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Autore: sku    31/07/2008    0 recensioni
Vent'anni prima Allanon aveva svelato a Shea la sua discendenza reale e lui aveva sconfitto il Signore degli Inganni. Adesso un nuovo nemico minaccia le Quattro Terre e il druido torna a calcarle per fermarlo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allanon, Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13. Il viaggio verso Culhaven fu tranquillo e rapido, viaggiavano nell'Anar inferiore e gli Gnomi non si erano ancora spinti così a sud nelle loro scorribande per il momento, ma continuavano a percorrere strade secondarie per sicurezza. Leian sembrava più tranquilla e molto socievole, continuava a parlare del suo addestramento con Allanon, dei suoi viaggi per le Quattro Terre, di tutto ciò che aveva imparato presso ogni popolo. La sua conoscenza sembrava sconfinata a Dreiden che non aveva mai studiato molto. Cercava anche di farlo parlare della sua vita senza riuscirci, da quello che le aveva raccontato dopo la sua infanzia Dreiden poteva essere scomparso in un pozzo per poi riemergere a disposizione del druido.
- Domani sera probabilmente saremo a Culhaven. - le disse nel pomeriggio mentre si dissetavano ad un ruscello.
- Bene, sono stufa di boschi, boschi e ancora boschi. E voglio rivedere i giardini...-
- Shh. - la zittì la guida all'improvviso. Leian si guardò attorno senza vedere nessuno ma non voleva rischiare nell'utilizzare la sua magia per la ricerca rimanendo indifesa. Dreiden aveva sfilato la spada dal fodero e l'aveva fatta arretrare contro un albero.
- C'è qualcuno che ci osserva ma si è tradito. - le spiegò sottovoce. Rimasero in ascolto ma nessun rumore giungeva alle loro orecchie. Proprio quando Leian pensava che l'uomo si fosse sbagliato, una freccia uscì dal buio del bosco e si conficcò alle sue spalle pochi centimetri a destra del suo viso. Leian si riparò dietro l'albero seguita da Dreiden. Estrasse i suoi pugnali da lancio e attese. Ma anche stavolta la  minaccia giunse inaspettata alle loro spalle, un'altra freccia le sfiorò la guancia lasciandole un graffio sanguinante.
- Maledizione corre troppo silenziosamente per i miei gusti. - borbottò Dreiden sentendosi impotente.
Leian acuì i suoi sensi e cercò di sentire quello che voleva rimanere nascosto. - Sta andando verso destra. - mormorò, stringendo la stretta intorno all'impugnatura del pugnale. Sentì la corda dell'arco tendersi e prima che la freccia fosse scoccata lanciò il pugnale. Un urlo si alzò nella foresta interrompendo il cinguettio degli uccelli. Dreiden si lanciò in quella direzione con la spada sguainata. Leian poté sentire i rumori della lotta tra i due e corse verso di loro. I due uomini si stavano fronteggiando con le spade, attaccando e difendendosi con un ritmo serrato. Dreiden parava tutti i colpi dell'avversario senza riuscire a ferirlo, essendo l'altro molto veloce. Poi il soldato riuscì a disarmarlo, facendo cadere la lunga spada di Dreiden che arretrò finendo contro il possente tronco di un albero. L'uomo guardava la guida con occhi iniettati di sangue, senza curarsi d'altro che della sua vittima.
- I traditori sono condannati a morte, lo sai? - disse a Dreiden poco prima che un pugnale gli si conficcasse nella schiena facendolo voltare.
- Tu un piccolo mostro, un abominio! La pagherai! - Si scagliò contro la ragazza che estrasse la corta spada e parò l'assalto, ma la forza e la furia dell'altro la fecero arretrare per evitare di perdere l'equilibrio. Dreiden recuperò la sua spada e andò in aiuto dell'elfa. - Volevi me se non sbaglio! -gli urlò per distrarlo ma l'altro lo ignorò e continuò il suo assalto che venne prontamente parato. Ma Leian cominciava a sentire dolore ai polsi, sembrava che non riuscissero a reggere il peso dell'arma. Quando stava per perdere le speranze Dreiden la salvò nuovamente uccidendo l'uomo con un colpo al collo.
Leian si accasciò per terra ma Dreiden la fece alzare e la portò verso una grotta nelle vicinanze.
- Rimanere allo scoperto è troppo pericoloso, è un soldato di Rentro, potrebbero essercene altri. Inoltre dobbiamo riposarci, seguimi. -

