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Autore: auroramyth    11/05/2014    4 recensioni
Sono dolorante dappertutto, soprattutto nella mia intimità, dove Bill ha spinto e spinto implacabile e rude fino a farci crollare sfiniti ed addormentati, come se invece di un incontro di letto fosse stato un incontro di boxe.
I suoi baci graffianti hanno lasciato le mie labbra arrossate e gonfie. Copro tutto con un rossetto rosso fuoco.
I miei polsi portano i segni delle corde con le quali mi ha inchiodato al letto, il sinistro soprattutto. È tutto arrossato e sbucciato.
Dove cazzo è? Frugo dappertutto in bagno ma non trovo il ghiaccio istantaneo. Nemmeno nella cassettina del pronto soccorso che ho nel mobiletto sotto il lavandino. Impreco ancora all’idea di quei segni che sono rimasti sui suoi polsi per colpa mia.
-Sì, sono stato io. Con le corde con cui l’ho legata al letto mentre ci ho fatto l’amore.-
-No, Bill! Tu non fai l’amore. Tu scopi selvaggiamente. O le ragazze con cui stai non si concerebbero così! - mi corregge mio fratello.
-Tu non sai niente, Tom! Niente!-
TITOLO VINCITORE DI UN CONORSO SU FACEBOOK
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage
- Questa storia fa parte della serie 'Meglio delle parole'
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Mi sveglio dal mio sogno felice, dove Bill mi sorride teneramente e mi accarezza come non ha mai fatto con me quando sono sveglia.
Faccio per stiracchiarmi ma alle fitte che mi attraversano il corpo decido che è meglio lasciare perdere.
Sono dolorante dappertutto, soprattutto nella mia intimità, dove Bill ha spinto e spinto implacabile e rude fino a farci crollare sfiniti ed addormentati, come se invece di un incontro di letto fosse stato un incontro di boxe.
Non è un uomo tenero nel sesso, e non lo è nemmeno in tutto il resto, o, almeno, non con me.
Questa notte ha esagerato con me. È stato a un passo dall’essere distruttivo per il mio corpo, troppo fragile e debole per sopportare incessantemente le sue perversioni. Ma io lo voglio troppo per dirgli di no, per rifiutarlo e farla finita.
Gli getto un’occhiata.
Sembra sempre così angelico e sereno quando dorme, invece non è così.
Quando è sveglio la gran parte delle volte è indifferente, l’altra è uno stronzo malato. Come si suole dire, l’apparenza non è tutto, o, meglio, inganna. Mai detto si è rivelato più azzeccato nei confronti di Bill.
Scivolo fuori lentamente e cautamente dalle lenzuola per non svegliarlo e per non sforzare troppo i miei muscoli e le mie ossa doloranti, dopo che sono stati costretti a restare in una posizione non esattamente comoda per molto tempo mentre Bill si dava da fare con me.
Vado in bagno a prepararmi.
Questa notte è arrivata sua madre e io devo comportarmi da fidanzatina perfetta. Non che non vorrei esserlo realmente, visto che, nonostante tutti i suoi difetti e le sue attitudini perverse, io mi sono innamorata di lui.
Ma Bill con me fa sesso e basta, sesso forte, sesso spinto, sesso violento. E io tutte le mattine ne porto i segni, questa poi in particolare.
A volte mi viene da darmi della stupida.
E anche della masochista per aver lasciato che una persona simile mi entrasse dentro fino a mettere radici nel mio cuore.
Mi fisso allo specchio sopra il lavandino per accertarmi di essere presentabile.
Non sia mai che la ragazza di Bill Kaulitz sia mai imperfetta e sciupata.
I suoi baci graffianti hanno lasciato le mie labbra arrossate e gonfie. Copro tutto con un rossetto rosso fuoco.
Delle occhiaie spaventose segnalano a chilometri di distanza la mancanza di un sonno adeguato da molto tempo.
Beato correttore e chi ti ha inventato.
I miei polsi portano i segni delle corde con le quali mi ha inchiodato al letto, il sinistro soprattutto. È tutto arrossato e sbucciato.
