- Kalinka, kalinka, kalinka moja! V sadu jagoda
malinka, malinka moja!
La partenza dell'Armata Rossa da
Mosca era vista come una festa. I soldati che partivano per respingere
l'invasore
e tornare vittoriosi erano visti vittoriosi ancor prima di iniziare a
combattere. La città era un tripudio di rosso e giallo, sia
dalle bandiere
dell'Unione che dai colori dei pokemon che l'abitavano. Una banda
suonava in
sottofondo per salutare i soldati, intonando il motivetto della
popolare
canzone.
- Ach, pod sosnoju, pod zelenoju, spat položite
vy menja!
Quilava
proprio non capiva perché si dovesse cantare una
canzone inerente alla campagna e ai frutti della natura nel bel mezzo
della
città, ma non era questo quello che gli importava in quel
momento. Era sceso in
strada per salutare suo fratello Typhlosion, anche lui nell'Armata che
stava
attraversando le vie di Mosca quel giorno. Ormai anche Quilava era
prossimo
all'evoluzione, e anche lui, proprio come il fratello, si sarebbe
arruolato
nell'esercito.
-
Al-ljuli, ljuli, al-ljuli,
spat položite
vy menja!
Quilava
percorreva irrequieto le affollate vie della città. Quasi
non si respirava da quanta gente c'era. A dire il vero i colori erano
così
omogenei che non si distinguevano nemmeno i pokemon dalle bandiere,
dagli
striscioni, dai festoni e dal resto. Era tutto un enorme mare di rosso
e
giallo, i colori del comunismo. Quilava aveva paura di perdersi in
quella
folla.
- Kalinka, kalinka, kalinka moja! V sadu
jagoda malinka, malinka moja!
Finalmente
il pokemon riuscì a raggiungere la Piazza Rossa. L'esercito
era là, che sfilava orgoglioso. I soldati si distinguevano
bene per la varietà
dei loro colori, anche se Quilava non riusciva a vedere il fratello.
Cercò di
avvicinarsi al centro della Piazza, dove sfilavano i militari.
-
Ach, sosenuška ty
zelenaja, ne šumi že nado mnoj! Aj-ljuli, ljuli, aj-ljuli,
ne šumi že nado mnoj!
Il
giovane pokemon guardava nervoso in tutte le direzioni. Non
poteva non salutare un'ultima volta il fratello prima della guerra. Non
sapeva
nemmeno se l'avrebbe rivisto, per cui non voleva perdersi
quell'occasione. Aspetta...
eccolo, era là, nella prima fila del corteo!
- Kalinka, kalinka, kalinka moja! V sadu
jagoda malinka, malinka moja!
-
Ty! Ty! Sono tuo fratello! Sono qui! Sono qui! - gridava
Quilava con tutto il fiato che aveva in gola. Il rumore di tutti i
pokemon attorno
a lui però schiacciava di gran lunga la sua voce.
Dannazione, ma quanto era
veloce quel corteo? Quilava rischiava di perdere di vista il fratello.
Non
poteva, gli doveva almeno dire addio.
-
Ach, krasavica,
duša-devica, poljubi že ty menja! Aj-ljuli, ljuli, aj-ljuli,
poljubi že ty
menja!
Quilava
prese a correre a più non posso. Si faceva largo a
spintoni in quella marea di rosso, tutta uguale. Doveva assolutamente
raggiungere Typhlosion. Doveva. Ad un certo punto la resistenza opposta
dalla
folla fu troppo. Quilava stava per eruttare le sue fiamme dalla
schiena, ma
riuscì in qualche modo a trattenersi. - Ty! TY! -
gridò, con le ultime forze
residue. Il fratello non lo sentì, e proseguì
nella marcia assieme ai suoi
compagni. Era finita, aveva perso la sua ultima occasione. Poteva
essere
l'ultima volta che lo vedeva.
- Kalinka, kalinka, kalinka moja! V sadu
jagoda malinka, malinka moja!
Quilava
si rassegnò. Il suo corpo divenne pesante, inutile. Si
fece inghiottire da quel tripudio di rosso e giallo, sotto gli altri
pokemon,
sotto le bandiere, gli striscioni, i cartelli. Tutto giallo. Tutto
rosso. Furono
quelli gli ultimi colori che vide. Solo giallo. E solo rosso.
Note
dell'autore
Boh,
non so da dove è venuta fuori questa storia. L'ho
scritta così, perché mi andava. La canzone mi ha
ispirato. Ve la linko anche.
Link a
"Kalinka":
http://youtu.be/VJ9q7N5e25c