Leian non aveva più aperto bocca, aveva rifiutato di mangiare e si era seduta con le braccia attorno alle ginocchia strette contro il petto. Le aveva chiesto cosa avesse ma non aveva ricevuto risposta. Stava soffrendo e Dreiden non capiva a fondo il motivo ma temeva di saperlo. "E' per quello che ha detto il soldato. Ma pensavo non lo avesse sentito... Non ci voleva anche questo..." Si avvicinò a lei che continuava a fissare dritto davanti a sé, con una coperta. Rimase spiazzato di fronte ai suoi occhi lucidi. Le si sedette di fianco e rimasero così, in silenzio e vicini. Poi Dreiden l'abbracciò, le fece appoggiare la testa sul suo petto e la cullò.
- Sono un mostro? Sono un abominio? - gli chiese dopo un po' quando ormai pensava che si fosse addormentata, con una voce flebile.
"Allora è per questo!"
- No, non lo sei...-
- Ma posso uccidere con facilità, posso spiare senza che se ne accorgano, potrei togliere la vita senza alzare un dito...-
- Non sei un abominio, non hai mai usato la tua magia per uccidere se non quando sei stata costretta, anche oggi o quando gli Gnomi ci hanno assaliti nel bosco non l'hai fatto, ti sei difesa lealmente. - Cercava di consolarla ma sapeva che aveva ragione.
- Potrei far morire una persona tra atroci sofferenze in modi che tu non puoi neanche immaginare... - Era spaventata, il soldato l'aveva messa di fronte alla scomoda verità sul suo essere.
Dreiden la guardò negli occhi - Io non penso che tu sia un mostro, sei dolce e gentile, non abusi della tua magia e non fai del male per piacere. - Mentre lo diceva si rendeva conto di crederci veramente; tutti i suoi dubbi sulla pericolosità della ragazza si erano dissolti come neve  al sole. - Tu sei buona, mettitelo bene in testa! -
- Vorrei avere la tua sicurezza. -
- Basterà la mia per tutti e due. - L'abbracciò e lei si aggrappò a lui come se fosse l'ultimo baluardo sicuro.
Le loro bocche si cercarono e si incontrarono, le loro mani perlustrarono i loro corpi. Dreiden la spogliò, sciolse le fasce che le legavano il seno mentre lei lo liberava dei suoi vestiti. Dreiden ammirò per qualche secondo il suo corpo nudo, così bello nella penombra della grotta.
Prima di rendersi conto di ciò che stava succedendo, Dreiden era coricato sopra di lei e la baciava con trasporto, come se fosse l'ultima volta che potesse farlo. Leian rispondeva ai suoi baci e alle sue carezze con una foga pari a quella dell'uomo, lasciandolo esterrefatto.

