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Autore: Jeanine Courtney    19/05/2014    0 recensioni
Storia di come secondo me Jeanine è diventata capofazione. Spero che la gradirete e che lei non sia troppo OOC: Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate :)
White_Tiger
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeanine Matthews
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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We still are made of greed.

Who's that girl?

Where's she from?

No,she can't be the one that you want

That have stolen my world

Is not real, is not right

is my day,is my night

by the way...who's that girl living my life?

 

Who's that Girl-Hilary Duff

 

Prima di diventare una capofazione spietata e insensibile, Jeanine Matthews era una ragazza come tante. Non aveva particolari aspettative e aveva un fidanzato. Si chiamava Jonathan. Era un bel ragazzo: alto, slanciato, muscoloso, dalla carnagione olivastra, capelli con i rasta e castani e occhi marroni. I due trascorrevano un sacco di tempo a studiare insieme in biblioteca, a usare il computer oppure a girovagare per le vie della città. Erano considerati la coppia perfetta e facevano invidia a molti. Ovviamente, Jeanine non era una di quelle persone talmente sdolcinate da tirare fuori frasi da diabete. No, non lo era affatto. Dalla sua bocca non uscivano mai parole troppo dolci, ma parole semplici che riuscivano a incantare il suo ragazzo. Adorava scrivere. Le sue lettere erano lunghissime e piene di belle parole. Il suo ragazzo le ripeteva sempre che sarebbe stata un'ottima capofazione perché con la sua parlantina e il suo fascino, sarebbe riuscita a persuadere chiunque e convincerlo a seguirla. Ogni volta che glielo diceva, la bionda sorrideva e lo ringraziava, dicendogli che erano parole molto gentili e le facevano piacere, ma non le importava di convincere gli altri. A lei bastava convincere lui e averlo per sempre. Insieme erano felici.

Qualche anno dopo arrivò il giorno della Cerimonia Della Scelta. La sedicenne trovava quel giorno inutile: lei sapeva già qual'era il suo posto,senza se e senza ma. Era un'Erudita nata e sarebbe rimasta in quella fazione. Non aveva bisogno del test attitudinale. Al momento della scelta si precipitò senza esitazione verso la vasca contente l'acqua, elemento degli Eruditi, e fece colare il sangue nella ciotola. Jonathan fece altrettanto poco dopo. Jeanine fu felicissima della scelta del ragazzo. In quel modo sarebbero rimasti sempre insieme, come si erano promessi. Presa dell'euforia, la bionda gli corse incontro per abbracciarlo, ma il castano la scanzò e andò da un'altra ragazza. La bionda rimase impietrita. Non poteva essere vero. Non doveva esserlo. Le aveva promesso che sarebbe stato solo suo. Non avrebbe dovuto farle questo. Bastardo, pensò lei con odio. Illudere qualcuno era l'atto più spregevole che posse essere mai stato fatto. Fu un vero colpo basso per lei. La ragazza, sebbene inizialmente avesse provato sconcerto e delusione, ora riusciva a provare solo odio. Odio nei confronti di quel maledetto bugiardo che l'aveva illusa e aveva giocato con i suoi sentimenti. Le stavano per scendere le lacrime dagli occhi, ma si trattenne. Decise che non avrebbe versato neanche una lacrima per quel bastardo. Non se la meritava. Era più forte di lui. Lo squadrò con un'espressione carica di risentimento. Poco dopo, girò lo sguardo verso la ragazza che il suo cervello aveva catalogato come “ladra di fidanzati”. Guardandola, Jeanine si chiese come avesse fatto ad attirare l'attenzione di Jonathan e a portarglielo via. Non sembrava neanche tanto carina: era bassa, paffutella, con un cesto di riccioli neri e due occhi marroni. Non aveva certo il suo fascino ipnotico. In quel momento, la bionda si chiese se il suo ex ragazzo avesse gli occhi foderati con il prosciutto o meno. Come poteva averle scaricata per una creatura tanto abominevole? La guardò meglio e notò con estremo disgusto che la mora era vestita di grigio. Grigio significava Abneganti. Che aveva quella ragazzina in testa?! Per quale assurdo motivo era passata agli Eruditi?! Era risaputo che quelle due fazioni si odiassero a morte. Jeanine era senza parole. Decise di far finta di niente e continuare per la sua strada. Una parte di lei era distrutta, ma non le importava. Era l'ultima volta che avrebbe dato retta al cuore. Quella lezione le servì molto.

