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Autore: _Angelica__    30/05/2014    2 recensioni
Una sorta di staffetta di personaggi, ma tutti con un motivo per correre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IMPERCETTIBILI COINCIDENZE

Adam correva trafelato giù per le scale della stazione, aveva quaranta secondi, altrimenti avrebbe perso la metro, non poteva arrivare in ritardo. Perchè non aveva chiesto un passaggio a Micheal? Affittato una macchina? Si sentiva un idiota. I capelli erano spettinati, la camicia bianca madida di sudore. Eccola! Ancora un piccolo sforzo e ce l’avrebbe fatta. Salì in tempo, fece un grande respiro di sollievo, ora poteva cominciare ad agitarsi per ciò che lo aspettava. Una ragazzina dall’impermeabile giallo gli passò di fianco, sembrava preoccupata quasi quanto lo era lui.

Jennifer non riusciva a calmarsi, quel giorno avrebbe dovuto fare l’audizione, erano mesi che si preparava, mesi che restava fino a tarda notte in quella piccola stanza ad esercitarsi. Quella mattina aveva preparato il borsone con dedizione, ma nonostante ciò aveva paura di essersi dimenticata qualcosa. Osservava l’uomo che le stava accanto, era vestito con uno smoking, ma era spettinato e sembrava molto inquieto.

La ragazza si mise  meccanicamente in ordine lo chignon, era la centesima volta che compiva quell’azione. Finalmente le porte della metro si aprirono e, in poco tempo, si trovò esattamente di fronte al teatro. Doveva attraversare la strada, cominciò a camminare sulle strisce pedonali, e una macchina per poco non la investì. Jennifer guardò con odio il conducente della macchina: un anziano signore.

-Calmati Edmund! Vuoi ammazzare qualcuno?- la moglie ridestò l’uomo dai suoi pensieri burrascosi. Era appena nata la sua prima nipote! Solo pochi minuti prima suo figlio aveva chiamato a casa dando la lieta notizia.

Si girò un momento verso il viso della moglie che gli fece un sorriso incoraggiante, ripartirono.

-Oh non vedo l’ora di vederla!- aspettavano da cinque anni un nipote: Christine, la moglie del loro unico figlio, sembrava non poter avere figli, ma con grandissima sorpresa, dopo cinque anni di rassegnazione, era successo il miracolo. Proseguirono verso l’ospedale continuando a fantasticare sull’aspetto della loro nipotina.

Arrivati finalmente al reparto giusto, videro un’infermiera tutta trafelata che si accingeva verso l’uscita. Provarono a chiederle informazioni riguardante la direzione verso le stanze di degenza, ma la donna rispose che aveva finito il turno e che aveva molta fretta.

Helen si cambiò velocemente ed uscì dall’ospedale, era stata una nottata lunga. Quel giorno lo attendeva da anni ormai. Era l’unica della sua famiglia con il permesso di soggiorno, suo marito e i suoi bambini erano ancora in Marocco. Finalmente quel giorno si sarebbero visti di nuovo, questa volta senza lasciarsi mai più.

Quando finalmente rivide i volti di suo marito e i suoi due figli si sentì completa, corse verso di loro e si abbracciarono con tutto l’affetto che si erano tenuti dentro per anni. Mano nella mano si diressero alla macchina scambiandosi sorrisi gioiosi e felici.

Vicino all’auto di Helen c’era una donna che si asciugava il viso rosso di lacrime.

Jane non riusciva più a trattenere i singhiozzi, vide con la coda dell’occhio una famiglia in procinto di entrare in macchina, avrebbe voluto sprofondare sotto terra. Si sentiva stupida, egoista. Perchè lo aveva fatto? Jonathan le aveva chiesto di guardarlo negli occhi e di dirgli se lo amasse, lei aveva mentito, aveva risposto con un freddo e categorico: no. Perchè? Perchè lì aveva un lavoro stabile e la sua, seppur disastrata, famiglia. La sua paura per l’ignoto le aveva impedito di partire con l’uomo che amava. Jonathan aveva detto che sarebbe partito senza di lei, solo se lei non lo avesse amato. Lo sguardo della ragazza si posò su un bracciale che ancora non aveva tolto, glielo aveva regalato lui, quando ancora erano all’università. Non ci pensò su due volte: entrò in macchina e cominciò a guidare, aveva ancora tempo, sarebbe partita con Jonathan, senza bagagli, solo con il suo cuore. Durante il tragitto passò velocemente davanti ad una chiesa, dove all’entrata stava per entrare un’incantevole sposa.

Emily continuava a concentrarsi sul suo vestito per non farsi travolgere dalle emozioni. Suo padre, che la teneva a braccetto, le fece l’occhiolino, era il momento. Entrarono in chiesa, Emily non riusciva a reggersi sulle proprie gambe, l’emozione era davvero troppa. Il suo sguardo si spostò sul suo futuro sposo, per poco non scoppiò a ridere: Adam aveva la giacca dell’abito tutta sgualcita, i capelli erano spettinati e aveva tutta l’aria di aver corso per arrivare in tempo.

Appena Adam vide Emily tutte le ansie che lo assillavano svanirono; dimenticò la stanchezza per la corsa in metro, l’ansia di essere giudicato male dalla ragazza per gli abiti sgualciti. Dopo tutto era soddisfatto di aver corso, ora però non vedeva l’ora di correre in compagnia.

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice:

Ehi ciao! Grazie per aver letto la mia storia!

Spero che non sia risultata complicata o difficile da comprendere…

Mi farebbe molto piacere ricevere qualche vostra recensione per sapere il vostro parere ;)

Grazie ancora

Angelica

  
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