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Autore: Lia483    22/05/2014    5 recensioni
Hijack - Jack Frost - Sdentato
Superò la piazza del villaggio, osservando con gli occhi azzurri duri come ghiaccio la statua eretta al centro.
Facile celebrarlo ora che è tardi, quando avete cercato di cambiarlo per tutta la sua breve vita.
Jack sapeva di essere stato l'unico ad amare tutto quello che era stato il suo migliore amico.
Lui e l'essere che aveva sconvolto tutti.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sdentato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non siamo soli.
 


 

Jack Frost camminava senza meta attraverso il villaggio di Berk, gli abitanti lo fissavano di nascosto, stupiti da quell'essere così diverso da loro.
Alla fine, il piccoletto aveva avuto ragione su tante cose. Aveva avuto ragione sull'esistenza dello spirito della Neve, aveva avuto ragione sulla bontà dei draghi e aveva avuto ragione a definirsi un vichingo come tutti gli altri.
Peccato che troppo tardi tutti gli avevano dato quella ragione.
Alcuni ragazzi fissarono l'essere fatto solo di colori freddi, freddi come la temperatura del suo corpo, freddi come i sentimenti che in quel momento provava, freddi come se fosse l'inverno personificato. Quello che in effetti era.
Jack sospirò appena, non si era ancora abituato a tutto questo e non sarebbe mai accaduto. Non se la sentiva di rimanere lì, senza di lui. Non era il suo posto.
Avrebbe voluto affrontare quella faccenda con lui, con il suo sostegno, ma ora lui non c'era.
Continuò a camminare, i piedi nudi che non sembravano sentire le pietre del terreno, come non sentiva altro con nessun'altra parte del corpo.
Col cuore, soprattutto, sentiva di non provare più niente.
Poche erano state le emozioni della sua vita, e la maggior parte erano arrivate in quelle ultime settimane, insieme al suo migliore amico. Aveva scoperto il bisogno di potersi aggrappare ad una mano amica perché fino a quel momento non ne aveva avuti di amici. Aveva scoperto il piacere di poter parlare con qualcuno che poteva rispondere perché poteva vederlo.
Era stato un sollievo scoprire di non essere solo un'illusione, ma di esserci, di esserci davvero, e ogni abbraccio ricevuto gliene aveva data una conferma.
Superò la piazza del villaggio, osservando con gli occhi azzurri duri come ghiaccio la statua eretta al centro.
Facile celebrarlo ora che è tardi, quando avete cercato di cambiarlo per tutta la sua breve vita.
Jack sapeva di essere stato l'unico ad amare tutto quello che era stato il suo migliore amico.
Lui e l'essere che aveva sconvolto tutti.
Trovò subito il drago nero, sul promontorio che dava sul mare, ad osservare il sole tramontare. Gli avevano sostituito la sella e la protesi per l'ala, poiché i precedenti erano stati distrutti dallo scontro con la Morte Rossa.
Non aveva, però, permesso a nessuno di avvicinarlo, tanto meno di montare in sella.
Non mangiava. Non beveva. Non dormiva.
Si stava solo lasciando andare. E Jack non lo biasimava. Se avesse potuto, anche lui si sarebbe lasciato andare.
Gli si sedette accanto, sapendo di essere l'unico a comprenderlo davvero.
"Ehi, bello."
La Furia Buia non si mosse, non fece alcun verso, come se non ci fosse nessun altro oltre al mare che stava osservando.
"Anche a me manca. Non sai quanto. O probabilmente lo sai, ma tu hai anche degli amici, dei draghi, delle persone che ti vogliono accogliere nella comunità con tutti gli altri. Non sei solo."
Guardò anche lui il mare profondo, cristallino e ricoperto dai riflessi rossi del sole.
"Io sarò solo, invece. Questo non è il mio posto, se lui non c'è."
