È stata sedata da poco, io la guardo attraverso il vetro mentre mi lavo e mentre penso che la donna che amo sta per essere operata proprio da me.
Ripasso nella mente ogni minimo passaggio della procedura; voglio essere meticoloso, calmo, fare le cose per bene per poter vedere gli occhi di Sara riaprirsi.
Ho paura, paura di bloccarmi, di fare qualche cosa di sbagliato di entrare nel panico ma devo pensare a lei, a quello che potrà essere il nostro futuro.
Ho paura che non si risvegli e ho paura non poterle chiedere scusa per tutte le cose che le ho detto. 
Entro in sala operatoria, un'infermiera mi mette il camice e poi i guanti; la guardo distesa sul tavolo e pronta per essere operata.
Penso a quello che Marco mi ha detto poco fa; mi ha chiesto di fare di tutto per salvare la sua famiglia e io lo farò perché Sara è anche la mia famiglia.
Mi posizione difronte al tavolo e chiedo con voce ferma il bisturi.
Inizio a tagliare e, quando vedo il suo cuore una sensazione di serenità mi pervade, lo vedo, lo posso toccare e la posso salvare.
Passo dopo passo continuo l'operazione e, quando giunge al termine posso tirare un sospiro di sollievo.
Esco dalla sala e percorro il corridoio che mi divide dai Martini, li vedo tutti li, con i capi chini e le lacrime che sgorgano dagli occhi in modo irrefrenabile; nonno Libero prega San Nicola, e Marco chiede aiuto al Signore.
Mi avvicino a loro e poso una mano sulla spalla di Marco;
-allora come è andata?- mi chiede scattando in piedi 
-l'operazione è stata lunga e molto complicata, dobbiamo aspettare che si svegli ma, starà bene!- gli comunico sorridendo.
Marco si alza dalla sedia sospirando e io mi dirigo verso la terapia intensiva.
Entro nella sua stanza e mi siedo al suo fianco, le prendo la mano e l'accarezzo cercando di trasmetterle tutto il mio amore.
-ciao amore mio, hai visto? Ho fatto tutto bene, sono stato bravo, ora però tu ti devi svegliare capito? Ti devi svegliare perché ho una cosa da chiederti!- le sussurro baciandole la testa. 
Sara stringe la mia mano impercettibilmente e con voce roca prova a rispondere non riuscendoci. 
Le poso un bicchiere d'acqua sulle labbra cercando di bagnargliele e lei mi risponde:
-cosa mi devi chiedere?- mi risponde lei aprendo i suoi bellissimi occhioni azzurri.
-Sara Levi, dopo tutti i bloody mary versati sulle camicie, dopo tutti i casini che abbiamo combinato insieme, che ne dici se continuiamo a farlo per tutta la vita.-
Lei mi guarda perplessa.
-Sara sposami!- le dico sorridendole in attesa di una sua risposta.
-si- e un si impercettibile ma io l'ho sentito chiaramente e molto delicatamente la bacio sapendo che questo era il nostro destino e che noi, eravamo DESTINATI.