26/07/2008
3 recensioniForgotten Dreams
A Mikoto piaceva dormire.
Non tanto per il dormire in sé, non perché aveva tanto sonno da non riuscire a tenere gli occhi aperti, ma perché farlo le faceva ricordare il passato.
Le ricordava lui.
Si lasciava assopire dal tepore di quelle giornate primaverili e, con uno sbadiglio, si preparava a rivivere in sogno una parte della sua vita.
A Mikoto piaceva sognare suo fratello.
Non ricordava il suo nome, non ricordava il suo volto, né come si comportasse con lei.
Ma rimembrava perfettamente la sensazione che le dava la sua mano che le accarezzava i corti capelli, i suoi occhi dolci e comprensivi, la sua voce calda.
Lei era davvero affezionata al ricordo che serbava di ‘Ani-ue’, quell’ombra indistinta che proprio non riusciva a mettere a fuoco.
Non importava quanto tempo sarebbe ancora passato, non le importavano gli anni trascorsi senza vederlo, il suo amore per il fratello cresceva di giorno in giorno grazie a quei sogni e lei avrebbe fatto di tutto per ritrovarlo.
Ogni volta stingeva al petto il ciondolo che possedeva fin dalla nascita, l’unico legame tangibile con lui.
Era convinta che fosse la chiave per ritrovarlo e lo teneva sempre con sé, sapeva che se riusciva a sognarlo così spesso era merito di quella pietra che si illuminava di tanto in tanto, come per darle un segno.
Così Mikoto si addormentava con piacere, attendendo con ansia di rivivere parte del suo passato.
Da qualche tempo, però, quei sogni erano meno frequenti.
Quando si risvegliava circondata dall’odore del ramen di Mai, Mikoto non pensava più a ciò che aveva appena sognato, semplicemente si alzava e andava incontro alla sua coinquilina, abbracciandola.
Molte volte si ritrovava a pensare che sicuramente suo fratello somigliava a Mai.
Nella pacatezza, nella pazienza, nel modo di fare e nello sguardo.
Soprattutto nello sguardo.
Per questo le voleva così bene, per questo l’avrebbe protetta a qualsiasi costo.
Proteggerla sarebbe stato come proteggere suo fratello e a volte questo era più importante di qualsiasi altra cosa, anche di ritrovare ‘Ani-ue’.
Così Mikoto cercava di dormire il meno possibile per stare insieme a Mai, nonostante avesse la perenne sensazione di stare trascurando qualcosa di vitale importanza.
In quei momenti non si rendeva conto che il ciondolo che teneva al collo, quello stesso legame col passato e col fratello, pareva piangere.