Pairing: Kidd/Law, Zoro/Sanji,
Marco/Ace
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Eiichiro Oda
ATRÁS DE UNA MIRADA
[DIETRO A UNO
SGUARDO]
Chi
ha l'occhio, trova quel che cerca anche a occhi
chiusi.
Italo
Calvino
Occhi.
Bulbi
oculari. Organi di senso dell’apparato visivo.
In
quanto medico Trafalgar Law vantava una grande conoscenza anatomica e
fisiologica a tale proposito, e se qualcuno avesse commentato il modo
in cui
tanto spesso i suoi si ritrovavano a carezzare l’immagine di Eustass
Kidd e a
rispecchiarsi in quel mare rossastro, avrebbe risposto a tono che era
unicamente a scopo di ricerca prima di sezionare chiunque avesse avuto
il
coraggio di fare una simile affermazione.
Quelli
di Eustass-ya erano stretti, curvati all’insù come il suo perennemente
enorme
sorriso, e tinti di quella sfumatura sanguigna che sembrava
preannunciare il
massacro che avrebbe inflitto a chiunque osasse mettersi sulla sua
strada. Occhi
costantemente costretti in un’espressione di sfida, a testa alta, occhi
ostili
e spregevoli intenti a fulminare chiunque in un oscuro presagio di
morte. Occhi
che facevano rabbrividire chiunque, incluso Law, anche se per motivi
ben
diversi.
Il
medico sorrise nell’intercettare la traiettoria dello sguardo del rosso.
-Il
mio culo non è in vendita, Eustass-ya.- si limitò a commentare,
avvicinandosi
provocatoriamente a lui.
Il
rosso non parve farvi caso, ma fu ben presto tradito dal sorriso
lussurioso e
dalla passione che accese le sue iridi. Afferrò con mano salda
l’oggetto del
suo interesse.
–Allora dovrò semplicemente rubarlo, Trafalgar,
da degno pirata.-
La
lingua può nascondere la verità, ma gli occhi
mai.
Michail
Bulgakov
Occhi.
Bulbi oculari. Organi di senso dell’apparato visivo.
In
quanto cuoco Sanji conosceva l’importanza di saggiare la cucina anche
con la
vista, oltre che con il gusto, ed applicava tale principio anche alle
donne.
Osservava deliziato le morbide figure femminili, ne prevedeva i
movimenti, ne
assaporava ogni aspetto. Proprio per questo detestava la frequenza con
cui il
suo occhio si poggiava sulla figura dello spadaccino. Se avesse provato
a
motivare tale atto l’avrebbe probabilmente fatto con una
giustificazione
insulsa, qualcosa sullo stile del ‘’devo
essere sempre pronto a difendermi.’’
Preoccupazione
infondata dato che, almeno di giorno, l’attenzione del verde, a meno
che non
venisse provocato da lui, era costantemente concentrata su altro. Gli
occhi
duri e impenetrabili di Zoro, quando non erano chiusi in un pisolino
pomeridiano, erano ostinatamente concentrati sui suoi pesi
d’allenamento, o
piacevolmente inclinati in ammirazione di una buona bottiglia di sakè,
o ancora
più frequentemente intenti ad osservare con fierezza le sue spade
mentre se ne
prendeva cura.
Quella
sera però erano interamente dedicati a lui, mentre la sua mano stava
iniziando
a scivolare lentamente verso il basso, e Sanji avvertiva l’ostinazione
con cui
Zoro non gli distoglieva lo sguardo dal viso.
Se
avesse dovuto descrivere il modo in cui lo guardava in quei momenti,
Sanji non
sarebbe stato in grado di farlo; distoglieva sempre la vista da lui,
sfuggente,
e teneva l’occhio fermamente chiuso quando l’altro gli afferrava
prepotentemente il mento per cercare di costringerlo a ricambiare. Era
l’unico
modo in cui poteva affrontare quelle situazioni, in un illusorio
tentativo di
fuga da quella realtà, da quella consapevolezza che non voleva
accettare.
-Guardami,
cuoco.- gli sussurrò Zoro in un orecchio. Sanji schioccò la lingua,
rifiutandosi di obbedire.
-Non
voglio vedere il tuo brutto muso, Marimo. Ti sto facendo un favore, non
tirare
troppo la corda.- borbottò contrariato. Non gli riusciva proprio, di
essere
sincero. Eppure non lo allontanava, e neppure aveva allentato la forza
con cui
si aggrappava a lui.
