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Autore: harlequinn    23/05/2014    3 recensioni
Kieren/Simon, " La verità è che non l'ho mai fatto. "
« Ricordati sempre che per me c’è ciò che credo…e subito dopo ci sei tu. Qualsiasi cosa ti affligge non avere mai paura di parlarmene. »
La mano di Simon adesso è al lato del suo collo mentre la sua voce è bassa e calma mentre parla, ricordandogli ancora una volta che l’aveva messo così in alto nelle sue priorità e questo fa cose che Kieren non sa neanche da dove cominciare a spiegare.
« Lo farò. »
« Okay. »
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kieren Walker, Simon Monroe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                       There’s what I believe and then there’s you.
                                                                                           


Regalo questa piccola OS al gruppo In The Flesh Italia
dove il disagio regna sovrano e la Siren fa frignare un po’ tutti.
Ve se ama, regà. <3

 
 
                                                                    
La verità era quella ma Kieren non aveva il coraggio di ammetterla nonostante non ci fosse assolutamente nulla di male.
Evitava il discorso come la peste o semplicemente lo rigirava a proprio piacimento, sperando che Simon non se ne accorgesse. Ma Simon non era stupido, anzi. Kieren sapeva che gliela stava facendo passare senza spingere troppo l’argomento ma prima o poi ne avrebbero dovuto parlare e il biondo sperava più poi che prima.

Il fatto era che la situazione con Simon non era delle più semplici e stare con lui gli faceva dimenticare parzialmente ogni sua credenza e soprattutto gli faceva dimenticare il suo lato onesto e aperto.
Perché sì, quello che accadeva fra di loro non era esattamente alla luce del sole ed era così per così tanti motivi che forse, alla fine, era meglio lasciar perdere.
Ma Kieren non riusciva a lasciar perdere.
Simon aveva un modo di fare quasi ipnotico, parlava con fare ambiguo e spesso lo guardava con quel sorriso misterioso che se fosse ancora in vita, probabilmente rabbrividirebbe.

«Hai intenzione di continuare così ancora per molto? Posso sentirti pensare.»

La voce di Simon lo riporta indietro dai suoi pensieri e per poco non cade dalla sedia su cui è comodamente seduto.
Si volta a guardarlo con sguardo perso per ritrovare l’altro già intento a guardarlo con quel suo sorriso calmo, come se tutto stesse andando secondo i suoi piani.
E forse era così.

«Io…no. Hai bisogno di qualcosa?»

Domanda, incerto, facendosi un pochino più piccolo sulla sedia in legno, fingendosi calmo mentre guardava fuori dalla finestra.
Simon lo intrigava così tanto e voleva portare quella loro stramba relazione ad un livello superiore che non comprendesse solo baci e carezze fugaci, ma il ricordo di Rick ancora così fresco e la loro condizione lo bloccavano.

«Lo stai facendo di nuovo. Kieren…»

Sospira il suo nome e si passa una mano tra i capelli tirati indietro con fare che sembra essere preoccupato e si avvicina cautamente, accucciandosi davanti alla sua sedia.
I suoi occhi parzialmente bianchi ma estremamente espressivi lo guardano mentre la sua mano va a poggiarsi sul suo ginocchio, accarezzandolo lentamente con il pollice.

«Qualsiasi sia il problema…sai che puoi parlarmene, vero?»

Simon sembra essere più premuroso del solito con quelle parole, e dal suo sguardo gli pare di capire che ha intuito quale sia il problema.
Che fosse quello il momento giusto? Amy non è lì.
Nessuno è lì oltre a loro due.
Kieren porta la propria mano sulla sua e prende un grosso respiro, chiedendosi mentalmente perché si stava preoccupando così tanto per una cosa del genere, ma non poteva farci nulla. Era fatto così.

«La verità è che non l’ho mai fatto.»

