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Autore: Klainbow    28/05/2014    10 recensioni
Buon compleanno, Chris.
''Tra le sue braccia vi era avvolta una creatura dagli occhi color infinito e la pelle candida. Tim cercava invano di trattenere le lacrime, mentre il fagotto, che sembrava tenere davvero parecchio a presentarsi come un tipetto difficile, di quelli che non mollano facilmente la presa, stringeva debolmente le sue piccole dita intorno al suo pollice ed emetteva quella che aveva tutta l'aria di essere una bella risata.''
Genere: Angst, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amber Riley, Chris Colfer, Darren Criss, Lea Michele
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Buon pomeriggio a tutti! Come va? <3

Ho scritto quest'OS senza pretese per festeggiare il compleanno di Chris. Premetto che avrebbero dovuto esserci quasi tutti i momenti della sua vita, ma poi mi sono resa conto dell'improbabilità della cosa ed ho deciso di limitarmi solo a quelli più importanti. Perciò mi scuso in anticipo per eventuali dimenticanze.
Le vicende si interrompono prima dell'arrivo TLOS, perché la mia intenzione era quella di dividere la storia in tre fasi - Once upon a time there was a boy, Once upon a time there was a boy who wanted to fly e Once upon a time there was a boy who flew - e per farlo ho pensato che SBL sarebbe bastato.
A quanto punto, aggiungere qualcosa su di lui sarebbe superfluo. Mi ha salvato in ogni modo possibile, ed io non sarò mai in grado di ringraziarlo abbastanza.
Spero vi piaccia, anche se personalmente non ne sono molto soddisfatta (non uccidetemi!) çwç
 




 
Once upon a time, there was a boy.
 

Il 27 Maggio di ventiquattro anni fa, in un ospedale della periferia di Clovis, una cittadina della California che contava poco più di centomila anime, un'angelo destinato a volare più in alto di quanto chiunque altro avesse mai fatto venne al mondo con lo scopo di salvare milioni di vite senza mai chiedere nulla in cambio. Senza sapere di essere speciale.
 
Karyn Colfer se ne stava coricata sulla sua brandina, le membra doloranti che tentavano di trarre un leggero sollievo rinfrascandosi tra le lenzuola pulite. In camera non c'erano altre pazienti oltre a lei, che sarebbe tornata a casa nel giro di cinque giorni.
Lasciò che uno sbadiglio le scivolasse di bocca pigramente, e permise alle sue palpebre stanche di chiudersi per qualche istante. Era totalmente sfiancata, ma a discapito del fatto che avesse portato a termine il suo primo parto - un'esperienza che non aveva intenzione di ripetere molto presto - un grande sorriso le stava illuminando il viso, donandole una bellezza tanto naturale da risultare mozzafiato.
Chiunque fosse passato in quel corridoio e le avesse lanciato un'occhiata avrebbe potuto storcere il naso, guardandola come se fosse matta. E probabilmente era così che appariva. Lei, certamente, si sentiva fuori di sé, con ogni parte del corpo che chiedeva pietà e l'espressione beata, gli occhi chiusi e le labbra arricciate verso l'alto, persa in una sorta di trance.
Quello che stava provando era indescrivibile: nessuna parola al mondo avrebbe potuto definire la felicità immensa che le stava riempendo il cuore, già tanto gonfio d'amore che temeva potesse esploderle in petto di lì a pochi secondi. Si trattava di un amore diverso, incondizionato, che rifletteva la sua nuova immagine quasi la rivestisse come una seconda pelle. Un amore materno; qualcosa che, proprio come le aveva detto sua madre di recente, non poteva essere insegnato in alcun modo. Solo in quel momento si rese conto di quanto avesse ragione, e mentre avvertiva nuovamente quella strana, formicolante sensazione che si propagava dolcemente dentro di lei in una lotta di predominanza su tutti gli altri instinti, quasi si sentì in colpa per averle fatto il verso ed aver sbuffato una risata con tale nonchalance.
Adesso, invece, le nuvole grige che le avevano impedito di capire si stavano allontanando, e finalmente riuscì a vedere i raggi del sole irradiarla.
Faceva parte di lei ancor prima di possedere un corpo tutto suo da occupare.

L'ostetrica che le era stata accanto durante il travaglio batté con gentilezza le nocche sulla porta per annunciare la sua presenza, e la neo mamma alzò gli occhi umidi verso di lei, scrollandosi di dosso il torpore che aveva iniziato a cullarla tra le braccia di Morfeo.
''Salve'' mormorò debolmente, e nonostante il solo parlare le procurasse delle profonde fitte alla testa, la sua espressione serena restò intatta. Neanche il gracchiare della sua voce - dovuto all'aver passato le ultime ore ad urlare contro i dottori le più colorite imprecazioni - ebbe alcun effetto su di lei.
''Quando potrò riavere Chris?'' domandò ansiosa, decidendo di aver aspettato abbastanza. Aveva bisogno di rivedere il suo bambino e avere la certezza che non si fosse trattato soltanto di un sogno.
La ragazza, Mary, sbirciò attraverso i cardini della porta e le rivolse un sorriso emozionato. ''Manca qualche minuto, ormai.'' le poggiò un cuscino sotto ai piedi, sperando che l'indomani li avesse trovati meno gonfi. ''E' stanca?''
''Sì.'' disse, annuendo energicamente.
Mary scoppiò a ridere, poi i suoi tratti tornarono ad essere seri, senza tuttavia abbandonare la dolcezza che li caratterizzava. ''E' veramente bellissimo, ma suppongo che lei lo sappia già.''
Una scia di brividi le percorse la spina dorsale.
Era ancora tutto così... surreale, che stentava a crederci. ''E' la cosa più bella che io abbia mai visto.'' concordò, gli occhi che le tornarono a pizzicare in modo familiare.
Mary sembrò sul punto di aggiungere qualcos'altro, ma venne interrotta da Katia, un'altra ostetrica, la quale fece capolino dallo stipite di legno dalla vernice scrostata pochi secondi dopo e entrò, spingendo all'interno una culla fasciata interamente da un fiocco di raso blu.
''Ciao, amore'' sussurrò con dolcezza, la voce spezzata dalle lacrime, allargando le braccia per accogliere il corpicino rannicciato di Chris.