E,
visto che non lo guardava, gli passò inosservata la sfumatura di velata
rassegnazione negli occhi di Zoro.
Due
persone che si guardano negli occhi
non vedono i loro occhi, ma i loro sguardi.
Robert
Bresson,
Occhi.
Bulbi
oculari. Organi di senso dell’apparato visivo.
In
quanto secondo al comando Marco conosceva la rilevanza di non staccare
mai i
suoi dalla ciurma, e in particolare da Portgas D. Ace; era iniziato
tutto da
quando il Babbo aveva portato quel ragazzo sulla nave, e lui non lo
aveva mai
perso di vista in un caritatevole atto di preoccupazione. I suoi
continui
attacchi a Barbabianca erano pericolosi, e lui doveva assicurarsi che
qualcuno
andasse a ripescarlo in acqua ogni qualvolta il vecchio uomo lo
scaraventava
fuori bordo. Nonostante quella situazione fosse ormai solo un ricordo,
Marco
non aveva perso l’abitudine di osservare continuamente Ace, e non aveva
problemi a riconoscere che adesso ciò fosse dettato dall’interesse che
provava
per il ragazzo.
Portgas
D. Ace era dotato di una grande capacità espressiva ed i suoi occhi
assumevano
varie sfaccettature a dipendenza della situazione: si ingrandivano a
dismisura
quando sbavando si posavano su un’enorme quantità di cibo, si
illuminavano
quando rideva e scherzava con gli amici, si riempivano di orgoglio
quando
parlava del suo fratellino, si imbronciavano quando veniva sgridato o
lo si
contraddiceva, si restringevano quando si arrabbiava sul serio e si
facevano
scuri quando era serio.
Indubbiamente
Marco li preferiva com’erano in quel momento; si trattenevano dal
chiudersi
grazie all’ostinazione del loro proprietario, le iridi color della pece
apparivano liquide, ma accese da un fuoco che il ragazzo dedicava
unicamente a
lui.
-Muoviti,
Marco.- borbottò, imbronciandosi leggermente, le parole cariche di
fretta.
La fenice sorrise, estraendo le dita dalla sua
entrata e chinandosi a baciarlo.
-Impaziente
come sempre, Ace.-
CAMBIAMENTO
"Cambiamento
significa
movimento.
Movimento
significa frizione.
Il
movimento o il cambiamento
senza
frizioni o conflitti
appartiene
solamente al vuoto
rappresentato
da un mondo
astratto
che
non esiste"
Saul
Alinsky
AFTER
TIMESKIP
Trafalgar
Law aveva promesso una morte lenta a chiunque avesse sfregiato così
l’occhio
sinistro di Kidd, e si sarebbe assicurato di mantenere la parola data
non
appena fosse riuscito a costringere il rosso a rivelare il nome, nel
caso in
cui Eustass, cosa che era purtroppo molto probabile, non avesse già
provveduto.
Sanji
si era rassegnato alla perdita
dell’occhio di Zoro; infondo era abituato a vedere il corpo dell’altro
deturpato dalle ferite di battaglia che l’altro orgogliosamente si
procurava. Inoltre,
in ogni caso insieme ne avevano comunque due, ed erano più che
sufficienti.
Marco
si era ritrovato ad osservare l’assenza che lo circondava e a dover
convivere
con questa, rimpiangendo gli occhi incandescenti di Ace, che non
avrebbero mai
più potuto ricambiare il suo sguardo. Sopravviveva di ricordi, che
erano tutto
ciò che gli restava, si afferrava saldamente a questi nella speranza
che non
scomparissero assieme al moro.
FINE.
E Oda osservava tutti
loro xD Buon
compleanno, Mai!
Essendo
oggi il suo compleanno, ho pensato di farle un regalo, è l’unica idea
che mi è
venuta in mente è stato di scrivere qualcosa sugli occhi. Spero che
piaccia sia
a lei che a voi. Inizialmente ho forzato un po’ la mano per ricavare
qualcosa
di decente, ma revisionandola e correggendola spero che ne sia venuto
fuori
qualcosa di buono. La cosa ridicola è stato che unicamente dopo averla
finita
mi è venuto in mente di cercare degli aforismi -.-‘’’ Forse
l’ispirazione
sarebbe venuta più in fretta, ma vabbè.
Grazie
mille come sempre a tutti,
e tanti
auguri a Mai!
Storia
pubblicato su fanfiction.net in spagnolo: che fatica! T.T
Santifico
ancora di più Mai per scrivere quotidianamente in una lingua piena di
accenti
impensabili.