Le parole escono in un borbottio indistinto e per un momento teme che l’altro non abbia capito e gli chieda di ripetere cosa ha detto.
E’ già tanto se è riuscito a dirlo una vota, non riuscirebbe a dirlo di nuovo.
Mantiene lo sguardo perso nel vuoto per una decina di secondi, aspettandosi qualunque cose, magari una risatina o un commento ma c’è solo il silenzio, ed è proprio quest’ultimo che lo porta ad alzare gli occhi, trovandosi davanti ad un Simon con espressione intenerita e…comprensiva.
Kieren è un Non-Morto, ma se non lo fosse, in quel momento avrebbe il cuore a mille e le guance tinte di rosso a causa della potenza dei suoi occhi su di lui.

«Che c’è? Sì, lo so, ho più di vent’anni e non…non l’ho mai fatto! Puoi ridere, se vuoi. E sai qual è la cosa strana? E’ che vorrei ma non posso. Capisci? Ci sono così tante cose che mi tormentano e più cerco di essere normale e più mi accorgo che non lo sono, Simon!»

Se prima non riusciva a parlare, adesso ci riesce anche troppo, evidentemente.
Riesce quasi a sentire il sapore amaro di quel vomito di parole sulla propria lingua ed è così mortificato di averlo rigettato su l’altro che non può fare a meno di alzarsi in piedi di scatto, passandosi una mano sul volto e portando via un po’ della mousse coprente, altro promemoria del fatto che non era più quello di prima - anatomicamente parlando.

Simon non ha ancora aperto bocca e se Kieren potesse si metterebbe a piangere in quell’istante, ma se c’è un vantaggio dell’essere “morti” è quello, almeno in determinate situazioni come questa.

«Mi dispiace. » - ‘Ma per cosa?’ - «Amy tornerà tra poco e tu avrai sicuramente cose molto più importanti da fare.»

Kieren afferra di slancio la felpa ma non ha tempo di infilarla perché Simon gliel’ha tolta delicatamente di mano e l’ha appoggiata nuovamente sullo schienale della sedia.
La sua mano, successivamente, scivola fino al volto del giovane biondo e strofina via la sua copertura sulla guancia destra.

«Hai finito?»

Domanda con il suo solito sorriso misterioso, nonostante la punta di affetto lo rende un po’ diverso dal solito.
Kieren annuisce in silenzio, spingendosi appena verso quel tocco come se fosse un gatto alla ricerca di attenzioni, e un po’ si odia per quello.
Non deve affezionarsi in quel modo a Simon. Non può.
Cerca quindi di tirarsi indietro ma l’altra mano va ad afferrare il suo fianco, trascinandolo completamente contro di sé.
Kieren non può fare a meno di pensare a come fosse l’uomo di fronte a sé prima di diventare ciò che era adesso, perché se da Non-Morto era così affascinante e attraente, da vivo doveva esserlo ancor di più.

«Qualunque sia il problema…non importa.»

Scandisce bene le parole come se stesse parlando con un bambino, e Kieren probabilmente dovrebbe arrabbiarsi ma non ci riesce perché l’altro lo capisce e ciò lo fa sentire così sollevato da portarlo ad allacciare le braccia attorno al suo collo.
Simon non aveva bisogno di avere risposte specifiche o una lista delle sue insicurezze a riguardo. Aveva negli occhi e nei gesti tutta la pazienza del mondo.

Le sue braccia lo stringono con forza a sé e la sua bocca trova il suo collo, baciandolo piano, come se avesse paura di romperlo nonostante le sue braccia lo stavano quasi stritolando.
Kieren reclina il collo di lato e chiude gli occhi, abbandonandosi completamente a lui oramai senza quell’enorme peso sopra lo stomaco.


«Ti chiedo solo una cosa, Kieren. Solo una. Me la concederesti?»

