A
Konoha, in quel periodo,
bastavano
due ruote, musica rock, ed una buona dose di sprezzo del pericolo
per
dominare i quartieri bassi.
Spice and sail
[First
shivers for teen spirits]
Si sistemò con cura quel
pezzo di stoffa mal tagliato, quel che lei atteggiava a guanti.
-Quindi, sei sicura di
quel che fai?- masticò il chewing gum.
Alzò gli occhi verso
l’altra figura, a gambe accavallate su una ringhiera.
-Non possiamo tirarci
indietro.-
-No. E’ Sasuke-san che
ha combinato questo cazzo di casino.-
Sbuffò. –Ed Itachi-san.-
-No. E tu.-
Nel raccogliere i
capelli in una coda, tirò troppo forte; il dolore pulsò alla nuca.
-Nervosa, Ino-chan?-
-‘fanculo, fronte
spaziosa.- esorcizzò il dolore in piccoli soffi.
Sputò la gomma a terra.
–Dovresti smetterla di giocare con gli Uchiha.-
-Io non sto giocando
proprio con nessuno.- si sedette a terra, afferrando un paio di pattini
brillanti di nero.
-Ti lasci manipolare da
Itachi.- schioccò la lingua sul palato, passandosi una mano a lisciare la
chioma color confetto. –Ed induci Sasuke a partecipare a questo stupido gioco.-
Le mani compirono gesti
secchi nell’allacciare le stringhe, lasciando trasparire tutto il suo fottuto
nervosismo. Non era quella cazzo di paura che ti prende prima di un incontro
importante: era la sua coda di paglia. Quella Sakura Haruno,
quella fronte spaziosa che più che la sua migliore amica sembrava il suo grillo
parlante, pizzicava le corde del suo animo a ritmo di una melodia che sparlava
a tutti della sua verità.
Con il culo poggiato su quel sedile
si sentiva veramente scomoda.
Perché era lì?!
Un brivido viaggiò sull’epidermide,
fresca a causa dei violenti getti d’aria per la velocità della vettura; ed
ancora si chiede il perché era lì, cosa l’aveva spinta a salire in macchina con
lui.
-Ti porto al mare?- tuonò la sua
voce, profonda nonostante fumasse come una ciminiera.
Alzò le spalle. –Vai dove vuoi.-
Falso sangue freddo.
-Sembri agitata.- la squadrò con la
coda dell’occhio, soffermandosi sulle cosce nude.
Sbuffò veemente. –Mi chiedo perché
cazzo sono salita in macchina con te.-
-Non chiedertelo.- passò una veloce
occhiata sullo specchietto retrovisore. –Chiediti perché io ti ho chiesto di
venire.-
-Facile: vuoi scopare.-
-Brava, l’hai capito.- lasciò
scivolare le mani sul volante.
-Itachi-san, non dimenticare che
hai 21 anni… ed io sono ancora minorenne.-
-Tsk! Mi denunceresti?-
Suonò la sua risata nella vecchia
automobile. Una risata sgradevole, cattiva, che attenuò la sua voglia di andare
con lui.
Una brusca frenata le mise lo
stomaco sottosopra; la macchina sterzò girandosi con il cofano verso sud, uscì
dalla strada per immettersi nella corsia d’emergenza.
-Ma che cazzo…!- il braccio
d’Itachi fu veloce nell’afferrare le sue spalle, avvicinando a sé il corpo sodo
della biondina; tappò la sua bocca con un bacio violento, anche se a parlare
per lui fu più la lingua delle labbra.
-… Itachi-san!- prese grandi
boccate, allontanandosi da lui a bacio compiuto.
-Voglio vedere, Ino.- gli passò una
mano tra i capelli. –Voglio vedere se con te sarà solo sesso. O qualcosa di
più.-
Si lasciò calare giù le bretelle della
magliettina. -… perché io?- chiese, secca. –Cosa ci trovi in una come me?-
-Perché tu?- sembrò piacevolmente
sorpreso da quella domanda. -Perché tu sei adrenalina, Ino.-
Sbattè le lunghe ciglia, chiedendo
in silenzio più spiegazioni.
-Sei una spezia che insaporisce il
cibo, sei energia pura. Sei come una corsa in macchina, come una gara con i
rollerblade.-
-Non mi hai scelto perché sto
sempre attaccata al culo di tuo fratello?- bisbigliò, mentre si faceva
carezzare il collo con la lingua.