Durante i giorni dell'iniziazione, la ragazza continuò a vedere la coppietta felice che mostrava il proprio amore a tutti. Più li vedeva, più desiderava eliminare quella ladra di fidanzati. Doveva esserci lei al suo posto. Passò il test del QI senza problemi. Fu una passeggiata per lei. Tutti sapevano quanto fosse geniale. Subito dopo, le fu chiesto di scegliere un settore nel quale si sarebbe specializzata. Gli Eruditi ne avevano 5: Sociologia, Psicologia, Matematica, Scienze, Comunicazione e Storia. La ragazza scelse il ramo scientifico senza esitazione. Era quello il suo posto e lo sapeva. Lei era nata per sviluppare i sieri e osservarne la struttura . Il suo ex scelse storia e l'abominio-ruba-fidanzati fece lo stesso. Oh, che dolci. Sempre uniti in tutto e per tutto, si trovò a pensare lei con estrema amarezza. Nonostante cercasse di ignorarli, ogni santa volta si trovava a pensare di voler tornare con Jonathan. Perché succedeva? Per eliminare quella fastidiosa sensazione, la bionda decise che avrebbe ucciso quella ricciolona. Se voleva la guerra, l'avrebbe avuta. Peccato che fosse destinata a perderla.

La ragazza passò giorni e giorni ad armeggiare con il suo computer in cerca di qualche informazione. Ogni parte di lei desiderava scoprire la verità su quell'ex Abnegante che le aveva rubato il ragazzo. Doveva scoprire chi era e per quale motivo si era trasferita agli Eruditi,. Ormai era diventata la sua priorità. Inizialmente non trovò niente di interessante, ma solo inutili ciance. Finalmente, dopo una lunga e asfissiante settimana di ricerche, la bionda si imbatté in un file sul quale c'era scritto “ATTENZIONE, TOP SECRET. VIETATO APRIRE” . Dopo aver letto quella scritta, alla ragazza brillarono gli occhi per l'eccitazione: l'aveva trovato. Quello era il file che conteneva la risposta a ogni sua domanda. Lo aprì subito senza tener conto dell'avvertenza. Doveva sapere che mistero si celava dietro quel file e perché era top secret. Appena finì di caricare, la bionda cominciò a leggerlo. A un primo impatto le parve che non ci fosse nulla di interessante, ma che fosse solamente un'insieme di informazioni senza significato. Dovette ricredersi subito, perché, andando avanti nella lettura, scovò l'informazione alla quale tanto bramava. La verità su quella maledetta ragazza, il motivo per cui il file era considerato Top Secret: lì era scritto chiearo e tondo quale fosse la vera natura di quella ragazza. Era una Divergente,ovvero aveva avuto tre diversi risultati al Test Attitudinale. La bionda notò con grande sconcerto che Eruditi non era tra quei tre. Se non l'aveva avuto come risultato, perché sie era unita a loro? Non aveva senso... La ragazza sentì la rabbia ribollirle dentro. Maledetta bugiarda ladra di fidanzati, si disse con estremo astio, me la pagherai cara per quest'affronto. Sappilo. Oramai era appurato che quella fosse una sfida. A Jeanine non piacevano gli affronti. Non avrebbe mai permesso a nessuno di metterle i piedi in testa, tantomeno a una ragazzina scappata dalla fazione opposta alla sua che vi era entrata solo perché non sapeva dove andare. Si sarebbe liberata di lei, su questo non c0erano dubbi. Era diventata vendicativa.

Nei giorni seguenti, l'Erudita cominciò a elaborare il suo piano di attacco. Doveva essere perfetto. Un solo errore sarebbe potuto essere fatale. I suoi unici obiettivi erano eliminare quella ragazzina e riprendersi Jonathan. A dire la verità, il suo obiettivo principale era il primo. Del secondo le importava poco e niente. Lei dell'amore non si preoccupava, non più. L'amore era una dei tanti affari che, non potendo avere una spiegazione scientifica e razionale, doveva essere lasciato perdere. Oramai, secondo la giovane, qualunque faccenda doveva avere una spiegazione logica e razionale e, se per qualche motivo non poteva averla, non era degna di essere presa in considerazione. Era una scienziata, adesso. Senza scrupoli., fredda e calcolatrice. Non guardava in faccia nessuno e stava diventando incapace di provare empatia per gli altri. I sentimenti avevano una natura irrazionale che non poteva essere teorizzata in alcun modo, quindi erano inutili. Li aveva cancellati da se stessa da quando aveva terminato l'iniziazione. Lavorava con impegno alla sua vendetta. All'attentato. All'omicidio. A soli 16 anni sarebbe diventata una fuorilegge. Un'assassina spietata e assetata di sangue. Era impazzita. Passava le nottate a progettarlo. Perdeva ore di sonno senza neanche farci caso. Il piano aveva la priorità su tutto, anche su lei stessa.

