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Autore: Ginny_theQueen    13/05/2014    3 recensioni
San Valentino. Una stupida festa mondana, come la definisce Jace. Ma quando non sono troppo impegnati a combattere demoni o una guerra contro Sebastian, anche i nostri eroi ricordano di essere degli adolescenti innamorati. Vedremo Clary e Jace alle prese con il fuoco celeste e Simon ed Izzy che cercano di definire la loro relazione.
“Clary,” disse con tono di rimprovero.
“Che c’è?” chiese lei innocentemente, non lasciandogli ancora le braccia.
“Non tentarmi.”
“Non darmi ragione di farlo.”
Lui rise. “Ma mi hai visto? Capisco che resistere a tale bellezza è pressochè impossibile, ma fa’ del tuo meglio. Sai che non possiamo.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Simon Lewis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: ho lasciato qualche ‘San Valentino’ in inglese per ovvi motivi di trama…

 

 

“Allora, avete programmi per domani?” chiese Izzy.

Jace inarcò un sopracciglio. “Domani?”

“Valentine’s Day. Tutte le coppie dovrebbero festeggiare!”

Clary le mandò un’occhiataccia. “Stai scherzando, vero?”

“Tra tutte le stupide feste mondane, dovevi scegliere quella col nome di quel pazzo fanatico di mio padre, eh?”

Isabelle scosse la testa. “Sono più preoccupata del fatto che l’hai chiamato tuo padre quando in realtà è il padre di Clary.”

Jace stava cominciando a sbrilluccicare un po’. Aveva ancora il fuoco del paradiso dentro di lui.

“Izzy…” ammonì Clary.

Ma Jace rispose comunque. “Perché non te ne vai dal tuo ragazzo succhiasangue e ci lasci da soli?”

“Hey!” Clary alzò una mano in protesta di quella descrizione del proprio migliore amico.

“Certo, vado così voi piccioncini vi organizzate per San Valentino.”

“Izzy,” Clary ripetè “Scappa.”

Jace la stava accoltellando con lo guardo.

Appena sua sorella se ne andò, Clary lo cinse con un braccio, cauta. “Stava scherzando, sai.”

“Ho reagito male.”

“Me ne sono accorta.”

“Scusa. E’ solo che… Sono sempre così nervoso ed arrabbiato. Questa – questo fuoco dentro di me, a volte mi sento come se potesse bruciarmi.”

Clary sospirò. “Credo che sia il mio turno di chiedere scusa. Per averti causato questa situazione.”

“Di nuovo con questa storia? Te l’ho detto. Preferirei morire che stare dalla parte di Sebastian. E direi che possiamo chiamarlo un successone, considerando che non sono nemmeno morto.”

Le baciò il capo. Era tutto quello che poteva ottenere, ora come ora.

“Forse dovremmo fare qualcosa,” mormorò Jace.

“Cosa?”

“Non lo so, festeggiare.”

Vuoi festeggiare San Valentino?

“Non – non guardarmi come se fossi pazzo!”

“Izzy ti ha dato alla testa,” dichiarò Clary scuotendo il capo.

“Sono serio.”

“Non sei mai serio.”

“Per l’Angelo, Clary! Sono serio. Voglio portarti fuori domani. Magari perché è San Valentino, magari sono solo arrabbiato che non riusciamo mai a passare dei bei momenti assieme da… da quando quello è successo.”

Il fuoco, di nuovo.

“Jace,” gli pose le mani sulle spalle. “Jace, devi stare calmo.”

“Non toccarmi.”

Rieccoci.

“Ti tocco,” rispose Clary testardamente, facendo scorrere le mani sul suo petto e sul suo addome in modo rilassante.

Jace non tentò di fermarla.

Al contrario, avvolse un braccio attorno alla sua vita e la avvicinò a sé. Clary lo baciò. La veemenza con la quale Jace rispose al bacio fu quasi troppa, considerando che erano nella palestra e sarebbe potuto entrare chiunque da un momento all’altro. Ma non le importava. Bramavano contatto fisico da troppo tempo. Non si erano fatti una pomiciata decente da… beh, da Parigi e l’appartamento di Sebastian.

