Giochi di Ruolo > Vampiri: la masquerade
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Autore: Jake Blake The Heartquake    30/05/2014    0 recensioni
Aldrighi, il Capo delle Arpie, convoca lo Sceriffo Fanucci nel suo attico in centro a Vicenza. La luna risplende alta, nel cielo, riflettendosi nella piscina del Toreador, il quale vi si è immerso completamente, in attesa dell'arrivo dello Sceriffo
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Aldrighi era pensieroso, quella notte. Appoggiava le braccia al bordo della piscina, lasciando il suo corpo galleggiare, ozioso. Nella mano destra, un bicchiere di champagne, nella sinistra, una lettera. 

"Verrò a trovarvi come stabilito, Signor Aldrighi. Sarà per me un piacere rivedervi per discutere degli affari che ritenete vadano discussi
In fede,
          Anthony Fanucci, Sceriffo del Dominio di Verona, Mantova e Vicenza"


Gli scappò un sorriso, mentre la rileggeva, sorseggiando dal calice. Allo Sceriffo piacevano le formalità, e anche lui non le disdegnava. Anche se, alle volte, preferiva qualcosa di informale, di improvviso, di fuori dal comune. Più o meno come la comparsa dello Sceriffo. In un battito di ciglia, infatti, lo Sceriffo era sopra di lui, fuori dalla piscina, che scrutava il cielo

"La vista della Luna, dal vostro attico, Aldrighi, è sempre fantastica"

"Quasi quanto lo è vedere voi in tutta la vostra austera figura, Fanucci"


I due sorridono, continuando a fissare il cielo. Dopo qualche istante, lo Sceriffo prende commiato, andando a sedersi su una poltroncina poco distante dal bordo della piscina.

"Signor Aldrighi, lunga notte. Come mai ha richiesto la mia presenza qui? Ci sono affari importanti che vanno discussi?"

"Mi dia un momento, Sceriffo"


Aldrighi appoggia il calice a bordo piscina, schioccando le dita. Subito tre ghoul si avvicinano. Una prende la lettera, mettendola in un piccolo scrigno d'ebano. La seconda riempie il calice con altro champagne, mentre la terza mette un piccolo cuscinetto a disposzione del Capo delle Arpie, il quale vi poggia la testa, lasciando così galleggiare completamente il suo corpo nella piscina. Dopodichè, le tre fanciulle tornano ai loro posti, nell'ombra

"Vede, signor Sceriffo, pare che nel Dominio, ultimamente, vi sia un'orgia di Indipendenti, Sabbatici e altre forze a noi ancora non conosciute. Mi chiedevo se voi potevate fare qualcosa per arginare questi problemi. In fin dei conti, la sicurezza del Dominio è nelle vostre mani, no?"

"Signor Aldrighi"

 
dice, mordendosi le labbra 

"Signor Aldrighi, se sono stato assente per tutto questo tempo è proprio per il fatto che ho avuto a che fare con tutto questo. Vede, gli Indipendenti sono stati sistemati a dovere, ora sono sotto controllo. Per quanto riguarda i Sabbatici, abbiamo appunto risolto con gli Indipendenti proprio per quello, infatti credo che in questo momento si stiano scannando da qualche parte, nei boschi. Per quanto possa concernete le forze a noi sconosciute... Diciamo che dovremmo parlarne... da soli, capisce?"

"Capisco"


Aldrighi, con gli occhi ora chiusi, batte le mani. Le tre ghoul si avvicinano a lui, facendo un breve inchino e andandosene in casa, chiudendo la porta. Aldrighi, sempre nella piscina, fa un cenno a Fanucci, sorridendo. Lo Sceriffo, senza battere ciglio, si muove rapido, mettendosi in piedi, sovrastando la figura del Capo delle Arpie

"Per quanto riguarda i Lupini e i Ghoul Ribelli, abbiamo già risolto nella maniera meno cruenta possibile per noi, Signor Aldrighi. Ora il Dominio è di nuovo in mano nostra e..."