Dopo parecchie settimane passate ad accartocciare fogli senza arrivare a nulla di concreto, la bionda si rese conto che, se veramente voleva raggiungere il suo obiettivo, doveva allearsi con qualche Ex Intrepido e trovare un'arma. Gli Eruditi non ne possedevano, ma gli Intrepidi sì. I trasfazione le avevano sicuramente. Le bastava trovare qualcuno che possedesse un coltello e il gioco poteva dirsi fatto. Voleva un coltello, non una pistola.Desiderava trovarsi faccia a faccia con quell'abomino e ucciderlo con le sue stesse mani senza attirare troppo l'attenzione. Lo sparo di una pistola era rumoroso e il rumore avrebbe potuto metterla nei guai. Voleva eliminare quella ragazzina assaporando ogni attimo, godendo nel vederla soffrire. La lama affilata di quell'arma le avrebbbe dato giustuizia.

Ovviamente, da brava Erudita, la bionda sapeva che non sarebbe stato per nulla facile convincere dei ragazzi a seguire i suoi ordini. I ragazzi hanno troppo orgoglio e una richiesta simile sarebbe potuta essere pericolosa. Non avrebbero mai accettato di prendere ordini da una ragazza. Per sua fortuna, Jeanine era dotata di un fascino magnetico in grado di attrarre chiunque. Sfruttandolo, li avrebbe convinti a seguirla. Si mise subito alla ricerca dei suoi futuri alleati. Li trovò dopo neanche due giorni di ricerca. Gli Ex Intrepidi erano semplici da scovare: erano gli unici che riuscivano a essere rumorosi anche in biblioteca. Questo fatto fece sorridere la ragazza: era divertente. Senza esitare un attimo, la bionda si avvicinò a quei due ragazzoni, facendo attenzione che non ci fosse nessuno a guardare. Appena gli fu abbastanza vicina, la ragazza cercò di attirare la loro attenzione. Non fu per niente difficile: la sua bellezza fece la sua parte, attraendoli all'istante. Il più grosso dei due era quello che la guardava con più interesse, infatti, fu il primo ad avvicinarsi alla bionda. Quando si ritrovarono faccia a faccia, il ragazzo le bisbigliò, con aria di sfida:

-Cosa c'è, bella, sei forse venuta a farci la ramanzina e a dirci che disturbiamo la quiete della biblioteca? Se è così, sappi che non c'importa e perdi solo tempo.

Un ghigno divertito si dipinse sul viso della bionda. Era proprio quello che voleva che accadesse. Quel ragazzo c'era cascato in pieno. Si allontanò di scatto, continuando a tenere gli occhi fissi su di lui, e gli disse:

-Non sono così sciocca, sai? Voi Intrepidi parete una banda di bufali da quanto siete rumorosi. Dirvi di contenervi sarebbe oltremodo stupido e illogico. Non farei mai una cosa simile.

A quelle parole, l'Ex Intrepido sembrò tirarsi indietro. Quella ragazza ci sapeva fare con le parole, non c'era dubbio. L'aveva spiazzato alla grande. Nonostante questo, non smise di fissarla con quell'espressione di sfida. Le si riavvicinò piano piano e poi, quando le fu abbastanza vicino, la attirò a se e le bisbigliò:

-Bene, bella Erudita. Se non sei qui per la ramanzina, cosa sei venuta a fare? Vuoi unirti a noi e divertirti, invece di sudare sui libri?

Il sorrisetto della bionda si allargò ancora di più. La situazione si stava facendo sempre più divertente. Lo scostò con un gesto netto e, ritrovatisi nuovamente l'uno di fronte all'altra, gli rispose:

-Proposta allettante, caro il mio Intrepido, ma, no, non voglio unirmi a voi. Non voglio diventare una disturbatrice, non è nella mia natura. Sono qui perché ho bisogno dell'aiuto di due bei ragazzoni come voi per portare a termine un piano. Ci state?

Il ragazzo inarcò un sopracciglio, alquanto perplesso. Si sedette insieme al suo amico e, continuando a fissare la ragazza, disse:

-Spiegati meglio, bella. E' troppo vaga come proposta.

Lei ridacchiò, ma non si sedette con loro. Si avvicitnò al loro tavolo, si schiarì al voce e ribattè: -Quanto la fai lunga. Pensavo che agli Intrepidi non piacessero i chiaccheroni. Ve lo spiegherò nella maniera più semplice possibile: ho bisogno delle vostre armi per uccidere e portare a termine una vendatta personale.

