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Autore: muffin_4    10/05/2014    0 recensioni
Può esistere una città sotto la città? Un posto dove tutto va al contrario?
Immaginate di cercare di mettere l'ordine dove non deve esserci.
Immaginate di cercare di dare una logica a un posto che non ne necessita.
Un posto dove il bene e il male sono solo una mera opinione.
Immaginate di trovarvi in un posto del genere.
Immaginate che vostra sorella ci vada sempre.
Immaginate che in un posto del genere stia per scoppiare una rivolta.
Genere: Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bill aveva sempre saputo che Trevor era una persona dall’ umore insolito. Il problema era che in certe situazioni lo diventava ancora di più. Durante la loro lunga amicizia, Bill aveva imparato a riconoscere tali situazioni ma non aveva mai visto Trevor agitarsi tanto per la fiera. In quel momento si stava tormentando con le mani i bottoni della camicia dopo aver finito di mangiarsi le unghie.
La fiera consisteva in un evento di paese durante il quale gli allevatori arrivavano dalla campagna per vendere le mucche, e la gente del paese approfittava dell’occasione  per organizzare balli o giochi di ogni sorta, cose che in una situazione normale sarebbero parse stupide ma che, nell’atmosfera della fiera, apparivano perfettamente sensate e divertenti. Durante la fiera nelle strade non circolavano automobili e ,poco fuori del paese , si vedevano le roulotte del vecchio piccolo circo che ogni anno si presentava in città; ovviamente lo spettacolo offerto da quest’ ultimo era pessimo e scadente ma agli abitanti del paese non importava, presi com’erano dalla situazione.
A Trevor la fiera era sempre piaciuta, quindi Bill non sapeva spiegarsi quel nervosismo e quell’ accanimento contro la propria camicia.                                                                                                                        -Che hai?-gli chiese infine                                                                                                                                                        -Nulla…-rispose lui. Bill lo fissò cercando di trasmettergli mentalmente il messaggio ‘’non me la conti giusta’’. Trevor parve cogliere tale messaggio e rispose-Ho seguito mia sorella. Una settimana fa-                                                                                                                                                           Bill era confuso: conosceva la sorella di Trevor, Estelle,  da anni e gli era sempre apparsa una persona a posto, niente problemi con la scuola o cattive compagnie, che lui sapesse non fumava e non aveva mai fatto nulla di stupido. L’unica cosa che gli venne quindi da dire fu -E….PERCHE’?!?-
 Trevor sospirò-Sono mesi che la sento uscire di casa nel mezzo della notte. Lo fa più o meno tre volte a settimana. All’inizio pensavo che fosse la mia immaginazione, poi ,quando ho capito che non era così, ho pensato che uscisse per andare in discoteca o da un ragazzo, e invece…-prese un altro sospiro.                                                                                                                                                           -E invece cosa?! Si vede con le amiche del circolo di ricamo o con una vecchia signora che le insegna a leggere il futuro?- chiese Bill spazientito.                                                                                        -L’ho seguita fino ad un vicolo ma lei era sparita. Il vicolo non aveva altre uscite oltre a quella da dove venivo io, quindi non poteva essere fuggita correndo. Poi ho notato che una grata, di quelle che sbarrano le finestre delle cantine, era leggermente storta e allora l’ho tolta e ho guardato e…-
-E !?!?!?-
-E c’era buio ma ho capito che non era una cantina. Era un cunicolo, di quelli bui ed umidi, magari con qualche pipistrello o qualche ragno…Ok, sto un po’ esagerando, il fatto è che mia sorella tre volte a settimana entra in un cunicolo che porta chissà dove.-
