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Autore: Meggie    26/12/2004    22 recensioni
Sono passati sei anni dalla fine di Hogwarts... Ron e Hermione si sono sposati e sono felici... ma è tutto come sembra? E gli altri, che fine hanno fatto? Dov'è Harry? E che cosa nasconde Ginny? (R/Hr)
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase

 

(My Immortal – Evanescence)

 

******

 

Capitolo 1: Promesse

 

 

Allungò lentamente una mano. L’appoggiò delicatamente sul cuscino accanto a lei: niente. La fece scorrere sul lenzuolo, come per accertarsi che non ci fosse veramente.

 

Si girò su un fianco e aprì gli occhi. La stanza era ancora immersa nell’ombra più assoluta.

 

Andando per tentativi cercò la sua bacchetta sul comodino e mormorò “Lumos”, con la voce ancora impastata da un sonno, troppo spesso agitato.

 

I suoi occhi si chiusero di scatto, rifiutando quella luce inattesa.

 

Passarono alcuni secondi e, superando il rifiuto iniziale, i suoi occhi si riaprirono.

 

Guardò l’ora. 1:37

 

E lui non è ancora tornato.

 

Non era una cosa strana. Capitava spesso che lui (e qualche volta, anche se raramente, lei) rientrasse anche molto tardi. E non per dar sfogo a qualche passione notturna, lei lo sapeva bene. Era tutto per lavoro. Il loro lavoro li portava anche a quello (che in effetti era il minimo). Lei, non poteva che accettarlo.

 

Ma spesso aveva paura.

 

Paura di aspettare invano la notte il suo rientro. Paura di non vederlo più. Paura che gli fosse successo qualcosa. E non erano paure insensate o sfoghi della sua mente razionale. Conosceva uomini, conosceva donne. Un tempo felici e sposati. Ora solo soli con una tomba in giardino. Li conosceva. Ed era per questo che aveva paura.

 

In effetti era l’unica cosa che temeva veramente.

 

Non temeva la morte. Non la sua per lo meno. Temeva la morte delle persone accanto a lei. Delle persone che le volevano bene. A cui lei voleva bene. Delle persone che l’amavano. Di lui.

 

Troppe persone erano morte. Troppe forse ne sarebbero morte.

 

Ed era per questo che aveva paura.

 

Sentì un rumore proveniente dal piano di sotto che la fece tornare in sé.

 

Con ancora la bacchetta in mano, cercò di infilarsi la vestaglia. Aprì la porta della camera da letto e iniziò a scendere le scale. Quelle scale che ei stessa aveva stregato per protezione. Era stata lei a proporgli quell’incantesimo. Lui aveva obiettato qualcosa del tipo “Se vogliono entrare, non lo faranno dalle scale”. Lei sapeva perfettamente che aveva ragione… ma alla fine si era impuntata. Aveva fatto tutto di nascosto. Aveva creato l’incantesimo (in effetti molto simile a quello applicato alle scale femminili di Hogwarts) e gliel’aveva presentato. Alla fine aveva ceduto… più per farla contenta che altro.

 

L’incantesimo trasformava le scale in uno scivolo, qualora qualcuno di non autorizzato avesse deciso di salirle.

 

Non davano una sicurezza totale, era ovvio… come aveva detto lui, erano, in effetti, abbastanza inutili, ma permetteva a loro di avere un margine di tempo necessario per organizzarsi… caso mai qualcuno fosse entrato di notte…

 

Non aveva ancora messo il piede sull’ultimo scalino che sentì la sua voce. E tirò un sospiro di sollievo. Un’altra notte era passata. Per un’altra notte era tornato.

 

“Mione?”


”Si…”

 

Arrivò davanti a lui. Si stava togliendo la sciarpa. Le guance arrossate dal freddo, i capelli spettinati dal vento… i suo occhi azzurri che la guardavano. A Hermione apparve semplicemente bellissimo.

 

I ragazzo la fissò e capì che doveva essersi appena svegliata. I capelli sembravano una massa informe, gli occhi solo leggermente aperti.

 

“Com’è andata?”

 

La sua voce gli fece ricordare dove si trovava.