 
* * *


Il suo sorriso si allargò a dismisura, espandendosi come una goccia di pittura su una tela bianca, quando la figura di suo marito, nascosta per metà da un enorme mazzo di tulipani colorati, attraversò l'arco della porta, fermandosi ai piedi del letto.
''Ciao, principessa.'' sussurrò, attento a non svegliare Chris. Cominciò ad armeggiare in giro alla ricerca di un vaso per lasciarvi i fiori. Si versò l'ultimo sorso d'acqua da una delle bottiglie di plastica impilate sul tavolino sistemato sotto al muro e la trasformò agilmente in un pratico contenitore.
''Hey.'' rispose lei, reprimendo uno sbadiglio con la mano. ''Sono meravigliosi.'' continuò, indicando i tulipani con il capo.
''Tu lo sei.'' Tim avvicinò una sedia al letto e prese posto al suo fianco.
''E il nostro principe, invece, come sta?'' chiese poi, sporgendosi per intravedere il viso di suo figlio, aggrappato al seno della sua mamma con determinazione. Tim ridacchiò, scuotendo il capo, incapace di stabilire se il cipiglio infastidito sulla sua fronte fosse dovuto alla fame o alla presenza di tutti quei merletti superflui che non facevano altro che ostacolare la sua cena.
''Oh, sta bene. E' passato già un po' di tempo da quando ha iniziato a mangiare, e credo abbia trovato un modo per mangiare e dormire assieme.''


 
* * *


Tra le sue braccia vi era avvolta una creatura dagli occhi color infinito e la pelle candida. Tim cercava invano di trattenere le lacrime, mentre il fagotto, che sembrava tenere davvero parecchio a presentarsi come un tipetto difficile, di quelli che non mollano facilmente la presa, stringeva debolmente le sue piccole dita intorno al suo pollice ed emetteva quella che aveva tutta l'aria di essere una bella risata.
E poi, inconsapevolmente, mentre i due amanti si scambiavano un bacio e stringevano a sé il loro bambino, il pianeta Terra divenne un posto migliore in cui vivere.


 
* * *



''Oh mio Dio, Karyn! E'.. è un esplosione di cacca, questa!''
''Ma smettila! E' soltanto un po' di popò!''
''Un po'? Questo - questo non può essere uscito da un sol- MA COS- OH, NO, CHRIS, FERMATI, NON SU PAPA'!''
''Tim?!''
''Maledizione!''
Karyn sbuffò esasperata, roteando gli occhi al. Fermò il getto d'acqua calda e si avvolse nell'accappatoio, apprestandosi a raggiungere la cameretta di Chris con passo strascicato.
Non avrebbe mai più avuto un momento per sé, se suo marito si fosse lasciato intimidire persino da una cosa tanto facile come il cambio di un pannolino.
Si diresse in tre grandi falcate verso Tim e si preparò a sbraitargli contro.
Sentendola arrivare, Tim si voltò, gli occhi e le labbra serrate con disgusto. La pipì di Chris gli stava inzuppando la camicia grigia e gran parte dei pantaloni, gocciolando sul pavimento.
''Non dire nulla.'' supplicò, sputacchiando e strofinandosi la lingua contemporaneamente.
Chris, la cui idea di venire trascurato non piaceva affatto, cercò di spostare l'attenzione che meritava su di sé con uno schiamazzo simile ad una risata, ottenendo in risposta un'occhiataccia da parte di Tim e una carezza da Karyn, seguita da un ''bravo, tesoro''.
E mentre esibiva un sorriso sdentato, si catturò il piedino con una mano e tornò a guardare il suo papà con tanto d'occhi.

Successivamente Karyn avrebbe evitato di insultarlo ancora, perché le risate non gli permisero di spiccicare parola per più di mezz'ora.


 
* * *


''Chris, amore, dai. Dovrai pur lasciare che almeno un aereoplanino si salvi!''

Splash.

''Okay, va bene. Preferisci che si schianti al muro ogni volta?'' Chris annuì. ''Allora lo mangio io, guardami.''
Karyn si portò il cucchiaino di omogenizzato alla bocca e cominciò a leccarlo con gusto, simulando versi di apprezzamento senza distogliere lo sguardo dal quel piccolo terremoto.
Chris allungò il braccio verso il barattolo, sollevando il mento per sottolineare la richiesta.
Karyn spalancò gli occhi, ma subito si riscosse e finse indifferenza.
Avvicinò nuovamente il cucchiaio al suo viso e attese, senza accennare ad alcun incoraggiamento.

Splash.

''Ah!''


* * *


''Mam-mmma?''


 
* * *


''Tesoro, sono al lavoro. E' successo qualcosa?''

''Ha parlato.''

''Cosa?''

