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Autore: NightWatcher96    26/05/2014    1 recensioni
Il Valgismo è una malattia che colpisce principalmente l'apparato scheletrico inferiore, o più precisamente, le gambe. Michelangelo ha paura di farsi operare dallo stesso Donatello, ma qualcuno gli ricorda di essere forte per affrontare il domani.
One-Shot già pubblicata su un altro sito e che ripropongo qui.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Anche oggi ho male al ginocchio destro. Diamine, fa davvero un male cane che a stento riesco a camminare bene. Tutto questo continuo dolore costante, è accaduto dopo la battaglia sull'astronave di Shredder, quando lui mi ha spezzato le gambe.
Fino a quattro mesi fa stavo benissimo, poi, da circa una settimana, ho iniziato ad accusare questo fastidioso dolore. Zoppico, sono lento e il maestro mi ha obbligato al riposo forzato... mi sento davvero un fallito. Un pesante fardello.
Ora sono disteso sul mio letto, ascoltando le classiche grida da battaglia dei miei fratelli nel loro addestramento delle 18:30. Siamo a maggio e inizia fare caldo... vorrei davvero allenarmi. Sono già due giorni che sono bloccato a letto!
Due stampelle sono appoggiate alla mia scrivania; so che devo usarle. Me l’ha imposto Donatello e... non voglio fare di testa mia. Ho troppe esperienze alle spalle per sapere che non sarebbe una buona idea fare il contrario. 
I miei pensieri vengono interrotti dal bruciore localizzato alle ginocchia, più un dolore atroce nei muscoli. Mi sento quasi paralizzato; inghiottendo le lacrime, accendo il lume sul comodino e inizio a massaggiarmi dolcemente gli arti inferiori.
Non ho messo più le mie ginocchiere. Mi causano altro male e non mi piace soffrire; sospiro quando mi accorgo di un caldo gonfiore alle rotule... so che la pressione del liquido interno sta aumentando ma voglio provare a riderci su.
Preferisco imbottigliare il dolore nel cuore e tornare a essere quello stupido giocherellone di sempre. Afferro le mie stampelle e mi porto sin sul bordo del letto... sono pronto. Inspiro e mi alzo, trattenendo un grido di dolore, mordicchiandomi le labbra. 
Ho bisogno di vedere la mia famiglia. Posso raggiungere il dojo, devo raggiungere il dojo...

-Bene, figlioli. L'allenamento è concluso per oggi- sorride il maestro, inchinandosi: -Fra poco andrò a preparare la cena-.
-Grazie, sensei- rispondono all'unisono i miei fratelli, madidi di sudore e stanchi per la lotta.
Li guardo, nascosto dietro un pilastro. Il mio cuore piange... loro sono in forma, io mi sento debole e inutile. D'istinto porto le mani alla mia cintura, solo per ritrovarla sguarnita dai miei nunchaku... quelli che ho consegnato a mio padre, circa cinque giorni fa.
Non mi accorgo degli sguardi morbidi della mia famiglia sino a quando non avverto il tocco leggero delle loro mani sulle mie spalle. Alzo lo sguardo e sorrido... cerco, almeno, di farlo. Le mie gambe sembrano rosolare a fuoco lento e a malapena riesco a camminare.
-Fratello, che fai qui?- mi chiede Raph: -Sai bene che dovresti essere a riposo. Se hai bisogno di qualcosa, puoi sempre chiamarci-.
-Grazie- rispondo con un altro sorriso: -Non ce la facevo a rimanere ancora nel mio letto... fa caldo e... avevo bisogno di un po' di compagnia-.
Donnie mi abbraccia, cullandomi: -Hai ragione... siamo stati un po' troppo distanti da te, ultimamente. Se vuoi, io rimango con te, mentre Leo e Raph vanno a prendere la pizza-.
Uscire... cosa darei per andare con loro. Ma so che non potrei... sono bloccato! Voglio andare... voglio un po' d'aria fresca, dopo una settimana di sola tana. Voglio guardare la luna, ascoltare il caos serale di New York e godermi l'aria fresca sulla pelle.
Sono stufo della tana... personalmente, mi chiedo come il maestro Splinter possa sopportare ore e ore di meditazione!
-Posso venire con voi?- chiedo in sussurro, strofinandomi la mano sul volto: -Non badate a quello che ho detto- mi correggo.
Faccio per voltarmi quando Leo mi prende dolcemente il polso, costringendomi a guardarlo dritto nei suoi occhi ramati. C'è una profonda preoccupazione in quelle sfere luminose... e posso capirlo. Involontariamente, cerco di unire le gambe doloranti e percepisco qualcosa di strano, all'altezza delle ginocchia.
Sbatto un paio di volte le palpebre: riprovo a stringere solo per riavvertire una durezza piuttosto esterna... ma la cosa che mi lascia perplesso è la difficoltà nell'unire le caviglie. Non riesco affatto.
-Che succede, figlio mio?- mi chiede il sensei, perplesso quanto me.
-Non mi ero mai reso conto di aver difficoltà a unire le caviglie- rispondo, continuando a provare.
-Davvero?- riformula anche Donatello, inginocchiatosi dinanzi a me.
-Problemi, oltre al dolore, però?- chiede Raphael, a braccia conserte.
-Mmh, per rispondere, mi occorre una livella- mormora Don, lisciandosi il mento: -Forza, andiamo nel mio laboratorio-.
Annuiamo: stringo saldamente le mie stampelle e inizio a camminare sul dolore, il quale mi rallenta non poco; sento le braccia confortanti di Raphael aiutarmi e le mani gentili di Leonardo sostenermi. Con l'animo più sollevato, proseguo decisamente più motivato...