Ora anche i due ragazzi ridacchiarono. Ci stavano . Bene, pensò lei, ora che il mio piano è completo, quella ragazzina dovrà tremare. Uscendo dalla biblioteca, Jeanine si mise d'accordo con i suoi due “lacchè” sul da farsi, dicendo loro che avrebbero dovuto fornirle un buon coltello per uccidere la ragazza. I due annuirono e ,subito dopo essere rientrati nel dormitorio, si salutorono. Non fece neanche in tempo a sedersi sul letto, che si vide passare davanti Jonathan e la sua ragazza che si sbaciucchiavano. Ora, guardandoli, la bionda non provava più quell'odio sconfinato, anzi, quasi li tollerava. Ovviamente, riusciva a tollerarli solo perché stava per liberarsi di lei. Appena le passarono davanti, la bionda lanciò un'occhiata di fuoco alla ragazza e bisbigliò, tra se e se “Goditi questi ultimi attimi, finchè puoi. Ti farò pentire di aver deciso di unirti a questa fazione, ladra”

Pochi giorni dopo arrivò il momento. Il momento della vendetta. Il momento in cui Jeanine sarebbe diventata un'assassina. Quella mattina, appena si svegliò, la bionda si sentì carica di adrenalina quasi fosse un'Intrepida. Non vedeva l'ora che il suo piano si realizzasse. Desiderava con tutta se stessa di liberarsi al più presto di lei per poter finalmente cominciare la sua nuova vita al meglio senza perdere tempo con i risentimenti inutili. Si era trasformata in un automa incapace di provare sentimenti. A soli 16 anni si sarebbe guadagnata la notorietà compiendo un gesto che andava contro ogni legge morale: l'omicidio. La mattinata trascorse in modo relativamente tranquillo. La ragazza voleva aspettare che non ci fosse nessuno per evitare di dare troppo nell'occhio. Attirare l'attenzione avrebbe potuto esserle fatale. La curiosità era una delle qualità richieste agli Eruditi, ma, in quelle circostanze, poteva esserle solo d'intralcio , causandole guai. Ma, soprattutto, voleva aspettare che la povera sventurata si separasse da Jonathan, così avrebbe potuto parlarci faccia a faccia e rinfacciargli tutto. Aspettò pazientemente che i due finissero di mangiare, poi li seguì. Pochi minuti dopo, i due si salutarono con un bacio, dicendosi che si sarebbero rivisti poco dopo. Alla bionda sfuggì una risata e si trovò a pensare che quella ragazza fosse solo una povera ingenua. Non appena Jonathan si fu allontanato abbastanza, Jeanine lanciò un'occhiata ai suoi due “lacchè” che, come lei, stavano ben nascosti dietro un muro poco lontato e apettavano il suo segnale. Quando lo ricevettero, comiciarono a seguirla, mentre lei si avvicinò alla ragazza con molta discrezione. Non appena le fu abbastanza vicina, la bionda cercò di attaccarci bottone. Pareva una ragazza talmente simpatica e socievole che, per un attimo, la bionda pensò quasi di rivedere i suoi piani e lasciarla vivere. Si meravigliò di sé stessa per aver pensato una cosa tanto sciocca. Non poteva rinuciare al piano a cui aveva lavorato per stettimane solo perché si stava facendo muovere a compassione della propria vittima. La compassione era un sentimento sciocco e intutile, come tutti gli altri. A un certo punto,le chiese di seguirla ed entrarono in una stanza dapprima buia che fu subito illuminata. La ragazzina guardò Jaenine con la tipica espressione da cane bastonato. Era terrorizzata. Desiderava sapere perché l'aveva portata in quella stanza. La bionda non la degnò neanche di uno sguardo. Si stava divertendo troppo. Era esattamente ciò che sperava. Chiamò all'istante i suoi due tirapiedi. I due Ex Intrepidi si volatilizzarono al suo fianco alla velocità della luce.e il più grosso dei due le passò subito il coltello La povera moretta era sempre più spaventata e confusa. Non capiva cosa stesse succedendo. Aveva davanti una sua coetanea con una strana espressione dipinta sul viso e un coltello in mano. L'unica cosa che sapeva per certo era che ciò che l'aspettava non era nulla di buono. Chiunque poteva vedere che la bionda che le stava davanti era fuori di sé e non vedeva l'ora di eliminarla. Subito dopo aver pensato quella parola, la ricciola realizzò che quelli erano i suoi ultimi istanti di vita. Di lì a poco sarebbe morta. La futura assasina la squadrò con un enorme sorriso malizioso stampato sul viso e le disse:

-Complimenti, finalmente ci sei arriva, tesoro.

Dal suo tono sarcastico, la povera Ex Abnegante capì che la bionda non aspettava altro che lei lo realizzasse per comiciare a infierire su di lei. La ragazza la guardò ancora più spaventata e , con voce tremate, le chiese:

-P-perchè v-vuoi f-farlo? S-siamo c-coetanee e-ed è u-un'azione i-immorale e f-fuori l-legge. C-cosa ti ho mai f-fatto di così brutto per meritarmi una punizione simile?