''Chris ha parlato.''

''Che vuol dire - ha parlato?''

''Vuol dire esattamente questo, Tim! Ha detto ''mamma'' e ora sto-''

''Oh dio!''

''Tim-''

''Chris ha parlato.''

''Sì!''

- Hey Tim, come va? -

''MIO FIGLIO HA PARLATO! HA PARLATO DAVVERO, LA SUA PRIMA PAROLA!''

- congratulazioni, papà! -

''HA PARLATO!''

''Amore, calmati. Smettila di urlare come un matto. Dovrei essere io quella sul punto di scoppiare a piangere!''

''Il nostro bambino. Il nostro bambino ha già detto la sua prima parola.''

''Lo so.''

''...''

''Quando torni?''

''Proprio adesso.''

''Dobbiamo festeggiare, tutti e tre.''

''Certo. Preparati. Porto fuori il mio principe e la mia principessa, stasera!''

''Ti amo.''

''Ti amo anch'io. Ora puoi smettere di trattenerti, tira tutto fuori.''



 
* * *



Per l'ennesima volta in un'ora, Tim scandì lentamente la parola ''papà'' senza ottenere alcun risultato.
La ripeté ancora, prolungando il suono delle vocali al limite dell'assurdo.
Guardò Chris con aspettativa, regalandogli un sorriso convincente che partiva da un orecchio all'altro.
Chris fissò suo padre immobile, la bocca che non accennava a volersi separare dal pollice che stava succhiando con un certo interesse.
''Dai, ometto. Non è difficile!''
Il familiare tintinnare delle chiavi che venivano infilate nel buco della serratura e la voce dei vicini che salutavano qualcuno furono le uniche cose che ottenne, poi la porta d'entrata scattò e si aprì.
''Sono a casa!''
Tim sussultò, gli occhi spalancati, e si maledì per non aver fatto caso a quanto tempo fosse già passato da quando sua moglie era andata a fare la spesa. Gli era stato incaricato di rifare il letto e preparare la pasta.
Inutile dire che Chris l'aveva tenuto ben lontano dall'adempire ai suoi doveri.

Si voltò verso di lui, oramai sconfitto, e il bambino lasciò cadere la mano lucida di saliva, pulendola sul ginocchio. ''mama!'' squittì, scalciando felice.
''Cucciolo della mamma!''
Tim sbuffò.


 
* * *


''Forza, forza, forza, correte più veloce, cazzo!'' urlò Tim, sporgendosi verso il televisore con rabbia. Bevve un sorso di birra e strinse i pugni.
La grinta lo rendeva irritabile.
''E' inutile, vinciamo noi.'' rispose l'amico, rifilandogli una spallata scherzosa.
''Cazzo, c'eravamo per un pelo!''
''Certo..''

''Catto!''

La discussione tra Gerard e Tim si arrestò di colpo, impietrendoli sul divano. Spostarono lo sguardo verso l'altro per essere sicuri di non averlo immaginato e deglutirono rumorosamente. Spalancarono gli occhi all'unisono, poi, in stato di shock, si voltarono verso la fonte dell'imprecazione, che se ne stava seduta sul tappetino dietro di loro e giocava con la palla come se nulla fosse.

''Cosa?'' chiese Tim, la voce tremante.

''Casso!''

''No!''
''Tì, casso!'' urlò Chris, incrociando le braccine al petto, risoluto.
''Oh, merda.''
''Questo non aiuta, amico.''
''Se dovesse ripeterlo davanti a Karyn ho finito di vivere.'' frignò lui nel panico, prima che un'idea lo illuminasse.
''Chris?''
Chris lo guardò curioso, sbadigliando.
''Chi è che l'ha detto? Zio Gerard. Zio Gerard è moooolto cattivo, per questo dice delle cose mooooolto brutte, capito?'' gli disse all'orecchio, il tono di chi avesse appena rivelato il suo più grande segreto.
Chris annuì grave, portandosi una manina alla bocca per rifletterci su.
''Allora, hai capito?'' chiese il papà, il labbro inferiore intrappolato tra i denti.
''Tì.''
''Bene. Allora chi l'ha detto?''

''Pà!''

Gli occhi di Tim si riempirono di lacrime.

Suo figlio l'aveva appena chiamato.
Suo figlio l'aveva appena chiamato per metterlo nei pasticci.


