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Autore: Hesper    20/05/2014    5 recensioni
Era al confine tra la vita e la morte. Non aveva contatti con il mondo esterno, ma poteva ricordare, pensare, sognare.
Nonostante ciò, lei sorrideva.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vanille
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gli esseri umani vengono assaliti dal terrore ogni volta che sentono anche solo pronunciare il nome l’Cie.
Non c’è nessuno che non considera una vera e propria disgrazia diventare uno di loro.
“Se un Fal’Cie ti marchia, sei spacciato.” Dicono in molti.
E non hanno tutti i torti, in fin dei conti.
Essere un l’Cie implica un cambiamento radicale nella vita di un essere umano. Viene come plasmato, nuovamente costruito, scolpito in modo tale da riuscire a compiere la missione che il suo oramai padrone gli ha affidato, sia questa semplice, come sconfiggere un mostro, o complicata, come ferire un pianeta.
Di fatto, non possiede nulla, se non la forza necessaria per superare gli ostacoli che lo separano da lui e la missione.
La sua esistenza viene sempre più travagliata, vessata dal tempo, il quale diventa come un inesorabile conto alla rovescia per una sentenza di morte, che, obiettivo raggiunto o meno, arriverà comunque, seppur in diverse maniere.
Cie’th. O cristallo. Queste sono le due opzioni.
Una garantisce il possedimento di una grande forza, e anche la vita eterna, se vogliamo. Ma, soprattutto, lascia che il senno, la ragione, l’unico punto di umanità che albergava in loro venga perso per sempre, impedendo, anche a causa dell’orribile aspetto assunto, di essere riconosciuti come uomini o donne.
L’altra, invece, rapisce, allontana il soggetto dalla società, isolandola e facendola cadere improvvisamente in un sonno profondo paragonabile ad una morte temporanea, in quanto, dopo secoli, la persona si risveglierà per poi capitare in un mondo che oramai non sente più suo.
Entrambe le “morti”, se così le si può definire, sono da tutti ritenute come cose davvero orribili. La sola idea di provare quel genere di esperienze sulla propria pelle farebbe mancare il respiro a chiunque a causa del terrore.
 
Tu lo sai bene. Tu sai cosa significa essere un l’Cie.
Ti trovi lì, nel vestigio di Bodhum, e leviti sopra una colonna di metallo su cui sembri volerti appoggiare, nella speranza di poterti risvegliare presto dal sonno che ti tiene prigioniera.
E sorridi.
Come fai a trovare il coraggio di sorridere ancora dopo tutto ciò che è successo?
Pensi che, a causa della tua assenza, il mondo possa essere un posto migliore?
Pensi che, una volta scomparsa dalla circolazione, libererai Cocoon e Gran Pulse, il tuo pianeta natale, dai conflitti, dalle guerre, dalla discriminazione?
Pensi che, immobilizzata dal fragile cristallo che t’incatena in quel luogo, non potrai mai più fare del male alla gente, ai tuoi cari?
Ma, soprattutto, pensi che, ora che hai ferito Cocoon, non potrai compiere azioni peggiori, non potrai mai più uccidere innocenti?
È per questi motivi che sorridi?
Forse. Ma non sono le uniche ragioni.
Tu vuoi nascondere il tuo dolore sotto una maschera dal dolce e delicato sorriso.
Malinconia. Frustrazione. Pentimento. Impotenza.
Questi sono i sentimenti che il tuo animo ha portato con sé e che tiene sigillato all’interno di quella prigione di cristallo.
Non puoi muoverti, non puoi parlare, non puoi vedere né sentire nulla. Ti senti impotente, inutile, triste, abbandonata ai tuoi sensi di colpa.
L’unica cosa che puoi fare è lasciarti andare nei tuoi ricordi più felici, i quali, tuo malgrado, finiscono sempre per rimandarti a quelli più orribili.
Vorresti spargere lacrime, ma il tuo stato non te lo permette.
A momenti vorresti anche morire, ma la tua anima, sigillata nel cristallo, fatica a lasciarsi strappare dal tuo esile corpo.
Con queste emozioni tu stessa hai scolpito nel cristallo il tuo sorriso. Con queste emozioni tu hai costruito la tua stessa statua, costituita da un materiale fragile come il tuo animo. Sono queste le emozioni che ti sei portata dietro prima di addormentarti, e con cui ti sveglierai e, finalmente, morirai, lasciando definitivamente questo mondo a cui tu non appartieni.

 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice
Dopo circa un mese, sono tornata a pubblicare su questo fandom. E con cosa potevo ritornare se non con una oneshot dedicata ad uno dei personaggi più intriganti, malinconici e misteriosi (tanto per cambiare) della saga, ovvero Oerba Dia Vanille?
L’idea, se devo dire tutta la verità, mi è venuta un po’ di getto, nonostante mi fossi sempre chiesta come si sentiva un l’Cie nel bel mezzo del suo sonno da cristallo. Fondendo le mie (assurde) curiosità e l’ispirazione che mi ha colpita durante il weekend prima che potessi finalmente andare a dormire, è venuta fuori questa fanfic.
A parte queste sciocchezze, spero che questa storia scritta di getto sia stata di vostro gradimento.
Ovviamente, se avete qualcosa da dire, sia essa positiva o negativa, siete liberi di farlo con una recensione. Lo so che questo fandom è abbastanza pigro ultimamente, lasciatemelo dire, ma non c’è verso di impedirmi di fare l’annuncio.
Detto questo, vi saluto. E un grazie a chi ha letto e a chi recensirà.
-Hesper
 
 
 
  
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