CAPITOLO 1 - IL SUO CUORE FUNZIONAVA ANCORA
Vedere Emma da lontano, quanto il suo cannocchiale gli permetteva, era uno strazio.
Sapeva in cuor suo di aver sbagliato a non dirle subito la verità.
Non avrebbe mai voluto metterla in pericolo, l’amava. Anche se
lei le aveva spezzato il cuore. Aveva cercato di farle capire che quel
bacio ormai lontano non l’aveva dimenticato, sentiva invece
ancora le sue labbra febbricitanti che cercavano quelle di Emma. Si
trattava di un effetto collaterale della maledizione? O forse era il
suo corpo che tentava di avvisarlo, di ricordargli che aveva labbra
maledette e che ora non avrebbe mai più potuto neanche guardarla
negli occhi?
Doveva combattere contro il desiderio di flirtare, contro anche la
più piccola speranza che Emma potesse notarlo, ancora. Doveva
farsi odiare dalla donna che amava, era la sola soluzione.
Il suo cuore funzionava ancora, ma era spezzato e ogni battito faceva
male, adesso ancora di più visto che l’unica persona che
poteva risaldarlo insieme era la stessa che doveva tenere
distanza.
Vederla gli provocava un forte dolore al petto. Non vederla era peggio
lo faceva sentire come se stesse morendo, affogando lentamente nel
colore dei suoi occhi. Affogare... Impossibile per un pirata
affogare.
Ma tenerla all’oscuro di quello che era successo era stato un
errore ancora più grave. Quello sguardo triste, aveva causato
un’altra crepa nel suo cuore.
Emma aveva capito fin da subito che Killian le aveva mentito. La
fiducia che provava nei suoi confronti stava lentamente cadendo a
pezzi, ed era chiaro e lampante nel suo limpido sguardo.
Sapeva di aver sbagliato, ma cosa poteva fare? L’aveva delusa,
ancora. Aveva deluso la donna che amava, quella che sognava di guardare
la mattina appena sveglio. L’unica al quale avrebbe affidato la
sua vita.
In quegli occhi del colore del mare, nel quale troppe volte aveva
desiderato perdersi e affogare, aveva visto il suo riflesso: un
bugiardo che cammina. Se avesse voluto farsi odiare beh ormai mancava
davvero poco. Eppure continuava a pensare ‘Dannata Swan che usi i
tuoi poteri quando non devi...'
'Se non altro adesso sorride. E non è con te. Accettalo Killian, fattene una ragione, nella situazione in cui ti sei cacciato è meglio, per il bene di tutti se si dimentica di te'.
'Se non altro adesso sorride. E non è con te. Accettalo Killian, fattene una ragione, nella situazione in cui ti sei cacciato è meglio, per il bene di tutti se si dimentica di te'.
Con queste frasi tentava di combattere se stesso, ma non
riuscivano a far altro che scivolargli addosso. Sapeva che Emma provava
qualcosa. Ma come chiederglielo? Hook l’aveva osservata troppe
volte, e sapeva cosa provava in quel momento, dietro quel sorriso che
Emma alzava per nascondere ciò che veramente provava.
Preoccupazione e tristezza. Con Zelena in giro nessuno era al sicuro.
Chissà se
stesse pensando a lui…
Chiuse il cannocchiale e lo ripose nella tasca interna della sua lunga
giacca in pelle nera. L’unica cosa che ancora gli restava della
vita da pirata. Certo aveva l’uncino, dal quale aveva origine il
suo nome, ma per Killian non era un semplice riassunto delle sue
avventure piratesche. Era una cicatrice, con una storia, neanche poi
bella da raccontare. Quel giorno aveva perso non solo la sua mano, ma
anche la sua Milah.
Con Milah non era tutto così difficile. Ma quanto l’amava? Quanto amava Emma?
Probabilmente no. Era il suo primo amore, ma non il suo vero amore.
Sapeva che per Emma avrebbe combattuto fino alla morte per salvarla.
Sapeva che piuttosto che vederla morire avrebbe strappato il suo cuore
dal petto e l’avrebbe distrutto, senza riflettere.
Sarebbe andato in capo al mondo, o anche indietro nel tempo per lei.
Qualcosa che per Milah non avrebbe saputo fare. Era troppo egoista e
orgoglioso per salvarla. Se avesse provato almeno un po’ ad
opporsi all’Oscuro probabilmente non l’avrebbe persa.
Non avrebbe mai pensato che quella loro passione, quella vita che era
pronta a salpare, affondava ancora prima che si potessero ammainare le
vele e levare l’ancora.