-E’ proprio ciò che non
concepisco.- strusciò la guancia rasata contro la sua. –Sasuke è come il
ghiaccio: che ci trovi in lui?-
-Non lo conosci: Sasuke-kun fa male
come il sale su una ferita.-
-Sale e spezie non vanno d’accordo,
Ino.- condannò, tornando ad occuparsi di lei.
-Un sfida tra noi e
l’Akatsuki Team ci sarebbe comunque stata, prima o poi.- si issò in piedi con
un equilibrio perfetto, nonostante ora le suole delle sue scarpe fossero dotate
di due piccole ruote.
-Questo è vero; però sei
un po’ egoista a tentare di giustificarti.-
-Non è che te la fai
addosso per il tuo uomo, Sakura-chan?-
Tirò le labbra, colpita
dalla sua frecciatina. –Naruto-kun ce la fa benissimo contro quegli stronzi.
Non nutro alcun dubbio sulle sue capacità.-
-Bene: allora, non
rompermi le palle.-
Trattenne il fiato, aprendo gli
occhi; amava gustare quella sensazione di scivolare nell’aria,
sentire il vuoto sotto i piedi, in
bilico tra l’ora ed il poi. Un tonfo la riportò con i pattini ben piantati a
terra, e sterzò nell’atterrare in modo da non sembrare troppo buffa.
-Ora le sai fare anche tu le 360°.-
Si girò verso la voce; un moretto
dai pantaloni larghi e sigaretta tra le labbra si mostrava un apatico
spettatore.
Cercò di riprendere fiato. -…
dovremo… dovremo essere in forma per battere l’Akatsuki Team.-
-Già.- morse la sigaretta. –Ma lo
dici come se il Konoha Team non fosse alla sua altezza.-
-Non mi freghi, stronzo.- accigliò
lo sguardo. –Sei tu che vuoi mettermi parole in bocca.-
Si alzò di scatto in piedi,
buttando la cicca a terra; la sua lunga ombra lambì quella della ragazza. Lo
lasciò avvicinare senza dire nulla, osservando come anche la sua pelle fosse
imperlata di sudore, prova che anche il ghiaccio non sopportasse la calura di un pomeriggio estivo.
-E’ stato bello, almeno?-
Una rughetta si disegnò sulla
fronte della bionda.
-Itachi sa scopare bene, Ino?-
Sbuffò: proprio ghiaccio, non c’è
che dire.
-Che c’è, ti rode forse?-
-No. Ma ora che so che sei una
puttana, posso sapere quanto mi costi per una notte?-
Forse se lo era aspettato, quello
schiaffo in pieno volto.
-‘Fanculo, Sas’ke-chan.-
E’ vero: sale, e brucia troppo.
Si toccò la guancia calda e gonfia.
–Allora un po’ d’orgoglio l’hai conservato.-
-Adesso cosa cazzo vuoi da me?!-
tagliò l’aria con i suoi gesti secchi. –Te le sei fatte tutte: Karin, Tayuya,
Kin. Tu vieni a farmi la ramanzina?!-
-Cazzo Ino, ma sai di quanti anni
fa stai parlando?-per poco non lasciò trapelare la sua collera.
-Ma ero già lì, Sasuke-kun. Già li,
vicina a te. Già lì, a sfidare il mondo assieme a te.-
Prendeva grandi boccate, agitata.
Perché sei uno stronzo, Sasuke Uchiha.
-Potevi parlarmene.-
-Avrebbe complicato le cose.-
-Mai come ora.-
-Sasuke-kun, a me un po’ interessa
Itachi-san.- la sincerità del suo sguardo lo lasciò sgomento. –Ti somiglia.
Però ha il coraggio di dire che gli piaccio.-
-La bocca sa mentire, Ino.-
-Ma qualche volta sarebbe bella
anche una bugia, idiota.-
La bionda si girò di fianco,
allungandosi per prendere l’asciugamano appoggiato su una ringhiera.
-Stupida.- si cercò nelle tasche il
pacchetto di sigarette; sbuffò trovandolo vuoto, e lo gettò a terra
innervosito. Si ritrovò così ad incrociare lo sguardo fisso di Ino, nell’atto
di asciugarsi il sudore.
-La sfida.- sbattè finalmente le
palpebre. –Ho detto ad Itachi che sei mia; lui ha ribadito che non ti merito.