Sentì il fuoco dentro di Jace reagire e lui la spinse via. Si era illuminato un po’. Se tutta questa situazione non fosse stata tragica, l’avrebbe persino trovata divertente. E comica. Simon aveva fatto migliaia di battute su Jace nell’ultimo mese.

“Clary,” disse con tono di rimprovero. Ma non c’era alcun rimprovero nella sua espressione.

“Che c’è?” chiese lei innocentemente, non lasciandogli ancora le braccia.

“Non tentarmi.”

“Non darmi ragione di farlo.”

Lui rise. “Ma mi hai visto? Capisco che resistere a tale bellezza è pressochè impossibile, ma fa’ del tuo meglio. Sai che non possiamo.”

“Jace, ne abbiamo già parlato, sono disposta a rischiare –“

“Io no. Non sono in grado di controllare le mie emozioni e quindi il fuoco. Ero così bravo! Celare, non sentire, fingere… poi sei entrata nella mia vita e mi hai incasinato.”

“Scusa,” disse scherzosa.

“Deve essere difficile. Sono tuo ma non puoi avermi.”

Che Jace stesse scherzando o meno, aveva ragione.

 

 

Il giorno di San Valentino, Clary si svegliò al vibrare del suo cellulare.

Era un messaggio di Isabelle.

Le cose si faranno hot con Jace oggi? xx

FUOCO DEL PARADISO, fu la risposta di Clary.

Potrei avere una soluzione per quello… non sto scherzando, giuro. Vieni da me appena puoi così ne parliamo. Ti voglio bene.

Clary si alzò dal letto e si fece la doccia. Scelse attentamente l’intimo e gli abiti da indossare e sorrise tra sé. Era San Valentino, dopotutto.

Reggiseno e slip rossi, top nero e jeans. Mise l’anello dei Morgenstern sulla catenella che indossò al collo e si truccò attentamente. Prese anche il suo stilo ed un pugnale, non si sa mai.

Salutò sua madre e Luke ed uscì. Quando arrivò all’Istituto andò dritta in camera di Izzy, sperando che Jace non passasse proprio in quel momento.

Clary bussò e Isabelle aprì la porta.

“Le tue tette sono più grandi del solito.”

“Ciao anche a te, Isabelle.”

“No, davvero, che è successo alle tette?”

“Reggiseno imbottito,” confessò Clary.

“Sono così fiera di te.”

Clary sospirò e si sedette sul letto.

“Qualcuno è un po’ nervoso oggi,” disse Isabelle.

“Di quale soluzione parlavi prima?” Clary chiese all’improvviso e Izzy si fece seria.

“Ragiona con me, Clary. Jace vuole farlo quanto te. Probabilmente anche di più, perché è un maschio, perché l’ha già fatto… qual è l’unica cosa che trattiene i suoi bisogni fisici?”

“Il fuoco celeste ovviamente,” rispose perché era ovvio.

“Il rischio che il fuoco ti faccia male,” corresse Izzy. “Ma se tu potessi essere immune al fuoco?”

“Mi sono persa.”

“Se riuscissimo a trovare un modo per rendere la tua pelle… a prova di fuoco?”

“Se hai qualche idea sono tutt’orecchi. Non possiamo usare la magia,” le ricordò “visto che Magnus non ci parla nemmeno.”

“Quella è un’altra questione che prima o poi dovrò risolvere, visto che Alec è troppo stupido per rimediare da solo. Ma non parlavo di ingaggiare uno stregone. E’ molto più semplice. Una cosa tanto ovvia che ce la siamo dimenticati.”

Isabelle ti sfiorò i marchi sulla pelle.

“Le rune,” sussurrò Clary.

L’altra annuì. “Non sono sicura che una normale runa di resistenza al fuoco funzioni, ma sei tu la creatrice qui. Puoi fare quello che vuoi.”

“Mi dai un po’ di carta? Dovrei abbozzarla prima di marchiarmi. E potresti prendermi anche il Libro Grigio dalla biblioteca? Andrei io, ma non voglio che Jace sappia che sono già qui.”

“Va bene. Quando abbiamo finito devi aiutarmi però. Mi vedo con Simon più tardi.”

Clary sorrise. “Certo.”