Per questi non posso fare molto, se non coprirli con le maniche lunghe della maglia che indosso.
Una fasciatura darebbe più nell’occhio e poi Bill si arrabbierebbe con me per aver messo in piedi una scenata.
Mi fa paura quando si arrabbia, una paura del diavolo, quindi cerco di irritarlo il meno possibile.
Lascio in punta di piedi il bagno e la camera di Bill, per non svegliare la bestia che dorme, e mi reco in cucina,  al piano di sotto, da dove provengono già delle voci.
-Ciao, cara! Come stai?- mi accoglie la madre dei gemelli.
L’ho vista solo un’altra volta ma è stato sufficiente a rendermi conto che dei due è sicuramente Tom che ha preso da lei.
Troppo dolce ed espansiva per aver ispirato il carattere di Bill. Lui è uno stronzo insensibile.
-Salve, signora Simone. Sto bene, grazie. La trovo in splendida forma!-
-Davvero? -
-Assolutamente! -
Lei mi lascia una leggera carezza sulla guancia e un sorriso dolce, poi ritorna a sedersi a fare colazione.
-Cognatina, cosa ti servo da colazione?-
-Mi faccio solo un caffè, grazie. Ho lo stomaco un po’ scombussolato stamattina. -
Tom mi lancia uno sguardo eloquente,  come a dire: “so il perché.”
E in effetti chi meglio di lui può conoscere il fratello e sapere in che condizioni sono la mattina successiva al sesso violento e rude di Bill?!
Mi avvio verso la macchinetta del caffè e ci metto sotto all’erogatore una tazza, poi premo il bottone per azionarla.
Sfortunatamente la manica sinistra mi si alza mentre prelevo la tazzina e mi scopre il polso martoriato.
-Oddio, che hai fatto?- mi urla preoccupata Simone.
Tom si fa scuro in volto perché già conosce la risposta.
-Non è niente.- le rispondo cercando di infondere più dolcezza e calma possibile nel mio tono di voce.
-Ma come non è niente?! Cosa ti è successo al polso?-
-Nulla, davvero.-
Mi abbasso la manica e nascondo il livido.
-Cosa ti succede al polso?-
Una quarta voce si inserisce nella conversazione e a me viene un brivido.
-Cosa vuoi che le sia successo, eh?! Non lo sai forse molto bene, fratellino?!-
-Ma cosa…?- chiede Simone chiaramente confusa.
Io cerco di lasciare la stanza ma Bill, appoggiato allo stipite della porta, non mi lascia passare.
Mi afferra saldamente per un braccio, appena sopra il gomito, e si porta il mio polso ad altezza degli occhi.
Nota il livido e la sbucciatura a sangue e i suoi occhi si stringono per la collera.
-Vieni con me.- sibila tagliente e io ho paura.
O cazzo! Ora per me si mette male.
Mentre mi trascina per le scale non riesco ad evitarmi di implorarlo.
-Non arrabbiarti con me… Non volevo che vedessero, è successo per caso, ti prego, perdonami!-
Lui si blocca con una gamba a mezz’aria ma non si gira verso di me. China solo leggermente il capo.
-Non ce l’ho con te.- dice e poi riprende a salire le scale.
Arrivata in camera sua, mi spinge a sedermi sul letto, poi mi solleva le maniche per esaminarmi i polsi.
Impreca e corre nel suo bagno. Lo sento trafficare con le ante e i cassetti, come una furia scatenata, e dentro di me maledico di non essere stata più attenta a nascondere le braccia per evitare tutto questo.
 
Dove cazzo è?
Frugo dappertutto in bagno ma non trovo il ghiaccio istantaneo. Nemmeno nella cassettina del pronto soccorso che ho nel mobiletto sotto il  lavandino.
Impreco ancora all’idea di quei segni che sono rimasti sui suoi polsi per colpa mia, e lascio il bagno e la camera per andare in cucina.
Forse nel freezer trovo il ghiaccio classico, quello da cocktail, me lo farei andare bene.
Supero mamma e Tom e punto al freezer.
Ma nemmeno lì trovo qualcosa.
-Dove cazzo è il ghiaccio?- ringhio furioso.
