The Black Bird -

[when you lose something, you can

love anything.]

#PROLOGUE

“Hai adempito ai tuoi doveri molto più del necessario, coraggiosa Black Star numero 0075.

Cosa possiamo fare per mostrarti la nostra gratitudine?” la mano affusolata della dea disegnò sogni come tramonti alle sue spalle, il velato del suo ricco abito che rendeva ulteriormente più accattivante ogni prospettiva: “Ricchezze?”

Lasciò cadere la moneta d'oro dalle sue dita che, appena toccò con uno squillante suono il pavimento marmoreo, avvolse di luce tutte le altre, che in un vortice scomparvero per fare posto ad una fastosa e insolita architettura: “Castelli?”

Ma niente può rappresentare la bellezza pura più della natura incontrastata: “...oppure paesaggi?”

La ragazza, in un fruscio della sua gonna corta, s'inchinò: “Non è necessario nulla di tutto ciò per rendermi felice, mia Signora. Avrei solo una richiesta.”

Uno degli dei saggi fece un passo avanti, lasciando scomparire del tutto la temporanea dimensione dei desideri che la Dea Suprema aveva evocato: “Sarebbe, nostra cara?”

“Voglio diventare come voi...regnare al vostro fianco, imparando passo dopo passo la saggezza.”

I saggi si scambiarono un'occhiata complice, e i Sei Dei annuirono in direzione della Settima, la più potente: “È davvero un nobile desiderio, Dead.”

Con mano ferma, pur se sottile e delicata, toccò il capo piegato in sottomissione della ex Black Star: “Con il potere dalle pure anime conferitomi, io ti nomino Ottava Dea di Hazama!”

Il cielo non era mai sembrato così limpido come quando le anime padrone di quel mondo intermedio si sdoppiarono della loro parte più intima per osservarle, lucenti e danzanti, in estasi passionale.

Fu dopo qualche secondo che il pavimento marmoreo iniziò a crollare.

I saggi, sbalorditi, tentarono di fermare il viaggio delle luci, ma era troppo tardi; solo allora la Suprema Rem notò che sul volto oscurato di Dead era comparso, psicopatico, un sorriso:

“Illusi.”

Il buio scoppiò su tutta Hazama, illusione che si sgretolava fin dagli antri più nascosti dell'Olimpo, mentre la nuova dea accoglieva nelle sue membra tutto quel nuovo potere, sfidando con i palmi rivolti al Cielo il fato. Rem corse via lottando con le catene e le mancate superfici mentre, con urla agghiaccianti, il sangue dei saggi trafitti con la falce di Dead veniva risucchiato, assieme alle loro membra, dalle labbra fameliche di quest'ultima.

Si aggrappò appena in tempo all'ultimo lembo di terra di Hazama, quando la vide. Un'insidiosa scia scura che, dalle dita metalliche di Dead, andava sempre più dilatandosi e risucchiava ogni cosa su quella dimensione.

Era forse questa la morte?, pensò Rem mentre il buio invadeva le anime dilaniate e sofferenti, spesso ancora vive, soffocandole in quel nero. Fu quando Dead Master la notò, in bilico fra la terra e il vuoto, che la dea, fra le lacrime e pur di evitare quella coda insidiosa del nuovo mondo che si apprestava ad agguantarla, lasciò la presa, lasciandosi cadere in una dimensione bianca e immobile, fino a quando non avvertì il dolore lancinante dell'urto.

Con gli occhi semichiusi e agonizzanti, donò un'ultima lacrima a quel suolo ingrato:

“Vendetta...”