 

 

Izzy osservava affascinata linee circolari che si intrecciavano a linee dritte mentre lo stilo di Clary danzava sulla carta.

“Dove pensi che dovrei marchiarmi?” chiese Clary.

“Direi sulla schiena, ma io quello non lo disegno, quindi dev’essere da qualche parte dove puoi marchiarti da sola… che ne dici della spalla sinistra? Troppo in vista?”

“Non fa niente, non è che mia madre riconoscerebbe la runa,” sorrise.

Izzy ricambiò il sorriso e chiese, “Hai idea di dove Simon voglia portarmi stasera? Magari te l’ha detto.”

“Non sono a conoscenza dei suoi piani, ma so che Jordan porta Maia fuori a cena quindi dovreste avere l’appartamento per voi,” rispose Clary. Era vero, Simon non le aveva detto nulla riguardo stasera e lei non aveva indagato.

“Indizi su come dovrei vestirmi?”

“Izzy, smettila di farti così tanti problemi. Non te ne sei mai fatti prima, non vedo perché dovresti cominciare adesso. Tanto sei perfetta comunque.”

Izzy le sorrise davvero. “Quindi come sempre? Un vestitino corto e stivali col tacco a spillo? E tu, vuoi che ti presti dei miei vestiti? Senza offesa, ma dovresti essere un po’ più sexy…”

Intanto Clary aveva finito di disegnare la runa. “Okay,” disse guardando prima il marchio appena inciso e poi l’amica. “Basta che non mi trasformi in una Barbie.”

 

 

Circa un’ora dopo le ragazze erano entrambe pronte. Isabelle aveva anche acceso una candela così che Clary potesse toccare la fiamma con la pelle: non aveva sentito dolore né si era scottata. La runa che aveva creato funzionava. Con del fuoco normale, almeno.

“Sei… emozionata?” chiese Isabelle.

“Sì,” ammise Clary. “Qualche ultimo consiglio?”

“Sul sesso? Non rendere la situazione imbarazzante. Ridi, scherza se proprio devi. Aspetti questo momento da tanto tempo ormai, potrebbe non essere come te l’eri immaginato. Semplicemente, divertiti.”

Clary ingoiò il nodo che aveva in gola. “Grazie Izzy. Di tutto.”

“A questo servono le amiche femmine.”

“Non incasinare le cose con Simon!” Clary le disse mentre Isabelle usciva.

Lei si girò. “Non preoccuparti, non ne ho alcuna intenzione.”

 

 

Jace era nella sua camera. Clary doveva solo bussare ed entrare. Lo fece.

“Clary…” Jace era seduto alla scrivania e certamente non se l’aspettava.

“Ciao.”

Lui la guardò e degutì. “Cosa – cosa ti porta qui?”

“Ragazzo dai capelli biondi ed occhi dorati, risponde al nome di ‘Jace’ o di ‘Tanta Roba’.”

“Hai dimenticato ‘affascinante’ e ‘disumanamente bellissimo’.”

“Cosa stavi facendo prima che ti onorassi con la mia presenza?” chiese Clary sorridendo.

“Sono appena tornato dalla palestra,” rispose lui con casualità.

Jace non si era mosso da quando era entrata, non aveva fatto un passo verso di lei. In altre circostanze, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata prenderle il viso e baciarla.

“Oh, buon San Valentino comunque,” le disse.

Lei si mise in quella che credeva fosse una posa sexy. “Non dovrei avere un bacio per quello?”

Jace sembrò trovare il suo sforzo divertente, perché rise. “Certo che sì. Vieni,” disse e aprì le braccia così che lei potesse entrarvi.

Clary gli mise le braccia al collo come se volesse baciarlo o strangolarlo, la prima che capitava. Aspettò che Jace facesse la prima mossa, che si avvicinasse di qualche centimetro, e quando lo fece lei gli poggiò le labbra sulle sue, forte. Il bacio non durò a lungo, perché presto – decisamente troppo presto – Jace si allontanò per guardarla.

“Devo uccidere Sebastian,” disse semplicemente. “E’ colpa sua che non possiamo – per l’Angelo, lo ucciderò. Dimentica il Conclave, tutto quello che è successo a Idris e i suoi piani di bruciare il mondo. Lo ucciderò per quello che ha fatto a noi.”