-Nel bagno su questo piano, idiota. Prova a farle ancora del male, Bill, e questa volta devi vedertela con me. Sono stufo di tutte le tue cazzate. È chiaro?-
-Cristallino.- rispondo anche se non ho affatto colto la seconda parte di quello che mio fratello mi sta dicendo.
Mi sto già avviando verso il bagno quando un singhiozzo di mamma mi ferma.
-Sei stato tu, Bill?-
Io non so cosa rispondere. Non voglio dirle una bugia ma nemmeno la verità.
Sarebbe troppo dolorosa per lei.
Non voglio ferirla o deluderla. E meno che meno fare le due cose insieme.
-Forza, avanti! Abbi il coraggio di confessare almeno con la mamma che cosa fai alle ragazze! Sii uomo per una volta e dillo!- mi provoca mio fratello.
Un sospiro rassegnato lascia le mie labbra.
-Sì, sono stato io. Con le corde con cui l’ho legata al letto mentre ci ho fatto l’amore.-
-No, Bill! Tu non fai l’amore. Tu scopi selvaggiamente. O le ragazze con cui stai non si concerebbero così! - mi corregge mio fratello.
-Corde? Scopare? Ragazze? Non capisco…-
-A Bill piace il sesso violento, mamma. Quello dove si arriva anche a fare del male alle proprie ragazze. Lui è uno a cui piace tutta quella merda del bondage e della dominazione. Non è vero, fratellino? Sei mai stato capace di fare una carezza dolce a una ragazza senza che sfociasse in uno schiaffo? Eh? Rispondi!-
-Tu non sai niente, Tom! Niente!-
-Allora spiegami, anzi, spiegaci! Illuminaci!-
-Ho cominciato con l’S&M quando qualche anno fa mi sono accorto che non ci sarebbe mai stato amore per me e che non sentivo niente, ma veramente niente, nel sesso anonimo con una sconosciuta. Ho incontrato una ragazza a cui piaceva il sesso spinto e per quanto con lei non sono mai arrivato ai livelli di perversione che ho ora, lo ammetto, ho cominciato con quella pratica sessuale, perché mi sono accorto che mi piaceva, mi faceva sentire vivo e importante, potente quasi. Sentivo di non aver bisogno dell’amore se avevo quello.-
-Ma allora anche…-
Capisco che si sta riferendo alla ragazza ferita che mi sta aspettando nella mia camera da letto, paziente e remissiva.
La ragazza che le ho presentato come la mia fidanzata.
-No, lei è diversa…-
Mio fratello scoppia a ridere.
Una risata amara, senza vero divertimento.
-In cosa è diversa?! Sempre legata e scopata furiosamente finisce, no?!-
-Sì, ma io la amo! E sto cercando di smettere con quelle pratiche con lei, ma non sempre ci riesco, va bene?!- gli urlo contro arrabbiato.
Lui non sa niente di me. Non sa quanto sia difficile smettere una volta che hai cominciato.
Il sesso hard è come una droga: da dipendenza.
-Allora dimostraglielo! Credi che sia picchiandola e facendole male che lei sentirà il tuo amore?!-
-Non l’ho mai picchiata! L’ho solo legata e, come ho detto, non sempre lo faccio con lei.-
-Non prendermi in giro! Lo vedo come scende in cucina tutte le sante mattine!-
-È la verità! Non l’ho mai picchiata! E lei è libera di farmi quello che vuole.-
-Ma è troppo spaventata per farlo visto quanto sei sempre stronzo con lei!-
-Io non sono stronzo!-
-Ah no?! Hai mai notato i suoi occhi terrorizzati quando le rivolgi la parola?! Eh?! L’hai mai fatto?!-
-Non essere ridicolo, Tom! Lei non ha paura di me!-
-Certo che sì! -
Mamma interrompe la nostra discussione con un sospiro ferito.
-Hai solo lei o altre, Bill?- mi domanda con le lacrime agli occhi.
La sto deludendo e lo so.
Per questo ho sempre cercato di nascondere questa cosa a lei e ho chiesto alla mia ragazza di mantenere il silenzio.
