati non attendeva altri che lei. E sarebbe arrivata a destinazione, a qualunque costo.
 
«A noi due, Elsa.»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note;
Salve signori, mi rifaccio viva con questa ispirazione improvvisa.
Sì, i riferimenti sono veramente tanti in questa one shot, a cominciare dalle creature mitologiche – Che adoro e che, a parer mio, sono i mostri peggiori da affrontare – Fino ad arrivare ad Heroes e  Sailor Moon.
I The big four sono dei guardiani, come lo sarebbero le sailor che tutti conosciamo, posseggono però i poteri originali, o presi comunque da una loro caratteristica.
Jack Frost è ovviamente lo spirito dell’inverno e manipola il ghiaccio e la neve, Merida è un’arciera insuperabile e Rapunzel possiede il potere della luce e capelli prensili.
Ad Hiccup ho voluto assegnare il fuoco perché è comunque qualcosa che ha a che fare con i draghi che lui accudisce e addestra, e visto che non sono presenti in questo universo, per estensione li ho passati a lui.
I concetti che esprimono a Rapunzel sono ispirati molto ai dialoghi di Nathan e Peter Petrelli (Heroes).
Se ho scelto Elsa come regina del male è perché, come ricorderanno i fan di Sailor Moon, di solito i cattivi vengono liberati per poi riscoprire un’anima del tutto nuova e altruista, perciò vedetela proprio come una malvagia di passaggio! X°D
Non ho descritto esattamente lo scontro che avviene fra Merida e il ciclope perché sarebbe stato il più cruento, quindi ho lasciato che i ricordi di Rapunzel lo raccontassero in maniera più soft.
E’ molto simile comunque al momento in cui i giganti di Attack on Titan attaccano la popolazione. Merida è stata afferrata e gettata in terra da un’altezza notevole, ma è riuscita ad accecarlo e abbatterlo comunque.
Jack ha invece affrontato uno stormo di arpie, più o meno in contemporanea con Merida.
Piccolo appunto sulla sirena che combatte contro Hiccup, è molto simile a quella che appare in un episodio di Supernatural, quindi veramente orribile.
E nulla. Spero di aver chiarito i punti principali e di non avervi annoiati troppo!
Ah, alla fine ho deciso di lasciar loro i poteri originali, ma in realtà io adoro andare out e presto scriverò qualcosa che stravolgerà completamente le loro abilità!
Non sono nemmeno molto portata alle scene di morte, però era da tanto che volevo ispirarmi ad uno scontro del genere, ed eccolo qua.
A presto.
 
Shin.


 
  
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