La bionda scoppiò a ridere senza alcun ritegno, ma non le rispose subito. Lo fece appena si calmò. Dopo aver fatto un bel respiro, le rivolse un altro sorriso malizioso e le rispose, con un tono ancora più acido di quello precedente:

-Non vedo prechè dovrei fornirti quest'informazione.

Dopo quella frase, la loro conversazione finì. Jeanine non voleva predere tempo a discutere con un Ex Abnegante sul fatto che il suoi gesto fosse egiosta o meno. Non le importava. Sciocchi motralisti, pensò tra sé e sé. Le si avvicinò piano piano stringendo l'impugnatura del coltello. Era arrivato il momento. I due ragazzi che le erano stati dietro fino a pochi istanti prima, ora si trovano di fianco alla vittima e tenevano ferma la moretta. Non doveva scappare. Quando la bionda fu abbastanza vicina al suo collo, la poveretta cacciò un urlo di terrore e scoppiò in lacrime. Il contatto con la lama faceva male. La lama del coltello le premeva contro la vena del collo facendola gemere di dolore. Mentre lei gemeva, la bionda rideva. Voleva vederla soffrire. Non desiderava altro da giorni. Fece scivolare con delicatezza la lama contro il collo della sua vittima che piagnucolava e chiedeva pietà. Una pietà che non sarebbe mai arrivata. Alla fine, Jeanine arrivò alla gola e, con un solo, veloce gesto, ci piantò la lama dentro. Il sangue della mora cominciò a schizzare da ogni parte e la poveretta cadde a terra con un rantolo. Era fatta. L'aveva eliminata. Si sentiva incredibilmente realizzata, adesso. Non provava nè rimorso nè senso di colpa, ma solo piacere. Piacere nell'uccidere e nel compiere azioni immorali. Era sociopatica. Aspettò che arrivasse anche Jonathan per dare una ripassatina anche a lui. Anche lui aveva osato sfidarla e ,quindi, meritava una punizione. Ma sarebbe veramnte riuscita a dirgli cosa provava? Probabilmente no. Infondo continuava a negare a se stessa quanto in realtà le importasse del ragazzo.... Non sarebbe mai rouscita a dirgli la verità. Il ragazzo arrivò poco dopo, interromprendo il flusso dei pensieri della bionda. Non appena vide il corpo dell'ex Abnegante steso a terra e provo di sensi, rimase pietrificato. Mosse piano piano lo sguardo lungo la stanza e intravide il coltello insenguinato. Alzò lo sguardo e la vide: Jeanine era lì che lo fissava con un'espressione indecifrabile sul volto. Era stata lei a ucciderla, non c'erano dubbi. Molto saggiamente, il ragazzo evitò di fiondarsi sul corpo della fidanzata e cominciare a piangere. No, non lo fece. Anzi, aveva gli occhi puntanti sulla bionda. I due si squadravano senza muoversi. Alla fine il ragazzo si chinò sul corpo della fidanzata e bisbigliò il suo nome. In quel momento, anche Jeanine si mosse. Cercò di trattenere il mugolio di disapprovazione che le stava nascendo in gola. Non doveva mostrarglielo. Subito, il ragazzo alzò gli occhi e la guardò. Dopo essersi avvicinato alla ragazza, Jonathan fece per abbracciarla, ma lei si ritirò. Cos'aveva in mente? Il moro continuò a guardarla e le disse:

-Jeanine, perchè l'hai fatto? Aveva la nostra età....

Lei si irrigidì tutta e lo fulminò con lo sguardo. Poi, con il tono più acido che aveva, gli disse:

-Lo so. E alllora?

Dai su, fammi un bel discorsetto sul quanto sia stato immorale il mio gesto. So che vorresti. Ragioni esattamente come un Rigido. Non sai cosa provo pensò mentre una fitta al cuore si impadroniva di lei.

Il ragazo la fissava senza demordere. Poi disse:

-Sempre il tuo solito tono, eh? Non cambierai proprio mai,eh?!

-Già

E anche se lo facessi, cosa t'importerebbe? Mi hai abbandonata anche se stavo cercando di farlo altra fitta

-Non cercare di minimizzare le cose, quello che hai fatto è grave.

-Non m'importa. Sei uno sciocco se pensi di potermi fare la ramanzina. Dovevo farlo

Moralista, falso, bugiardo, ingannatore mentre lo pensava, trattenne a stento una lacrima

-Per quale motivo? Chi te lo aveva chiesto?

.Lascia stare.

Tanto non capiresti

-Lascia stare?! Che razza di risposta è?! Dimmi la verità

-No

A te non importa nulla di me pensò, trattenendo nuovamente una lacrima

-Non mentire. Rispondi sinceramente: l'hai fatto perchè eri gelosa di lei?