Simon mormora quelle parole direttamente nel suo orecchio, accarezzando una piccola porzione di pelle al di sotto della sua maglia.
Non esita ad annuire alle sue parole, sentendosi come se non potesse negargli nulla dato che era stato così comprensivo anche se il biondo non si era spiegato nel migliore dei modi.
Kieren può sentire le sue labbra incurvarsi in un sorriso contro il suo padiglione auricolare, e subito dopo si stacca e lo prende per mano, portandolo fino alla sua camera da letto e facendolo sedere ai piedi di quest’ultimo, accarezzandogli ancora una volta il volto prima di scomparire nel bagno e tornare una manciata di minuti dopo con un panno umido ed un contenitore per le lenti a contatto.
Si inginocchia fra le sue gambe e con delicatezza prende a pulire via tutta la mousse sul suo viso senza tralasciare neanche il minimo spazio.

«Togli le lenti, per favore.»

Dice con tono pacato, appoggiando il panno sporco sul pavimento e passandogli il contenitore.
Kieren le toglie immediatamente e le ripone al suo interno, appoggiando anch’esso di lato sul letto, per poi concentrarsi di nuovo su Simon, trovandolo con un sorriso soddisfatto e felice stampato in volto.
Era raro vederlo così genuinamente felice e la sola idea che era stato lui a causarlo gli faceva venire “le farfalle nello stomaco” – o almeno risvegliava nella sua mente il flebile pensiero di com’era averle.

«Non mi importa se non l’hai mai fatto, e se non ti senti pronto che male c’è? Dopotutto abbiamo il tempo dalla nostra parte, no? Voglio soltanto che tu la smetta di coprirti con questa stupida maschera quando sei con me.»
Kieren lo guarda dritto in faccia.
Occhi privi di lenti contro altrettanti occhi privi di lenti ed esattamente in quel preciso momento si rende conto che più non voleva affezionarsi all’altro e più aveva finito per farlo e probabilmente lo era già ed aveva solo bisogno di un momento del genere per rendersene conto.

«Posso farlo.»
Acconsente con un piccolo sorriso in volto, capendo che non avrebbe ceduto così in fretta se non fosse stato emotivamente attaccato a Simon, e per quanto ciò lo spaventi dall’altra parte ne è felice come non lo era da parecchio tempo.
Kieren si allunga ancora una volta e dopo avergli afferrato il viso con entrambe le mani lo bacia a lungo, ritrovandosi sdraiato addosso a Simon nel momento in cui si stacca.

«Non sarò così comprensivo se continuerai a baciarmi così, Kieren.»
Sussurra, con il suo solito sorrisetto stampato in volto, ma nonostante tutto lo sposta, tirandosi in piedi ed afferrandolo per le mani in modo da tirare su anche lui, continuando poi a stringerle anche quando sono entrambi in piedi e stabili sui loro piedi.

«Ricordati sempre che per me c’è ciò che credo…e subito dopo ci sei tu. Qualsiasi cosa ti affligge non avere mai paura di parlarmene.»
La mano di Simon adesso è al lato del suo collo mentre la sua voce è bassa e calma mentre parla, ricordandogli ancora una volta che l’aveva messo così in alto nelle sue priorità e questo fa cose che Kieren non sa neanche da dove cominciare a spiegare.

«Lo farò.»
«Okay.»
 

Angolo Autrice:

Zanzanzanzanzaaaan! I’m back!
“Machittese!” direte voi, “E chi ti conosce?” aggiungeranno altri ma non importa lol.
Torno a pubblicare una OS da quello che oramai sembra essere quasi un anno e mi piange un po’ il cuore.
Ho scoperto questo nuovo meraviglioso telefilm chiamato In The Flesh e la Simon/Kieren ha risvegliato un disagio ingredibbbile dentro di me quindi dopo aver recuperato un bel prompt dal meraviglio gruppo In The Flesh Italia *pubblicitàpubblicitàpubblicità* (Grazie Noruwei, tivibi <3) mi sono cimentata in questa relativamente breve one-shot.
Spero sia stata di vostro gradimento!

Se volete sclerare con me per suddetto telefilm, e chissà, magari ne abbiamo in comune più di quanti credete, potete trovarmi qui
   
 
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