Serie TV > How I Met Your Mother
Ricorda la storia  |      
Autore: wordsaredeadlythings    20/05/2014    2 recensioni
| Spoiler 9x24 | Ted Mosby centric |
Certe volte aveva pensato di mollare. Comprare una casa più vicina alla città, mettere tutto in una valigia e andare a vivere lì, perché i ricordi gli cadevano addosso come pezzi di vetro e tagliavano, ogni cosa sanguinava e non poteva impedirlo; avrebbe mai imparato a gestirlo? Lui non era bravo con queste cose.
Avrebbe trovato un buon lavoro, un bar dove rifugiarsi quando andava tutto storto, come quando era ancora un trentenne e beveva birra con i suoi amici, guardandosi intorno e pensando “E' lei quella giusta”. Ne aveva prese, di strade sbagliate; vicoli ciechi, strade interrotte, burroni interminabili, e ogni volta si era armato di pazienza ed era tornato indietro, senza cadere mai troppo in fondo.
E ora? Beh, ora era caduto giù, così in fondo che a malapena riusciva a respirare, certe volte.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Mosby, Penny Mosby, Ted Mosby, Tracy McConnell
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: I fatti riportati a seguire sono completamente immaginari. Scrivo per semplice diletto personale, e i personaggi di cui parlo non mi appartengono.

ndr: vi consiglio di leggere ascoltando questa canzone, che ha ispirato l'intero testo.



It's just another night.

 


 

Certe volte aveva pensato di mollare. Comprare una casa più vicina alla città, mettere tutto in una valigia e andare a vivere lì, perché i ricordi gli cadevano addosso come pezzi di vetro e tagliavano, ogni cosa sanguinava e non poteva impedirlo; avrebbe mai imparato a gestirlo? Lui non era bravo con queste cose.
Avrebbe trovato un buon lavoro, un bar dove rifugiarsi quando andava tutto storto, come quando era ancora un trentenne e beveva birra con i suoi amici, guardandosi intorno e pensando “E' lei quella giusta”. Ne aveva prese, di strade sbagliate; vicoli ciechi, strade interrotte, burroni interminabili, e ogni volta si era armato di pazienza ed era tornato indietro, senza cadere mai troppo in fondo.
E ora? Beh, ora era caduto giù, così in fondo che a malapena riusciva a respirare, certe volte. Sentiva il petto ardere come se fosse stato trafitto, ma la pelle era bianca e priva di marchi. Niente più segni dei suoi morsi dolci, nessun segno del suo passaggio sulla superficie. Ma dentro tutto bruciava.
Gli aveva promesso che sarebbe rimasta lì, insieme a lui. E aveva mentito, perché ora se n'era andata e al posto di una strada sicura c'era un burrone profondo e invalicabile, e Ted questa volta non sarebbe tornato indietro a cercare “quella giusta”, perché ormai l'aveva persa.
Guardava fuori dalla finestra, Ted Mosby, pensando a tutte le strade sbagliate che l'avevano condotto a lei, in qualche modo. Tutto tornava a lei, e faceva male più di ogni altra cosa. Ripensò a quel giovedì, al suo abito bianco e stretto, i suoi amici tutti riuniti attorno a loro. Ripensò alla sua pancia enorme, che si era ingrossata solo due volte per poi tornare sottile. Era piccola, delicata e gli era comunque piombata addosso come un ciclone, cambiando tutto in meglio.
E ora? Ora Ted doveva raccogliere i cocci. Perché Tracy era caduta giù, lontana, a mille miglia da lui e non poteva più vederla, toccarla; amarla lo stava uccidendo. Era un po' come soffocare: sentiva l'aria mancare, ogni tanto, e non riusciva a respirare - non voleva farlo. Ted non voleva raccogliere i cocci, perché Tracy non lo avrebbe aiutato.
C'erano molte stelle appuntate in cielo, quella pigra sera di inizi settembre: il cielo sembrava pieno di diamanti, stelle di ghiaccio che forse avevano un nome strano, puntini da unire quando ci si annoia. Erano quasi rassicuranti, in un certo senso. Ted le guardava, gli occhi puntati in alto, pensando solo che Tracy non era lì a guardarle con lei, ed era così strano essere da soli di nuovo. Bisogna abituarsi, alla solitudine: passo dopo passo, bisogna sentirla sulla propria pelle come un cappotto di piombo, e attendere finché smette di far male. Ma avrebbe mai smesso? Non lo sapeva, non gli interessava saperlo.
Sentì delle urla nell'altra stanza, e dei passi frettolosi anticiparono l'entrata di un bambino di otto dai grandi occhi scuri e con i capelli più scompigliati del solito. Indossava un pigiama con i protagonisti di Toy Story e il suo viso era piegato in un broncio spaventato.
« Papà! » trillò, correndo verso di lui, per poi lanciarsi sulle sue braccia « Salvami! »
Ted lo guardò confuso, ed ebbe la risposta a tutte le sue domande non appena una bambina di nove anni saltò nella stanza. Vagliò la stanza per pochi istanti prima di vedere il fratellino, nascosto tra le braccia del padre.
« Eccoti! » tuonò, correndo in sua direzione « Vieni qui! »
« Papà, aiuto! » ripeté il piccolo, saltando giù dal cornicione dove si trovava il padre per poi correre intorno al divano, sfiorando di pochi millimetri la grande scrivania dello studio.
« Ehy! » tuonò l'uomo, bloccando la figlia. « Che sta succedendo? »
« Luke ha rotto il mio specchio! »
« Non è vero! »
« Ti ho visto io! »
« Bugiarda! »
« Basta così. » proclamò il padre, e i bambini zittirono, voltandosi verso di lui. « Seduti, tutti e due. »
« Ma- »
« Niente ma, signorina! » la interruppe subito il più grande, sospingendola con delicatezza verso il divano. I due si sedettero vicini, lanciandosi un'occhiata di puro astio.
Ted sospirò, sedendosi sulla sedia dietro la scrivania, per poi osservare i due, in silenzio.
« Luke? »
« Non l'ho fatto di proposito! » esclamò subito lui « La pallina è caduta sullo specchio, è caduto e si è rotto! Ma questa testona non mi crede! »
« Testona a chi? » scattò subito l'altra, battendo i pugni sul divano.
« Penny, basta » la riprese il padre, per poi voltarsi di nuovo verso il figlio minore. « Luke, per punizione non giocherai con la tua palla fino a nuovo avviso. »
« Ma- »
« E Penny, tu sei in punizione. »
« Ma non ho fatto niente! »
« Appunto, scommetto che non hai pulito i vetri nella tua stanza. E poi, quante volte devo dirti di non rincorrere tuo fratello in giro per casa? E' pericoloso, potreste farvi male! »
Penny boccheggiò alcuni istanti, alla ricerca di una buona replica, ma alla fine ringhiò e, lanciando uno sguardo carico d'odio verso il fratellino, uscì dalla stanza e si diresse verso la sua cameretta, sbattendo drammaticamente la porta.
Luke rimase seduto sul divano, a guardare il padre, mordicchiandosi il labbro inferiore. Ted sospirò, alzandosi per sedersi accanto a lui e circondarlo con un braccio.
« Mi dispiace » borbottò « Non.. volevo farti arrabbiare. »
« Non sono arrabbiato » Ted abbozzò un sorriso, e Luke sorrise a sua volta, gettandosi tra le braccia del padre.
« Ti voglio bene, papà. »
« Anche io te ne voglio. »
Premette le labbra sulla testa del figlio, per poi alzare lo sguardo. Da lì, riuscì a vedere una stella che brillava con forza, oltre gli alberi del giardino. E a Ted non importò dei nomi strani che si danno alle stelle: quella era Tracy che lo guardava e lo implorava di non mollare, perché c'erano loro. E loro ne valevano la pena.
Ted sospirò, prendendo il figlio in braccio, per poi portarlo su per le scale.
E ora? Ora Ted avrebbe raccolto i cocci di ciò che c'era stato, e sarebbe andato avanti. Si chiese cosa sarebbe accaduto poi, ma non gli importò granché: poteva farcela, perché Tracy non lo avrebbe mai lasciato totalmente. Perché nonostante il dolore e la mancanza, Ted Mosby non sarebbe mai stato solo.