-No

Bravo, sei inteligente pensò, con estrema amarezza

-Bugiarda

Bravo, dai a me della bugiarda e nega che lo sei anche tu. Ipocrita pensò con grande amarezza e odio.

- E anche se fosse, cosa cambia? Lei ormai è morta e a me non importa nulla di te.

-L'hai ammesso! In effetti non cambia nulla, volevo solo sentirtelo dire. Ti conosco bene, sai?

- Se lo dici tu...

Credi di conoscermi, ma in realtà non sai nulla di me.

-La mia è una costatazione. Sei incoerente, non neagre che provi ancora qualcosa per me. Se non fosse così, lei sarebbe ancora viva.

-Sta zitto. Non riuscirai mai a farmelo ammettere.

Sciocco, dai dell'incoerente a me quando sei tu il primo a esserlo. Tu mi hai abbandonata dopo avermi promesso che saresti rimasto sempre al mio fianco. Ipocrita. Era sempre più vicina al limite. Perchè quel ragazzo si divertiva così tanto a farle la tack? Non serviva a nulla.

-Tu credi? Forse, invece, ci riuscirò- Disse, sorridendo maliziosamente.

Ecco, ora aveva raggiunto il limite. Come si premetteva di imitarla? Chi si credeva di essere?

La bionda era diventata rossa in volto e .dopo essersi avvicinata al suo ex, gli urlò:

- Non imitarmi! Sei sciocco e infantile! Piangi sul suo corpo e dimenticami. Non voglio più avere a che fare con te!

Visto e considerato che mi hai abbandonata dopo avermi fatto una promessa nella quale ho creduto. Visto e considerato che hai giocato con i miei sentimenti e mi hai illusa. Mi hai ferita. Addio, bugiardo. Facevo bene a non fidarmi, non sono così ingenua. Immaginavo che l'avresti fatto. Non hai mai sopportato il mio carattere. Addio per sempre. Fu questo l'ultimo pensiero della ragazza, prima di girarsi e andarsene, seguita a ruota dai due Ex Intrepidi. L'ultimo pensiero della sua parte umana e razionale. Quel lato di lei era morto e sepolto, come l'Ex Abnegante. Non gli avrebbe più dato retta. Ora doveva pensare solo a se stessa. Gli altri valevano meno di niente.

Dopo questo episodio, le giornate passarono con la loro solita monotonia. Un giorno, però, mentre era tutta presa a osservare al microscopio la struttura di un siero, la bionda ricevette la visita di due omaccioni vestiti di nero che le chiesero di seguirla. Sulle prime, la ragazza perve piuttosto scettica e si rifiutò di muoversi. Passarono molti minuti prima che si decidesse a staccarsi da quel microscopio e li seguisse. Aveva già capito chi erano: i lacchè del loro capofazione, Norton Douglas. Se il suo capofazione l'aveva mandata a chiamare, significava che aveva qualcosa di importante da dirle. Norton non faceva entrare mai nessuno nel suo ufficio. La scienziata ridacchiò tra sè e sè, molto compiaciuta. Adorava avere privilegi. Appena arrivatrono nel suo ufficio, la bionda si trovò davanti un uomo sulla mezza età dai capelli corti e biondicci e gli occhi azzurri. L'uomo la guardò sorridendo e le chiese di avvicinarsi. Lei non esitò neanche un attimo e lo fece all'istante. Quando gli fu abbastanza vicina, il capofazione le fece un gesto come a invitarla a sedersi e lei obbedì. Non appena si fu seduta, l'uomo si schiarì la voce e disse:

-So che hai già capito tutto, signorina. Sei troppo intelligente. I convenevoli in questo caso sono inutili.

Sorrisero entrambi. Avevano lo stesso identico sorriso malizioso stampato sulle labbra. Lo stesso sorriso pieno di cattiveria. Potevano benissimo sembrare padre e figlia, anche se non lo erano. La bionda si avvicinò ancora di più al volto dell'uomo e, quando gli fu abbastanza vicina, gli bisbigliò:

-Certamente. Ho capito tutto, signor Douglas. Ma mi piacrebbe che fosse lei a spiegarmi tutto, altrimenti non è abbastanza divertente.


 

Sentendo quelle parole, l'uomo si mise a ridere di gusto. Quella ragazza aveva proprio un bel caratterino. Gli piaceva. Non apprena la bionda si fu allontanata un poco dal suo viso l'uomo sorrise nuovamente e disse:

-Va bene, signorina Matthews, adesso le spiegherò tutto.