Clary soppresse una risata. A quanto sembrava, Jace voleva uccidere Sebastian perché era colpa sua se loro non potevano fare sesso.

Clary si tolse con attenzione la giacca di pelle che Izzy le aveva dato.

“Che stai facendo?”

Lei sorrise. “Fa caldo qui dentro, eh?” Controllò che la runa fosse bene in vista, non coperta dal top o dalla spallina del reggiseno.

Gli ci vollero tre secondi per chiedere “Che runa è quella?”

“E’ una runa che ho creato io,” Clary disse vagamente.

“Cosa fa?”

“E’ una runa Anticombustione potenziata. Pensavo che volessi aiutarmi a vedere se funziona correttamente…”

“Mi prendi in giro?” chiese Jace.

“Per niente. Ora baciami.”

“Clary…” disse lui riluttante.

“Jace.”

Ebbero una gara di sguardi. Clary potè quasi vedere il momento in cui lui si arrese, decidendo che non gli importava. Clary sorrise della sua vittoria e lui non ce la fece più.

Jace le afferrò i passanti dei jeans e la attirò a sé finchè i loro corpi non aderirono del tutto – petto, fianchi, gambe – come pezzi di un puzzle. Le mani di lui scesero alla vita di lei e la baciò, un bacio lungo e persistente, facendola rabbrividire.

Clary era decisamente troppo presa per pensare lucidamente, ma sentì un certo senso di soddisfazione. Rimasero lì a baciarsi – a mangiarsi le facce, come avrebbe detto Isabelle – lei avvinghiata a lui fino a quando Jace la sollevò definitivamente, stanco di doversi abbassare per la notevole differenza di altezza. Clary gli strinse le gambe attorno alle anche e Jace quasi perse l’equilibrio per la sorpresa.

“Letto,” gemette Clary tra un bacio e l’altro, e fu soddisfatta della velocità con cui Jace obbedì. Si sistemò sopra di lei e riprese a baciarla – sul viso, sulle labbra, sul collo, era ovunque.

Le mani di Jace vagavano lungo il suo corpo e trovarono l’orlo del top. Clary allungò le braccia verso l’alto. Tolto il top, lei si sbarazzò della maglia nera di lui, che andò a fare compagnia al suo top sul pavimento.

Le venivano in mente poche volte in cui i baci di Jace erano stati così violenti, così urgenti. Le tremavano le mani, quindi le nascose tra i capelli di lui avvicinando il suo volto al proprio. Cercò di non pensare molto al fatto che non sapeva cosa stava facendo e che non aveva la minima idea di cosa fare. Jace sapeva che non aveva esperienza in questo campo. Sperava che lui –

Le sue labbra lasciarono quelle di Clary per avventurarsi sul profilo del mento, si soffermarono sulla sua gola e si fermarono sul petto, godendosi la pelle del seno che l’intimo non copriva. La mente di Clary smise di funzionare. Gli guidò la mano sulla sua schiena, per slacciare il gancio del reggiseno.

D’improvviso fu consapevole del caldo sulle guance, l’arrossimento che si manifestava. Voleva che non ci fosse niente a dividerli, ma aveva anche la decenza di sentirsi un po’ timida.

Jace si accorse del cambiamento del suo umore.

Smise di baciarla. “Stai bene?”

“Certo che sto bene.”

Si ricordò di cosa le aveva detto Izzy sul non rendere la situazione imbarazzante.

“E tu?” gli chiese di rimando.

Lui alzò la testa. “Come potrei non stare bene?”

“Non so, sembrava educato chiederlo… tra l’altro, stai andando a fuoco, cioè, volevo dire, brillando. Stai sbrilluccicando.”

Si allontanò automaticamente da lei.

“Non preoccuparti, non sento nulla. La runa sta funzionando,” disse, e lui si avvicinò di nuovo e le prese una mano.

“Jace…”

“Che c’è?”

Clary sorprese anche se stessa con la domanda che gli fece. “Quando è stata l’ultima volta che hai fatto sesso?”

Cosa? 

“Se ti va di parlarne, ovviamente.”

Jace guardò in basso.