-C’è solo lei e vorrò sempre solo lei. Potete anche non credermi, ma mi sono davvero innamorato di lei.-
-Allora smettila con la tua merda se non vuoi distruggerla! E trattala bene o avrà sempre paura di te!- mi sibila contro Tom e poi se ne va sbattendo la porta.
Io non ho il coraggio di guardare negli occhi la mamma.
Proprio quello che cercavo di evitare, ossia deluderla e ferirla, è successo e me ne vergogno.
Vado in bagno e prendo un paio di sacchetti di ghiaccio istantaneo.
Corro di sopra e trovo lei ancora seduta nella stessa posizione in cui l’ho lasciata.
Ha lo sguardo basso e il suo respiro si è fatto più accelerato quando ha avvertito la mia presenza.
Dopo quanto dettomi da mio fratello comincio a domandarmi se non sia perché ha davvero paura di me e non perché reagisce alla mia presenza con desiderio.
Mi inginocchio di fronte a lei lentamente e, rompendo la bolla nel sacchetto perché si formi il ghiaccio con il liquido chimico apposta, le avvolgo delicatamente i polsi.
-Va meglio?- le domando in un sussurro.
Calde lacrime lasciano i suoi occhi e vanno a rigarle le guance per poi cadere sul suo grembo bagnandole la deliziosa magliettina.
-Mi dispiace, non volevo che mi scoprissero. Non volevo, davvero!-
È così disperata che mi fa sentire un verme.
È proprio quello che sono, d’altronde. Sono un cazzo di verme codardo.
Ha ragione mio fratello.
Non sono nemmeno riuscito a farla sentire al sicuro e protetta con me. Anzi la sto distruggendo giorno dopo giorno, proprio come ha detto lui.
Ma io non voglio perderla.
Non posso permettermi di perderla.
È una delle poche cose belle che mi è capitata nella vita.
Devo cambiare, voglio cambiare.
Lo voglio per lei.
Per noi.
-Ssh!-
Cerco di tranquillizzarla asciugandole le lacrime con i palmi delle mie mani, mentre le sue giacciono sul suo grembo coperte dal ghiaccio.
Non è così che probabilmente aveva immaginato la sua storia d’amore.
Non con un bastardo depravato come me.
Sto rovinando tutto.
Devo darmi una seria regolata.
Mi sollevo appena per raggiungere le sue labbra e per la prima volta da quando l’ho conosciuta le bacio con delicatezza, gentilezza, affetto e amore.
Tutte cose che lei si merita e che io non le ho mai dato. Che non sono mai stato in grado di darle.
Ma che le darò d’ora in poi.
E non perché abbia ricevuto un ultimatum dalla mia famiglia, ma perché con le parole di mamma e Tom ho finalmente aperto gli occhi.
Lei è talmente stupita del mio nuovo approccio con lei che sgrana gli occhi e resta a bocca aperta.
Mi viene voglia di imprecare.
Di nuovo.
Devo fare qualcosa per lei, non solo per fare stare bene lei ma anche me stesso.
Non la posso vedere così e non posso vedere i suoi polsi in questa maniera.
Da bastardo egoista quale sono, non ho mai fatto caso ai segni che lasciavo sul suo corpo ma d’ora in poi tutto sarà diverso.
La sua pelle immacolata non verrà mai più deturpata da me.
Lo giuro su quanto ho di più caro, lei.
-Ti fanno male i polsi?- indago.
Lei scuote la testa.
-Te la senti di venire con me in un posto?-
Lei è sempre più sconvolta e mi rendo conto che è la prima volta che mi preoccupo di domandarle se le va di fare qualcosa.
Credo di averlo sempre preteso e basta, fregandomene del suo parere.
Che stronzo insensibile.
Non mi stupisco se lo pensasse di me.
Però è rimasta con me nonostante tutto.
Forse non ancora tutto è perso. È ora di mettermi a nudo con lei. Perché se lo merita.
È una ragazza meravigliosa e voglio che sia mia per sempre.
-Allora?- la incalzo.
Lei annuisce solamente.
