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Autore: Roryinfinity8    22/05/2014    2 recensioni
La mia ennesima Marvey, lo so, ma non mi stancherò mai di scrivere di questi due, quindi, dovete sopportarmi. :P
La storia prendere spunto da una puntata del telefilm "Sex And The City" e possono esserci anche delle similitudini nei dialoghi, spero di aver riadattato la storia in maniera decente.
Grazie a che avrà la pazienza di leggere! Baci :)
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Harvey Reginald Specter, Mike Ross
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Summertime Sadness



"Think I'll miss you forever, like the stars miss the sun in the morning sky." - Lana Del Rey



Era un tranquillo sabato sabato pomeriggio di sole, Rachel era uscita a fare shopping con Donna, così Mike ne approfittò per starsene tranquillo in panciolle a guardare la tv, mangiando pop-corn nel loro nuovo, e ancora in fase di ristrutturazione, appartamento.

Mike non aveva voglia di uscire; il nuovo lavoro era più impegnativo di quanto pensasse e poi si sentiva un po' malinconico perché gli mancava quello precedente, soprattutto le persone, tipo Donna, Jessica, Louis e.. sì, ovviamente la persona che gli mancava era Harvey.
  
Così rifiutò l'invito della sua ragazza di uscire insieme a lei e Donna, dicendogli di godersi la maratona di shopping che le due avevano in mente di compiere.

Mike era perso nel bel mezzo di un episodio di Battlestar Galactica, quando il telefono di casa squillò. 
Sbuffò un "dannazione" e con malavoglia si alzò dal divano per dirigersi verso il cordless. 

Appena lesse chi era il mittente della chiamata, il suo cuore perse un battito.

Harvey.

Erano passati cinque mesi da quando aveva lasciato la Pearson/Specter, e il loro rapporto era stato un declino totale.

Harvey sembrò avere capito, in un primo momento, le motivazioni di Mike, ma il suo modo di fare e di comportarsi, dicevano tutto il contrario. 

Harvey lo trattava sempre con freddezza e gli parlava solo se necessario, il loro rapporto idilliaco basato sulla fiducia e la sincerità reciproca sembrava solo un ricordo lontano, quindi questa chiamata era del tutto una sorpresa. 

Mike fece un respiro profondo e si decise a rispondere.

"Pronto?", disse con titubanza.

"Alla buon ora, ti eri incantato? Perché non rispondevi?"

Eccolo, freddo come il ghiaccio, Mike sospirò.

"Scusa ero sotto la doccia.", mentì.

"Sì, non mi interessa. Volevo solo sapere se Donna è li a casa tua, non riesco a contattarla e ho bisogno di lei per una faccenda, so che doveva vedersi Rachel oggi."

Ecco perché aveva chiamato, figurarsi se avesse chiamato per sentire lui. Mike si diede dell'idiota per quel pensiero.

"No, sono uscite, ma po-"

"Okay, fa niente. Proverò a chiamare Rachel, non so perché non l'ho fatto subito."

"Harv-", troppo tardi. Lui aveva già chiuso la chiamata.

Il cuore di Mike si strinse in una morsa.

Odiava il modo in cui Harvey lo stava trattando, cavolo, ormai erano passati 5 mesi! 

Questo suo atteggiamento passivo-aggressivo lo faceva sentire male e in colpa per averlo lasciato però Mike stava anche cominciando a stancarsi.

Harvey è un uomo così intelligente! Possibile che non riuscisse a capire?
A volte quell'uomo era in vero idiota.

Mike scosse la testa come a voler scacciare quei pensieri, poi si accasciò sul divano passandosi una mano sul viso con fare frustato "dannato Harvey".

~~

Il giorno dopo l'appartamento era un disastro totale. C'erano operai ovunque.

Rachel si era messa in testa che il loro "nido d'amore", come lo chiama lei,  dovesse diventare il più elegante, e beige, possibile.

Però Mike la lasciava fare.

Non perché il loro appartamento così com'era non andasse bene o non gli piacesse ma più  semplicemente perché Mike non aveva voglia di discutere con lei dopo tutto quello che era successo nei mesi precedenti.

Mike però doveva terminare del lavoro urgente entro lunedì mattina e tutto quel caos gli impediva di concentrarsi, così decise di andare a in una stanza albergo fino la mattina successiva.

"Rachel, non riesco a lavorare con tutte queste persone in giro per casa e tutto questo rumore. Quindi se mi cerchi, sono nell'hotel qui a fianco, okay?"

Lei si accigliò un po', perché ci teneva che loro facessero quelle cose insieme, però non disse niente e si limitò ad annuire, tornando subito a dare ordini ai poveri operai.

Mike la guardò per qualche secondo prima di sospirare, prendere le cose che gli servivano per la notte, un vestito di ricambio per l'indomani e ad uscire di casa.