Clary non sapeva da dove veniva questo improvviso ardire. Avrebbe dovuto usare questo coraggio per altre cose, come togliergli i vestiti.

Giudicando dal suo silenzio, Jace era scioccato quanto lei. O semplicemente non voleva parlare della vita libertina che aveva condotto prima di conoscerla.

“Va bene,” disse Clary riavvicinandolo a sé. Le cose si stavano facendo imbarazzanti, proprio quello che Izzy le aveva detto di evitare.

“No,” rispose lui. “Voglio che tu sappia.”

“Isabelle mi ha parlato di com’eri prima che ci incontrassimo, e – va bene, Jace. Sei diverso ora. E ti amo.”

Lui alzò lo sguardo. “La sera prima che incontrassimo te e Simon al Pandemonium,” disse lui rispondendo alla sua domanda.

“Con ch– chi era lei?”

“La conosci.”

“Davvero?” Non ne aveva la minima idea.

“Kaelie,” confessò.

Ma certo… Clary aveva intuito che c’era stato qualcosa. Si ricordava di loro due che flirtavano, la prima volta che era stata da Taki. Spiegava anche perché la nixie non era mai stata carina con lei.

“Di sicuro una scopata migliore di me,” borbottò Clary, che si accorse troppo tardi di averlo detto.

“Clary! Non –“

“Scusami,” lo interruppe. “Non avrei dovuto nemmeno cominciare questo discorso. Non so perché l’ho fatto. Dimentichiamocelo e ritorniamo a me e te, okay?”

Jace si portò la mano di Clary alle labbra e baciò il suo polso.

“Ti amo.”

 

 

 

Era abbastanza tardi quando Clary arrivò a casa. Le luci erano spente e Jocelyn e Luke chiaramente dormivano già.

Clary si chiese se loro avessero fatto qualcosa di speciale per San Valentino. Celebrare il 14 febbraio non era sicuramente un’usanza a Idris quando loro due erano ragazzi, ma la mamma di Clary aveva vissuto tanto a lungo tra i mondani, si era impegnata così tanto per far parte di quel mondo – per dimenticare da cosa stava fuggendo – che ne aveva accettato tutte le tradizioni. Stupide feste comprese.

Non avevano ancora avuto modo di sposarsi, ma erano innamorati e facevano sempre cose da coppiette, e Clary a volte si sentiva fuori posto. Sentiva sempre di dovergli lasciare un po’ di spazio. Anche se le sembrava strano immaginare i suoi genitori (la parola patrigno non poteva certo essere utilizzata per Luke) che festeggiavano Valentine’s Day, Clary pensò che forse in effetti lo avevano celebrato. Perché no.

Sorrise entrando nella sua camera.

Si mise il pigiama ed era in procinto di andare a dormire quando il suo cellulare vibrò.

Guardò il numero: sarebbe stata una lunga chiacchierata. Disegnò una runa Silenzio sulla porta, non volendo svegliare Luke e Jocelyn.

Rispose.

“Clary? Sei già a casa tua? Certo che sei a casa – sono appena tornata all’Istituto e tu non ci sei… devi raccontarmi com’è andata con Jace! E Simon – per l’Angelo, Clary! Io non –“

“Iz? Va tutto bene?”

“Sì, sì, sto bene. Ma parliamo prima di te.”

Probabilmente era un po’ brilla. Izzy reggeva l’alcol, ma Clary l’aveva vista ubriaca e delirante prima di allora. Non era questo il caso, ma comunque. Sospirò. “Che cosa vuoi sapere?”

“Tutto! Saresti dovuta rimanere qui. Avremmo potuto parlare direttamente.”

“Sai che non posso. La più rigida regola di mia madre: è niente pigiama party dove vive il tuo ragazzo.”

“Ma saresti stata con me!”

“Lascia stare, Iz.”

“Jocelyn dovrebbe mollare un po’ la presa su di te. Direi che è lei che ha bisogno di una buona scopata, ma penso che Luke provveda a quello.”

“Potremmo non parlare dell’attività sessuale dei miei genitori e tornare alle nostre?”

“Sicuro. La runa andava bene?”

“Sì, è stata sorprendentemente duratura. Comincia a scomparire adesso.”

“Wow. E Jace?”

