Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Fallingforyou    23/05/2014    0 recensioni
Passione [pas-sió-ne] s.f.
5 estens. Inclinazione, interesse molto vivo per qlco.; anche, l'oggetto di tale interesse: avere la p. del gioco; la pittura è la sua grande p. || fare qlco. per p., per inclinazione o per diletto, non per interesse economico | fare qlco. con p., con grande dedizione e sentimento
_______
«i tuoi occhi sono verdi, ma non quel verde acceso e vivace che hanno i miei. Un verde più spento, un verde pieno di dolore e tristezza, un verde che ha visto di tutto e ci sono quelle pagliuzze giallo oro che danno un po' di luci a occhi troppo belli e troppo spenti- Elaine lo guarda incredula -e sono gli occhi di chi adesso é senza parole»
«touché» Elaine porta lo sguardo verso il fuoco.
«Elaine, hai un animo buono e sei dura quanto fragile. Mi hai incantato e domani partirò con il ricordo di una durissima esperienza e grande lezione di vita, ma sopratutto con il tuo sguardo impresso nella mente»
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La strada davanti a sé scorre in fretta ed Elaine la guarda senza un vero interesse mentre il padre guida in silenzio. Si sente solo la radio accesa e in sottofondo la voce di un giornalista della BBC che parla dell'ennesima tragedia accaduta durante la notte nel mediterraneo tra la Turkia e L'Italia. Trecento morti. Elaine stringe i pugni e sospira, cosa può fare lei se non trattenere le lacrime per la preoccupazione? Lei vuole fare di piú. Trecento morti. Bambini, donne incinte e uomini.

«cesserà anche questa guerra, Elaine»

«lo spero papá» sorride al padre e continua a guardare la strada, i parcheggi e poi l'aeroporto di Heatrhow.

«se avessi problemi non esitare a tornare, okay?» la rassicura il padre preoccupato.

«papà, la guerra é distante chilometri dal Ghana..»

«si, ma non aspettare» la interrompe, stringendola nell'ennesimo abbraccio. Elaine é tutto ciò che ha e adesso é in partenza per il Ghana, distante chilometri.

«stai tranquillo» gli sussurra all'orecchio. Ha gli occhi lucidi e la voce roca, un grosso groppo in gola e una morsa allo stomaco. Ha sognato questo momento da mesi, é ecitata.




 

«sono arrivata in Ghana che avevo vent'anni, una carnagione troppo bianca per il sole africano e capelli troppo lunghi per riuscire a resistere a queste temperature- Elaine inizia a raccontare -Quando sono arrivata nel primo villaggio in assistenza con il Comic Relief mi immaginavo di tutto, ma alla fine l'immaginazione non era niente in confronto alla realtà della vera desolazione- sospira Elaine mentre rivive alcuni flashback -quando sono arrivata qui per la prima volta é stato per un tirocinio.. Dopo essere rientrata a Londra ho visto il programma del Comic Relief, ho dato i primi tre anni di laurea e poi ho fatto il biglietto e sono partita di corsa, avevo trovato la mia passione»

«io non sarei mai riuscito a trasformarla in passione, questo luogo mette una tale tristezza, é già difficile e non credo di poter mai resistere per un intero anno qui, non puoi chiamarla passione»

Elaine smorza un sorriso «nemmeno io posso chiamare passione il canto, sono stonata. Invece tu lo fai, lo chiami passione. La mia passione dal primo momento che sono arrivata qui é stata dare qualcosa in più a ogni bambino che ho conosciuto. Nel mio piccolo so di aver dato molto a Paki, Thavi e Rahnda- sorride, indicando alcuni bambini impegnati a disegnare sotto un albero -lo vedo nei loro sorrisi e la mattina quando vado a svegliarli con un abbraccio e loro mi guardano meravigliati perché dopo tutto sono ancora qui, non sono scappata come hanno fatto in tanti»

«e non ti manca l'Inghilterra? Non ti manca tuo padre?» chiede curioso.