 

“Bene… come al solito”

 

“Uhm… sicuro?” lo guardò meglio, come per soppesare la verità delle sue parole…

 

“Si… non preoccuparti…”

 

“Già… gran belle parole”

 

Abbassò gli occhi… non era così facile non preoccuparsi. Lui doveva capirlo.

 

“Dai Mione sei stanca… torna a letto adesso arrivo…”

 

Il ragazzo le si avvicinò, le prese una ciocca ribelle che era andata a oscurare i suoi occhi e gliela mise dietro un orecchio.

 

Poi si chinò e la baciò sulla fronte, per poi finire delicatamente sulle sue labbra.

 

Hermione si strinse a lui. Ancora una volta era a casa. Ancora una volta era vivo. Ancora una volta erano vivi.

 

A malincuore si staccò. Velocemente gli accarezzò la guancia destra, dove un segno del passato lo aveva marchiato anche per il futuro. Un segno che nessuno avrebbe potuto cancellare. Un segno che sarebbe rimasto sempre e per sempre. Un segno che mai nessuna felicità avrebbe potuto offuscare. Un segno di sei anni prima. Un segno che sembrava essere stato fatto solo pochi giorni prima da quanto il dolore era ancora presente.

 

“Vado a letto… fai presto, sai che non riesco a dormire tranquilla…”

 

“… se non ci sono, lo so” terminò al posto suo.

 

Iniziò a salire le scale. Aveva fatto solo pochi scalini quando si girò di scatto.

 

“Ron?”

 

“Si?”

 

“Prima che me ne dimentichi… ti amo…”il volto della ragazza anche se stanco e assonnato si illuminò in un sorriso che, se possibile, divenne ancora più bello quando la voce del ragazzo le rispose “Anch’io. Anch’io ti amo.”

 

Un’altra notte era passata. Ancora una volta era tornato vivo. Ancora una volta erano vivi.

 

E anche per quella notte, sarebbe riuscita a dormire almeno un po’.

 

******

 

 

Ron scese l’ultimo scalino e si diresse verso a cucina. Hermione era già lì, tutta indaffarata per preparare la colazione. Il suo sguardo si posò sulla tavola, dove dei piatti e bicchieri si stavano posizionando.

 

Ron non riuscì a trattenere uno sbadiglio e solo in quel momento Hermione si accorse della sua presenza.

 

“Buongiorno”

 

“’Giorno”

 

Ron prese una sedia e si sedette, non molto elegantemente.

 

“Ti ricordi vero?”

 

“Cosa?”

 

Hermione sospirò.

 

“Come cosa? Stasera arriva Ginny…”

 

“Ah… si è vero… è domani… l’avevo dimenticato…” Ron fissò il tavolo.

 

E così era passato un altro anno. Ogni volta che ci pensava sembrava così assurdo… e invece era tutto vero. Tutto reale.

 

“Tieni” una mano davanti a lui reggeva una tazza di caffè. L’afferrò e alzò gi occhi giusto in tempo per vedere gli occhi di Hermione pieni di lacrime. La ragazza si girò di scatto, nonostante sapesse che ormai lui l’aveva vista.

 

“Hermione…”

 

Ron appoggiò la tazza e si alzò. Andò dietro di lei e le mise le mani sulle spalle. Hermione appoggiò le sue sopra quelle del ragazzo.

 

“Hermione…” ripeté Ron, ma Hermione lo bloccò.

 

“No Ron… non dire niente… non servirebbe…”

 

Il ragazzo si limitò a sospirare e l’abbracciò. Lentamente la fece voltare e lei affondò il volto nella sua spalla. Non piangeva. Ormai non aveva più lacrime. Non avevano più lacrime. Ma faceva ancora molto male. Un male che non se ne sarebbe andato. Ma che ormai non permetteva più di piangere.

 

Troppe lacrime aveva versato. Troppe lacrime erano uscite dai suoi occhi. E un’antica promessa. Basta. Da quel giorno.

 

Aveva speso le sue ultime lacrime quel giorno. Le loro ultime lacrime. Adesso non ne avevano più. Adesso non restava nient’altro che andare avanti.