“Sai come è fatto tuo fratello. All’inizio non voleva rischiare, ma l’ho sedotto. Grazie per i consigli. Abbiamo parlato un po’ prima di… hai capito. Mi ha detto – in realtà ho domandato io – che l’ultima ragazza con cui era andato a letto era–“

“Aspetta, fammi indovinare. Era Kaye?”

“No.”

“Non dirmi che era Aline.”

“Dio, no!”

“Valerie? Selene? Layla?”

“No! Isabelle, chi sono queste ragazze?

“Sei gelosa, Fray?”

“Certo che sì. Sembra che il mio fidanzato si sia scopato più ragazze di Magnus.”

“Credo che sia impossibile. Chi era comunque?”

“Kaelie.”

“Oh, giusto. Avrei dovuto saperlo. Capitava spesso che Jace e Kaelie… scomparissero insieme. Con le nostre ordinazioni, aggiungerei.”

“E’ deciso, domani andiamo al Taki’s. Devo staccarle la testa.”

“Carina.” Isabelle fece una pausa. “Torniamo all’argomento centrale di questa conversazione. Arriva la domanda fatale: ti è piaciuto?”

Clary esitò. “Sì, credo... Ha fatto molto male. Davvero. Avevi ragione. Non avrei dovuto avere aspettative tanto alte per la mia prima volta. Ma è Jace, ne valeva la pena. Sono felice che ti sia venuta quell’idea, Iz. Ti devo un favore.”

Anche se non poteva vederla, Clary sapeva che Isabelle stava sorridendo. “Jace si è divertito?”

“Spero di sì. Vedevo che cercava di essere gentile… ha appiccato fuoco alle lenzuola, però.”

“Lo sfotterò fino alla morte.”

Clary non le disse di fottersi e lasciare in pace il suo fidanzato. Jace era grande, poteva vedersela da solo con gli insulti della sorella.

“Che mi dici di te e Simon? Vi siete divertiti?”

Era curiosa. Izzy era stata davvero bellissima – più del solito – quando era andata via. Poteva solo immaginare la faccia di Simon nel vederla.

“Diciamo che è stata una serata particolare.”

“Solo questo? Non mi dici niente?”

“Non adesso.”

“Ma… va tutto bene, almeno?”

“Ascolta, ne parliamo domani, d’accordo? Sono molto stanca ed è ora che andiamo entrambe a dormire. Buonanotte, Clary.”

Isabelle attaccò.

Clary rimase lì, a farsi domande, ad esplorare ogni possibile scenario e ad immaginare tutte le cose che magari erano andate storte tra quei due. Altrimenti perché non parlarne?

Mandò un messaggio a Simon.

Hey, com’è andato l’appuntamento con Isabelle?

Aspettò una risposta, che arrivò dopo diversi minuti, più breve di quanto avesse sperato.

Posso venire da te domani? Ci sono tante cose da raccontare

Nemmeno lui voleva darle una risposta chiara… Clary pensò che avrebbe solo dovuto aspettare.

Certo. Ti voglio bene

Finalmente Clary si mise a letto. Avrebbe affrontato qualsiasi fosse il problema di Simon e Isabelle domani. Ora voleva solo riposarsi.

Prima di addormentarsi ripensò a Jace e a quello che era successo tra loro nella giornata. Ripensò a risate attutite e alla sua pelle nuda sulla propria e a conversazioni imbarazzanti e a ‘ti amo’ sussurrati.

Era felice.

 

 

// Salve a tutti! Spero che la prima parte vi sia piaciuta. L’altro capitolo sarà su Simon e Izzy, ma non so quando lo scriverò. Dipende un po’ dalle recensioni e dalla mia – sfuggente – creatività. Infatti l’idea della runa ce l’avevo da mesi, ma per i Sizzy sono a corto di fantasia. Quei due scemi sono la mia coppia preferita quindi non voglio arronzare il loro San Valentino tanto per scrivere qualcosa. (Si accettano idee!) Poi magari farò capitoli anche per altre coppie, le amo tutte.

Io non sto più nella pelle per City of Heavenly Fire. Voi? Vogliamo parlare dei teaser che Cassie sta pubblicando?!

 

Alla prossima,

Ginny_theQueen

   
 
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