«Harry, se mettessi a confronto l'Inghilterra con il sorriso di ogni bambino che ho incontrato e aiutato qui per me vincerà sempre il sorriso di quel bambino e mio padre sa che il mio cuore appartiene all'Africa, ormai»

Harry la guarda interessato e innamorato. Guarda quella ragazza che le ha dato del filo da torcere non appena é arrivato a Ghana, l'unica ragazza. «Elaine, hai ventidue anni, un intero pianeta da visitare e hai preferito rimanere bloccata qui, fra desolazione, fame, guerra e tristezza. Perché?»

«te l'ho detto, Harry. E questa domanda la potrei fare anche a te e quando mi dirai il tuo motivo e io non capirei il perché»

 

Le luci sul palco si accendono contemporaneamente mostrando i cinque cantanti, uno al fianco dell'altro, al pubblico. Harry strizza gli occhi per una frazione di secondo a causa della luce e non appena la musica parte i cinque si sparpagliano per i palco.

Niall salta.

Liam fa alcune smorfie alle ragazze della pra fila.

Zayn rimane impassibile ma con un sorriso divertito, a causa dei goffi movimenti di Louis, sul viso.

Harry inizia a cantare la sua strofa, con una mano sulla pancia -all'altezza del diaframma- i piedi storti, le ginocchia piegate e quella strana riga sulla fronte.

«grande Harry» gli urla Liam in sottofondo dopo l'acuto e le voci nella platea si alzano.

Harry!

Harry!

Ti amo!

Harry!

Sposami!

Harry!

Lui sorride soddisfatto.

 

«e se trovassi qualcosa per cui valesse la pena rientrare?» riprende Harry.

«tipo?» chiede Elaine incuriosita da quella domanda.

«se ti innamorassi?»

«mi sono già innamorata, di tutti loro» spiega guardando ogni singolo bambino.

Harry scuote la testa, cercando di non farsi notare, e qualche ricciolo gli va sulla fronte «é una partita persa» sussurra, Elaine l'ha sentito.

 

Harry si asciuga il sudore con il polso dalla fronte. Fa caldo e sono le tre del pomeriggio, un'ora insolita per giocare a pallone, ma per quei bambini che si sono uniti a lui, Louis, Liam e Niall per giocare a pallone sembra che il caldo non li colpisca. Harry si guarda intorno, ride dopo aver intercettato un Niall distrutto, affannato, troppo rosso in viso e sulle braccia e si siede all'ombra. A quel punto la vede, di nuovo. L'aveva notata di sfuggita non appena erano arrivati al villaggio e la cercava con lo sguardo a ogni singolo spostamento. Quando si erano presentati alla cooperativa del Comic Relief lei era rimasta in mezzo ai bambini, ignorandoli. L'unico a cui importava questo dettaglio era Harry, che era rimasto incuriosito dal suo sguardo attento e buono.

 

«Naní, mi aiuti a fare il puzzle» una bambina, con i capelli tanto ricci da fare invidia a Harry, si era avvicinata ai due con la scatola da cinquanta pezzi di un puzzle.

Harry si porta avanti leggermente con il busto e guarda la bambina incuriosito «non sarà un po' troppo difficile quel puzzle per una bambina piccola come te?» chiede attirando l'attenzione della bambina, che presa alla sprovvista si nasconde dietro il braccio di Elaine.

Elaine sorride, stringe la bambina con il braccio sinistro e le prende la scatola che tiene fra le braccia «vai in sala mensa, ti raggiungo» la sollecita con una pacca sulla spalla e «ciao» saluta Harry.

«posso aiutarvi» Harry é già in piedi al fianco della ragazza. Non posso perdermi le poche occasioni che ho, pensa.

Alle sette Elaine e Harry hanno concluso il puzzle, mentre Paki é accucciata su un sedia con la testa abbandonata sul tavolo e gli occhi bene chiusi.

«é bella» sussurra Harry per non svegliarla

«é un angelo» conferma Elaine

«siete molto legate?»

«sono come una mamma per lei»

«perché?»