"Chiamami Sebastiano, Tony. Sai benissimo che quando siamo solo puoi chiamarmi così. Ah, e una domanda. Perchè sei ancora vestito?"


Fanucci, sorridendo, si guarda intorno. Concentra il suo potere, spingendo il suo sangue sulle mani, facendo fuoriuscire una nuvola nera densa come il catrame, che lentamente lo avvolge. Passano i secondi e, quando la nuvola si dissolve, Fanucci è nella piscina, nudo, che osserva Aldrighi

"Mi sei mancato, Sebastiano"

"Davvero, Tony? Vuoi farmi arrossire come una ragazzina alle prime armi?"


I due sorridono, mentre lo Sceriffo, lentamente, si avvicina al Capo delle Arpie. Appoggia delicatamente la mano sulla sua gamba, muovendola dolcemente, salendo piano, con un tocco quasi impercettibile. Continua a salire fino a quando non incrocia la sua mano con quella di lui, intrecciando le dita e stringendola. Aldrighi apre gli occhi, tirandosi delicatamente in piedi, fissando lo Sceriffo. I due si abbracciano e si scambiano un profondo bacio passionale, mentre le unghie di Aldrighi incidono la schiena di Fanucci. Dopo qualche interminabile attimo, i due, ancora avvinghiati, si guardano, felici. Fanucci bacia nuovamente Aldrighi, per poi staccarsi e appoggiarsi al bordo, distendendosi. Il Capo delle Arpie lo imita

"Scopriranno cosa sono, Sebastiano"

"Non lo possono fare"

"Perchè dici così?"

"Perchè l'hanno già fatto"


Il silenzio cala, fra i due

"Partiremo stanotte, Tony. Tu, io e l'eternità per vivere assieme. Cosa ne pensi?"

"Sarebbe fantastico, e magari un giorno potremo anche avere Progenie ed educarli in modo che si rispettino reciprocamente, in modo che possano amarsi e abbattere questi stupidi luoghi comuni che discriminano i miei Fratelli. Sarebbe fantastico, sì... Ma tutto il lavoro fatto qui? Buttare via tutto quanto e scappare... Non lo so Sebastiano, non lo so..."

"Io mollerei tutto per te, Amore"


A queste parole, Fanucci inizia lentamente a piangere. Si tira in piedi, guardando Aldrighi, che rimane disteso. Alza lo sguardo, osservando le stelle, sorridendo. Si ricorda ancora quando, anni addietro, si erano incontrati li per la prima volta. Si avvicinò, abbracciandolo, baciandolo nuovamente

"Ti amo, Tony"

"Mi dispiace, Sebastiano"


Aldrighi, scosso dall'affermazione di Fanucci, si scostò leggermente. Sangue iniziò a sgorgare copiosamente dalla sua bocca, mentre lentamente si accasciava nella piscina. Dalla sua schiena, emergeva un paletto. Fanucci, rapido, uscì dall'acqua, rivestendosi, avvicinandosi poi al bordo della piscina. Sulla superfice, la Luna era riflessa. In acqua, gli occhi vitrei di Aldrighi lo fissavano, colmi di dolore

"Non posso permettere che tu perda tutto, Amore. Passerò per traditore e attentatore, ma tu almeno vivrai una non vita felice ed eterna. Troverai qualcuno di nuovo da amare, e anche se non lo amerai come hai amato me, lo amerai comunque e mi dimenticherai. Solo, se mai Abbraccerai qualcuno... Chiamalo Tony, per ricordarti di te. Addio, Amore"

E, così dicendo, Fanucci si incamminò verso la porta finestra che dava sull'appartamento, pronto a fuggire da quel dominio. Una volta varcata la soglia, avvisò le ghoul di quanto era successo e, subito dopo, sparì avvolto dalle ombre, lasciando solo un piccolo bigliettino per terra

"Ricorda chi eravamo, Amore mio. Perdonami"
 
  
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