Quindi, dovrò conquistarti.-
Si morse un labbro, comandata
dall’orgoglio di nascondere il piacere che provava. –Bambini: mettere in mezzo
i due Team.- buttò l’asciugamano sulla ringhiera. –Io non sono un trofeo.-
-Allora smettila con questo stupido
gioco; sei tu che mandi avanti le cose.- sbuffò, prima di andarsene senza
salutarla.
Assaporò il sole di mezzogiorno, uscendo da quello
spogliatoio: lo spiazzale era vuoto, se non per quella decina di ragazzi divisi
in due gruppi, nell’atto di programmare strategie segrete. Ino lo sapeva che
sarebbe successo: la musica di quello stereo lì a terra, accanto a quelle
puttane di Karin e Tayuya, sarebbe esplosa con rock occidentale, mentre gli
artisti della velocità avrebbero fatto vedere quel che valevano. Mura,
ringhiere, scale, panchine, cestini: il parco cittadino sarebbe diventato la
loro arena di gioco.
-Hai la schiena rigida.- Sakura le poggiò una mano
sulla spalla. –Rilassati.-
Sbuffò, seguendo la voce del suo grillo parlante.
-Sì, sto bene. Piuttosto, pensa al tuo Naruto.-
indicò con un cenno il biondino di uno dei gruppi, visibilmente irritato dalle
risate di Kiba e dagli sguardi pieni di biasimo di Gaara. –Si vede lontano un
chilometro che ha bisogno di te, quel baka.-
L’Haruno si lasciò andare ad un sospiro, scuotendo la
testa come per dire quello là non ha speranza. Con un cenno di
saluto corse verso il suo ragazzo, riuscendo però lo stesso a sentire il grazie
che le bisbigliò in un secondo.
I pattini strusciarono sul selciato del parco,
permettendole di avanzare verso il campo di gioco; riuscì lo stesso, anche se
non spostò lo sguardo, a percepire gli occhi di Itachi sul suo corpo, fissarla
attraverso le imponenti figure di Deidara, Sasori ed Hidan, studiare il suo
atteggiamento, indagare cosa palpitasse dentro di lei.
Sentì Itachi; ma si avvicinò a Sasuke.
-Ehi, Uchiha.- lo richiamò con un tono di voce
modulato; dei quattro ragazzi che avanzarono verso gli avversari si fermò solo
lui.
-Yamanaka, sono anni che non mi chiami per cognome.-
le lanciò un sorriso di sfida. –Che c’è?-
Si accostò al suo orecchio, senza toccarlo. –Se vinci
contro tuo fratello, stasera ti invito a casa mia.-
Il ragazzo aggrottò un sopracciglio.
-I miei non ci sono.- la biondina schioccò la lingua
sul palato, superandolo per raggiungere gli altri del gruppo.
Sasuke rimase indietro, per un istante inebetito
dalle sue parole; ma riprese il solito contegno, leccandosi le labbra.
-Cacchio, allora devo proprio vincerla questa gara…-
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Ci ho messo 4 ore a scriverla, giuro. Perché non
volevo qualcosa di banale.
SasuInoIta con un pizzico di NaruSaku: ma direi anche
semplicemente una SasuIno ed una ItaIno, perché contiene scene singole delle
due coppie. L’ambientazione è ripresa da Air Gear, un manga che mi interessa da
un po’ di tempo, ma allo stesso tempo ho voluto proprio lasciarla di sfondo.
… il finale aperto? Ah beh, ho deciso così per non
deludere nessuno. Anche se, tra le ultime righe, si può leggere la volontà dell’autrice
facilmente interpretabile…
Una one-shot per la mia Kohai, Ely: per i suoi 17
anni. Amo definirla la mia “rosellina viola con le ali bianche”: ma scusami,
piccola, sai che lo ShikaIno non lo sopporto xD Allora ti ho messo ItaIno. A te
perché sei unica; perchè siamo tanto diverse e con gusti a volte incompatibili,
ma con una affinità speciale. Ti conosco da poco, ma già mi hai conquistato.
Quindi, goditi questa fanfiction: e goditi questo tuo diciassettesimo
compleanno, fattelo dire dalla tua vecchia sempai. Auguri.
Un ultimo ringraziamento a Mimi, Hilly e Dreaming
Ferret per avermi aiutato con la shot.
Per le Violet Roses e le Crimson Roses (dovrebbero
essere le fans ItaIno…).
La vostra Rael