Si schiarì la voce e comiciò a spiegarle tutto senza tralasciare nulla. Più andava avanti, più il sorrisetto malizioso sul volto della bionda si allargava. Quel discorso le piaceva solo perchè sapeva che la riguardava. Non si vergognava per niente di ciò che aveva fatto, anzi, ne andava fiera. Norton non potè fare a meno di notarlo, infatti a un tratto si fermò la guardò con un'espressione accigliata e perplessa e poi le chiese:

.Non posso fare a meno di notare quanto l'aver compito questa azione immorale la renda orgogliosa, signorina. Ma, mi dica, perchè una ragazza così bella ha deciso di macchiarsi le mani compiendo un simile delitto?

Quei complimenti piaquero molto alla bionda. Lo si poteva notare dal fatto che il suo sorriso si fosse notevolmente allargato. In tutta risposta, la scienziata alzò le spalle e gli rispose:


 

-Motivi personali


 

La risposta piacque molto all'uomo, che le sorrise molto compiaciuto. Aveva davanti una vera assassina. Proprio come aveva sempre desiderato. Congiunse le mani davanti a sè e si sfregò la punta delle dita. Dopodiché, tese la mano destra verso la ragazza e le disse:

-Noi siamo molto simili, sa? Forse l'unica cosa in cui differiamo è che lei è molto più intellligente di me e potrebbe prendere il mio posto con una facilità infinita. Il suo test è stato perfetto. Non è mai succeso nella storia. Prorprio per questo motivo, sarei onorato se fosse lei a succedermi in questo ruolo. Infondo è risaputo che gli Eruditi scelgano il loro leader in base alla sua intellingenza, no?

A quelle parole, gli occhi della bionda brillarono. La proposta le piaceva eccome. Voleva diventare la capofazione, lo voleva con tutta se stessa. Voleva umiliare quella banda di idioti che a sua volta l'aveva umiliata per anni. Voleva dominare su tutto e su tutti. La sua sente di curiosità l'avrebbe aiutata a diventare sempre più potente, fino a schiacciare chiunque provasse a ostacolarla. Senza pensarci due volte, strinse la mano del capofazione con tutta la determinazione che aveva. L'accordo era fatto. Da quel giorno i due sarebbero stati sempre insieme e Norton le avrebbe insegnato tutto ciò che poteva servirle per prendere il suo posto non appaena fosse venuto il momento. Per prima cosa,dovevano discutere del problema principale : gli Abneganti. Erano loro ad avere il governo ed era per questo che le due fazioni si odiavano tanto: l'una mirava a un governo incentrato sulla ricchezza e sul processo tecnologico, l'altra lo rifiutava perchè lo considerava egoismo. Difatti, fondamentalmente lo era: agli Eruditi non importava nulla degli altri. Pensavano soprattutto a se stessi. Erano arrivisti. Norton guardò la sua nuova alleata sorridendole maliziosamente. Poi si schiarì la voce e disse:

- Bene, ora che siamo d'accordo, dobbiamo cominciare a occuparci della cosa più cara alla nostra fazione: la rivolta contro il sistema per impadronirci del governo. Dobbiamo riuscire a spodestare gli Abneganti da questo ruolo e ottenerlo noi. La prosperità è importante nella vita. Loro dovrebbero capirlo. Non credi?

La bionda annuì all'istante e aggiunse:

-Già, peccato che non lo capiranno mai. Sono un branco di idioti moralisti e perbenisti. Il loro buonismo è insopportabile. Dobbiamo prendere il loro posto. Gli intelligenti devono gonvernare, non gli sciocchi.

Il modo di ragionare di quella ragazza stava comiciando a piacere sul serio a quell'uomo. Lei sì che era una vera Erudita. Era l'Erudita perfetta: cinica, arrivista, spietata, insensibile, snob e presuntuosa. Nonostante i suoi 16 anni, sarebbe già potuta diventare capofazione. La sua intelligenza fuori dal comune poteva aiutarla a spadroneggiare sugli altri, incuntendogli timore. L'anziano capofazione sorrise alla sua nuova pupilla e si complimentò con lei per quel suo discorso così brillante. Lei ringraziò ridacchiando sotto i baffi. Subito dopo, l'uomo le chiese quale, secondo lei, poteva essere la prima mossa da fare per riuscire a realizzare il loro piano. Lei ci pensò attentamente, poi rispose:

-Dobbiamo screditarli inventandoci qualche balla sul loro conto. Così facendo, tutti sapranno quanto sbagliano a fidarsi di loro e lasciargli il governo. Non lo meritano.

Altra risata compiaciuta. Jeanine aveva davvero fatto colpo. Norton la stava adorando. Non apena si calmò, l'anziano Erudito si rivolse nuovamente alla sua nuova alleata e le domandò quale fosse la sua idea. Senza pensarci due volte, la bionda si schiarì la voce e rispose:

-Dobbiamo spargere la voce che la maggior parte dei Divergenti sono in quella fazione, anche se, ovviamente, non è vero. Facendo credere a tutti che loro proteggoni gente così pericolaosa, finiranno con l'odiarli e non li vorranno più come governati. Cosa ne pensa, signor Douglas?

