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Autore: Jenny1999    11/05/2014    1 recensioni
[Bully Scholarship Edition (Canis Canem Edit)]
Correvo. Correvo fino a perdere il fiato. Ce l'avrei fatta ad ogni costo. Non mi importava di cosa sarebbe successo dopo. Ormai ero vicina. Le Converse scivolavano sulla terra bagnata ad ogni passo, ma io acceleravo. Avrei raggiunto il mio scopo e nessuno mi avrebbe fermata.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, Lime, Raccolta | Avvertimenti: Violenza
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Scesi dalla macchina. Gli assistenti sociali sbirciavano dal finestrino mentre io aspettavo che il cancello del collegio si spalancasse magicamente. Il cortile del collegio era ridotto piuttosto male; dava l’impressione che fossero passati  secoli dalla sua fondazione.  Forse era così. L’immenso cortile era circondato da mura in pietra alte una decina di metri. Due gargoyle dall’aria minacciosa stavano comodamente appollaiati sulle due grandi colonne che si innalzavano ai lati del cancello. Per  un attimo ebbi l’impressione che una delle due statue mi stesse facendo l’occhiolino. Probabilmente era l’emozione. Bhe, emozione per così dire. In realtà ero terrorizzata all’idea di dover frequentare un collegio. Mi bastò dare un’occhiata dietro al cancello per farmi un’idea di quello che avrei passato la dentro:  più che una scuola infatti sembrava una prigione.  Mentre fantasticavo sul numero di persone che avrei dovuto pestare al di là del cancello, quest’ultimo si spalancò con un fastidioso cigolio, lasciando uscire una donna dall’aspetto curato. Aveva i capelli bruni e corti, non molto alta. Indossava una camicia bianca con sopra un maglione bordeaux e una lunga gonna dello stesso colore. Si avvicinò lentamente alla macchina e cominciò a parlare con uno degli assistenti sociali. Dopo che ebbero finito di confabulare, gli assistenti  misero in moto la macchina e si dileguarono lasciando i segni dei copertoni  sulla strada polverosa. La donna misteriosa si diresse oltre la soglia del cancello e mi fece cenno di seguirla. Attraversai il cancello con le gambe che tremavano per l’ansia. Quando sarebbero tornati a prendermi?
Oltre il cancello si trovava un ampio spiazzo tondo. Alla sua sinistra si faceva strada un vialetto che portava ai dormitori maschili. Alla sua destra un altro vialetto portava ai dormitori femminili. Davanti a me si estendeva uno spiazzo assai più ampio in cui al centro, si trovava l’edificio principale: la scuola, luogo di estrema inutilità in cui mi sarei dovuta recare ogni giorno per 8 lunghe ore. La donna mi accompagnò all’interno della struttura. La scuola aveva due piani  che si dividevano in varie classi e corridoi. C’era odore di ammoniaca e di cera per pavimenti. Non mi piaceva affatto. Non c’era neanche uno studente a scuola quella mattina. In che razza di posto ero finita?!
“Benvenuta alla Bullworth Academy!” esclamò la donna misteriosa, che finalmente si era decisa ad aprir bocca. La seguii al piano superiore, in cui si trovava l’ufficio del preside.
“Signor preside! La nuova alunna è arrivata!” chiamò la donna.
“La faccia accomodare all’interno!” le rispose una voce grossa e grave.
Mi sedetti su una poltrona in pelle all’interno dell’ufficio. Il preside era un uomo abbastanza mingherlino, con molti capelli bianchi e un naso grosso e gibboso che offriva uno spettacolo degno di un film dell’orrore.
Indossava un completo elegante marrone, con una cravatta rossa e un paio di mocassini neri. Non era un granché in fatto di moda. Le pareti della stanza erano tappezzate di trofei e teste di vari animali. Non c’erano finestre. C’era solo un lucernario che faceva intravedere dei lavori in corso sulla fiancata dell’edificio.
“Piacere signorina Jennifer, io sono il Dottor Crabblesnitch”
Ma come? Era anche un dottore adesso?
“Sono più che sicuro che questa scuola ti ha gia dato una buona impressione, non è così?”
Annuii, non molto convinta.
“Allora, fammi consultare un attimo il tuo fascicolo. Mmh, interessante.”
Non capivo cosa ci trovasse di tanto interessante e, soprattutto non capivo ancora come fossi capitata in un posto tanto deprimente.
“La signora Rosenberg le spiegherà qualche regola fondamentale e in seguito le mostrerà la sua camera e la sua…UNIFORME”
Un uniforme?! La giornata non poteva cominciare meglio…
  
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