 
* * *


''Forza, campione! Lascia la mamma e vieni da papà! Puoi farcela!'' Tim s'inginocchiò di fronte a Karyn, a meno di un metro di distanza, e allargò le braccia per incoraggiarlo al meglio. ''ti prendo io!''
Chris si mosse, pronto a gattonare da suo padre, ma Karyn lo afferrò per il passante dei pantaloni rimettendolo sui suoi piedini ricoperti da un bel paio di calze rosse. ''No, amore.'' lo apostrofò lei con dolcezza. ''Provaci.''
Il labbro inferiore del piccolo tremò spasmodicamente, mentre gli occhi cominciarono a diventare sempre più lucidi e chiari, colorandosi d'azzurro pastello.
Era evidente che non ne avesse voglia e fosse sul punto di sfoderare la sua arma preferita per l'imminente vittoria.
''Che ne dici se ci proviamo insieme?'' propose lei, passandogli la mano sulla schiena per disegnarvi dei cerchi invisibili col palmo.
Chris rimase in silenzio, valutando bene l'offerta, poi acconsentì.
Karyn sorrise e si spostò al suo fianco, sedendosi sulle ginocchia.
Tim batté le mani e trattenne il fiato. Chris sollevò un piede con esitazione, poggiandolo a terra subito dopo per testare le sue capacità.
Si aggrappò con una mano alla spalla di Karyn e corrugò la fronte, determinato, la lingua che guizzava vivace fuori dalle labbra serrate. Riprovò a portare il piede destro in avanti e per evitare di cadere quello sinistro lo seguì, e improvvisamente lo stava facendo.
Avanzò, un piede dietro l'altro. Si prese tutto il tempo di cui necessitava, nutrendo tuttavia una gran fretta di raggiungere suo padre. Arrivarono a metà strada e Karyn, che in realtà non si era spostata di un centimetro, schiuse le labbra con stupore quando le dita di Chris smisero di tenersi alla sua maglietta.
Tim e Karyn lo guardarono muovere i suoi primi, veri passi da solo. I loro cuori presero a battere furiosamente contro la cassa toracica.
Chris barcollò tra le braccia di Tim e perse l'equilibrio. Tim lo afferrò subito, scattò in piedi e lo fece volteggiare in aria, mentre il suo corpicino veniva scosso da risate incontrollabili e urla - quando aveva l'impressione di stare per cadere.
Karyn non potette trattenersi oltre: scoppiò a piangere e si fiondò su di loro per soffocarli in un abbraccio stritolante da mamma orsa.



 
* * *


''Non ci voglio andare!''
''Perché no? Giocherai con gli altri bambini, non ti va di fare amicizia?''
''No, no, no!'' Chris sbatté i piedi sul pavimento ripetutamente, le lacrime che gli rigavano il viso distorto dalla disperazione. ''Voglio restare con te!''
''Tesoro mio..'' Karyn sospirò e si strofinò il ponte del naso tra le dita, chiudendo gli occhi per un attimo. ''Tornerò a prenderti tra qualche ora, te lo prometto.''
''Ma p-perché ci devo andare?'' singhiozzò lui.
''Bé.. perché stai diventando grande!'' Spiegò lei, e passò il pollice su ciascuna delle lacrime, cancellandole.
''Davvero?'' sussurrò Chris, tirando su col naso. Gli occhioni luminosi la scrutarono a lungo, alla ricerca di un'unica sfumatura che gli suggerisse che stesse mentendo.
''Certo, ecco perché hai anche questa divisa da grandi!'' rispose, la voce grossa e esagerata nel tentativo di voler imitare quella di Capitan Uncino. Funzionava sempre.
Chris ridacchiò e un singhiozzo gli sfuggì dalle labbra. ''Va bene.''
''Va bene?''
''Sì..'' Chris abbassò lo sguardo e Karyn gli porse la mano.
Chris la prese e intrecciò le loro dita, asciugandosi le guance. ''Tornerai, vero?''
''Non potrei mai lasciarti qui.''
''D'accordo.''



 
* * *



''Mamma, papà? Posso stare con voi? Ho avuto un brutto sogno.''

''Certo, cucciolo.''

Chris saltò sul letto e si rintanò sotto le coperte, facendosi stringere dai suoi genitori.



 
* * *
''Amore? Mamma e papà devono dirti una cosa importante.''

''Che cosa?''

''La vedi la pancia della mamma? Sta diventando più grande.''

Chris annuì piano, come se lo notasse per la prima volta. ''Perché?''

''Perché dentro sta crescendo la tua sorellina.''

Chris spalancò occhi e bocca, avvicinandosi ai suoi genitori.

Contro ogni previsione, i due si ritrovarono ad ammirare sul volto del loro bambino un enorme sorriso.

''E quando verrà fuori di qui? Mi annoio da solo!''

Karyn rise, rincuorata. ''Ci vorrà ancora un po', abbi pazienza.''

Chris posò una mano sul pancione della mamma e vi avvicinò il viso, schiacciando l'orecchio sulla rotondità desideroso di dare vita a una qualsiasi interazione con sua sorella.

''E' presto, piccolo. Ma presto potrai sentirla scalciare.''

''Vuoi dirle qualcosa?'' domandò Tim.

''Come si chiamerà?'' chiese emozionato.

''Hannah.''

Chris sorrise: gli piaceva. Poggiò le labbra appena sopra l'ombellico di sua madre e vi lasciò un piccolo bacio. ''Ti voglio già bene, Hannah.''


 
* * *
 
''La proteggerò sempre, mamma. Te lo prometto.''
 

''Papà? Perché mamma piange?''
''E' solo stanca, tesoro. Torna a dormire.''
 

''Farò di tutto per diventare il suo eroe, un giorno.''
 


 
* * *

''Bubba!''

''Che cosa?''

''Bubba!''

''No, Chris, piccola.''

''Bubba.''


 
* * *

 
''Mamma! Mamma!'' urlò Chris tra le lacrime. ''Cosa mi succede?''
Karyn si precipitò in camera un istante dopo.
Un sottile rivolo di sangue stava colando dalle labbra di suo figlio, tracciando una piccola scia scarlatta sulla sua pelle candida. Il contrasto fu tanto evidente e marcato da terrorizzarla al punto di ponderare se chiamare Tim, poi il suo sguardo cadde sulla mano di Chris.

E sul dentino che il suo palmo stava tenendo.

Karyn sorrise ampiamente. ''Oh, amore mio! Dobbiamo subito chiamare tuo-'' s'interruppe, schiarendosi la voce. ''Il topino dei denti!''
Chris inarcò le sopracciglia, calmandosi un po'. ''Il topino dei denti?''
''Sì! Domani mattina troverai un bel regalo sotto al cuscino, in cambio del dentino che hai perso!''