 

“Hey…”

 

Hermione alzò gli occhi, fino ad incontrare quelli azzurri del ragazzo.

 

“Ci sono… sta passando”

 

“Bene”

 

Rimasero abbracciati per qualche istante, poi lentamente si staccarono. Ron la accarezzò sulla testa e la baciò di nuovo. Poi prese la sua tazza di caffè, ormai completamente freddo, e buttò giù il liquido dal sapore amaro.

 

“A che ora esci?”

 

Ron bevve l’ultimo sorso. “Mah… adesso… tu?”

 

“Tra un po’… ho ancora tempo.”

 

“Sei alla riunione vero?”

 

“Si”

 

“Allora ci vediamo”

 

Hermione annuì. Ron appoggiò la tazza sul tavolo e uscì dalla porta, per rientrare qualche secondo dopo.

 

“Mione… ti amo”

 

La ragazza gli sorrise dolcemente. “Me l’avevi già detto oggi…”

 

Il ragazzo fece finta di pensarci, alla fine sospirò. “Già, ma che vuoi farci? Sono un romantico… meglio una volta in più, che una in meno…”

 

“Lo so…” il ragazzo fece per uscire “Ah Ron… anch’io ti amo…”

 

“Ovvio… come non potresti?”

 

“Me lo chiedo spesso anch’io…”

 

Il ragazzo sorrise e uscì.

 

Una volta al giorno. Non te lo dimentichi mai…

 

Se l’erano promessi. Non tanti anni prima… solo alcuni. Il giorno… anzi, la sera del loro matrimonio… si erano promessi di non avere rimpianti… e di dirsi ogni giorno che si amavano… e tutto questo li aveva aiutati. Erano stati a galla con la speranza di sentire ogni giorno quelle due parole, pronunciate dalla bocca dell’altro. E ogni giorno se lo ripetevano, senza sosta… senza paura… senza vergogna… perché avevano promesso.

 

Dalla sera del loro matrimonio non dovevano avere più rimpianti. L’avevano promesso a loro… e a Harry…

 

Mai più rimpianti…

 

Quello era l’unico modo per riuscire a vivere almeno una vita ‘decente’… una vita che valesse la pena essere vissuta.

 

Hermione osservò per qualche secondo la porta della cucina. Sentì un rumore provenire dall’altra stanza.

 

È andato. E già mi manca… odio stare da sola… e lo odio ancora di più se è lui la persona che manca…

 

Hermione andò di sopra a prepararsi.

 

Quel giorno ci sarebbe stata una riunione per discutere degli ultimi arresti, e poi una serie di fogli di compilare… ovviamente quando si trattava di inutili scartoffie, Ron le ‘cedeva’ volentieri l’onore.

C’era da dire che quando gli venivano affidati incarichi pericolosi, non stava a sentire nessuno… rimanere a casa. Stronzate. Ci andava anche lei… e, ovviamente, si dimostrava più che all’altezza.

Non si lasciava mettere i piedi in testa, lei. E Ron lo sapeva bene. E poi era lui che la voleva con se nelle missioni. E lei gliene era grata.

 

Essere Auror per una donna delle volte era molto faticoso. Ma era felice. E amava il suo lavoro.

 

E non l’avrebbe mai cambiato. Mai.

 

Entrò nella camera e si infilò i primi vestiti che trovò. Prese la sua bacchetta e si guardò allo specchio.

 

Stasera arriva Ginny. Stasera. E domani… domani andremo a trovare Harry tutti insieme… ne sarà felice… ne sono sicura…

 

Sorrise alla sua immagine. O almeno ci provò. Guardò la sua mano sinistra e il suo anello.

 

Prese un respiro profondo e si diresse alla porta…

 

Forza Hermione Granger… andiamo a fare qualcosa di buono…

 

E quel pensiero in testa, si diresse al lavoro.

 

*****

 

 

Pietà della mia povera mente! Comunque…

Mi farebbe enormemente piacere se decideste di recensire… e mi verrebbe molta più voglia di continuare a scrivere, no? Per favore! ^___-

Ci conto eh! Almeno qualcuno!

Al prossimo capitolo…

 

 

 

 

 

 

   
 
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