 


Ehm.. Ciao?
*evita pomodori*
*evita torce e forconi*
Sì, okay, lo so: non è il massimo. E' solo che stavo ascoltando All Of The Stars di Ed Sheeran e boh, mi è venuto in mente Ted. E Tracy. E la questione del lutto.
Credo di essere una delle poche persone alle quali il finale è veramente piaciuto molto. Escludendo la storia del divorzio di Robin e Barney (perché li shippavo terribilmente), mi è piaciuto molto.
Non appena ho visto l'episodio (e ho pianto per un'oretta buona), mi è subito venuto in mente di scrivere una cosa del genere. Avrei voluto essere brava abbastanza da scrivere una cosa decente, ma, silly me, non sono in grado. Però volevo scriverci, quindi, ecco qua!
Ho pensato: sono passati nove anni dalla morte della madre, no? Quindi Luke e Penny erano piccoli. Assumendo che abbiano, rispettivamente, quattordici e quindici anni (e tengo conto degli attori nella prima stagione, perché ovviamente sono cresciuti nel corso delle stagioni), quando la madre è morta ne avranno avuti otto e nove. Ovviamente posso anche sbagliarmi sulle età, ma chiamiamola licenza poetica (aka sono troppo distrutta per fare i calcoli con criterio).
Boh, odiatemi pure ora. Mi odio anche io perché è veramente, ma veramente terrificante questa fanfiction.
Xoxo
_Cris

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > How I Met Your Mother / Vai alla pagina dell'autore: wordsaredeadlythings