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Autore: LoveEverlack    11/05/2014    1 recensioni
[PARTECIPANTE AL CONTEST: La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle... INDETTO SUL FORUM DI EFP]
Augustus non può esaudire il desiderio di Hazel di portarla da Van Houten.
Cercherà però qualcosa di altrettanto fantastico da poter fare con l'aiuto dei Geni.
E chissà? Magari la magia esiste per davvero.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Augustus 'Gus' Waters, Hazel Grace Lancaster
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle...] Contest a pacchetti sul forum di EFP. 
Una probabile What-If su cosa sarebbe successo se i Geni non avessero aiutato Augustus e Hazel per andare da Van Houten.
Ci saranno delle parti in corsivo che sono copiate o leggermente modificate dal libro, sono parte che ho adorato (oltre ad altre ma vabbè... usciva un papiro sennò)
So che Van Houten in realtà neanche li voleva in casa sua, ma quando più avanti leggerete di lui pensate alla segretaria che archietteta il tutto.



DESIDERIO

Hazel si strinse nelle spalle guardando Augustus che rattristato le comunicava la notizia.
I Geni, questa volta, non potevano fare molto per i due.
La situazione poteva sembrare triste, incredibilmente triste almeno per Hazel, per la quale incontrare Van Houten sarebbe stata la cosa più bella che potesse capitarle.
Ma stranamente, Hazel questa volta non riusciva a rattristarsi.
Augustus aveva chiesto ai Geni di portarli ad Amsterdam per vedere lo scrittore, ma ciò che in quel momento le stava facendo più male in assoluto era la sua faccia.
-Hey, non è un gran guaio infondo. Lo hai fatto per me, è già tanto.-
Strinse la mano di Augustus sorridendogli.
Aveva creduto che non poter vedere quel desiderio realizzato sarebbe stato per lei una gran tortura, forse nel futuro lo sarebbe sicuramente stata ma per ora non le importava.
-Quegli stupidi Geni non sanno esaudire un piccolo desiderio!-
Augustus prese una sigaretta e la mise tra i denti, sbuffando talmente arrabbiato che avrebbe benissimo potuto accenderla da solo per la rabbia infuocata.
-Oh, sono sicuro che sapranno fare di meglio. La colpa alla fine è mia. Sono un caso perso.-
Augustus si tolse nuovamente la sigaretta, mettendola nel pacchetto e occupando il posto accanto ad Hazel.
Lì sdraiati sul letto si limitavano a fissare il soffitto, immaginando un cielo pieno di stelle e profumo fiori appena sbocciati a circondarli invece di quello della loro quotidianità.
Mano nella mano Augustus stava pensando a nuove richieste da proporre ad Hazel per collegarla in qualche modo a Van Houten e quindi permetterle almeno di parlargli.
Eppure Hazel pensava fosse meglio così, perché andare ad Amsterdam con lui li avrebbe legati ancora di più ed Hazel preferiva non approfondire quel rapporto quando era sicura di morire.
Lasciare Augustus ed averlo illuso per tutto quel tempo sarebbe solo stata una cattiveria da parte sua.
Però non lo disse, raccontare certe cose ad Augustus sarebbe stato anche peggio.
-Sarebbe stato bello, però. Incontrare l’autore di “Un imperiale afflizione”.-
Hazel annuì, continuando a guardare il soffitto per non rivolgere la sua attenzione ad Augustus.
-Hazel, di sotto è pronta la cena. Augustus vuole fermarsi?-
Il ragazzo si alzò sorridente, fingendo di dimenticare il discorso di poco prima, eppure Hazel sapeva che sotto quel sorriso la sua mente continuava a lavorare.
 