~~

Mike si era appena messo a lavorare sul suo computer portatile quando il telefono nella stanza d'albergo cominciò a squillare.
Solo Rachel sapeva lui era quindi rispose senza neanche domandarsi chi fosse. 


"Pronto, Rachel?", disse Mike continuando a rimanere concentrato sul suo lavoro.

"No, sono io, sono giù all'ingresso", non era Rachel.

"Harvey?!", urlò quasi Mike, "come sapevi che ero qui?", Mike era scioccato e confuso. 

Quell'uomo era peggio delle montagne russe quando ci si metteva.

"Ho provato a chiamarti ma avevi il telefono spento, così ho chiamato Rachel e lei mi ha detto che eri qui."

"Due chiamate in due giorni, sono onorato.", disse Mike con tono sarcastico.

"Mike, io devo parlarti."

"Sì, anch'io devo parlarti, resta lì dove sei, adesso scendo.", e Mike riattaccò. 

"Oh merda", Mike era arrabbiato, frustato, confuso in una parola: stanco. Questa storia doveva finire.

Mike si era messo comodo a lavorare sul letto in maglietta e pantaloni della tuta, quindi per scendere si infilò la giacca.

Quando scese però Harvey non lo stava aspettando alla reception, invece al bar dell'hotel con un bicchiere di scotch davanti.
Il che fece Mike solo infuriare di più.

Mike entrò nel bar e si avvicinò ad Harvey. 

"Questo non è l'ingresso", disse arrabbiato.

"Siediti e bevi con me", rispose Harvey. Evidentemente quello non era il primo bicchiere di quella sera.

"Ma che credi di fare? Mi telefoni, mi tratti di merda e mi segui negli alberghi?", Mike era esasperato.

"Puoi sederti e ascoltarmi? Ti prego, un minuto solo?"

Ora Mike era stupito.
Harvey Specter non prega nessuno. Mai. 

Mike si sedette accanto al più anziano, fissandolo.

"Io non ho tempo per questo, ho una ragazza e una consegna da rispettare,  mentre tu invece hai una ex fidanzata e un problema con l'alcool a quanto pare!"

"Non sono ubriaco."

"Allora qual'è la tua scusa?"

"Rallenta, non riesco a pensare!"

Rimangono tutti e due in silenzio per  qualche secondo. Mike sempre più spazientito e Harvey che gioca con il ghiaccio nel suo scotch, facendolo roteare.

"L'altro giorno al telefono sono stato un vero stronzo e-"

"Sì, lo sei stato.", rispose secco il più giovane.

"Mi dispiace però il solo pensiero che tu te la stia cavando senza di me-"

"Cosa? Credi che per me sia stato facile? Credi che io ogni mattina non mi sveglio con il pensiero di voler venire da te? Io ho dovuto prendere una decisione, io! Io ho dovuto fare una scelta di rinunciare a te Harvey!"

"Scelta che io non riesco ad accettare!", urlò Harvey attirando l'attenzione di tutti, nel bar.

Questo era il limite per Mike.

"Sai cosa ti dico? Che sei un idiota!",  urlò anche il più giovane solo che invece di limitarsi ad alzarsi, se ne andò via.

Mike si mise a camminare il più velocemente possibile e quando si trovò davanti alle porte dell'ascensore, premette il pulsante all'impazzata, però Harvey gli fu dietro in breve tempo.

"Mike! Mike aspetta, ascoltami.. il fatto è che... Cazzo, è che tu mi manchi!"

Harvey era disperato ma la rabbia di Mike era troppa.

"Che peccato", disse il più giovane con voce fredda entrando in ascensore però prima che le porte si chiusero Harvey riuscì ad entrare. 

"Non venire qui! Non ti azzardare a seguirmi!" 

Le porte si chiusero.

"Devo parlarti!"

"Di cosa?! Che cosa c'è? Che cos'è che devi dirmi?"

Gli occhi di Mike erano lucidi, stava per crollare.
Harvey si avvicinò a lui afferrandolo per le braccia e sostenendo il suo sguardo per qualche frazione di secondo.

"Ho commesso uno sbaglio a lasciarti andare.", disse e poi baciò Mike castamente sulle labbra.

Mike tentò di spingerlo via, ovviamente e gli urlò in faccia un "fottiti!".

"Mike... Mike, io ti amo."

Harvey lo baciò di nuovo. Il più giovane sgranò gli occhi, ma ancora non cedette e lo respinse di nuovo.

"Fottiti, Harvey!", disse mentre una lacrima gli scendeva sul viso e il suo cuore batteva sempre più velocemente.

A quel punto Harvey lo spinse contro la parete dell'ascensore e lo baciò di nuovo ma con voracità e passione questa volta.

Il cervello di Mike continuava a ripetergli di scappare, di respingerlo ancora, ma il suo cuore, il suo cuore diceva...

"Fottimi, Harvey.."

E nello spazio di un secondo, perse la testa tra le braccia e i baci dell'altro uomo.





  
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