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Autore: Ucha    25/05/2014    4 recensioni
Lui aprì nuovamente gli occhi color castagna, passandoli su ogni centimetro della loro prigione. Un quadrato ridotto di un bianco sporco e cupo. Sembravano rinchiusi in una ruvida scatola di cartone buttata in una fessura dello spazio dove il tempo non esisteva. L'unico contatto con la realtà era uno sportellino di metallo posto in un punto imprecisato, che ogni tanto si apriva rivelando un paio di occhi scuri.
Non capiva ancora perché era lì e ringraziava la presenza di Merida, la rossa. Senza, sarebbe sicuramente impazzito.
{JackFrost/Merida}
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost, Merida
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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<< Non mi piace questa stanza.>>

<< Nemmeno a me. >>

<< Potremmo scappare. Proviamoci, dai !>>

<< Falliamo sempre. >>

<< Non è un buon motivo. >>

Il ragazzo lanciò un sospiro, poggiandosi malamente al muro, tenendo gli occhi chiusi.

<< Voglio morire. Da quanto siamo qua dentro? >>

La sua interlocutrice dai capelli fiammeggianti lo scrutò male, delusa da quel calo di volontà improvviso del suo compagno di cella, per poi sedersi di fianco a lui. Osservò il suo volto per qualche istante e poi poggiò la testa sulla sua spalla.

Lui aprì nuovamente gli occhi color castagna, passandoli su ogni centimetro della loro prigione. Un quadrato ridotto di un bianco sporco e cupo. Sembravano rinchiusi in una ruvida scatola di cartone buttata in una fessura dello spazio dove il tempo non esisteva. L'unico contatto con la realtà era uno sportellino di metallo posto in un punto imprecisato, che ogni tanto si apriva rivelando un paio di occhi scuri.

Non capiva ancora perché era lì e ringraziava la presenza di Merida, la rossa. Senza, sarebbe sicuramente impazzito.

<< Che schifo. >> esordì, in un sussurro, che rasentava il disgusto e l'arresa. Ma in fin dei conti, lui non si era arreso per niente.

<< Mh? >>

<< Voglio andarmene via da qui. >>

<< E io cosa dicevo, “sono cresciute le fragole nell'angolo”? >> rispose sarcastica lei.

<< Se devi essere così acida puoi rimanere qua da sola! >>

Merida fece un sorriso abbastanza inquietante, ma per lui fu un fuoco che riscaldava il cuore. Lei lo abbracciò quasi possessiva, stringendo il tessuto bianco e orribilmente ruvido che avvolgeva l'amico.

<< Sai che sarò ovunque tu sia. >>

Il ragazzo sorrise rincuorato e affondò il naso fra i suoi capelli ricci.

<< Ti voglio bene, Merrie .>>

In quel momento lo sportellino si aprì.

 

 

 

 

 

Due vetture dell'ambulanza sono ferme al centro della strada, pronte ad assistere i due feriti dell'incidente. Sono un ragazzo e una ragazza, entrambi distesi al suolo insieme ad una moto ormai praticamente in pezzi. Lui è semplicemente svenuto, ma i medici non possono dire lo stesso di lei. Il corpo è accartocciato in una posizione raccapricciante. La schiena è praticamente spezzata e il bacino a ruotato malamente verso sinistra, mentre gli arti sono un composto di ossa rotte.

L'incidente è stato uno scontro brutale, nessuno dei due aveva visto l'altro. Ma mentre il motociclista se l'è cavato con due costole rotte, la povera vittima è immersa in un bagno di sangue, senza vita. Aveva solo sedici anni.

Una terza persona è lì, pietrificata, osservando la scena con una certa incredulità, misto allo shock più totale. Perché il suo posto doveva essere quello della ragazza, che si è buttata per proteggerlo.

Il mondo sembra girare per poi diventare bianco e rinchiudersi in una scatola.

 

 

 

<< Buonasera .>>

La guardia alzò lo sguardo dal giornale e lo posizionò sulla donna di fronte a sé. Poteva avere una ventina d'anni più o meno, aveva i capelli rossi e lisci e raccolti in una crocchia. Era coperta di lentiggini e i suoi occhi risplendevano di un azzurro limpido.

<< Signorina Overland. >> fa un cenno di saluto, per poi tornare sulle pagine del giornale con un sorrisino divertito.

Lei era tesa, ma sciolse in parte il suo nervosismo abbassando le spalle e assumendo un tono confidenziale.

<< Dai Kristoff, non fare il cretino! >>

<< Ehi, calma “furia scatenata” o ti verranno le rughe! >> ironizzò alzandosi nei suoi imponenti centonovanta centimetri e facendo un buffetto alla fanciulla. Lei sfoderò un mezzo sorriso ma poi assunse nuovamente un atteggiamento più angoscioso.

<< Come sta? >>

Il sorriso dell'uomo si smorzò repentinamente, facendo cenno di seguirla. Si avventurarono attraverso una rete di strade per poi arrivare ad una porta blindata, una delle tante. Il numero registrato era il 212.

Da dentro si sentì una voce maschile dire qualcosa, ma i muri erano così spessi che si udirono dei suoni ovattati.

Kristoff aprì lo sportellino di metallo e l'unica parola sensata che riuscirono a captare fu “Merrie”.

La ragazza al suo fianco deglutì e si avvicinò alla fessura, trepidante.

Era lì, i capelli castani arruffati, raggomitolato su sé stesso e nella sua camicia di forza, necessaria dopo un tentato suicidio. Alla donna si strinse il cuore, ma parlò ugualmente.

<< Jack? >> tentennò.

Il ragazzo sobbalzò e cercò di guardare attraverso lo spiraglio di luce.

<< Chi sei? >>

<< Sono io... Anna! Tua sorella! >>

<< Anna... Anna! >> lui parve svegliarsi da un vuoto di memoria. Lo vide arrancare verso la fessura. I suoi occhi erano una disperata richiesta di aiuto. << Anna! Anna! Facci uscire, ti prego! >>

Lei non parve convinta. << Facci...?>>

<< Parla con qualcuno, usa soldi, aiutaci, ti prego! >>

<< Jack, ma di chi stai parlando? >>

<< Di me e Merida, ovvio! >>

Il cuore di Anna perse un colpo. Le labbra color fragola tremarono appena, mentre la sofferenza era impressa nelle sue iridi azzurre.

Deglutì piano.

<< Jack... Merida è morta... Due anni fa, in un incidente. >> fece una pausa. << Non ricordi? >>

<< Morta!? Ma che stai dicendo? >> gli scappò una risatina. << È qui, è con me! Guarda! >>

Si spostò appena per indicare il nulla.

Anna abbassò lo sguardo e fece cenno a Kristoff di chiudere. Ma prima che la sbarretta di metallo avesse impedito il contatto visivo col fratello, riuscì a cogliere lo sguardo deluso e ferito di Jack.

<< No... Anna! Anna! Ti prego! Facci uscire! Anna! >>

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice:

Okay, è vero, non scrivo su questo sito da mezzo millennio, ma a causa del pc rotto non posso fare altrimenti.

Però per fortuna ho degli amici che mi permettono di usare i loro computer. <3

E niente, ecco una Jarida angst, così.

Spero sia stata abbastanza comprensibile e che vi piaccia!

Adieu.

 

 

   
 
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