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Autore: icered jellyfish    14/05/2014    3 recensioni
→ | Accarezzò con le mani i fili verdi del prato sul quale se ne stava seduto, fino a che non afferrò, ad un certo punto, con entrambi i palmi un paio di ciuffi d'erba che strinse dolcemente tra di questi – assaporando la piacevole frescura che la linfa grezza rilasciava tra le sue dita ormai consumate dal tempo.
Si alzò appena da terra, tremolante, facendo cigolare le giunture metalliche della sua protesi d'acciaio al posto della gamba, per poi darci qualche colpetto sopra simulando un paio di assestamenti sui bulloni che la tenevano compatta.
Un piccolo sorriso si abbozzò sulle sue labbra sottili e molto più scure di come le aveva una volta, fino a far comparire più rughe di quante già non contornassero quella linea ormai ricurva in una nostalgia che non sapeva come altro esprimere. |
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III
Note: Missing Moments, Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un tempo, qui







C A P I T O L O   U n i c o

“ Un tempo, qui







Vedeva voli sfreccianti nell'azzurro incontestabile del cielo. Proprio lì, davanti a lui, eppure nulla sembrava disturbare questo limpido dipinto color pastello – vivo e vivido, magnetico, pennellato solo di tanto in tanto da qualche nuvola.
Sentiva correnti d'aria scivolargli sulla pelle, graffiargli il volto fino a fargli provare il masochistico piacere di voler continuare ad avvertire quell'adrenalinico ed instancabile senso di un vuoto che poteva affrontare, vincere. Proprio lì, sotto di lui, ma ora il vuoto lo poteva solo guardare, non più controllare.
Le foglie trasportate dal vento erano così brillanti, sotto la luce del Sole, da essere capaci di accecargli la vista. Le osservò fluttuare come se stessero danzando per lui, come se stessero trasportando, in ogni ramificazione della loro superficie, ogni suo ricordo lontano dal punto fisso in cui era costretto a restare – ed era strano come sembravano volergli suggerire di seguirle, per combattere, ancora una volta, l'impossibilità che costringe l'uomo legato alla miseria della vita terrena, la stessa che una volta era riuscito a sconfiggere, a impedire che lo tenesse imprigionato in quella gabbia che tutti chiamano spartanamente umanità.
Parevano disegni, quelli che ricreavano galleggiando nell'atmosfera, tagliandosi la strada a vicenda, ma lui sapeva bene che alla sua età ogni cosa appariva più poetica di quanto in realtà non fosse – e non faceva vanto della sua saggezza con nessuno, ormai ogni sua conoscenza viveva unicamente nella sua testa, ed era esattamente lì che preferiva farla restare. Per lui e lui soltanto.
Accarezzò con le mani i fili verdi del prato sul quale se ne stava seduto, fino a che non afferrò, ad un certo punto, con entrambi i palmi un paio di ciuffi d'erba che strinse dolcemente tra di questi – assaporando la piacevole frescura che la linfa grezza rilasciava tra le sue dita ormai consumate dal tempo.
Si alzò appena da terra, tremolante, facendo cigolare le giunture metalliche della sua protesi d'acciaio al posto della gamba, per poi darci qualche colpetto sopra simulando un paio di assestamenti sui bulloni che la tenevano compatta.
Un piccolo sorriso si abbozzò sulle sue labbra sottili e molto più scure di come le aveva una volta, fino a far comparire più rughe di quante già non contornassero quella linea ormai ricurva in una nostalgia che non sapeva come altro esprimere.
Con un paio di passi tremolanti si avvicinò ancora di più al dirupo, osservando al di sotto le onde dell'oceano scontrarsi sui mastodontici scogli in pietra chiara sulla spiaggia – lontana, lontanissima vista dall'alta distanza che lo divideva da quel panorama.
Per diversi istanti, provò ancora la convinzione di potersi lanciare nel vuoto con la consapevolezza che questo non fosse più un pericolo per lui, ma una sfida, un habitat che aveva imparato a domare con l'aiuto di quella strana creatura, così diversa e così uguale a lui, che nonostante tutto avrebbe continuato a vivere in eterno. Ci era riuscito davvero, a percepire il potere di essere parte di quel limite vertiginoso e di non doverlo più temere, ma il brivido che percorse la sua colonna vertebrale davanti a quell'abissale elevatezza, gli ricordò quanto miserabili fossero le sue incapacità.
Rialzò allora lo sguardo, verso l'infinito del mare che tanto lo attraeva fin da quando era solo un ragazzino ignorato da tutti – da se stesso, perfino – e, per un solo secondo, sentì i suoi occhi – stanchi, cadenti sugli angoli e dominati da un paio di intense iridi ancora rigogliose come un tempo – riempirsi di quell'energia che ricercava ogni giorno – ogni volta che, stupidamente, si recava lì all'inseguimento di un qualcosa che non riusciva a lasciar andare.
Nessuno osava parlarne più, ed era egoisticamente convinto fosse giusto così, perché niente di tutto quel che era successo meritava di diventare l'ennesima leggenda, l'ennesima idiozia da raccontare ai bambini prima di andare a dormire – e aveva giurato a se stesso che la grandezza di tutto quello non si sarebbe trasformata in nulla che l'avrebbe deteriorata, a costo di diventare mistico e incomprensibile agli occhi della nuova generazione, proprio come era successo.
Nulla era più lo stesso da tempo immemore, nemmeno lui, con i suoi capelli bianchi e la sua pelle sbiadita, con la sua postura piegata al volere della vecchiaia che ormai lo aveva raggiunto e abbracciato – e si sentiva un povero pazzo, con quella sua costante ed abitudinaria mania di indossare l'imbragatura di quando era ragazzo, non per sentirsi nuovamente giovane nonostante l'età, ma per non dimenticare quello che una volta regnava attorno a lui. Quello che, per quanto non l'avrebbe mai più raccontato a nessuno, non avrebbe mai dimenticato – e non ci sarebbe stata foglia di nessun albero, capace di strappargli via quella memoria, perché non avrebbe mai permesso a nessuno di portagli via quello che lo uccideva e lo teneva vivo al tempo stesso.
Un tempo, lì, c'erano i draghi.


