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Autore: Nyanmaru    11/05/2014    1 recensioni
Questa storia parla di una foglia che si ritrova con un sogno particolare: girare il mondo. Questo inusuale desiderio la porterà a conoscere la speranza, quella speranza che dona forza per fare qualsiasi cosa, anche se a volte sembra impossibile.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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All'interno di un bellissimo bosco, ove nessun uomo osava entrare, vi era un grosso Ciliegio, alto e maestoso. Esso aveva tanti anni quanto la foresta ed il suo tronco si ergeva forte e robusto al centro di una vasta radura. La sua chioma era prosperosa, lussureggiante e piena di vita, le sue foglie di un verde vivido e luminoso. Il dolce sole primaverile illuminava le piccole foglie: erano cresciute da poco sulle fronde ed erano tutte timide e silenziose tranne una che, ritta sulla punta di uno dei possenti rami, si guardava intorno curiosa. Era diversa dalle altre, nonostante la sua tenerissima età aveva un grandissimo sogno: girare il mondo. Ebbene sì, quella piccola fogliolina non desiderava altro che vedere le meraviglie della Terra, voleva ammirare le bellezze che Madre Natura aveva creato attorno a lei. Con tutta la volontà che aveva, di certo avrebbe potuto realizzare questo inusuale desiderio, se solo avesse potuto staccarsi dalla sua casa... Sapeva perfettamente che se si fosse separata da quel robusto braccio colmo di linfa sarebbe di sicuro morta in pochi minuti. Così si limitava ad osservare ciò che aveva vicino, era come incantata dai dolci fiori bianchi e rosa che erano cresciuti insieme a lei sugli arti del Ciliegio. Vedeva i loro petali staccarsi ed essere portati via dai Venti, via dall'albero, diretti chissà dove. Come era invidiosa, anche lei avrebbe tanto voluto e invece no! Per lei non era così facile! Spesso si lamentava, brontolava tra sé e sé di questa situazione tanto ingiusta e piangeva, triste per non poter perseguire il suo sogno. Un giorno, in cui il suo pianto era più forte delle altre volte, vide un Vento passare di lì per caso: lui sicuramente conosceva un modo per aiutarla! Così alzò la sua flebile voce e lo chiamò, "Vento Vento! Aspetta non andare via, ascoltami un momento!", il Vento girò su sè stesso formando un piccolo vortice che alzò molti dei petali depositati a terra per poi rivolgere lo sguardo alla Fogliolina. "Dimmi piccola Fogliolina" rispose sereno e spensierato guardandola, "Sono stanca di stare qui attaccata, voglio girare il Mondo! Puoi aiutarmi?" continuò lei sperando in una risposta positiva. Lui le sorrise, "Io sono il Monsone, certo che posso aiutarti! Ti prometto che tornerò presto e ti porterò via con me, aspettami!", e con questa affermazione se ne andò sparendo nel cielo. La Fogliolina era davvero fiduciosa,  non vedeva l'ora del suo ritorno! La Primavera passò ed arrivò la calda estate: tutti i fiori erano scomparsi e tutte le foglie erano cresciute forti e rigogliose sotto il cocente Sole. Giorno dopo giorno passò anche l' Estate, la quale lasciò il posto all' Autunno. Le foglie divennero dapprima gialle, poi rosse e poi, come di consueto, morivano e cadevano a terra: era il loro corso naturale. La Fogliolina però non volle staccarsi, non poteva, doveva aspettare il Monsone! Resistette con tutte le sue forze mentre vedeva le sue compagne stramazzare al suolo ormai spente. Sul Ciliegio era rimasta solo lei e l' Inverno era alle porte. Un Merlo, fermatosi a riposare sui rami dell'albero, non poté fare a meno di notare quell' unica foglia e si avvicinò incuriosito: "Hei tu! Che ci fai ancora lì? Non dovresti essere già a terra?" disse scuotendo la testolina nera. Lei lo ignorò, non erano certo affari suoi quello che stava facendo e non doveva rendere conto a nessuno! L'uccello però non se ne andava, rimaneva li a fissarla con i suoi tondi occhietti neri, in attesa di una risposta. Dopo qualche minuto decise di andarsene, la avvisò dell'imminente arrivo dell'Inverno e volò via spiegando le sue ali nere, lasciando la foglia di nuovo sola con un nuovo dubbio in mente: cos'era mai l' Inverno? Presto purtroppo la risposta arrivò, fredda e crudele.  La temperatura si abbassò notevolmente, gli animali restavano rintanati nei loro rifugi al riparo dai Venti che soffiavano glaciali. La Fogliolina era molto felice, "Finalmente il Monsone è venuto a prendermi!", pensava ingenuamente, non sapeva cosa la stesse aspettando. Furono mesi durissimi per lei e spesso la voglia di lasciarsi trasportare via prendeva spazio nei suoi pensieri ma Monsone sarebbe venuto a prenderla, ne era certa, era solo un po' in ritardo!  Arrivarono altri Venti a corteggiarla, "Vieni con noi tesoro, vedrai che sarà fantastico" le sussurravano, ma lei non rispondeva, non voleva ascoltare. Cercarono di portarla via con la forza e lei, imperterrita, non si mosse di un millimetro. Passò finalmente anche l'Inverno e tornò la Primavera con grande stupore della Fogliolina. Sentì ancora il tiepido calore del Sole su tutta la sua superficie  e le vennero in mente i suoi primi giorni di vita quando era ancora piccola piccola. I nuovi giovani germogli crebbero sui rami del Ciliegio e presto le nuove foglioline fecero capolino assieme ai candidi fiori. Lei era la foglia più grande di tutta la chioma, rovinata dal tempo  e triste per la mancata promessa del Monsone. Il suo colore non era più un bel verde acceso come quello delle altre novelline ma marrone. La tristezza era ormai diventata troppo grande, tutta la forza che aveva avuto fino a quel momento la stava abbandonando; aveva resistito un anno intero pur di aspettare il suo Vento ma lui la aveva abbandonata, lasciata sola a sperare in qualcosa che non sarebbe accaduto. Lentamente lasciò che le energie la abbandonassero, restituendole al Ciliegio e si staccò esausta. Chiuse gli occhi, sentì la gravità attrarla verso il suolo erboso e volteggiò piano piano scendendo sempre più in basso come fosse una piuma. Appena un secondo prima di toccare terra si sentì improvvisamente leggerissima, come se stesse volando in alto, sempre più in alto, riaprì gli occhi e vide il cielo, le nuvole e, attorno a lei, il Monsone che finalmente era arrivato, dopo così tanto tempo. Non si può descrivere la felicità che la Fogliolina provò in quel momento!  "Perdonami, ti ho cercata ovunque e finalmente sono riuscito a ritrovarti... scusami ti prego per il mio ritardo, ero disperato, pensavo di non rivederti mai più" le disse lui con dolcezza e lei non ebbe neanche bisogno di rispondere, la sua espressione già parlava per lei. Monsone la fece volteggiare nel blu, trasportandola con eleganza e leggiadria come in un ballo, dolce e soave, portandola sempre più in alto, fin sopra le nubi. Per la Fogliolina era giunto il momento di andarsene,  chiuse gli occhi per l'ultima volta e morì. Le sue fibre, troppo secche e fragili ormai, si sgretolarono nell'abbraccio del Monsone diventando polvere; egli la portò sempre con sè, sorvolarono boschi e mari, montagne e deserti, mantenendo la sua promessa.
  
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