Bill non riusciva a credere alle proprie orecchie. Estelle era la tranquillità fatta a persona….
-Da quanto tempo?- riuscì a chiedere.
Trevor rispose senza smettere di tormentarsi la camicia- Da dopo la fiera dell’anno scorso, credo-   Bill vagò con lo sguardo per il piccolo soggiorno della casa di Trevor. Le tendine gialle ondeggiavano al vento che spirava dalla finestra aperta. Quello che l’amico aveva appena detto spiegava la sua agitazione ,ma Bill si chiese perché l’amico non l’avesse manifestato prima. Poi pensò che Trevor, al contrario di Estelle, non era esattamente un tipo tranquillo: in seconda elementare aveva versato una boccetta di inchiostro nella borsa della maestra e tutti avevano pensato che lo avesse fatto per sbaglio ,convinti dai suoi occhi azzurri; in quarta aveva litigato con una bambina, Gill Finnegan, e un giorno, dopo essersi addormentata una volta in classe, si era ritrovata i capelli impiastricciati di cewngum; in prima media era stato sospeso per il tentato furto dello spazzolone del bidello ;in seconda era stato bocciato, nonostante gli ottimi voti per ‘cattiva condotta’ ,e così si era ritrovato in classe con Bill; aveva passato la terza media per miracolo, fra ex fidanzate gelose (di cui a lui non importava poi tanto) e insegnanti odiosi per poi iniziare a frequentare un liceo che lo aveva fatto calmare un po’. Insomma, non c’era da stupirsi se non era impressionato dalle fughe notturne della sorella, dato che lui il sabato spariva verso le undici di sera da casa e tornava il mattino dopo. Però era una settimana che Trevor era nervoso e questo significava che quei cunicoli sotterranei lo inquietavano e se Trevor era inquieto, Bill lo sapeva, c’era decisamente da preoccuparsi.
-Qual’ è il piano?- chiese dopo una pausa Bill
-Voglio seguirla di nuovo. Con te questa volta e voglio esplorare quei cunicoli.- Rispose Trevor con quella che Bill chiamava faccia da ’’ho un guaio in cui tuffarmi, ma tu devi prestarmi il trampolino’’.
-Oggi?! Ma oggi c’è la fiera!! Non si può fare domani?- Si lamentò Bill.
-Si DEVE fare oggi per due ragioni: la prima è che ho l’ impressione che oggi accadrà qualcosa, la seconda è che non so se fra una settimana ,al termine della fiera ,avrò ancora il coraggio di seguirla e poi lei potrebbe anche smettere di scendere…- Spiegò Trevor.
-Se smettesse la faccenda non sarebbe più di nostro interesse, no?- Chiese speranzoso Bill.
Trevor espresse il proprio disappunto con uno sguardo che diceva chiaramente ‘’A volte mi chiedo se tu sia  solo un povero idiota capitato sulla mia strada per caso’’. Loro due erano amici da anni ma continuavano ad essere tanto diversi che non si sarebbe detto che si conoscessero.
Proprio in quel momento Rafael, il fratello piccolo di Trevor, entrò nella stanza subito seguito da Estelle. Entrambi ridevano. Bill trovava che Estelle fosse davvero bella: era bionda ,minuta ,magra , con due grandi occhi scuri in contrasto con la pelle pallida e sottile; era un anno più grande di Trevor e quel giorno d’ estate indossava un abito a quadri blu che la faceva risaltare la delicatezza delle sue forme e dei suoi lineamenti. Trevor, dal canto suo, era convinto che la sorella fosse una specie di mostro informe con un vestito blu.
Estelle smise di ridere e solo in quel momento Bill si accorse che a stava fissando. Si riscosse dai suoi pensieri mentre Trevor chiedeva -Allora, andiamo?-.La ragazza annuì e dopo una breve pausa aggiunse- Rafael verrà con la mamma dopo pranzo, io pranzerò alla fiera e ho detto che voi due avreste fatto lo stesso…ho fatto bene?-
-Sì, brava, ora andiamo- rispose frettolosamente Trevor. Estelle sbuffò e diede un bacio sulla fronte di Rafael per salutarlo. Bill glielo aveva visto fare anche con Trevor, anche se ,negli ultimi tempi, lui la respingeva spesso. Lei non ne sembrava ferita, per fortuna.
Tutti e tre uscirono in strada, travolti dagli odori di spezie, erba appena tagliata, dolciumi e bestiame , dai corpi delle persone che ingombravano la strada , dal sole di Giunio e dalla brezza di mare.
 
