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Autore: P h o e    12/05/2014    4 recensioni
» Mericcup week || One—shot.
Il fatto che non parlasse poteva voler dire molte cose e in quel momento lei aveva bisogno di capire, anche se forse era fin troppo scontato che si sarebbe infuriato da lì a poco.
«Ma bentornata!» esclamò con crudele sarcasmo.
Ecco, appunto.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Merida
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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M e r i c c u p   w e e k
I'm not jealous








 
Il rumore del vento notturno mise in agitazione Merida, la quale si rese conto solo in quel momento di essere veramente in ritardo.
Aveva promesso ad Hiccup che sarebbe tornata il prima possibile, ma sfortunatamente aveva dovuto recuperare il tempo arretrato e passato al suo corso di tiro con l'arco. 
Probabilmente a quell'ora Hiccup era già in viaggio nel mondo dei sogni e dopotutto lei voleva svagarsi ogni tanto dal lavoro, altrimenti lo stress non le avrebbe permesso nemmeno di avere una vita famigliare quantomeno vivibile.
Percorse velocemente le vie buie di quel piccolo quartiere, passando anche davanti all'accogliente casa di Jack e Rapunzel e sorrise tra sé e sé, notando le luci spente.
A dire la verità tutte le luci del quartiere in quel momento erano spente e il fatto che le sue non lo fossero ancora, la portò a deglutire rumorosamente.
Fissò per minuti interminabili la porta davanti a sé, pensando che non poteva proprio fuggire dalla ramanzina che da lì a qualche minuto Hiccup le avrebbe scaricato addosso. La luce del lampione a qualche metro dal cancelletto, illuminò la serratura e con un grande sforzo di volontà -e soprattutto con grande coraggio- si costrinse ad entrare.
Entrò richiudendosi la porta alle spalle e desiderando che il procedimento per serrarla con la chiave durasse un'eternità.
Ma purtroppo arrivò -forse troppo presto- il momento di voltarsi in direzione del ragazzo che in quel momento la stava fissando dal divano, a pochi metri.
Merida abbassò lo sguardo colpevole, non sentirlo parlare era più angosciante del fatto che lo facesse.
Il fatto che non parlasse poteva voler dire molte cose e in quel momento lei aveva bisogno di capire, anche se forse era fin troppo scontato che si sarebbe infuriato da lì a poco.
«Ma bentornata!» esclamò con crudele sarcasmo.
Ecco, appunto.
La rossa lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, rassegnata. «Hiccup, ti prego-»
«Non te la caverai questa volta con il solito "sono stanca"» sembrava davvero infuriato, tant'é che si alzò dal divano. «Io sono stanco di doverti sempre aspettare ogni sera, io sono stanco di mangiare sempre da solo, escludendo i giorni festivi. Sto davvero cominciando a pensare che tu...»
Merida esitò, sperando con tutta se stessa che Hiccup non dicesse ciò che lei pensava che da lì a poco avrebbe detto. Sarebbe stato veramente troppo e non l'avrebbe sopportato, non dopo che si spezzava la schiena a lavorare. 
Certo, probabilmente il lavoro che Hiccup svolgeva era più pesante e richiedeva maggior sforzo fisico, ma lei si sentiva provata mentalmente, tutte quelle ore davanti ad uno schermo, tutti quei documenti... la stavano ammazzando.
«Non ci provare, Hiccup» parlò con una calma spaventosa, quasi come se stesse per esplodere da un momento all'altro e lui lo sapeva bene, «Non sono quel tipo di donna».
Quella frase calmò in parte lo stato d'animo del ragazzo. Non aveva alcuna intenzione di offenderla, non avrebbe mai fatto insinuazioni pesanti su di lei, su Merida. La conosceva sin da quando entrambi giocavano ancora a far finta di essere una principessa ed un vichingo, sin dalla più tenera età, ma un pensiero spaventoso si era fatto strada in lui e non era proprio riuscito a trattenersi.
Anzi, si rese conto di non essere proprio riuscito a respingere l'istinto di indagare, sebbene andasse contro la sua volontà, si rese conto che per Merida poteva diventare questo e molto altro.