In tutta risposta, il signor Duoglas le mostrò un enorme sorriso mettendo in mostra tutta la sua dentatura. Era un piano geniale. Si comlimentò con lei, dicendole che era un piano perfetto, poi le chiese cosa ne pensasse di Divergenti. Solo a sentire quella parola, la bionda si irrigidì tutta e incurvò le labbra, mostrando una smorfia di disgusto al capofazione. Poi rispose:

-Li odio, sono un pericolo per la nostra società e non sono utili a nessuno. Sono di troppo. Non hanno un posto e non hanno un futuro. Sono esseri inferiori che non meritano di vivere.

Quel discorso fece brillare gli occhi del capofazione. Jeanine aveva detto proprio quello che voleva sentirsi dire. Non poteva desiderare di meglio. Doveva essere lei a succedergli, non c'erano dubbi. Era l'erede perfetta. Le sorrise ancora e le disse:

-Ottimo, signorina Matthews. Era da tempo che desideravo che qualcuno mi dicesse una cosa simile. I Divergenti sono prricolosi e devono essere sterminati a uno a uno, giusto?

La giovane scienziata annuì d'impulso. Non ci mpotevano essere parole più giuste di quelle. I Divergenti non meritavano di esistere tanto quanto gli Abneganti non meritavano di governare. Vedendo che la ragazza gli dava ragione, l'uomo decise che la conversazione poteva dirsi conclusa ed era venuto il momento di congerdarla. Ma , prima di farlo, il capofazione le lanciò un ultimo sguardo d'intesa che significava che, da quel momento, il loro piano era cominciato. L' Erudita ricambiò l'occhiata con uno dei suoi soliti sorrisetti maliziosi. Non vedeva l'ora.

Da quel giorno cominciò il piano. L'operazione che li avrebbe portati a regnare. Due menti criminali unite possono fare grandi cose ed entrambi lo sapevano. Erano temuti da tutti. Erano la coppia perfetta. Nessuno aveva il coraggio di intromettersi e contraddirli. Per i corridoi della fazione vigeva il terrore. Negli anni a venire, Jeanine cominciò a rendersi conto che Norton non stava molto bene: ogni volta che si alzava era costretto a rimettersi seduto per non rischiare di cadere a terra per via dei giramenti di testa. Era costretto a muoversi lentamente e non fare movimenti bruschi. Non doveva urlare. la bionda lo vedeva spesso fiacco e abbattuto. Non aveva affatto una bella cera. La bionda aveva già capito cge era malato. Probanbilmente di cuore. Le sue sopposizione divennero certezze in un freddo mese di quattro anni dopo. Mentre una Jeanine orami ventenne si dirigeva verso l'ufficio dell'anziano capofazione per continuatre a discutere del piano, l'aria si fece tangliente. C'era qualcosa che non andava. Colta da un dubbio, la giovane donna decise di allungare il passo. Si muoveva talmente veloce che pareva quasi che stesse correndo. Aveva già capito cosa stava per succedere e non aveva intenzione di arrivare tardi. Non fece neanche in tempo a raggingere l'ufficio dell'uomo, che vide gli infermieri arrivare cone le barelle. Aveva visto giusto, allora: Norton era stato colpito da un attacco cardiaco e stava per morire. Come conferma, pochi secondi dopo vide la barella tornare e riconobbe il corpo dell'anziano capofazione che ansiamva. Di lì a poco avrebbe tirato le cuoia. Non potevano salvarlo. Non appena l'anziano riconobbe la donna le fece segno di avvicinarsi e ordinò ai medici di feramarsi. Era venuto il momento. la scienziata si avvicinò senza esitare, come la prima volta. Quando gli fu abbastanza vicina, l'uomo le prese la mano e, con uno sforzo quasi disumano, disse:

-Come avrai già capito, è giunta la mia ora. Non potranno salvarmi. Non m'importa. Sono vecchio e stanco. Tu, invcce, sei ancora nel fiore degli anni e puoi fare tanto. porta avantoi il mio piano e conquista la città. So che ci riuscirai.

Jeanine gli rivolse un ultimo sorriso malizioso d'intresa e gli strinse la mano. Non l'avrebbe deluso. Avrebbe fatto di tutto per renderlo orgoglioso, facendogli onore. Non c'era bisogno di parlare. I gesti facevano tutto. Pochi secondi dopo, il vecchio muorì con un sorriso malizioso stampato sulle labbra. La sua erede l'avrebbe reso fiero e avrebbe portato a termine il loro piano. Grazie a lei, gli Eruduti sarebbero arrivati al ,potere assoluto senza ostacoli.

   
 
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