Mi rialzo in piedi e la informo che la attendo in macchina, dicendole di prendersi il tempo che vuole per prepararsi.
Poco tempo dopo siamo davanti allo studio di un mio amico gioielliere.
Lei scruta l’insegna sopra la vetrina e aggrotta la fronte.
Ah già. Non credo di averle mai nemmeno fatto un regalo.
L’ho sempre data troppo per scontata.
Che idiota.
La prendo per mano e la porto dal mio amico, il quale ci accoglie con un sorriso di benvenuto.
Gli dico di volere dei bracciali e lui non è particolarmente stupito, vado spesso da lui per questo motivo, ma è quando specifico che sono per lei e non per me che si stupisce.
Mi do dell’idiota all’ennesima potenza ancora una volta.
Lui maschera bene lo stupore e comincia a proporre molti modelli alla mia ragazza.
La esorto a scegliere quelli che più preferisce.
Le specifico con un sussurro nel suo orecchio di sceglierne molti, visto che ho molte ricorrenze saltate da riparare, e prima di scostarmi da lei le bacio i capelli.
Mi metto dietro di lei e le avvolgo i fianchi in un gesto protettivo e possessivo insieme.
Vedo il suo sorriso felice e timido dallo specchio di fronte a noi.
Le sue guance si colorano di rosa acceso e osa per la prima volta poggiare un braccio sopra il mio.
Intreccio le nostre dita e la invito ad esaminare i bracciali.
Alla fine ne sceglie alcuni e il gioielliere glieli fa provare.
Appena si accorge dei suoi polsi si ferma allarmato.
-Cosa è successo? -
Lei curva le spalle e fa per separarsi da me.
Io rafforzo la mia stretta attorno ai suoi fianchi e rispondo per lei.
-Un incidente di percorso che non capiterà più.-
Lei si irrigidisce.
Non so se mi crede, ma ho tutta l’intenzione di dimostrarglielo, se deciderà di continuare a stare con me.
La cullo tra le mie braccia lasciandole molti baci sui capelli e sulla fronte.
È cosi piccolina e fragile tra le mie braccia. Come ho potuto non accorgermene prima?
Il mio amico si riprende e facendo attenzione a non farle male mentre le fa indossare i bracciali e glieli allaccia.
Quando li indossa tutti su entrambe le braccia ne scelgo qualcuno anch’io da abbinare ai suoi.
Quando le fa mettere anche quelli scelti da me i suoi polsi sono del tutto coperti e i lividi non si vedono più.
E io sono soddisfatto. Quasi.
-Ti danno fastidio sui lividi?- le domando con delicatezza, sussurrandole in un orecchio.
Lei scuote il capo.
-Bene. Aspettami in macchina, piccola.- le dico mentre prendo il portafogli per farle capire che non voglio che sia qui mentre pago.
Non voglio metterla in imbarazzo per la cifra.
Quando si allontana indico al mio amico una fascetta della collezione love e gli chiedo di inciderci dietro: “Ti amo con tutto me stesso”.
Lui è più che entusiasta di eseguire subito.
In un attimo mi prepara il braccialetto e lo ripone in una graziosa scatolina di velluto rosso.
Io dopo aver pagato e ricevuto i complimenti, non meritati, per la mia meravigliosa ragazza lascio il suo studio.
La porto a casa mia e la faccio accomodare in terrazza, dove si gode di uno splendido panorama sul giardino e sulla città.
Lei si appoggia alla balaustra e respira l’aria fresca della primavera.
È meravigliosa.
Mi avvicino e le porgo la scatolina che ho riposto nella tasca interna della mia giacca.
Lei la guarda perplessa.
-Questo lo dice per me…- le comunico, per la prima volta con una nota di incertezza nella voce.
Non so se e già troppo tardi per avere il suo cuore e il suo amore, dopo quello che le ho fatto.
Ma devo provare ugualmente.
Ogni lasciata è persa.
Meglio vivere con la consapevolezza di aver fallito che non con il rimorso di non aver neanche tentato.
Lei prende la scatolina e la apre, accarezzando il velluto con le dita e con lo sguardo.
Quando vede il bracciale mi getta un’occhiata confusa e perplessa.