 

Elaine ha il fiatone e la mascherina che porta davanti alla poca non l'aiuta «ha bisogno di un iniezione di morfina!» urla l'infermiera davanti a lei mentre corre per il corridoio.. Elaine non sa cosa fare, per qualche secondo rimane inerme davanti alla scena che le si é creata davanti: due medici hanno appena messo su un lettino una donna che avrà tre anni in più di lei. É incinta e non smette di urlare per le farti contrazioni, «non ce la farà mai così» é l'ultima frase che sente prima di uscire dalla sala operatiria. Due ore dopo i medici escono dalla sala, Elaine tiene fra le braccia una bambina di tre anni. La bambina non conosce l'inglese, ma Elaine si. La madre é morta durante il parto, aveva contratto la malaria e il bambino era ancora troppo piccolo per riuscire a farcela. Elaine serra i denti per non piangere e stringe a sé la bambina «ci sarò io» le sussurra all'orecchio nonostante non la possa capire.

 

Gli occhi di Harry sono esageratamente rossi, tira su col naso a intervalli di trenta secondi mentre osserva Elaine che porta a letto la bambina.

«smetti di piangere, Harry» Elaine é vicino a lui, lo ha stretto in un abbraccio.

«é dura, non pensavo mi colpisse così» il primo singhiozzo «dopo tutto quello che posso fare mi sento così impotente. Come fai a rimanere così tranquilla?»

«Harry, io ho visto situazioni più difficili! Ho visto un bambino morire di malaria perché il vaccino non era arrivato in tempo, ho visto una donna morire di AIDS perché l'unico modo di portare il cibo a casa era infilarsi nel letto di qualche riccone della Costa d'Avorio e altrettanti bambini morti di dissenteria e polmonite! Come possiamo riuscire a dargli un minimo di speranza e felicità se siamo i primi che ci facciamo soffocare da tutta questa tristezza? Loro vogliono i nostri sorrisi, siamo l'unica speranza che hanno»

Harry strizza gli occhi, le ultime lacrime le rigano il volto ma non riesce ad allontanarsi dalla spalla della ragazza «ti ammiro» sospira, circondandole il busto con le braccia a sua volta.

 

Sono tutti seduti intorno al fuoco, un uomo canta delle canzoni in una lingua incomprensibile per Harry, ma lui continua ad ascoltaro e guardarlo, incantato. Hanno organizzato una festa in saluto per tutti loro.

«ho visto che stanotte hai dormito al villaggio?» Elaine gli si siede affianco

«ho fatto compagnia a Kofi»

«me lo ha detto, hai fatto un bel gesto»

Harry sorride, è in penombra e gli occhi verdi riflettono i colori del fuoco.

«é la prima volta che non mi giudichi»

«non ti ho mai giudicato, avevo solo molto pregiudizi»

«mi stai dando una seconda possibilità?»

«per fare cosa?»

«essere amici»

«Harry, fra un mese non ti ricorderai né il mio nome nè il colore dei miei occhi»

«i tuoi occhi sono verdi, ma non quel verde acceso e vivace che hanno i miei. Un verde più spento, un verde pieno di dolore e tristezza, un verde che ha visto di tutto e ci sono quelle pagliuzze giallo oro che danno un po' di luci a occhi troppo belli e troppo spenti- Elaine lo guarda incredula -e sono gli occhi di chi adesso é senza parole»

«touché» Elaine porta lo sguardo verso il fuoco.

«Elaine, hai un animo buono e sei dura quanto fragile. Mi hai incantato e domani partirò con il ricordo di una durissima esperienza e grande lezione di vita, ma sopratutto con il tuo sguardo impresso nella mente»

«buon viaggio, Harry» Elaine si alza senza proferire altro, non si volta nemmeno a guardarlo dopo aver corso verso la sua roulotte.

Sente lo sguardo di Harry puntato sulla schiena anche dopo aver chiuso la porta.



 

Quel ragazzo alla fine é più forte di lei.




amo queste gif:









 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Fallingforyou