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Autore: Fairy_Child    19/05/2014    2 recensioni
Morgan e Prentiss, come al solito, stanno prendendo in giro Reid perché il giovane genio non ha mai avuto una ragazza. Cosa si cela dietro il dolore del ragazzo, quando i colleghi esagerano? MORGAN/REID SLASH
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Morgan, Emily Prentiss, Jennifer JJ Jareau, Spencer Reid
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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COME POTREBBE MAI ACCADERE?



Salve a tutti! Premetto che questa che riporto qui è la traduzione, fatta da me, di una fanfiction scritta originariamente in inglese. L'autrice è Eternal Soldier e la storia si intitola "How could it ever be?". La potete trovare su fanfiction.net. Spero che questa fanfiction sia di vostro gradimento, a me personalmente è piaciuta tantissimo. :3 Se vi aggrada posterò il sequel. Si tratta di una Long-Fic molto molto bella, che ho intenzione di tradurre durante l'estate! E' la mia prima volta qui e sono un po' emozionata, spero di aver fatto un lavoro decente con la traduzione ahaha ^-^ beh buona lettura a tutti!! <3
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La mia teoria è che la cosa più difficile che qualcuno possa fare nella vita è apparire normale. -Autore sconosciuto

Spencer Reid non l'avrebbe mai ammesso, ma odiava quando gli altri membri della BAU lo prendevano in giro per non aver mai avuto una ragazza. E, quella mattina, avevano ricominciato. Ammettiamolo, erano tutti annoiati - non c'erano casi che richiedevano l'immediata attenzione della squadra, casi per cui avrebbero dovuto viaggiare, così erano tutti rinchiusi in ufficio intenti a lavorare. Reid si muoveva tra le sue cartelle a un ritmo record e aveva concluso quasi metà del suo lavoro prima che Morgan e Prentiss avessero finito con il terzo fascicolo. Hotch, Rossi, JJ e Garcia erano tutti rintanati nei loro rispettivi uffici e avevano lasciato i tre agenti da soli. Reid aveva quasi terminato con tutti i suoi documenti, quando le prese in giro cominciarono.


"Perché stai lavorando così veloce, ragazzino?" chiese Morgan "Hai un appuntamento stanotte?"

"Lo sai che non ho un appuntamento, Morgan" rispose Reid senza alzare lo sguardo dal foglio. 

Morgan rise e appoggiò la penna, piombando sulla parete di plastica tra la sua scrivania e quella di Reid. "E perché mai?"

"Perché è sposato con il suo lavoro" intervenì Prentiss, mollando il suo documento e appoggiando la penna a sua volta.

Reid, comunque, continuò a lavorare. Quasi desiderò non aver lavorato così veloce, così da avere più roba da fare per distrarsi da Prentiss e Morgan. Aveva addirittura la mezza idea di andare da Hotch per chiedergli più fascicoli.

"Mi sa che hai ragione, Prentiss" disse Morgan "Non ha nemmeno risposto questa volta. Troppo impegnato con il lavoro per parlare con noi".

"Anche tu dovresti essere impegnato, se vuoi andare a casa stanotte" disse Reid, girando la pagina.

"Eh già... Perchè, a differenza di te, io posso davvero avere una ragazza, ragazzino" Scherzò Morgan.

Reid si accigliò e quasi gli rispose male, quella volta. Sì, sapeva che Morgan poteva averla, una ragazza. Qualsiasi ragazza avesse voluto, per giunta. E questo era una parte di ciò che mandava in bestia Reid così tanto.

"Credo che Reid potrebbe avere ragione questa volta, Morgan" disse Prentiss, non senza una velata ironia nel suo tono di voce "Scommetto che quella fanciulla dai capelli neri con cui ti ho visto l'altra sera sarebbe felice di riavere tue notizie"

Morgan ridacchiò. "Nah, Prentiss. Non è il mio tipo."

"Pensavo che tutte fossero il tuo tipo" scherzò Prentiss.

Non tutti. Pensò tra sè Reid con tristezza. Se solo fosse vero. Poi scosse la testa, provando a eliminare quei pensieri dalla sua testa. No. Non poteva pensarci. Era una cosa stupida. E Reid era tutt'altro che stupido. 

"Qualcosa non va, ragazzino?" chiese Morgan, con ancora un luccichio negli occhi.

"No." tagliò corto il giovane agente, mentre prendeva il suo ultimo documento.      

Improvvisamente Morgan sembrò colpito da un lampo di genio. "Hey! Puoi averla tu, quella ragazza, se vuoi. Ti do il suo numero", ammiccò.

"No grazie." Reid continuò a lavorare, sperando, per una delle poche volte dal giorno in cui aveva conosciuto l'uomo, che Morgan se ne andasse e basta. 