«Senti, Mc.Intosh mi ha chiesto di riordinare dei documenti perché lui-»
«Oh, ecco! Mi ero dimenticato di quello lì» esclamò lui di rimando, battendo una mano sul mobile al suo fianco.
Merida s'interruppe, fissandolo senza parole. Ma di che cosa stava parlando? Era impazzito.
«Ma sei completamente andato fuori di testa?» domandò fissandolo corrucciata, si stava veramente attaccando a qualsiasi pretesto per insinuare che lo stesse tradendo. Ma lei non poteva immaginare nessun altro al suo fianco, se non Hiccup. «Pensi davvero che passi queste serate con qualcun'altro?»
«Non ho detto questo!» 
«A me invece pare proprio di sì».
Hiccup sbuffò, passandosi una mano sulla faccia e alzando gli occhi verso il soffitto. Cercò una possibile frase da dire, ma in quel momento capì di aver veramente esagerato, per cosa poi lo sapeva solo lui. 
Si stava solo facendo paranoie inutili e probabilmente dopo quell'ultima discussione, Merida non gli avrebbe più rivolto la parola per il resto della settimana. Fantastico.
Si appoggiò al mobile, ma non osò guardare la ragazza in viso, finché non fu lei ad avvicinarsi per sfiorargli la mano con una dolcezza che non le apparteneva, ma che per lui sarebbe stata disposta a tirar fuori. Infondo tra loro due era così, ognuno era disposto a fare qualsiasi cosa per l'altro, anche se questa cosa andava contro ogni etica morale e non.
Merida lo fissò a lungo senza dire una parola e lui ancora una volta non riuscì a non fissarla come faceva sempre, come anche a lei piaceva.
«Mi dispiace, mi rendo conto che è una situazione difficile e ti prometto che d'ora in avanti farò del mio meglio per essere più presente, per passare più tempo insieme a te» le parole scivolarono fuori di bocca, mentre rimaneva a fissare quel verde smeraldo che fino ad ora aveva visto solo negli occhi di Hiccup.
Contemplò le innumerevoli lentiggini, erano 62 in totale, le piaceva contarle la mattina quando ancora lui dormiva. Esarminarlo mentre dormiva era una delle poche cose che Merida classificava piacevole, ma esaminarlo da sveglio era ancora meglio.
Si soffermò su ogni particolare e per finire sulla bocca, quando lo sentì parlare.
«No, è colpa mia... non so proprio cosa mi sia preso, perdonami» sussurrò così piano che Merida ringraziò la ridotta distanza che li separava, mentre lui giocava con uno dei suoi innumerevoli ricci.
Lo vide avvicinarsi con estrema lentezza e si sentì avvampare, mentre le guance prendevano fuoco. Si allontanò improvvisamente, rischiando quasi di far cadere Hiccup e lo guardò divertita.
«Ti perdono solo se accetti di venire a cena da North, ho notato che il suo bar è ancora aperto» congiunse le mani dietro la schiena, guardandolo con finta innocenza, mentre lui si riprendeva da quel bacio non rubato.
Hiccup sorrise, afferrando la giacca appesa all'entrata e indossandola velocemente.
«Ai suoi ordini, però non facciamo tardi, domani ho uno scambio di merce con Astrid, la mattina presto» la informò.
Merida si voltò a guardarlo, cambiando totalmente espressione. «Ancora Astrid? Senti, non è che compra i tuoi materiali perché...»
Hiccup esitò qualche istante, probabilmente stava cercando di formulare il pensiero di Merida e quando comprese, scoppiò a ridere di gusto, passando un braccio attorno alle spalle della ragazza e avvicinandola a sé, mentre si accingevano ad uscire.
«Che c'è, sei gelosa?»
«Non sono gelosa!
».







 


Nota autrice:
Ri-eccomi, mi dispiace per chi magari aspettava il capitolo di "Under the clouds" ma non potevo mancare, questa è una settimana speciale, siamo nel pieno della Mericcup week e Tumblr è colmo di fan arts/gifs/fan fictions dedicati alla Mericcup.
Io purtroppo non mi ritengo molto esperta con i programmi di grafica per eventuali immagini, quindi lascio il mio pensiero così, con una fan fiction.
Spero sia di vostro gradimento, io personalmente adoro questa tematica.
Bene, scappo c:
Alla prossima!
  
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