 
* * *


''Accidenti!'' esclamò Tim, osservando la strana costruzione che Chris aveva messo insieme. ''E' un.. uhm.. castello?'' provò ad indovinare.
Chris sbuffò e fece roteare gli occhi con ovvietà. ''No, papà! E' una fabbrica nucleare!''
''...ah.''
I denti di Tim cozzarono mentre la sua bocca si richiudeva. Fissò la sua torre traballante e si sentì tremendamente umiliato dal suo stesso figlio.


 
* * *


''Allora, tesoro? Com'è andato questo primo giorno di scuola?''
''Bene...'' rispose Chris, sovrappensiero. Si lasciò cadere sulla sedia con un sospiro e pescò un pezzo di pane dalla ciotola al centro della tavola.
''Ne sono felice.'' Notando l'inusuale silenzio che seguì le sue parole, Karyn tentò ancora. ''C'è qualcuno che ti ha colpito particolarmente?''
Karyn lo vide serrare la mascella e smettere di masticare. Le guance di Chris si colorarono di rosso mentre abbassava lo sguardo sulle mani che prese a torturarsi.
''No.'' mentì. Karyn soppresse una risata nel sentire la voce di suo figlio diventare ironicamente stridula, e annuì.

Seguì un altro interminabile momento di silenzio.

''Mamma?''
Karyn finse di pulirsi le labbra con il fazzoletto e sorrise vittoriosa. ''Mh?'' mormorò, mostrandosi indaffarata a preparare il pranzo per non imbarazzarlo.
''Io..'' cominciò. Aprì la bocca per poi richiuderla subito dopo. ''Se un tuo amico fosse.. mostrasse..''
''Un amico?'' chiese lei con interesse, le sopracciglia inarcate.

Era arrivato.

''Uhm.. sì..'' mugugnò. ''Insomma, se quest'amico si fosse preso una cotta per una.. un..'' si bloccò nuovamente, arricciando il naso. ''..ragazzo, credi- credi ci sia qualcosa di sbagliato?''
Karyn non fece passare nemmeno un attimo, prima di rispondere. ''Assolutamente no. L'amore è il sentimento più potente al mondo, non potrebbe mai essere ritenuto sbagliato. T- il suo amico può amare chi vuole, l'importante è che lo faccia, perché non esiste qualcosa di più bello e credo che nessuno debba privarsene. Questo non lo rende diverso dagli altri.''

Una lacrima solitaria scivolò sulla guancia di Chris, che provò a mandare giù il groppo che gli annodava la gola.

''Mamma?''
''Sì?'' sussurrò.
''E se.. anch'io lo fossi? Se anch'io fossi..''
''Gay?''
''Sì.''
Karyn posò le pentole sul bancone della cucina, fece il giro del tavolo a grandi passi e lo abbraccio.
Chris affondò il viso nel collo di sua madre e si lasciò andare alle lacrime.
''Grazie, mamma.''
''Non devi ringraziarmi, solo essere te stesso.'' Karyn gli premette un bacio sulla fronte.
Quando Chris si districò dalle braccia su sua madre, lei parlò di nuovo.

''E' carino?''
''Mamma!''
''Hey, che cosa c'è? Voglio solo sapere se il ragazzo che piace a mio figlio è carino!''
''No!''
''No? Deve esserlo, ne sono sicura.''
''No!''
''Guardati, stai arrossendo come un peperone. Dio, il mio bambino si è preso una bella cotta!''
''Smettila.''
''Solo se mi racconti com'è.''
''Ha un bel sorriso.''
Karyn squittì.


 
* * *


''Sei sicuro?
''Sì, certo. E' il tuo compleanno, scegli quello che vuoi!''
 
Chris si spostò di scaffale in scaffale, osservando con occhio critico ogni giocattolo che incontrava e ignorando bellamente tutto ciò che gli altri bambini definivano 'figo'.
Un istante prima di dichiarare di non aver trovato nulla di interessante, qualcosa nel suo campo visivo attirò la sua attenzione.

Si avvicinò come ipnotizzato ad un espositore colorato di libri fantasy per ragazzi. Non ne comprese il motivo, né volle farlo, ma si ritrovò a trattenere il fiato davanti ad uno di essi in particolare.
Accarezzò con lo sguardo la sua copertina rigida, le figure ben delineate e le sfumature del cielo, che variavano dal viola al lilla e dall'arancione al colore vero e proprio del tramonto. Sfiorò il viso del bambino occhialuto coperto da un mantello rosso, il quale fluttuava nell'aria notturna in cima ad una scopa. Scorse un unicorno sulla sinistra, nascosto per metà da una colonna, e quello che aveva tutta l'aria di essere un mostro a tre teste sulla destra.

Sorrise soddisfatto e chiamò suo padre, che lo stava già osservando in disparte con un'espressione chiaramente divertita stampata in faccia.

Harry Potter fu la sua scelta.
E lo sarebbe stato anche tutti gli altri anni.


 
* * *


''Hannah, vieni qui! Non posso correrti dietro tutto il giorno, lo sai?''
Hannah ridacchiò, ignorandolo, e saltò sul tavolo. ''Vieni a prendermi!''
Dopo innumerevoli tentativi, Chris riuscì ad afferlarla e tirarla giù. La prese tra le braccia, scalpitante, e la ripose sul divano con un tonfo.
''Adesso stai qui e non ti muovi di qui finché non mangi.'' la istruì Chris, sedendosi sull'altro cuscino.
Hannah s'imbronciò. ''Non è giusto!''
''Non è giusto che sia io a farti da babysitter, vorrai dire.''
''Però io ti voglio bene, Bubba.''
''Non attacca, mangia.''