Dopo cena, Augustus si diresse verso la sua macchina.
Quella che Hazel odiava tanto per il suo modo di guidare, i regali per il cancro non erano sempre belli.
-Mi verrà un’idea. Tu nel frattempo continua a leggere quel libro che ti ho detto. Domani voglio un commento.-
La salutò accendendo la macchina e avviandosi per le strade, diretto verso casa sua.
La testardaggine di Augustus a volte non poteva essere modificata nemmeno da Hazel.
Chiuse la porta dietro di lei, dirigendosi verso la sua camera per leggere come aveva promesso ad Augustus.
Peter Van Houten poteva anche aspettare in quel momento.
Un’ora dopo Hazel sentì il suo telefono squillare, Augustus dall’altra parte la cercava con urgenza.
-Pronto?-
La voce di Augustus suonò leggermente ovattata, la linea del telefono non era di certo la migliore in quel momento.
-Oh Hazel, so cosa posso regalarti. Se noi non possiamo andare da Peter, sarà lui a venire da noi!-
Hazel rise, chiedendosi come Augustus potesse pensare di far arrivare lì da loro Peter Van Houten.
-Non dubitare delle mie capacità. So che possiamo incontrarlo qui, la sua segretaria mi ha detto che Van Houten dovrebbe venire per non so quale motivo nella nostra città. Chiederò ai Geni di regalarci una serata con lui!-
Hazel scosse la testa, mentre si sdraiava sul letto e rispondeva: -Non so se sia una buona idea.-
-E perché no? Hazel Grace?-
Hazel si bloccò, ancora una volta Augustus l’aveva sorpresa e non riusciva a dirgli che credeva fosse meglio lasciar stare, era fin troppo pericolosa mentre lui poteva vivere felice.
-Ok, perché non esci e me lo dici? E porta una coperta, si congela.-
Hazel si affacciò alla finestra, mentre Augustus le sorrideva Hazel si sentì in colpa.
Il Pic Nic e tutto quello che era successo da quando aveva conosciuto Augustus la tormentavano.
-Cosa stai? Tu sei pazzo, aspettami che arrivo.-
Hazel prese velocemente qualcosa per coprirli entrambi e raggiunse Augustus che seduto sull’erba la aspettava.
-E allora perché no, Hazel Grace? Non m’importa se cerchi di stare lontano da me e tieni dentro le cose, lo capisco se lo fai e tu lo stai facendo proprio ora. Il mio affetto per te, però, non diminuirà.-
Hazel sospirò, continuare a rimanere in silenzio non l’avrebbe mai aiutata e soprattutto non sarebbe stato giusto nei confronti di Augustus che continuava a stare con lei.
Non poteva fargli ancora questo.
-Sono una mina vagante, un giorno salterò in aria e distruggerò tutto quello che mi sta intorno… e, non voglio farti male. Quando provo a pensarti in questo senso, vedo solo ciò a cui ti sottoporrei.-
Augustus annuì continuando a guardare davanti a sé, sorridendo. A differenza di quello che Hazel poteva pensare.
-Okay.-
-Okay.-
Hazel guardò Augustus, quel ragazzo che l’aveva subito attratta faceva finta di nulla mentre guardava la strada.
-Oh, mio Dio, smettila di flirtare con me!-
-Okay.-
Qualche attimo dopo Augustus si girò verso Hazel, prendendole le mani.
Hazel poteva dire qualcosa su quel gesto? No, non riusciva a farlo.
Era concentrata nello sguardo di Augustus ed in quello che stava per dirle, non riusciva ad opporsi.
-Scherzavo, Hazel Grace. Capisco. Ma sappiamo entrambi che okay è una parola molto ammiccante. Okay ARDE di sensualità.-
Era tentata di rispondergli ancora con un Okay, ma cambiò idea: -Mi dispiace.-
Eppure Augustus sembrava totalmente concentrato su altro, le parole di Hazel.
-Comunque sono venuto qua per altro. In realtà i Geni hanno già accettato.-
Ad Hazel mancò il fiato, la vista del sorriso di Augustus; del sorriso dello sciocco Augustus Waters le faceva dimenticare tutti i suoi propositi che aveva avuto fino a due minuti fa.
Kaitlyn avrebbe avuto molte altre cose da dire in quel momento, su di lei e su Augustus.
Hazel sorrise ricambiando quello di Augustus che non si era ancora spento.
-Bene, Hazel sorride. Mi è mancata, questa Hazel.-
-È solo che non voglio che tu veda… tutto questo. Non si può sempre avere ciò che si vuole.-
-Sul serio?- chiese Augustus mentre quel suo sorriso cominciava ad aprirsi sempre di più pronto per fare una battuta.   -E io che pensavo che il mondo fosse un ufficio esaudimento desideri.-
Hazel scosse la testa, riusciva a metterla di buon umore.
-A quanto pare no- disse. Era così bello. -Se dobbiamo stare insieme dev'essere… insomma, non così.-
Augustus annuì sapendo comunque di aver vinto quella battaglia.
In quel momento anche solo il fatto che Hazel gli aveva detto di sì era per lui un premio più bello.
-Allora andremo piano. Okay?-
-Okay.-
  
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