Libri > Divergent
Ricorda la storia  |      
Autore: T O U K A    26/05/2014    3 recensioni
Dopo il trauma causatomi dal finale shock di Allegiant, la mia divergenza si è sentita in dovere di scrivere un remake partendo da un paragrafo del capitolo 50.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David, Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Tu l’amavi?» capisco. «Tutti quegli anni in cui lei ti ha mandato i suoi rapporti… il motivo per cui non volevi che rimanesse là… il motivo per cui le hai detto che non potevi più leggere le sue corrispondenze, dopo che aveva sposato mio padre…»
David è immobile come una statua, come un uomo di pietra. «Sì» ammette. «Ma è stato molto tempo fa.»
Dev’essere questo il motivo per cui mi ha accolto nella sua cerchia di persone fidate, per cui mi ha concesso così tante opportunità. Perché io sono una parte di lei, perché ho i suoi capelli e perché parlo con la sua voce. Perché ha passato la vita a cercare di afferrarla senza ritrovarsi niente in mano.
Sento dei passi in corridoio. I soldati stanno arrivando. Ottimo. Ho bisogno di loro. Ho bisogno che entrino in contatto con il siero della memoria, che si propagherà nell’aria, e che lo trasportino nel resto della residenza. Spero solo che arrivino dopo che il siero della morte si sarà disperso del tutto.
«Mia madre non era sciocca» dico. «Aveva semplicemente capito una cosa che tu non riesci a comprendere. Che fare un sacrificio non vuol dire rinunciare alla vita di un’altra persona… quello è un puro atto di malvagità.»
Faccio un altro passo indietro e aggiungo: «Lei mi ha insegnato tutto sul vero sacrificio. Che dovrebbe essere fatto per amore, non per un ingiustificato disgusto nei confronti del patrimonio genetico di un’altra persona. Che dovrebbe essere fatto per necessità, non senza prima tentare tutte le altre possibili strade. Che dovrebbe essere fatto per le per- sone che hanno bisogno della tua forza per- ché loro non ne hanno abbastanza. Ecco per- ché è necessario che io ti impedisca di “sacrificare” tutta quella gente e i loro ricordi. Ecco perché ho bisogno di liberare il mondo dalla tua presenza, una volta per tutte». Scuoto la testa.
«Non sono venuta qui per rubare niente, David.»
Mi giro e mi lancio verso il dispositivo. Sento uno sparo e un dolore mi attraversa il corpo. Non so neanche dove mi abbia colpito il proiettile.
Nella testa riesco ancora a sentire Caleb che ripete a Matthew il codice. La mia manotrema mentre compongo il numero sulla tastiera.
Un altro sparo.
Altro dolore e buio ai bordi del mio campo visivo. Sento di nuovo la voce di Caleb. Il pulsante verde.
Il dolore è forte.
Ma come mai, se mi sento il corpo così intorpidito?
Comincio a cadere e, mentre scivolo giù, sbatto la mano sulla tastiera. Una luce si accende dietro il pulsante verde.
Sento un bip e il rumore di un meccanismo che si mette in funzione.
Sono a terra. Sento caldo sul collo e sotto la guancia. Rosso. Il sangue ha un colore strano. Scuro.
Con la coda dell’occhio vedo David accasciato sulla sua sedia.
Vedo baluginare un' ombra ai confini del mio campo visivo, prima che tutto diventi nero. Quell' ombra assomiglia molto alla tuta di Caleb che non ho fatto in tempo ad indossare.
Comunque sia, è abbastanza forte da riuscire a sollevarmi prima che il mondo si capovolga.


Sbatto gli occhi ripetutamente. Non riesco a scacciare però la luce fredda, insistente che si insinua sotto le palpebre. Sollevo una mano per sfregarmi gli occhi.
Strano.
La mano non risponde ai miei comandi.
Abbasso lo sgaurdo, e non riesco a fare a meno di trasalire.
Il mio corpo è una distesa bianca. Non c'è un centimetro che non sia coperto da fasce, garze o flebo.
Prima che riesca ad indagare maggiormente sulla mia situazione, sento risuonare dei passi. Meglio fingersi addormentati.
Non so quanto duri quest' oblio lattiginoso ma all' improvviso ne vengo risucchiata fuori da un suono familiare all' orecchio.
<>
Decido di fingere un risveglio come da un sonno profondo-come probabilmente era-.
Devo far ricorso a tutta la mia lucidità metale per assicurarmi che ciò che vedo non è un' allucinazione.
La stanza è gremita, tutti si accalcano per vedere come sto.
Alla mia sinistra si stringono Christina e Tobias, che mi tiene una mano con occhi febbrili. Zeke e Shauna, sulla sedia, sorridono fra loro, guardandosi negli occhi. A quanto pare la sedia a rotelle non è più un limite. Ma, affianco a loro, vedo l' impossibile.
Uriah.
Col suo sorriso canzonatorio che credevo scomparso dalla morte di Lynn e Marlene. L' unico segno del coma che ha passato è un busto ortopedico.
Caleb è in un angolo, in imbarazzo. Si guarda le punte dei piedi, la camicia abbottonata nelle asole sbagliate, mentre Cara lo esorta a venire da me.
Non importa.
Ci sarà tempo per le spiegazioni dopo.
Così come per conoscere il miracolo di chi mi ha salvata. Christina e Uriah si tengono per mano. Lei mi fa l' occhiolino. Lo sapevo che c' era sotto qualcosa.
Ma ora ho occhi solo per Tobias. Con uno sguardo d' intesa, mi slaccia tutte le flebo e mi solleva in braccio. Mi stende sul letto, e parla. Mi racconta di Evelyn e della sua scelta, di Marcus..
Ma io gli metto l' indice sulle labbra.
Ciò che è passato è passato.
Ma ora voglio solo vivere il presente.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Divergent / Vai alla pagina dell'autore: T O U K A