"Eddai, ti piacerà. Sono sicuro che le piacerebbe da morire incontrare un altro agente dell'FBI."

Reid chiude di scatto il suo ultimo file. "Ho detto che non sono interessato, ok Morgan?" sbottò, prima di prendere la sua tazza di caffè  e dirigersi verso la sala ristoro.

Prentiss e Morgan lo guardarono, sentendosi in colpa.  "Mi sa che abbiamo esagerato questa volta" ammise finalmente Prentiss. 
Morgan fissò la porta della sala. Era chiusa. Reid non chiudeva mai la porta quando andava a prendere il caffè. Mai. "Penso che tu abbia ragione" rispose l'agente. 

Quando Reid finalmente ebbe finito di versare un'abbondante quantità di zucchero nel suo caffè, si appoggiò al bancone e chiuse gli occhi. Perché Morgan doveva rendergli le cose così difficili? Certo, Morgan non sapeva la verità, non sapeva il motivo per cui Reid non voleva uscire con una delle sue tante ex. E dopo quello che era appena successo, Reid non pensava che avrebbe mai detto la verità a Morgan. 

Era stato bravo a nasconderlo per così tanto. O meglio, fenomenale. C'erano state delle volte in cui aveva quasi ingannato se stesso -con Lila Archer, e poi con quella barista, Austin. Aveva pensato di volerle davvero, aveva pensato di voler sentire quelle morbidi labbra femminili sulle sue.  Aveva pensato male. Un tempo, aveva avuto perfino una cotta per JJ. Ora, tuttavia, non credeva nemmeno che ciò potesse essere possibile. Ora provava qualcosa per una persona. Una persona per cui mai, mai avrebbe dovuto provare qualcosa. 

Ecco. L'aveva finalmente ammesso a se stesso. Reid si era completamente innamorato di qualcuno che non poteva avere. Questo pensiero straziò il suo cuore. 

La porta della sala ristoro si aprì. Reid fece un salto per la sorpresa, ma era solo JJ, che stette lì, con un'espressione preoccupata sul volto.

"Spence? Stai bene?" Gli domandò, entrando nella stanza e chiudendo la porta dietro di lei. 

"Sto bene, JJ" rispose Reid automaticamente, voltandosi e prendendosi un sorso di caffè. 

"So che non è vero, Spence." Disse JJ, che ora stava dietro Reid. "Ho sentito Prentiss e Morgan parlare". 

"Allora dovresti sapere che non ne voglio parlare, JJ." Disse Reid, guardando la collega.

"Da quando lo sai, Spencer?" chiese JJ improvvisamente.

Reid era scioccato. "Cosa? Di cosa stai parlando?"

JJ avanzò e prese la sua mano tra le sue. "Sai esattamente cosa intendo, Spencer", disse con gentilezza. Reid guardò dentro gli occhi blu di JJ e realizzò che la donna lo aveva capito come nessun altro nella squadra aveva fatto. Sapeva la verità.

"Sì", sospirò Reid. "Lo so."

"Da quanto tempo?" domandò di nuovo JJ. 

Reid scosse la testa. "Non lo so", disse. "Penso che sia emerso da un po', solo che non l'ho mai realizzato davvero. Sarò un genio, ma non so nulla su queste cose".

"Non credo che dovresti aspettarti di comprenderlo, Spence", lo rassicurò JJ. "L'amore è qualcosa che nessuno può comprendere."

"Ma io dovrei sapere tutto, JJ!" esclamò il ragazzo "Nozioni e conoscenza sono tutto ciò che ho!"

"Ti sbagli" sussurrò JJ "Sei incredibilmente dolce, e divertente, e coraggioso, e uno dei ragazzi più gentili che io abbia mai incontrato. E, sì, sei estremamente, estremamente intelligente. Chiunque sarebbe fortunato ad averti". 

Reid sospirò. "E allora perché non sento che sia così?"

"Perché a volte l'amore non ha senso, Spence", rispose JJ. "In realtà, raramente ce l'ha."

"E tutto questo... il modo in cui mi sento. Non ha senso per niente."

"Sì che ha senso. Siete migliori amici, significate tutto l'uno per l'altro. Ha perfettamente senso il fatto che provi queste cose".

"No", replicò Reid "Non è corrisposto. Non dovrei mai provare questo. Mai."

"Hai mai provato a parlargliene?" domandò JJ.

"No!" rispose subito l'agente "Come potremmo parlarne? Renderebbe ogni cosa così difficile."

"Devi dirgli qualcosa, Spencer. Non puoi tenere tutto questo chiuso dentro di te. Tenerlo segreto rovinerà tutto, più di dirgli la verità."

"Non sono corrisposto, JJ", ripetè Reid.

"Non ne puoi essere sicuro" disse JJ "Non potrai mai esserne sicuro finchè non glielo dici."