Nel laboratorio caotico di mio fratello rimango perfettamente in piedi, senza stampelle, ma aiutato da Leo e Raph. Il sensei è dinanzi a me e Don è già in possesso della livella. S'inginocchia di nuovo e posiziona l'asta di metallo, con tre sfere verdastre, contenenti delle bollicine come unità di misura, contro l'interno della mia gamba sinistra.
Poi con quella destra. 
-D'accordo, fratello- mi dice ancora, come se già sapesse il mio problema: -Chiudi le gambe, adesso. Cerca di far aderire le caviglie-.
Ci provo. E' molto difficile, lo ammetto. Il dolore lo sento accrescere dalle rotule... e mi accorgo degli sguardi meravigliati della mia famiglia.
-Ehm... cosa c'è?- chiedo, con un sorrisino sbilenco.
Don si alza e mi porta le mani sulle spalle: -Direi che... tu sei una tartaruga affetta da valgismo, ossia una crescita a "X" delle gambe. Il dolore è comune ma il problema è che se non ti cureremo immediatamente, la tua colonna vertebrale ne risentirà-.
-E... e che cosa dovrei fare? Non voglio avere le gambe "storte"!- piagnuco infantilmente.
-Sta tranquillo- mi risponde mio fratello: -Fra circa due mesi, ti opererò. Vuoi anche sapere cosa ho intenzione di fare, Mikey?-.
Oh, cavolo! Io odio davvero la chirurgia, gli aghi, le flebo e tutta la medicina! E' qualcosa che... mi fa senso! Non voglio operarmi, ho paura!
-Donatello, figliolo, potresti spiegarti meglio?- chiede il maestro, con una mano sul petto e uno sguardo scioccato.
-Sì, maestro- risponde il citato: -Con l'opportuna anestesia, Michelangelo non avvertirà nulla. Con dei bisturi praticherò delle incisioni all'altezza delle rotule e una volta aperte le ginocchia, taglierò le ossa, applicandoci delle placche d'acciaio molto particolari-.
Gelo sul posto... non voglio essere una tartaruga bionica! Oh, cavolo...! Non posso...! Mentre la mia famiglia continua a chiacchierare, ne approfitto per raggiungere la porta e dirigermi verso i tunnel fognari, incurante di essere senza stampelle.
Ho bisogno di riflettere su tutto questo... sto male al pensiero di avere delle cicatrici sulle ginocchia... ho paura, lo so che l'ho già detto!
-MICHELANGELO!- grida la mia famiglia, rincorrendomi.
Non posso fermarmi: sento le lacrime pungere i miei occhi... non appena il classico tanfo di fogna cattura il mio olfatto, sul mio volto avverto una sensazione umida.
Lo ammetto, sto piangendo! Proprio così! 
Devo salire in superficie... devo calmarmi... magari guardando le stelle e la luna. Oh, sì! Sono un tipo poetico!
Ignorando il dolore lancinante, sollevo un tombino e salto su un cassonetto della spazzatura, catapultandomi su una scala antincendio e raggiungendo immediatamente un cornicione, proprio parallelo alla 39esima.