 
 
 
 
 
Bill aveva sempre saputo che Trevor era una persona dall’ umore insolito. Il problema era che in certe situazioni lo diventava ancora di più. Durante la loro lunga amicizia, Bill aveva imparato a riconoscere tali situazioni ma non aveva mai visto Trevor agitarsi tanto per la fiera. In quel momento si stava tormentando con le mani i bottoni della camicia dopo aver finito di mangiarsi le unghie.
La fiera consisteva in un evento di paese durante il quale gli allevatori arrivavano dalla campagna per vendere le mucche, e la gente del paese approfittava dell’occasione  per organizzare balli o giochi di ogni sorta, cose che in una situazione normale sarebbero parse stupide ma che, nell’atmosfera della fiera, apparivano perfettamente sensate e divertenti. Durante la fiera nelle strade non circolavano automobili e ,poco fuori del paese , si vedevano le roulotte del vecchio piccolo circo che ogni anno si presentava in città; ovviamente lo spettacolo offerto da quest’ ultimo era pessimo e scadente ma agli abitanti del paese non importava, presi com’erano dalla situazione.
A Trevor la fiera era sempre piaciuta, quindi Bill non sapeva spiegarsi quel nervosismo e quell’ accanimento contro la propria camicia.                                                                                                                        -Che hai?-gli chiese infine                                                                                                                                                        -Nulla…-rispose lui. Bill lo fissò cercando di trasmettergli mentalmente il messaggio ‘’non me la conti giusta’’. Trevor parve cogliere tale messaggio e rispose-Ho seguito mia sorella. Una settimana fa-                                                                                                                                                           Bill era confuso: conosceva la sorella di Trevor, Estelle,  da anni e gli era sempre apparsa una persona a posto, niente problemi con la scuola o cattive compagnie, che lui sapesse non fumava e non aveva mai fatto nulla di stupido. L’unica cosa che gli venne quindi da dire fu -E….PERCHE’?!?-
 Trevor sospirò-Sono mesi che la sento uscire di casa nel mezzo della notte. Lo fa più o meno tre volte a settimana. All’inizio pensavo che fosse la mia immaginazione, poi ,quando ho capito che non era così, ho pensato che uscisse per andare in discoteca o da un ragazzo, e invece…-prese un altro sospiro.                                                                                                                                                           -E invece cosa?! Si vede con le amiche del circolo di ricamo o con una vecchia signora che le insegna a leggere il futuro?- chiese Bill spazientito.                                                                                        -L’ho seguita fino ad un vicolo ma lei era sparita. Il vicolo non aveva altre uscite oltre a quella da dove venivo io, quindi non poteva essere fuggita correndo. Poi ho notato che una grata, di quelle che sbarrano le finestre delle cantine, era leggermente storta e allora l’ho tolta e ho guardato e…-
-E !?!?!?-
-E c’era buio ma ho capito che non era una cantina. Era un cunicolo, di quelli bui ed umidi, magari con qualche pipistrello o qualche ragno…Ok, sto un po’ esagerando, il fatto è che mia sorella tre volte a settimana entra in un cunicolo che porta chissà dove.-
Bill non riusciva a credere alle proprie orecchie. Estelle era la tranquillità fatta a persona….
-Da quanto tempo?- riuscì a chiedere.