-Leggi l’incisione al suo interno.- la istruisco.
E quando lei esegue vengo ripagato con un sorriso dolcissimo, pieno di gioia ed aspettativa.
-È vero?- mi domanda.
-Sì, è vero. Mi sono innamorato di te. Non te l’ho mai dimostrato… anzi… ma è la verità… Ti voglio al mio fianco ora e per sempre, se mi vorrai anche tu.-
È la prima volta che sono così onesto con lei ma non me ne pento.
Lei continua a sorridere e corre tra le mie braccia.
Mi stringe a sé come non ha mai osato fare prima e io mi sento bene con lei così stretta a me.
Calde lacrime bagnano il mio collo, dove lei ci ha affondato il suo viso.
Vorrei dirle di non piangere, di non farlo più per me, perché non si merita di piangere. È troppo pura e meravigliosa per piangere per un uomo.
Non uno come me poi.
Ma per lei cambierò.
Sarò quello che vorrà e quello di cui avrà bisogno.
-Ti amo anch’io, Bill… non sai quanto. Mi hai resa felice oggi.-
-Ho molto da farmi perdonare. E d’ora in poi cercherò di renderti felice sempre. Sarò diverso per te.-
-Io ti amo così come sei… non devi cambiare!-
-Per quel che riguarda le faccende di letto lo farò sicuramente! Non voglio più farti del male!-
Lei si separa da me e abbassa gli occhi, un leggero rossore affiora sulle sue guance.
-A me piace quello che mi fai in camera da letto…-
-Davvero?-
Annuisce imbarazzata.
Dio, quanto deve amarmi per aver sopportato tutto quello che le ho fatto ed essere ancora qui a dirmi che a lei sta bene?!
-Niente più segni sui tuoi polsi. Se vorrai davvero essere legata di nuovo troveremo il modo di immobilizzarti con qualcosa che non ti ferisca. Ma se lo fai per me, non mi sta bene. Io posso fare a meno di tutte quelle cose. Voglio solo te. E non voglio più vedere dei lividi sul tuo corpo. Mai più!-
Lei mi lancia un’occhiata di sottecchi e sorride timidamente.
-C’è sempre il cordone del tuo accappatoio… è così morbido!-
Una risata spontanea lascia le mie labbra.
-Vedremo.- le dico divertito prima di baciarle i capelli.
Lei mi stringe le braccia in vita e poggia la testa sul mio petto.
-Grazie, Bill. Oggi mi hai fatta davvero felice e hai reso la mia giornata la più bella della mia vita.-
Ed è anche la mia.
Spero la prima di molte a venire.
 
 
My Space: questa è la prima OS che scrivo (sperando che vi piaccia) e fa parte di un concorso che qualche settimana fa ho indetto sulla mia (e di _Vesper_) pagina facebook, Dark Blue Horizon, al quale hanno partecipato molte persone! La scelta del titolo da parte mia è stata ardua, perché ce ne erano molti che meritavano! Ma, sfortunatamente, come in tutte le gare, il vincitore è solo uno. E in questa caso, il titolo che ha vinto è di una splendida ragazza, il cui nome su EFP è Silents_words, la quale scrive One LOVE, One LIFE. La ringrazio infinitamente per aver partecipato e condiviso con me i meravigliosi titoli che le hanno ispirato la mia storiella, uno dei quali è il vincitore. Ringrazio infinitamente anche tutti gli altri numerosi partecipanti, siete stati magnifici e originalissimi nella determinazione del vostro titolo! Avrei voluto farvi vincere tutti!
Ora passo a parlare di come è nata questa ff: qualche settimana fa, grazie ad alcune riflessioni maturate dopo certi discorsi con alcune amiche, fans dei Tokio Hotel, mi sono ritrovata a passare una notte insonne a fissare il soffitto… da lì la mia mente è vagata, ripensando a quanto ci eravamo dette, e così mi sono ritrovata a buttare giù qualche frase sul cellulare, che poi è diventato un testo da una decina di pagine in word… spero che vi piaccia e che commentiate numerosi! Sono impaziente di scoprire che ne pensate…
  
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