»: I just can’t wait to be
King :«
Tutto era silenzio, nella stanza.
Seduto sulla panca di castagno intarsiato, Thorin fumava
nervoso, terribilmente nervoso.
Erano passate ormai due ore da quando la levatrice e sua
sorella si erano chiuse all’interno della camera da letto di
quest’ultima;
nessuno era più uscito da allora.
Sbuffò frustrato, spegnendo la pipa: quell’attesa
lo stava
uccidendo.
Maledì suo cognato, quel sognatore vagabondo. Era partito
per Brea un mese prima per commercio, aveva detto. Avrebbe dovuto
esserci lui
lì, al suo posto…
Improvvisamente la porta s’aprì con un cigolio
sinistro,
facendolo sussultare; scattò in piedi come punto da un ago.
«Vostro nipote, Altezza.» si complimentò
la levatrice,
mettendogli tra le braccia un fagottino urlante e scalciante.
Non ebbe nemmeno il tempo di dire mah o
bah che la donna
era già sparita all’interno della stanza,
abbandonandolo lì col neonato.
Sospirò.
Le urla disperate del piccolo riempivano il locale,
rimbombando fastidiosamente.
Si sedette nuovamente sulla panca – affranto –,
sistemandosi
lo strillante tra le braccia.
Scostò
appena il lenzuolo candido dal viso del bambino…
immediatamente il pianto
cessò.
Il suo sguardo incontrò due enormi occhi azzurro intenso
–
umidi di lacrime – , che lo fissavano con un misto di
curiosità e timore.
Era un bel bambino, sano e robusto. Sulla piccola testolina
tonda, spuntavano radi ciuffi di capelli color grano.
“Somiglia a suo padre”
pensò, leggermente infastidito.
Il neonato allungò un braccino, afferrando con la sua tozza
manina una delle trecce che gli ornavano i capelli. Non stava tirando;
continuava semplicemente a rigirarsi tra le dita quella lunga ciocca di
capelli
scuri e mossi, studiandola con attenzione.
Improvvisamente, emise un vivace gridolino scoppiando a
ridere contento.
Thorin inarcò un sopracciglio, allibito.
Il piccolo protese le braccia grassocce verso il suo viso,
iniziando a fare strani versetti compiaciuti. A sentirlo sembrava quasi
gli
stesse facendo un vero e proprio discorso.
Le labbra gli si incurvarono in un leggero sorriso: quello
era indubbiamente figlio di sua madre, pensò sollevato.
(334 parole)
L’Antro della sottoscritta;3
Mi ripresento qui sul fandom con una raccolta di flash-fic, drabble,
one-shot e chi più ne ha ne metta, tutte interamente
dedicate a Fili. Quanto
amo quel nano…
Come debuttare se non con la sua nascita?
Spero almeno di esser riuscita a mantenere IC Thorin,
giacché il POV è interamente suo…
Per il titolo ho scelto una canzoncina del Re Leone che, a
mio parere, è più che adatta – Fili mi
è sempre sembrato un leone biondo :P –
Che dire? Spero possa piacere a qualcuno :)
See you!