"Lavoriamo insieme, JJ", le ricordò Reid "Siamo entrambi nell'FBI"

"E allora? Anche Garcia e Kevin, eppure escono assieme", puntualizzò lei.

"Sì, ma è diverso. Loro sono in una relazione regolare. E non lavorano nella stessa squadra. E in ogni caso, sai che non sono bravo a tenere i segreti, JJ."

"Hai tenuto questo" disse JJ, "Nessun altro lo sapeva, a parte me." Dato che Reid non rispondeva, JJ sospirò e cominciò a camminare verso la porta. "Vado a prenderlo", annunciò.

"JJ, aspetta, per favore - " iniziò Reid, ma JJ aveva già lasciato la stanza e chiuso la porta dietro di lei. 

Reid cominciò ad andare in panico. JJ stava per andare a prenderlo per dirgli che Reid gli voleva parlare. E lui stava per entrare, e chiedere a Reid cosa non andasse, e Reid non avrebbe avuto altra scelta che dirglielo. E allora tutto sarebbe andato a pezzi. Lui avrebbe lasciato la squadra, non avrebbe mai più parlato a nessuno di loro. Forse avrebbe addirittura abbandonato l'FBI.

"Hey, ragazzino" disse una voce, e Reid si girò. Morgan era entrato nella stanza. Dio. Era davvero necessario dirglielo?


"JJ ha detto che c'è qualcosa di cui vorresti parlarmi", continuò Morgan. Reid annuì ma non parlò. "Reid? Va tutto bene?"

"In realtà no, Morgan", Reid si voltò, consentendo a Morgan di vedere l'ansia impressa sul suo volto. 

"Oh, Reid". Morgan gli si avvicinò. "Abbiamo esagerato...". Reid non potè fare a meno di annuire. "Ragazzino, mi dispiace così tanto..."

"Va bene, Morgan. Non è colpa tua. Non è colpa tua se non volevo uscire con quella donna. Beh, un po' sì, ma non veramente." Eccolo, il suo primo errore. Avrebbe dovuto dirlo a Morgan, adesso.

"Reid, di cosa stai parlando?" chiese Morgan.

"Suppongo che il motivo per cui non voglio il numero di telefono di quella donna è che in realtà non sono... interessato... alle donne," mormorò Reid.

Un'espressione di shock e, allo stesso tempo, di comprensione apparve sul volto di Morgan. "Sei gay?"

Reid annuì. "Credo di esserlo". Non si era mai sentito così nervoso, così spaventato, così insicuro. Morgan riusciva a vederlo sul suo volto.

"Qualcun altro lo sa?", domandò l'agente di colore.

"JJ. Non gliel'ho detto io. Lo sapeva e basta. Lo sapeva anche prima che io me ne rendessi conto."

"Beh, è questo JJ per te" disse Morgan, "E' la tua migliore amica. Ti conosce meglio di tutti noi."

"Lei ha compreso anche qualcos'altro che mi riguarda...", disse Reid. E poi esitò. 

"Ragazzino, di cosa stai parlando?" chiese Morgan. Reid si limitò a guardarlo, lo guardò dritto negli occhi. E Morgan capì. "Reid..."

"Va bene, Morgan, lo capisco. Capisco se non vuoi parlarmi più. Capisco anche se vuoi che io mi dimetta. Andrò immediatamente a parlare con Hotch e..."

"Reid, stai divagando di nuovo" disse Morgan, e Reid smise di parlare. "Lo sai che, per essere un genio, puoi essere sorprendentemente stupido a volte, ragazzino."

Ora Reid sembrava confuso. "Di cosa stai parlando?" domandò.

"Solo perché sei gay e provi...sentimenti per me, non significa che ti odio, ragazzino. Avevi una cotta per JJ e lei non ti odiava."

"Questo è diverso, Morgan!" urlò Reid "Non ero innamorato di lei!"

Morgan era sconvolto. Questo, come nient'altro, lo sconvolse completamente. "Tu mi ami?", boccheggiò.

Reid non poteva credere di averlo detto in quel modo. "Io, Morgan, io-", balbettò, ma non poteva negare quanto aveva appena detto. "Capisco se vuoi andartene adesso." Reid si voltò e cercò di non piangere. La faccia di Morgan aveva detto tutto. 

"Spencer". Reid si irrigidì. Non solo Morgan aveva usato il suo nome, ma era proprio dietro di lui. Reid era troppo spaventato per girarsi. 

A Morgan non importava, tuttavia. Mise le mani sulle spalle del collega e lo fece voltare, a forza. Tutto ciò che Reid poteva pensare ora era il fatto che il viso di Morgan era a solo pochi centimetri dal suo. "Ragazzino. Spencer." disse l'altro "perché mai dovrei volermene andare da te?" Prima che Reid realizzasse ciò che era accaduto, le labbra di Morgan erano sulle sue. 