Non c'è molto movimento, stasera. Sento le sirene della polizia che echeggiano lontano. Alzo il capo al cielo blu notte. E' davvero una calma notte, con la luna piena e una miriade di stelle. Le luci rossastre di un'insegna di un hotel prestigioso mi applica una piccola sfumatura sul corpo.
Sembro ustionato!
La brezza del vento mi cancella le lacrime. A dire il vero, sono già calmo. Non ho bisogno né di gridare né di spaccare qualcosa. Quello è compito di Raphie. 
Mentre ritorno a cosa mi aspetterebbe tra due mesi, sobbalzo al timbro gentile di una voce. Mi affretto a raggiungere i miei nunchaku, ma mi ritrovo disarmato.
-Ehi, Turtle Titan!- saluta il mio amico Silver Sentry, volando dinanzi a me.
Adoro la sua tuta bianca e il mantello cobalto!
-Ciao, Silver... che cosa ci fai dalle mie parti?- gli chiedo, sforzandomi di sorridere.
-Ero in perlustrazione e non appena ti ho notato, ho pensato di venirti a salutare- mi spiega, sedendosi accanto a me.
-Sempre al lavoro!- schernisco, sentendomi molto più sollevato di parlare con qualcuno.
-Sei ferito?- mi chiede poi, notando le fasciature sulle ginocchia: -Ultimamente non ti abbiamo più visto alla Justice Force-.
-Mi dispiace...- sussurro vergognato: -Ti va di ascoltare un po' di sofferenza? Avrei proprio bisogno di aprirmi...-.
-Sai che puoi farlo. Siamo amici e alleati- sorride Sentry, ascoltando la mia battaglia con gli altri contro Shredder sino all'operazione.
-E io sono scappato qui perché ho paura di operarmi... anche se ho molta fiducia in mio fratello Don- concludo, distogliendo lo sguardo.
-Mmh, capisco- conferma Sentry, osservando l'orizzonte luminoso: -Pensa che se opti per un no, il problema peggiorerà e nessuno della Justice Force vorrebbe perderti-.
Arrossisco addolcito dal complimento: -Ecco... non so... è solo che l'esperienza con Bishop mi ha traumatizzato. Una parte di me, però, vorrebbe sottoporsi all'operazione-.
-Ma non sopporti l'idea del metallo sconosciuto dentro di te, giusto?- completa ancora Sentry, sorridendo.
-Sì, esatto!- esclamo davvero meravigliato dalla sua perspicacia: -Mondo pizza, sei davvero grande, Silver!-.
-Grazie, Michelangelo- risponde il mio amico, mettendosi in piedi sul cornicione: -Pensa che sarai sempre lo stesso, solo migliorato. E tutti attenderemo il tuo ritorno-.
-Grazie, Silver!- mormoro, prima che le lacrime di gioia crollano dai miei occhi: -Grazie per avermi convinto!-.
-Non ringraziarmi, amico- risponde l'altro, sorridendo: -Ora è tempo che vada. Ti aspetteremo tutti. Turtle Titan vincerà anche questa battaglia!-.
Mi alzo in piedi, felicemente: -Sì e torneremo ancora a combattere il male a New York!-.
Silver ride e sollevandosi verso il cielo, mi saluta, scomparendo quasi nell'argento della luna...
Lascio cadere il mio braccio, con un piccolo senso di vuoto dentro di me. Ma mi sento davvero molto più motivato a lasciarmi operare. Confido in Don e so che nulla di tutto ciò potrebbe avere a che vedere con le orrende ambizioni di Bishop.