 
* * *


Il pugno di Hannah si infranse sull'occhio destro di Chris prima che questi potesse scansarsi.

''Ahi! Non ci gioco più con te, se hai intenzione di uccidermi!''
''Ouch,'' osservò Tim, per poi scoppiare a ridere. ''Ho paura che ti verrà un'occhio nero.''
''Papà, dille qualcosa!''
''Brava, principessa.''
''Vi odio, entrambi.''



 
* * *
 
Once upon a time, there was a boy who wanted to fly.
 

''Vorrei tanto essere uno scrittore di talento quanto J.K Rowling.''
''Puoi sempre diventarlo, tesoro.''
''Oh, e come? Anche se lo diventassi, sarebbe del tutto inutile: resterò qui per sempre.''
''Non necessariamente.''
''Ti dico di sì.,.''
''E io invece ti dico che puoi farcela.''
''Lo credi davvero?''
''E' ovvio. Se c'è una cosa che so per certo, è che questo posto è troppo piccolo per te. Io e tuo padre l'abbiamo sempre saputo.''
''Non immaginavo che lo pensaste.''
''Sai cos'altro penso? Che dovresti scrivere qualcosa di tuo, oltre ai racconti che inventi per Hannah.''
''In effetti.. lo sto già facendo. E' soltanto un tentativo, ma.. credo di essere sulla strada giusta.''


 
* * *


''E così.. sa già cosa fare nella vita.'' sussurrò Tim, più a sé stesso che a sua moglie.
Seguì un leggero fruscio di coperte, e pochi secondi dopo Karyn fu ad una spanna da lui. ''Lo sapevamo anche noi.''
Sebbene l'oscurità li avvolgesse completamente, Tim poté giurare di aver colto un luccichio familiare negli occhi di sua moglie e fu sicuro che lei avesse fatto lo stesso.
''E' solo questione di tempo, poi spiccherà il volo.'' proseguì, dando risposta alla muta domanda che aleggiava tra le mura della casa.

Le parole riecheggiarono nella notte all'infinito, tenendoli svegli e trasportandoli alla deriva più e più volte.



 
* * *


''Buona fortuna!''

''Sarà un inferno, lo sappiamo tutti e tre.''

''Hai paura?''

''No.''


 
* * *


''Hey, frocio!''

''Cosa c'è, hai perso la lingua a forza di usarla per quelle porcate?''

''Rispondi, quando ti parlo!''

''Sì, corri, corri! Va' a nasconderti, fai un favore a tutti.''

 
* * *

''Sto bene.''
 
* * *

 
''Avete tutti un compagno per il compito? Oh, Colfer. Ancora da solo?''

''Non mi dispiace, professore.''

Un'ondata generale di risate esplose nell'aula e Chris si ripromise di non parlare più in pubblico.

''Che voce graziosa, signorina!''


 
* * *


''Davvero, mamma. E' tutto okay.''

 
* * *

 
''Che cosa sta succedendo, qui?''

''Mi rifiuto di condividere il bagno degli uomini con quello lì, professore.''


 
* * *

 
''Mamma, sto studiando. Lasciami in pace.''

 
* * *

 
Ignorali. Ignorali tutti.

Testa alta, schiena dritta e spalle larghe.

Non ti stanno guardando.

Non ti stanno guardando.

Non ti stanno guardando.

Respira.

Dentro, fuori, dentro, fuori.

Smettila di tremare.

Non fermarti.

In classe. Corri in classe.

No, non correre.

Non lasciare che vincano.


Sono stanco.


 
* * *


''Non ho fame, ho già mangiato a scuola con alcuni amici, mamma.''

 
* * *


''Ti rendi conto che nessuno si avvicina a te perché fai schifo?''

 
* * *

 
''Voglio soltanto dormire.''

''Sei stanco? Te lo dico, io, che tutte quelle attività extra-curricolari ti stressano troppo!''

''Il giornale della scuola è tutto ciò che ho, non lo lascerò. E per tutte le altre ne vale la pena.''

''Questo è-''

''Mamma, puoi andare adesso?''


 
* * *


''Sei solo, resterai solo per tutta la vita.''

 
* * *


''La verità è che non ho amici. Nemmeno uno. Mi odiano tutti, mamma.''

 
* * *

 
''Non preoccuparti, non è importante..''

 
* * *


''Io e tuo padre ne abbiamo parlato, e.. tesoro, che ne diresti di studiare a casa, per un po'? Prendila.. prendila come una pausa.''

 
* * *
 

''E' passato un anno.''

''Lo so..''

''Vorrei.. vorrei aspettare ancora.''

''Va bene.''


 
* * *


''Sono pronto.''

 
* * *


''Accidenti, guardate un po' chi è tornato!''

''Già, sono ancora qui. E voi siete ancora bloccati al primo anno o siete riusciti ad evolvervi alla specie successiva?''


 
* * *


''Frocio!''

''Sì, sono frocio. Ma tu sai scriverlo?''

 
* * *

 
''Non vediamo l'ora di venire a vedere lo spettacolo, figliolo.''

''Non è niente di che, papà.''

''Scherzi? Una parodia di Sweeny Todd in cui è invertito il sesso dei personaggi? E' maledettamente geniale, stavolta non ti permetterò di sminuirti.''