F I N E




    » N O T E    A U T R I C E ;

Ultimamente l'angst sembra aver preso il sopravvento su di me, non posso farci nulla.
Anche questa volta, mi sono dilettata in una nonsense un po' what if, perché è più di un mesetto che ho in testa questo angosciante headcanon che vede i draghi estinguersi – non so come, non so perché, quindi non chiedete e sentitevi liberi di immaginare il background che più preferite.
Hiccup qui, come intuibile, è vecchio e malinconico, perché – esattamente come dice il testo – ha preferito tenere nascosto ogni dettaglio relativo all'esistenza passata dei draghi – sempre per i motivi che più preferite immaginare, ma la mia idea è più o meno quella che ho descritto, e cioè che il loro ricordo, il ricordo di Sdentato, è troppo opprimente e distruttivo per convincerlo a condividerlo con le nuove generazioni, che non potranno mai provare la stessa fortuna che ha avuto lui nell'incontrare il suo complementare e amato amico. Privilegia dunque l'auto crogiolamento, da solo, su quel dirupo che ha condiviso un tempo con il suo drago, per tentare di afferrare anche solo minimamente le sensazioni che lo hanno accompagnato quando lui ancora c'era – le esperienze che hanno condiviso assieme.
L'immagine finale è una mia edit personale, dove ho invecchiato Hiccup e cancellato Sdentato. Arrogatevi pure la libertà di salvarla e riutilizzarla, purché me la creditiate qualora decideste di postarla da qualche parte.
Direi che è tutto, come per la scorsa nonsense, anche qui non sento di dover dare ulteriori spiegazioni – anche perché non ce ne sono, altrimenti non sarebbe una nonsense.
Ringrazio tutti per le eventuali letture e gli eventuali commenti, e colgo l'occasione per scusarmi delle mie recenti sparizioni dal sito, ma, causa impegni personali e poca ispirazione, preferisco scrivere quando quest'ultima mi viene e quando ho tempo – onde evitare di tirar giù qualcosa di poco sentito.
Ringrazio anche infinitamente Shadow Eyes e Nihal992 per tutti i numerosi – e meravigliosi – commenti che mi hanno lasciato di recente. Giuro che risponderò anche ai vostri mp appena possibile. ♡
Grazie infine anche a tutti i nuovi commentatori degli ultimi tempi; essere così apprezzata mi scalda veramente il cuore. E' un piacere immenso per me, ricevere tutte queste attenzioni. Grazie davvero.

Ps: ho finalmente tumblr! per chi volesse seguirmi. ~

Un saluto e alla prossima!


© a u t u m n
   
 
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