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Autore: Sara Saliman    18/05/2014    3 recensioni
Nella sua prigione di vetro, a volte Loki sogna di cadere.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nota: la colonna sonora di questa flashfic è "Silhouettes", di Of Monsters and Men. C'è qualcosa di così delicatamente violento in quella canzone, che dovevo scrivere qualcosa per esorcizzarla.
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Si svegliava di soprassalto, sognando di aver sognato di cadere. Gli capitava ancora, a volte: sognava abissi stellati, nebulose traslucide, la luce bianca e implacabile delle stelle che gli consumava gli occhi da sotto le palpebre serrate. Sentiva il proprio grido riverberare attraverso il tempo, attraverso i mondi, aprire minuscole crepe nel tessuto della realtà: crepe attraverso cui i suoi incubi filtravano negli altri universi, e divenivano reali.
Non era così sempre: non era così tutte le notti, ma molto spesso, oh, molto spesso sì.
Il passato era una scatola nascosta sotto la branda, insieme a un milione di fantasmi: lo spazio sotto al suo letto era pieno di fantasmi. La notte erano tutti in piedi e lo fissavano immobili e muti, le mani penzoloni lungo i fianchi, le punte delle dita sporche di sangue, le orbite vuote, piene di buio, e dal fondo di quell’oscurità tenaci residui di esistenza che, pur senza vedere, lo fissavano.
Loki aveva inventato un nome per ognuno di quei morti. All’inizio della prigionia, lo aveva fatto per schernirli. Col tempo, era per supplicarli di portarlo con loro.
Una volta, uno di loro gli aveva dato un coltello.
Loki lo aveva usato per aprirsi le vene dei polsi, e disegnare sul muro intonso un lupo enorme, abbastanza grande da ingoiare il mondo, e una fanciulla dal profilo sfregiato, che governava sui morti.

Secolo dopo secolo la sua coscienza era precipitata, e continuava a cadere, tra milioni di stelle, frantumandosi in milioni di storie.
Nella prigione di vetro, il corpo del dio era un guscio vuoto.

Loki era evaso di nuovo, dopotutto.
 
   
 
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