Il drago si mosse appena, voltando la testa per osservare il ragazzo con i capelli bianchi come la neve, che non notò il suo spostamento.
"Tu almeno lo rivedrai un giorno. I draghi vivono molto a lungo, ma sono mortali alla fine. Vi incontrerete di nuovo in un altro posto, dove sarete di nuovo felici insieme. Io non lo rivedrò mai più."
Non aveva mai sentito la propria immortalità pesargli così addosso, anzi, l'essere giovane per sempre l'aveva parecchio ingorgoglito. Ma in quel momento, esternando quel pensiero eterno e immutabile, gli si spezzò il cuore.
All'improvviso, sentì il muso di Sdentato sfiorargli la guancia, gli occhi grandi e brillanti puntati su di lui. Non voleva vederlo piangere. Lui non si era lasciato andare a nessun dolore, il loro comune amico non avrebbe mai voluto così, e Jack sentì di non dover essere da meno.
Gli grattò dietro le orecchie, sorridendo appena, lasciandosi sfuggire una sola, minuscola lacrima, che si congelò sulla guancia, a contatto con quella pelle fredda.
"Hai ragione, non vorrebbe mai vederci così."
Continuarono a rimanere lì, unici al mondo. Non c'era nessun altro come loro e nessuno avrebbe mai apprezzato la loro unicità, dopo Hiccup.
Era la prima volta che pensava al suo nome, da quando aveva visto il suo piccolo corpo tra le braccia di Stoick. Sdentato ce l'aveva messa tutta per salvarlo, ma non c'era riuscito e Jack non riusciva ad immaginare quanto fosse grande quel peso sulle spalle del suo amico.
Si alzò in piedi, restandogli accanto. "Sono venuto a salutarti, comunque. Devo andare via. Sento la sua presenza ovunque, non posso più vivere qui."
Il drago rimase silenzioso, poi si alzò, facendo un giro con lo sguardo su tutto il villaggio.
I suoi occhi verde giada brillarono e sul suo muso comparve un'espressione triste e quasi disperata. Non aveva i tratti di un essere umano, ma sapeva mostrare tutti i propri sentimenti con quello sguardo.
Di colpo, ruggì forte, attirando l'attenzione di tutti, che si affollarono lì vicino.
Li ignorarono e Sdentato diede una spinta a Jack per attirare la sua attenzione. Si voltò appena, mostrandogli la schiena e facendogli segno.
Lo spirito della Neve rimase un attimo perplesso, a fissarlo, poi comprese.
"Hai ragione, di nuovo. Non siamo soli."
Con un balzo, montò in groppa a lui e la sella si ricoprì di ghiaccio in pochi secondi.
Spostando un ciuffo di capelli bianchi davanti agli occhi, prese le redini e lanciò anche lui un ultimo sguardo al villaggio. Incontrò lo sguardo mesto di Astrid, che gli sorrise, annuendo appena.
Ricambiò il sorriso, poi, con un urlo, fece alzare in volo il drago, prima di calare in picchiata sulla superficie del mare.
Il dolore non sarebbe mai scomparso, Hiccup sarebbe sempre stato nei loro cuori, ma insieme forse avrebbero continuato a vivere per lui.



Su un tetto, una figura trasparente, illuminata appena da una luce verde smeraldo, con un'aria appena malinconica, salutò le due figure che sembravano andare incontro al sole.
Era stata l'idea di lasciarli soli a fargli più male, dopo la morte, ma ora stava meglio.
Erano insieme.
Non erano soli.
E questo, a Hiccup bastava.







NOTE DELL'AUTRICE:
Non volevo scrivere una storia triste su di loro, ma dopo aver trovato un video dove Hiccup si suicida, mi sono depressa ed è uscita fuori questa storia.
Non mi piace far morire i personaggi... è la prima volta che mi capita, quindi siate clementi.
La canzone che stavo ascoltando durante la stesura, era quella che ho messo in cima...


Spero che comunque vogliate lasciarmi un commento per farmi sapere cosa ne pensate ^^ Io vado nel mio angolo, depresse per quello che è accaduto...

Baciiiii
Lia Haddock Frost <3

  
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