Note dell’autrice: L’idea per questa storia mi è venuta in mente prima di
andare a dormire xD
All’inizio ero sicura di poter
scrivere una drabble, ma poi mi sono accorta che cento parole non mi sarebbero
potute bastare.
Tra i personaggi ho inserito anche
Libby e Charlie, nonostante non siano realmente presenti, perché sono comunque
coinvolti.
Ah, sono LoveStoned con un altro
account, e qui ho già pubblicato con quel nick Everything I do, I do it for you, una
drabble sui pensieri di Charlie rivolti a Claire e Aaron prima di
morire.
Ho ripreso una battuta di Hurley
come titolo per sottolineare una mia protesta personale verso gli autori che
pare si divertano ad eliminare, in media, ottomila personaggi per serie
-.-
Enjoy ?
(( Hanno portato via anche Charlie.))
Le
gambe affondavano con facilità nella sabbia, e ad ogni passo gli sembrava di
camminare lentamente sui carboni ardenti, in modo da assorbire tutto il dolore
cercando di non urlare.
Alle
sue spalle, anche l’oceano piatto sembrava voler partecipare al suo silenzioso
lamento.
E
infine la vide; una piccola croce di legno marrone sopra un tumulo di sabbia
banca.
«
Ciao, Libby » mormorò Hurley, inchinandosi.
Fissò
la croce a lungo senza dire nulla, perdendo la cognizione del tempo. Sarebbe
stato capace di rimanere lì per sempre, non gli importava un granché, ora che
era rimasto solo.
Stava
accarezzando la sabbia che proteggeva Libby e le garantiva il riposo eterno,
quando si accorse di non poter più trattenere le lacrime.
«
Hanno portato via anche Charlie », bisbigliò tra i singhiozzi. « Hanno portato
via anche lui ».
Diede
un rapido sguardo alle altre croci attorno a lui e immediatamente si sentì
percosso da un brivido di terrore.
Per
quanto ancora sarebbe durato questo inferno? Quante altre persone sarebbero
dovute morire?
«
Sei con lei, non è vero? » sussurrò Hurley, puntando gli occhi dritti verso il
cielo. « Coso, sei con lei? Rispondi! COSO RISPONDI!»
Le
sue urla furono spezzate da singhiozzi più forti.
«
Rispondi…»
Si
accasciò al suolo tremando, nonostante la sua corporatura gli impedisse
movimenti come quello.
Era
solo.
Disperato.
Lacerato
dal dolore, e col solo rimpianto di non averli conosciuti prima, in circostanze
diverse.
Col
desiderio morto nel cuore che quel
dannato aereo non si fosse mai schiantato.
Perché
non poteva raggiungerli lassù dove credeva che fossero?
Voleva
solo farla finita.
«
Penserò io a loro, coso…» farfugliò prima di addormentarsi sulla tomba
dell’unica ragazza che gli aveva voluto bene veramente, pensando a un migliore
amico che non sarebbe più tornato.