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Autore: Lunch    26/05/2014    1 recensioni
Una storia ambientata in un possibile futuro, in cui purtroppo i Bastille non sono più sulla cresta dell'onda. Ma qualcuno che ancora tiene a loro continua ad esserci, motivato a sfruttare un'occasione che il destino gli pone su un piatto d'argento..
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Milano 2018

«La, non riesco a credere che l’hai fatto per davvero dopo tutti questi anni... ma pensi che ti risponderà?»
«Non lo so Cate... è che da quando ho scoperto che si è trasferito qui non sono proprio riuscita a contenermi. Tu al mio posto l’avresti fatto?!» 
Devi sapere, lettore o lettrice, che due anni fa, a causa di un secondo album non brillante e di un tour andato anche peggio, i Bastille purtroppo si erano sciolti. Ciò però non aveva scoraggiato la grande passione che nutrivo per il gruppo, in particolar modo per il frontman. Fu quindi con trepidazione che avevo letto dell’imminente trasferimento di Dan a Milano, città dove da qualche tempo vivevo anche io.
Le notizie sul perché della sua scelta erano scarse. Che fosse per una donna, perché forse davvero amava l’Italia o perché così gli aveva detto la testa era irrilevante: stava accadendo e tanto mi bastava.

Da quel momento il mio cervellino non aveva più smesso di propormi immagini e fantasie di me che incontravo Dan per caso in giro per l’amata/odiata Milano.
Fu così che, in un pomeriggio assolato di marzo, tornando a casa dal lavoro, mi era tornata in mente Oblivion. Era una canzone che non mi stancava mai: la consideravo una delle più emozionanti canzoni che la musica pop potesse regalare. Così una volta a casa, sempre un po’ soprappensiero, guardai il pianoforte che era in salone di casa di mia zia, pensando che ancora non avevo avuto modo di cantarla con mia cugina, insegnante di canto.
Il pomeriggio e la sera passarono senza che quei pensieri avessero un preciso ordine, ma poi la notte mi venne un’idea che mi tolse addirittura il sonno. 
“E se proponessi un duetto a Dan?”, mi chiesi. 
Credo che capiti a tutti, almeno una volta nella vita, di essere colpiti da un’idea folgorante nel pieno della notte, di quel genere di idea che più la guardi e più sembra realizzabile ma che poi il mattino dopo, al risveglio, mostra tutti i suoi difetti... ecco, a me non successe.
Infatti anche dopo averci dormicchiato sopra per delle ore continuavo ad essere convinta che provare a contattare Dan Smith per chiedergli di cantare Oblivion con me non fosse assolutamente da pazzi. Motivata da questi pensieri decisi di mandargli un messaggio con la posta privata di Twitter, ma finì che dopo una settimana, convinta che non mi avrebbe mai e poi mai risposto, archiviai la cosa, quasi dimenticandomene.

                                                                                           ****
Eccomi a Milano, la città che ho scelto per ricominciare. 
Ho preso casa in una zona abbastanza centrale ma al contempo vicina ad un parco in cui ogni mattina passeggio, spesso pensando a che strana cosa sia la celebrità: un momento tutti vogliono farsi foto con te, ti assediano di richieste e pretendono mille attenzioni; il momento dopo sei finito nel dimenticatoio. Questo mi fa sempre tornare in mente “Rise and Fall” di Sting e Craig David: a proposito, chissà che fine ha fatto Craig David...
Non è che io abbia cercato la celebrità con tutto me stesso, anzi, posso dire che mi è capitata, ma la cosa che più mi manca è l’emozione che provavo per i concerti: il nervosismo prima di salire sul palco, il terrore di non aver voce, o di steccare. E poi l’adrenalina, e sentire tutti urlare e cantare insieme a me... ecco ciò che mi manca davvero, la vera droga dell’essere un cantante famoso come lo ero io. 
I miei ex-compagni d’avventura poi, ormai li incontro solo di rado (Will ha messo su famiglia in Inghilterra, Kyle convive con la sua ragazza ed una montagna di gatti e Chris sta girando il mondo) e così di rado controllo anche il mio account pubblico di Twitter. 
Ma quel giorno, avevo però deciso di entrarci: trovando l’icona di messaggi lampeggiante rimasi sorpreso.

 “Buongiorno Dan,
come stai? Ho letto di recente che ti sei trasferito a Milano, dove vivo anch’io. 
Sono una tua fan sfegatata, e da quando ho sentito la tua voce dal vivo per la prima volta ho avuto un unico, grande sogno: cantare con te. Magari penserai che sia assurdo, ma in fondo provare non mi costa nulla. E poi devi sapere che a casa di mia zia c’è un bel pianoforte... se mai ti andasse, mi piacerebbe poterlo usare con te.
Laura”

Cavolo, ne ha di faccia tosta questa Laura, mi dissi. Potevo benissimo ignorare del tutto il suo messaggio, all’inizio lo feci.
Però poi pensai: cosa ho da perdere ormai? Avevo ancora uno studio di registrazione e il mio amico Mark era sempre disponibile a darmi una mano nel caso avessi voglia di registrare. Poteva anche essere utile a scacciarla nel caso si fosse rivelata una scocciatrice.
Inoltre, come mi fece notare lui stesso quando glielo accennai, forse la cosa avrebbe avuto risonanza e qualcuno si sarebbe ricordato dei Bastille.

Mentre mi chiedevo se fosse un caso che una mia fan “sfegatata” si chiamasse Laura, mi misi a risponderle. 


**************
Nota dell'autrice: 
Quanto tempo è passato dalla mia ultima pubblicazione qui, sono emozionata!
Ringrazio immensamente VanillaVanPelt per il suo supporto senza il quale non sarei riuscita a terminare la storia.. e per il suo lavoro di editing molto corretto e rispettoso! Grazie cara! *-*
Spero che vi piaccia questo primo capitoletto e non temete: la storia è già completa!
I commenti sono, come sempre, più che graditi!
  
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