Reid era troppo scioccato per riuscire a rispondere al bacio. Nonostante la sua mente da genio, trovava difficile processare tutto ciò. Morgan, Derek Morgan, lo stava baciando. Com'era possibile?

Reid ruppe il bacio, ma non si allontanò da Morgan. "Come?" fu tutto ciò che riuscì a dire.

"Non lo so", rispose Morgan onestamente. "Non lo so davvero."

"Ma, sai, io pensavo che fossi, beh..." Reid non riusciva a far uscire le parole. Non era mai stato capace di parlare dei suoi sentimenti.

"Anche io. Ma quando te ne sei andato da me e Prentiss, e abbiamo realizzato di averti ferito, mi sono sentito...diversamente. E' stato in quel momento che l'ho saputo."

"Saputo cosa?"

Morgan fece un profondo respiro. "Che ti amo anche io", disse. 

Quello, più di qualsiasi cosa che era successa quel giorno, anche più del bacio, colpì Reid. Quelle parole erano davvero uscite dalla bocca di Derek Morgan? "Tu... tu cosa?"

"Ti. Amo." ripetè l'altro, facendo una pausa tra ogni parola perché Reid potesse afferrarne il significato.

"Allora cosa faremo?" continuò Reid, ancora restìo ad allontanarsi dall'uomo amato.

"Cosa vuoi dire?"

"Beh, non possiamo esattamente dirlo a tutti, o no?" puntualizzò il ragazzo.

"E perché no?" Disse Morgan.

"Beh, prima di tutto... si tratta di te e me, cosa che non si è mai sentita né in cielo né in terra. E poi lavoriamo assieme, è contro le regole."

"Giusto", concordò Morgan "Anche se Garcia ci ucciderebbe se sapesse che glielo stiamo nascondendo."

"Suppongo che dovremo mantenerlo segreto allora, no?" Reid sorrise. Morgan non lo aveva mai visto così felice, come se un peso enorme gli fosse stato tolto dalle spalle. A pensarci bene, era più o meno così. Morgan sentiva lo stesso senso di libertà, anche se fino a quel momento non sapeva di essere stato in trappola. 

"Tuttavia c'è una persona a cui dovremmo dirlo", annunciò Reid, distogliendo Morgan dai suoi pensieri. L'uomo era confuso. "JJ" spiegò Reid "Lo sapeva prima che io stesso lo realizzassi. Lo capirebbe comunque."

Morgan annuì. "Giusto", disse, ma non si mosse minimamente per lasciare la stanza. Non avrebbe mai voluto lasciare quel posto, lasciare andare l'amato genietto. 

Come un segnale d'azione, tuttavia, il telefono di Reid cominciò a squillare. Guardò il cellulare e sospirò, "Siamo nella sala ristoro, JJ". Riattaccò e si girò verso Morgan. "Sta arrivando". Si allontanò dall'altro agente e si sedette al tavolo, appoggiandovi una mano. "Non dobbiamo farglielo capire quando entra", spiegò. Morgan annuì e sì unì a Reid al tavolo. 

JJ entrò nella stanza pochi minuti più tardi. Dall'espressione di Morgan non traspariva nulla, così si girò verso Reid. "Beh?"

"Gliel'ho detto", disse Reid, cercando di allontanare tutti i sentimenti dalla sua voce. 

"E...?", fece la bionda. Morgan guardò Reid, e il giovane genio annuì appena. Morgan prese la mano di Reid, intrecciando le sue dita con quelle del ragazzino. 

Un enorme sorriso comparve sul volto di JJ. "Siete seri?" domandò. Entrambi annuirono, sui loro visi le stesse identiche espressioni di gioia e libertà. "Vedi, Spencer? Ti avevo detto che avrebbe funzionato."

Reid annuì, sorridendo ancora. "Già", rispose. "Ma non puoi dirlo a nessuno. Potremmo perdere il lavoro."

"Nemmeno alla squadra?" Entrambi scossero la testa. "Sapete che lo scopriranno, alla fine. Non sarà facile."

"Lo so", disse Reid. "Ma risolveremo tutto questo quando ci arriveremo. Come qualcuno di molto saggio mi ha detto una volta, non lo puoi scoprire finchè non provi". E con piena gioia di JJ, Reid baciò Morgan di nuovo.



Impari ad apprezzare qualcuno quando scopri cosa lo fa ridere, ma non potrai mai davvero amarlo finchè non scopri cosa lo fa piangere. -Autore sconosciuto


Ecco fatto ragazzi! Se la storia vi è piaciuta lasciate una recensione e chi vuole la traduzione del sequel lo dica! :3
  
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