''Grazie.''

''Sono fiero di te, non immagini quanto.''


 
* * *


''Mamma, sul serio, non preoccuparti. Sono felice di poter passare il compleanno con la mia famiglia.''

''Lo so, tesoro, ma..''

''Niente 'ma', stai tranquilla. Non potrei desiderare di meglio per i miei diciotto anni.''

''Sei il figlio che ogni genitore vorrebbe.''

''E' vero.''

Chris rise, una risata strozzata e priva d'allegria.


 
* * *


''Esprimi un desiderio prima di spegnerla.''

Vorrei che le mie ali non fossero spezzate.


 
* * *

 
''SARO' IL PROTAGONISTA DI UN CORTOMETRAGGIO!''

 
* * *


''Mamma, papà, Hannah. Possiamo sederci un attimo?''

''Dicci tutto.''

''Tra due giorni parto per Los Angeles. Ho ottenuto un provino per una nuova serie tv.''



 
* * *


''Mi raccomando, fai il bravo.''

''Tranquilla, nessuna rapina in programma: sono stato rilasciato per buona condotta.''

''Ciao, Bubba...''

''Ci vediamo presto, principessa!''

''Fagli vedere chi comanda, Colfer!''

''Grazie papà!''


 
* * *



''Ciao! Anche tu qui per il provino?''

Chris si voltò verso il ragazzo che gli si era avvicinato, studiandolo attentamente. Era alto quasi quanto lui, portava degli occhiali rettangolari e i capelli castani gli ricadevano lisci sulla fronte e dietro le orecchie.
Non si fidava delle persone da molto tempo, ormai. Ma qualcosa, in quel ragazzo - forse il sorriso che gli stava donando, così diverso da quei ghigni maliziosi che aveva dovuto subire per anni - lo indusse a donargli il beneficio del dubbio.
Ricambiò il sorriso senza esitare. ''Sì!''
''Fantastico!'' Il ragazzo allungò il braccio e gli porse la mano. ''Sono Kevin, comunque.''
''Chris, e sono nervoso.'' rispose, decidendo di dargli una possibilità.
Kevin rise, rabbrividendo. ''Chi non lo è? Me la sto facendo addosso!''
Una ragazza di colore con una cascata di capelli ricci sparati un po' ovunque comparve alle loro spalle, salutandoli allegramente.
''Provino?''
Chris e Kevin annuirono, e lo stesso fece la ragazza.
''Ruoli?''

''Artie.'' risposero in coro i ragazzi.


 
* * *


''Fate entrare il prossimo ragazzo!''

 
* * *

 
''Salve, mi chiamo Chris Colfer, ho diciotto anni e vengo da Clovis, California. Sono qui per il ruolo di Artie.''
 
''Sei gay?''
''Uhm.. sì..''


 
* * *

 
''D'accordo, ti faremo sapere. Grazie!''

 
* * *


''Verdetto?''

Ryan era estasiato. ''E' semplicemente... perfetto. Dammi un giorno e ti porterò tutto il materiale.''

''Che hai in mente?''

Il regista sorrise.



 
* * *



''E' passato troppo tempo. Non chiameranno. Avrei dovuto saperlo.''

Karyn arrotolò il giornale che stava leggendo e gli colpì il retro del collo con forza.

Chris mugugnò e si zittì. Tanto valeva tenersi per sé le sue previsioni accurate.


 
* * *
 
Il telefono squillò quattro giorni dopo.

Il numero era sconosciuto.

 
* * *

 
''Chris Colfer?''

''Sì?''

''Salve, sono Ryan, il regista di Glee.''

''O-oh, s-salve.''

''Volevo parlarti dello show, hai tempo?''


 
* * *



''Ti ho visto, Chris, e ho capito all'istante che non saresti diventato Artie. Non potevi essere neanche Finn, Mike, Puck o Matt, perché quelli non sono ruoli adatti a te. ''

''Questo vuol dire che..''

''Semplicemente, che meriti più di un semplice personaggio. La tua identità è così forte, elettrizzante, straordinariamente unica, che non avremmo potuto farti questo. Sarebbe stato uno spreco troppo grande, così sono andato a casa e ho pensato ad un'alternativa degna della tua immagine.''

''E..?''

''E.. Mi hai ispirato a tal punto che ho creato un personaggio apposta per te.''

''Che cosa?''

''Hai ottenuto il ruolo di Kurt Hummel, Chris. Come avrai notato, prima non era presente sul copione, e diamine, ci hai salvato. Adesso non riesco ad immaginare Glee senza di lui. Glee è lui, e tu sei Glee.''

''Non posso crederci.''

''Credici, ragazzo. Avrai maggiori informazioni quando ci raggiungerai, ma adesso devo salutarti.''

''La ringrazio tantissimo''

''Non farlo, siamo noi a ringraziare te! Congratulazioni, Chris. Benvenuto nel cast.''


 
* * *


''Cosa ti hanno detto?''


''Devo fare pipì.''

Chris si chiuse la porta alle spalle e corse al water.



 
* * *


''Siete stati fantastici, ragazzi. Sono molto felice di poter lavorare con voi. Adesso andate a pranzo, riprendiamo tra mezz'ora.''

''Chris, vieni con noi?''

Chris balbettò qualcosa di incomprensibile, ma le ragazze lo stavano già spingendo verso la mensa.