Milah, l’unica persona che lo faceva sentire umano e non un
fallito, ogni volta che guardava l’uncino sulla mano sinistra si
ricordava di lei e di quanto avesse sofferto nel vederle la vita
scivolarle via, troppo presto.
Si strinse nelle spalle e si avviò verso il porto, sicuro di
poter pensare ad una soluzione migliore, aiutato dallo stridio dei
gabbiani e dall’acqua che sbatteva contro le chiglie delle
navi.
- Questa donna che dici ti
abbia spezzato il cuore… La ami ancora? E allora
giuramelo… giuramelo sul suo nome.
- LO GIURO SU EMMA SWAN!
Quelle frasi, quelle parole, quelle lettere, non volevano abbandonarlo. Nemmeno una cura a base di rum era riuscito ad aiutarlo. Tutto gli ricordava Emma. Tutto… la fiaschetta, il cielo, le nuvole, l’aria… il profumo del mare. Gli ricordavano ogni secondo passato insieme, anche se per lei non significava nulla. Ma era davvero così?
Killian però continuava a credere, che attraverso i suoi occhi
di quel verde simile al colore del mare cristallino, aveva visto
qualcosa. La Salvatrice, aveva dei sentimenti per lui. Poteva giurarlo
sulla sua mano destra, come lui stesso ripeteva tra se e se’
più volte.
Era vero, ciò che provava per Emma lo aveva cambiato, non
avrebbe mai voluto rinunciare alla sua unica mano per amore, non per
Milah. Lo aveva capito sin dalla prima volta in cui si erano
incontrati. Non era riuscito a prenderla in giro, ricordò
accarezzandosi lo stesso polso dove Emma gli aveva chiuso il pesante
lucchetto. Già provava qualcosa per quella donna forte e
coraggiosa.
Non aveva mai avuto il coraggio per abbattere quel muro altissimo che
aveva costruito assieme al suo orgoglio. Mattone dopo mattone. Non
avrebbe mai voluto disfarlo. Sarebbe significato distruggere la sua
reputazione, da Capitan Uncino, lo spietato, lo spregevole, un
uomo incapace di provare amore.
Quanto avrebbe voluto tornare indietro… cambiare le scelte prese. Non averla mai incontrata.
Poi si pentiva di aver anche solo pensato una frase del genere e
tornava a mischiare le lacrime con il sapore dolciastro del
rum.
Era così vicino alla disperazione che ormai non desiderava altro che il fato lo uccidesse...
Era sempre dura alzarsi dopo una sbronza, ma quella mattina non fu
così difficile. Delle urla lo svegliarono. Urla familiari,
conosciute...
Spalancò gli occhi le pupille si dilatarono, coprendo l’iride dello stesso azzurro del cielo, un po’ ancora per la sbornia ma anche per la paura.
Non erano delle semplici urla... Era Henry.
Spalancò gli occhi le pupille si dilatarono, coprendo l’iride dello stesso azzurro del cielo, un po’ ancora per la sbornia ma anche per la paura.
Non erano delle semplici urla... Era Henry.
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Pssst! Non scappare ;)
Sono Follisa97, scusa il disturbo ma qualche parola era d'obbligo.
Premetto che è la mia prima volta come scrittrice di storie a
più capitoli - quindi spero di non deludere te e tutti gli
altri lettori.
E' anche la mia prima volta nel mondo di Once Upon A Time, parlare e
descrivere grandi What if come questo, con dei personaggi stupendi come
loro, l'ho sempre trovata una bella sfida. Spero di essere riuscita a
colpire il bersaglio e non mancarlo miseramente.
Per ragioni puramente scolastiche pubblicherò un capitolo alla settimana, se riesco anche due.
In realtà non credo che arriverò a scrivere più di 10 capitoli.
Non vedo l'ora di leggere tutte le recensioni che tu e gli
altri lettori vorrete rilasciare. Spero che, tutta la mia fanfiction,
ti diverta e ti emozioni.
In realtà questo primo capitolo non è uno delle mie
migliori esperienze da "scrittrice" - per così dire - ma ecco
credo, almeno a livello del tutto personale, che il meglio
arriverà con gli altri capitoli.
Grazie per aver letto queste quattro stupidate c:
Non vedo l'ora di poter rispondere alla tua recensione. Spero non sia
un male darti del tu, ma ecco solo il fatto che tu abbia aperto questa
storia e pensare che tu possa recensire ecco... mi fa sentire
più che felice. Sei una delle poche persone che è
riuscita a rendermi felice. Quindi Grazie :3