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Autore: Shootyourface    17/05/2014    0 recensioni
Anno x. Non esiste epoca, non esiste tempo.
Esiste solo il presente, esiste l'istinto di sopravvivenza. Esiste una sola domanda: Perchè?
Qui narrate le vicende di una giovane ragazza senza passato, R., che viene ritrovata sola, nel bel mezzo del nulla in un mondo completamente distrutto da vari attacchi nucleari. Sono pochi i sopravvissuti in questo enorme mondo che sembra essere tornato all'origine della vita, si può dire che siano unici. E sicuramente esiste un motivo per il quale proprio loro siano sopravvissuti alla catastrofe.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Ciao a tutti, piccola introduzione per me, ultimamente sono assai fissata con avventure a sfondo post-apocalittico, con violenza e istinto di sopravvivenza. Quindi questa storia vuole rappresentare la vita di una giovane donna rimasta l'unica al mondo per qualche ragione, che vivrà la sua vita ogni giorno come se fosse l'ultimo. Questa storia non nasce propriamente come "storia" difatti sto cominciando a disegnarne un fumetto. Quest'ultima nasce per farla leggere proprio a voi, e vedere se è di gradimento al pubblico. Quindi recensioni e critiche riguardanti la trama sono sempre ben gradite. Buona lettura




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Non so che giorno sia, non sò neanche l'ora, o l'anno. Non so un cazzo.

I miei occhi puntano verso un mare arancione ricoperto di nuvole violastre, il tramonto. Non lo ricordavo così bello dalla mia infanzia. Quando giocavo nell'erba con le bambole di pezza.
E' tutto così aldo e rinvigorente, l'erba gioca con i miei capelli e disturba il mio volto arido, entra nelle orecchie e risveglia i miei sensi pian piano, uno dopo l'altro.
 Chiudo le palpebre doloranti e cerco di alzare il busto dal manto verdastro su cui si poggia.
Fà freddo, il vento mi picchia sulle spalle, piccoli brividi cominciano a percorrermi la schiena fino ad impossessarsi anche del resto del corpo. 
Sono nuda. 
Difronte ad un tramoto che mi giudica, mi osserva, mi deride forse.
Calde lacrime scendono dal mio viso, io non so chi sono, non so come mi chiamo.
Non sò perchè sono qui, e non so cos'è questo posto.

Io non so un cazzo.





La notte arriva senza guardare in faccia nessuno, il mio corpo denudato trema instancabilmente, il cielo è tremendamente scuro e io non vedo oltre l'enorme montagna che mi si para davanti. Ho camminato per ore, ho percorso una lunga strada piena di alberi, ed erba.
Ma l'unica cosa che sono riuscita a trovare sono queste enormi rocce, grigiastre e opache, che ora sono così spaventosamente scure da mettermi quasi timore.
Ma sono sicura che non è di questo che mi devo preoccupare.
Durante il mio breve ma intenso viaggio verso altre zone sconosciute, il mio cervello sembra porsi delle domande.
Una tra tutte spicca più e più volte: Perchè?

Non so spiegare a me stessa cosa è successo, tento di addormentarmi più volte, ma il mio cervello vaga per incubi, come se fossero episodi accaduti di recente, un enorme luce, volti impauriti e inorriditi, un enorme massa di gente che scappa ovunque, una donna che pare guardare verso di me, e presa dal terrore comincia ad urlare qualcosa.
Ma si ferma sempre sulle prime due lettere "Re".
Cosa dovrebbe significare?
Ho perso la voglia di dormire, mi rannicchio infreddolita e aspetto il nuovo sole, se mai ce ne sarà uno.
L'aria qui è pesante, mi viene difficile respirare, ma forse è meglio così.
Forse sarebbe il caso di morire. Mi si sono intorpidite le dita dei piedi, le osservo, annerite dalla passeggiata e rovinate, stanche, consumate.
Sospiro leggermente, e chiudo nuovamente gli occhi, non voglio dormire.
Penso di non voler rivivere quel brutto sogno.



C'è qualcosa che si muove sulla roccia alla mia destra, ne sono sicura.
L'ho sentito, era un palese tonfo, di un qualcosa che cadeva, ma non c'è niente.
La pietra è vuota e la luna ora ne contorna l'orlo.
Un nuovo sentimento mi fa strada nello stomaco.
La paura.
La paura di qualcosa di nuovo e di spaventoso. Ma cosa può esserci in questa valle di desolazione?
E' una figura nera ora accanto a me, che risveglia mi miei sensi, mi sento sobbalzare e andare indietro, impaurita, come un animale che entra in contatto per la prima volta con una cosa, l'osservo attenta al suo minimo movimento. Ma nonostante il mio tentativo di guardia, la figura si avvicina a me, un passo sicuro e veloce. Un passo.
Quindi non sono sola?



Quello che ricorderò per sempre di questa notte è come la luna si mise ad illuminare la montagna, rendendola quasi mistica e accogliente.




Ora se sò una cosa, è che l'oscurità che cattura i miei occhi portandomi nell'oblio non è una cosa volontaria.
   
 
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