Non avrebbe più attraversato la mensa da solo, sperando di non essere notato mentre andava a sedersi a testa bassa ad un tavolo in disparte, senza preoccuparsi di togliere lo zaino dalla sedia accanto alla sua, perché tanto nessuno si sarebbe avvicinato.


 
* * *


''Chris, Chris! Mi firmeresti un autografo?''

Chris batté le palpebre un paio di volte, stordito. ''Scusami'' balbettò, ''dici a me?''
La ragazza annuì vivacemente. ''Sei il mio preferito nella serie!''
''Dici davvero? Grazie! Ne sono onorato!'' Ancora sotto shock, Chris svitò il tappo al pennarello e ne poggiò la punta sulla foto che la ragazza gli stava offrendo. Un collage di foto che lo raffiguravano nell'episodio pilota.
Le sue mani cominciarono a tremare e il pennarello gli scivolò dalle dita un paio di volte.
''Oh dio, mi dispiace tanto. Sono una frana, ho sbagliato a scrivere il mio nome! Posso riprovarci, prometto di fare di meglio!''
La ragazza rise. ''Ci terrei particolarmente.''
Ci tiene? Vuole che le scriva una dedica? Io, Chris Colfer? Le importa davvero di - me?
Chris fissò lo sgorbio che aveva tracciato con una smorfia mortificata, mentre questo si presentava sempre più offuscato ai suoi occhi, che cominciarono a pungere e bruciare. Lo sbarrò con una linea e vi scrisse accanto con impegno.

''Come ti chiami?''
''Lydia.''

''A Lydia, mi dispiace per il disastro che ho combinato.
Christoher Christopher Colfer :)
''

Guardò la ragazza andare via saltellando, e finalmente lasciò che le lacrime salissero a galla.


 
* * *


''Chris, dovrai essere ospite da Ellen tra qualche giorno. Te la senti?''

''Come scusa? Non dirai mica quella - Ellen?''

Lea lo afferrò prima che si schiantasse al suolo.



 
* * *


''E il Golden Globe va a.. Chris Colfer!''

 
* * *
 

''Cosa più importante, a tutti gli incredibili ragazzi che guardano il nostro show e ai ragazzi che il nostro show celebra, i quali si sentono dire costantemente 'no' dalla gente dei luoghi in cui vivono, dai bulli a scuola, dico che non possono non essere ciò che sono a causa loro. Mandateli al diavolo, ragazzi.''

 
* * *


''Mamma, non so come sia potuto capitare, ma sono nella lista delle 100 persone più influenti al mondo secondo il Times.''

 
* * *


''Oh mio dio, non posso credere che sia tu!'' Squittì Chris, precipitandosi verso il nuovo arrivato, senza pensare allo spavento che avrebbe potuto procurargli, vedendosi planare uno psicopatico addosso il suo primo giorno di lavoro.
''Io?'' rispose l'altro, su di giri quasi più di lui. Sembrava un tipetto euforico.
''Sì, tu! Sei Harry Freakin' Potter! Insomma, io ti amo!''
Il ragazzo spalancò i suoi occhioni color ambra e li puntò in quelli azzurri dell'altro, la bocca adorabilmente dischiusa e le mani che stringevano e tiravano i ricci neri attaccati al suo capo. ''Stai scherzando.'' decretò infine.
''No, te lo giuro! L'ho sempre seguito, ricordo anche di aver desiderato di far parte degli Starkids al punto di crederci per davvero!''
I ragazzi risero, ma il moro sembrava ancora troppo scosso per apparire disinvolto e riuscire ad intavolare una normale conversazione.
Chris glielo disse, e l'altro continuò a ridacchiare nervosamente. ''Mi dispiace, è che non posso credere che Chris Colfer conosca A Very Potter Musical. Dì la verità, ti sei documentato prima che arrivassi per non fare brutta figura.''
Chris inarcò le sopracciglia, le palpebre ridotte ad una fessura. ''Mettimi alla prova.''
Darren si lasciò squadrare da capo a piedi, stralunato, poi alzò le mani in segno di resa. ''Va bene, va bene. Facciamo così: ne parliamo a cena?''
Chris arrossì, il cuore a mille. Era stupido sentirsi come se fosse appena stato invitato ad un appuntamento?

''Totally awesome.'' disse, e scosse il capo quando l'altro ragazzo finse avere uno svenimento.


 
* * *


''Quindi, a quanto pare dovremmo baciarci.'' Darren ammiccò, sorridendo malizioso.
 
Quel momento quasi causò la morte di Chris Colfer.

* * *

 
''Si chiama Struck by lightning. E' un progetto a cui tengo particolarmente. E' parte di me, e mi piacerebbe che anche il resto del mondo lo conoscesse.''

''Perfetto. Non dire altro.''


 
* * *
 
''Hey principessa. Ti ho spedito un regalo.''

''Davvero? Che cos'è?''

''E' un dvd. Il mio dvd. E' la prima copia, voglio che l'abbia tu.''


 
* * *

 

''Voglio che tu sappia, e lo dico a nome di tutti, Chris, che siamo davvero molto fieri di te.''


 
* * *

 
Once upon a time, there was a boy who flew.




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Grazie per essere arrivati fin qui.
Ci tenevo soltanto a dirvi che mi mancate tantissimo, e che pubblicare di nuovo qualcosa su efp mi ha migliorato la giornata.
La scuola finirà tra una settimana e ho già quasi tutto il capitolo di HIWI pronto, quindi tranquilli! Vi prometto che non vi libererete di me per tutta l'estate!

Un bacio, e ancora auguri a Chris! <3
 
 
 
 

 
  
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