Aveva tredici anni e con il druido era andata nel bosco vicino a Valle d'Ombra.
- Perché Flick e Saraia non vogliono parlare con me della mia magia? Tutte le volte che provo a raccontare quello che posso fare cambiano discorso... - era ferita per quell'atteggiamento. Tornava a casa così poco e quando c'era non poteva dir loro quello che aveva scoperto, quello che aveva imparato con impegno e di cui era entusiasta.
- Non sempre le persone a cui vogliamo bene ci capiscono a fondo. - era stata la sua vaga risposta.
- Ma non devono capire, devono solo ascoltare. - Non era difficile comprenderlo.
- Possono essere molti i motivi... - Leian provò a pensarci ma non gliene veniva in mente nessuno. Lei aveva la magia, imparava ad usarla e voleva raccontarlo a suoi genitori. Dov'era il problema?
Allanon sospirò - Le persone hanno paura della magia. -
- Ma Flick e Saraia non hanno paura di me! - Era un pensiero assurdo, due adulti intimoriti da una ragazzina neanche tanto alta.
- Non temono te, ma la tua magia. Hanno paura che prenda il sopravvento su di te, che possa farti del male o che ti faccia far del male agli altri. -
- Ma ho i bracciali... -
- Sì, ma loro non capiscono la magia. E' talmente tanto che è scomparsa dalla terra che nessuno se ne fida più. Le volte che è tornata è stata usata per far del male, per distruggere. La magia non è ben vista, soprattutto dagli Uomini che non l'hanno mai posseduta e che non riescono a comprenderne il potere. -
Leian rifletté su quelle informazioni ma sapeva che Flick aveva già visto la magia  e che non ne era stato tanto intimorito.
- Dev'esserci qualcosa d'altro... -
- C'è, probabilmente. Hanno paura che la magia ti porti lontano da loro. Hanno paura che durante le lunghe separazioni tu li dimentichi. La magia ti rende diversa da loro e ricorda ad entrambi che non sei figlia loro. -
- Ma io voglio bene a Flick e Saraia! - Era offensivo che non lo credessero.
- Lo sanno, ma vorrebbero che tu fossi più simile a loro. Non possono farci niente. Forse temono il confronto coi tuoi veri genitori. -
- Ma io non li ricordo... -
- Ma loro forse non lo sanno o  non riescono a crederci. - Si era avviato. - Ricorda sempre che chi non ce l'ha teme la magia, perché non la conosce. -

Non riusciva a dormire, le parole di Dreiden erano solo state un lenitivo mentre quelle del soldato stavano scavando nel profondo del suo essere, minando la fiducia in se stessa e in quello che le aveva insegnato il druido. Sospirò voltandosi sul fianco e rimase a fissare l'uomo con cui aveva fatto l'amore poche ore prima. Era stato dolce ma animale. Sapeva che era una contraddizione ma era quello che aveva provato in quei momenti. "Che non si ripeteranno, mi ha fatto una scenata per un bacio, figurarsi per questo!"  Percorse con un dito il profilo del viso dell'uomo poi guardò le braccia muscolose e sfiorò la cicatrice che ne deturpava uno. Non aveva ancora scoperto come se l'era procurata. "Non so tante cose di lui, eppure non mi sono fatta problemi e baciarlo. E non solo..."
Si sentiva attratta da Dreiden, riponeva in lui una fiducia smisurata, neanche con Allanon si era mai fidata tanto, forse a causa della distanza che il druido metteva tra sé e gli altri. Lei non riusciva a farlo. Certo aveva i suoi segreti e difficilmente li rivelava ma per il resto era trasparente come i ruscelli di montagna. Non si era mai sentita tanto vicina ad una persona come a Dreiden. L'uomo si svegliò e la fissò per qualche secondo prima di diventare rosso.
- Mi dispiace averti svegliato. -
Dreiden era ammutolito, non sapeva cosa gli fosse preso, come avesse potuto lasciarsi travolgere in quel modo dagli eventi.
- Stai per dire che è stata una sciocchezza? - lo derise Leian.
- Lo è stata per te? - domandò cauto, tastando il terreno. Leian rise.
- No. - Lo baciò sulla bocca.
- Sai che una volta a Culhaven non accadrà più, vero? Non voglio che il druido mi uccida. - Era in imbarazzo e non sapeva come uscire da quella situazione in cui si era cacciato con le sue mani, quella del druido era solo una patetica scusa.
- E' un buon motivo per approfittare di questa notte... - replicò lei con malizia lasciandolo a bocca aperta.
- Sei sicura di quello che dici? - Era in parte scandalizzato e in parte eccitato per l'intraprendenza dell'elfa che aveva cominciato ad accarezzargli il petto.
- Sì. - Lo baciò nuovamente.

L'alba li svegliò mentre erano ancora abbracciati. Si alzarono e rapidamente si prepararono al viaggio che li avrebbe portati prima di sera al villaggio dei Nani.
  
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