Trevor rispose senza smettere di tormentarsi la camicia- Da dopo la fiera dell’anno scorso, credo-   Bill vagò con lo sguardo per il piccolo soggiorno della casa di Trevor. Le tendine gialle ondeggiavano al vento che spirava dalla finestra aperta. Quello che l’amico aveva appena detto spiegava la sua agitazione ,ma Bill si chiese perché l’amico non l’avesse manifestato prima. Poi pensò che Trevor, al contrario di Estelle, non era esattamente un tipo tranquillo: in seconda elementare aveva versato una boccetta di inchiostro nella borsa della maestra e tutti avevano pensato che lo avesse fatto per sbaglio ,convinti dai suoi occhi azzurri; in quarta aveva litigato con una bambina, Gill Finnegan, e un giorno, dopo essersi addormentata una volta in classe, si era ritrovata i capelli impiastricciati di cewngum; in prima media era stato sospeso per il tentato furto dello spazzolone del bidello ;in seconda era stato bocciato, nonostante gli ottimi voti per ‘cattiva condotta’ ,e così si era ritrovato in classe con Bill; aveva passato la terza media per miracolo, fra ex fidanzate gelose (di cui a lui non importava poi tanto) e insegnanti odiosi per poi iniziare a frequentare un liceo che lo aveva fatto calmare un po’. Insomma, non c’era da stupirsi se non era impressionato dalle fughe notturne della sorella, dato che lui il sabato spariva verso le undici di sera da casa e tornava il mattino dopo. Però era una settimana che Trevor era nervoso e questo significava che quei cunicoli sotterranei lo inquietavano e se Trevor era inquieto, Bill lo sapeva, c’era decisamente da preoccuparsi.
-Qual’ è il piano?- chiese dopo una pausa Bill
-Voglio seguirla di nuovo. Con te questa volta e voglio esplorare quei cunicoli.- Rispose Trevor con quella che Bill chiamava faccia da ’’ho un guaio in cui tuffarmi, ma tu devi prestarmi il trampolino’’.
-Oggi?! Ma oggi c’è la fiera!! Non si può fare domani?- Si lamentò Bill.
-Si DEVE fare oggi per due ragioni: la prima è che ho l’ impressione che oggi accadrà qualcosa, la seconda è che non so se fra una settimana ,al termine della fiera ,avrò ancora il coraggio di seguirla e poi lei potrebbe anche smettere di scendere…- Spiegò Trevor.
-Se smettesse la faccenda non sarebbe più di nostro interesse, no?- Chiese speranzoso Bill.
Trevor espresse il proprio disappunto con uno sguardo che diceva chiaramente ‘’A volte mi chiedo se tu sia  solo un povero idiota capitato sulla mia strada per caso’’. Loro due erano amici da anni ma continuavano ad essere tanto diversi che non si sarebbe detto che si conoscessero.
Proprio in quel momento Rafael, il fratello piccolo di Trevor, entrò nella stanza subito seguito da Estelle. Entrambi ridevano. Bill trovava che Estelle fosse davvero bella: era bionda ,minuta ,magra , con due grandi occhi scuri in contrasto con la pelle pallida e sottile; era un anno più grande di Trevor e quel giorno d’ estate indossava un abito a quadri blu che la faceva risaltare la delicatezza delle sue forme e dei suoi lineamenti. Trevor, dal canto suo, era convinto che la sorella fosse una specie di mostro informe con un vestito blu.
Estelle smise di ridere e solo in quel momento Bill si accorse che a stava fissando. Si riscosse dai suoi pensieri mentre Trevor chiedeva -Allora, andiamo?-.La ragazza annuì e dopo una breve pausa aggiunse- Rafael verrà con la mamma dopo pranzo, io pranzerò alla fiera e ho detto che voi due avreste fatto lo stesso…ho fatto bene?-
-Sì, brava, ora andiamo- rispose frettolosamente Trevor. Estelle sbuffò e diede un bacio sulla fronte di Rafael per salutarlo. Bill glielo aveva visto fare anche con Trevor, anche se ,negli ultimi tempi, lui la respingeva spesso. Lei non ne sembrava ferita, per fortuna.
Tutti e tre uscirono in strada, travolti dagli odori di spezie, erba appena tagliata, dolciumi e bestiame , dai corpi delle persone che ingombravano la strada , dal sole di Giunio e dalla brezza di mare.
 
 
 
 
 
 
   
  
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