-Ci vuole poco per convincerti?- schernisce una voce dietro di me.
Mi volto e il mio volto lustro s'illumina ancora: -Ehi, ragazzi! Silver ed io abbiamo chiacchierato un po'!-.
-Sì, lo sappiamo. Abbiamo assistito solo agli ultimi cinque minuti di “grazie” e cose varie!- aggiunge Raph, con il suo solito ghigno.
Stringo i pugni duramente, voltando il capo verso la mia ombra allungata dinanzi a me: il mio sguardo si annacqua... sto per piangere senza un motivo e quando mi accorgo di un singhiozzo sfuggire dalle mie labbra, so già che è troppo tardi per evitare di umiliarmi così.
-Mikey... va tutto bene- sussurra Leonardo, abbracciatomi dolcemente: -Non sentirti in colpa per essere scappato. Sappiamo come ti senti-.
-Mi dispiace lo stesso... mi sento come se avessi appena tradito Don- mormoro con voce soffocata per le labbra schiacciate contro la sua spalla.
-Oh, dai! Non c'è nessun problema!- ridacchia mio fratello genio, accarezzandomi la testa, con fare affettuoso.
-Dai, rientriamo. Hai bisogno di riposare, adesso- aggiunge teneramente anche Raphael, mentre si avvia verso la gola del palazzo.
Mi strofino le lacrime con il dorso della mano e annuisco; faccio per compiere un passo quando emetto un gemito, ritrovandomi con il guscio sul cemento. I miei fratelli corrono verso di me: non riesco nemmeno a muovere le gambe. Mi bruciano e mi fanno male.
-Andiamo- fa Donnie, prendendomi sulla schiena...

*****************************************

10 Luglio, ore 23:30

La nebbia si sta diradando. Sento mormorare, percepisco dei passi ovattati e un po' di mal di testa. Sì, sono stato appena operato e ora mi sto risvegliando dalla mia anestesia. Ho la bocca impastata e le macchie sfocate dinanzi ai miei occhi, non abituati alla luce, diventano la mia famiglia.
Non so perché sento la voglia improvvisa di piangere... forse di felicità? O di dolore?
Non sento proprio nulla e faccio per muovermi quando la mano sudaticcia di Raphael mi preme dolcemente sul petto, dicendomi di restare disteso.
-Com... come è andata?- articolo stancamente, sbadigliando.
-L'operazione è stata un successo!- esclama Donatello, con una tipica battuta da dottore da film.
-Sono bionico, ora?- schernisco, scoprendo il lenzuolo bianco dal mio corpo sudaticcio per via dell'alta temperatura estiva.
-Se vuoi metterla in questo modo...- ridacchia Leonardo, porgendomi la mascherina ninja.
Non sapevo che me l'avessero tolta: -Grazie- e me la lego sul volto.
Voglio vedere... voglio toccare le cicatrici. Don afferra la sua livella, mentre il maestro Splinter mi accarezza la mano.
-Il baricentro è perfetto. Le tue gambe sono perfettamente dritte. Avrai bisogno di un mese di riposo e uno di fisioterapia...- mi spiega.
-Ok- rispondo, notando le profonde cicatrici sotto le bende bianche.
Mi passo le dita su di esse, toccando proprio la durezza di... di quelle placche di metallo sottopelle. La paura è scomparsa subito assieme alla voglia di piangere. So per certo che è stata anche la promessa fatta a Silver Sentry se ora mi sento come nuovo.
Vorrei già essere libero a correre in superficie... ma so che dovrò aspettare. La pazienza è la virtù dei forti, come dice il maestro!
Sorrido mentre i miei fratelli mi abbracciano... sono davvero molto fortunato ad avere una famiglia che mi ama. Non mi sento diverso, solo me stesso! Riesco a unire le caviglie e il dolore è scomparso... non vedo l'ora di tornare Turtle Titan per sconfiggere il male con Silver Sentry, la Justice Force e... i miei meravigliosi super-semplici-fratelloni!
-Mikey, c'è la pizza!- mi dice Raphael.
-Non potevi darmi una notizia migliore, fratello!-...

The End
  
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