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Autore: Defiance    31/05/2014    2 recensioni
Dopo l'arresto di Nolan, Emily si impegna per salvarlo: non permetterebbe mai che al suo migliore amico toccasse lo stesso destino di suo padre.
Cosa aspettarsi da questa OS?
Un'Emily Thorne come non l'avete mai vista.
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amanda Clarke, Daniel Grayson, Emily Thorne, Jack Porter, Nolan Ross
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi della storia non mi appartengono; la fanfiction è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.




 

Anyone But You








 
 
“Te l’ho detto, Jack. Non volevo coinvolgerti in tutto questo casino, per questo non ti ho detto subito la verità!” ripetè Emily per l’ennesima volta.
“Se tu sei Amanda allora chi diavolo ho sposato io?” domandò lui, ma la risposta a quel quesito si manifestò da sola alla sua mente.
“Emily Thorne”
“Sì. Non pensavo che sarebbe andata così avanti, altrimenti…”
“Altrimenti cosa? Me lo avresti detto?  Come hai potuto non fidarti di me?” la accusò lui, un tono a metà tra l’incredulo e il disgustato.
“Non mi fidavo di nessuno.  Non è nulla di personale Jack” gli assicurò lei, entrando con foga in casa sua e sbattendo il cellulare sul tavolo, imprecando contro Nolan Ross che non si degnava di risponderle.
“Eccetto Nolan, vero? Lui sa tutto, non è così?” ringhiò Porter, più adirato che mai.
Emily si massaggiò le tempie con le dita e respirò a fondo.
“Ascoltami, Jack. Non mi aspetto che tu capisca,  ma  dopo essere uscita da quel dannato riformatorio, dopo che Nolan mi ha detto la verità su mio padre… l’unica cosa a cui ho sempre pensato è la vendetta. E sarà così finchè tutti coloro che hanno rovinato la nostra vita non pagheranno. Promettimi che non lo dirai a nessuno” disse, forse un po’ troppo in fretta, “Jack, promettimelo.”
Lui deglutì, poi si arrese.
“Prometto”
“E ti prometto che pagheranno anche per la morte di Declan. Te lo giuro sulla mia vita” aggiunse, abbracciando l’uomo che aveva cominciato a piangere, sopraffatto dal dolore che quell’orribile giornata gli aveva arrecato.
Fu una notizia che sentì di sfuggita al telegiornale a costringerla ad allontanarsi dal giovane.
Alzò il volume della tv, sgranando gli occhi.
‘ …istruzioni che David Clarke gli ha probabilmente lasciato prima di morire. Nolan Ross sembra quindi essere il responsabile dell’attacco informatico che ha scosso la città la scorsa notte e, in particolar modo, dell’esplosione alla Grayson Global… il fondatore della Nolcorp è stato arrestato proprio un paio di ore fa…’
“No… no…” sussurrò Emily, portandosi le mani tra i capelli.
“MALEDETTI BASTARDI!!!” urlò in preda alla rabbia e scagliò il telecomando contro lo schermo, mandandolo in frantumi.
“Amanda, Amanda, calmati, lo tireremo fuori di lì!” tentò di tranquillizzarla Jack, ma senza ottenere il minimo successo.
“Prima mio padre… ora Nolan!  Giuro che non mi fermerò fino a quando l’Initiative e i suoi membri non staranno bruciando all’inferno!  E non chiamarmi così!“ gridò ancora, afferrando la sua borsa e precipitandosi fuori dalla villa.
“Emily, Emily dove vai?” domandò correndole  dietro.
“Dove credi che stia andando? Da Nolan! Lo tirerò fuori da lì, fosse l’ultima cosa che faccio”
 
“Emily Thorne” sibilò con tono beffardo Falcon, alzandosi dalla branda e dirigendosi lentamente verso la donna, la quale, dal lato suo, si limitò a salutarla con un mezzo sorriso malizioso.
“Sta’ zitta e ascoltami, puttana. Dirai di aver inventato tutto, di aver accusato Nolan perché provi invidia nei suoi confronti e che lui non centra assolutamente nulla con quello che è successo due notti fa” ordinò gelidamente la bionda, incrociando le braccia.
“Tu sei pazza” la schernì l’altra, simulando una risata divertita.
“Sai, a questo punto credo tu abbia ragione.  Motivo per il quale non ti conviene metterti contro di me, non provare ad ostacolarmi e fa ciò che ti ho detto” replicò con odio Emily, afferrando la ringhiera che la separava dall’hacker.
Se gli sguardi potessero uccidere, Edith Lee in quel momento  sarebbe stata stesa per terra, grondando sangue da tutti i pori.
“Altrimenti?” la provocò Falcon, con fare minaccioso.
“Sai meglio di me quanto sia facile uccidere qualcuno che si trova in prigione.  Hai un’ora di tempo, Lee, o non vedrai mai più la luce del sole. Tic, tac. Tic, tac. Lo senti? È il suono del tempo che ti rimane e scorre in fretta, quindi sbrigati e prendi una decisione” la avvisò la bionda, allontanandosi dalla cella e lasciando l’edificio con la rabbia sempre più viva nelle sue vene.
Erano stati due giorni infernali; l’Initiative aveva passato ai federali un video dove Padma accusava il suo amico di essere un anarchico e dio solo sa cos’altro ed erano sinceramente convinti che Nolan avesse agito su istruzioni di David Clarke.
Emily si sentiva oppressa da tutta quella storia, non riusciva a respirare.
Salì in macchina e si tolse in fretta il foulard e la giacca; tentò di calmarsi inspirando ed espirando rapidamente, ma fu tutto inutile, perché le lacrime cominciarono a rigarle il volto e il bisogno di urlare si fece strada dentro di lei.
Così, per una volta, lasciò che le sue emozioni venissero fuori e, tra lacrime e grida, colpì con forza lo sterzo dell’auto.
Ma non fu abbastanza; l’aria continuava a mancarle e decise di scendere, iniziando poi a prendere a calci e pugni il muro di fronte a lei, immaginando che al suo posto ci fosse Conrad Grayson.
Quando si accorse che dalle sue mani sgorgava sangue, si decise ad allontanarsi da quel posto maledetto.
 
“Che hai fatto alle mani, Emily?” mormorò Daniel, scrutandola apprensivo.
Ma la donna era un muro di ghiaccio in quel momento.
“Non dirmi che il sangue ti impressiona. Sarebbe alquanto ironico, visto che le mani dei Grayson ne sono così impregnate da non riuscire più a lavarlo via” rispose gelidamente la bionda, rivolgendogli un’occhiata di fuoco.
“Emily…”
“Ti ricordi quando mi hai parlato dell’Initiative, Daniel? Tu avresti potuto impedirlo… e invece… e invece ora Nolan è il prigione, a pagare per i crimini della tua famiglia! Come David Clarke prima di lui!” sbottò, incapace di trattenersi ancora.
Daniel sbiancò e si irrigidì.
“Come fai a sapere di David Clarke? Non te ne ho mai parlato” biascicò arretrando.
Aveva parlato troppo, Emily ora se ne rendeva conto, doveva rimediare o tutto il suo piano sarebbe andato a monte.
“Amanda. Amanda me lo ha detto prima di morire” mentì, “ma ora ho la conferma che ne eri a conoscenza. Credevo fossi migliore dei tuoi genitori. È finita, Daniel”
Avrebbe trovato un altro modo per vendicarsi, ma non sopportava più la presenza di alcun Grayson accanto a lei. Era troppo. Il solo pensiero di condividere l’aria che respirava con uno di loro, le dava la nausea.
“Emily…” cercò di parlare lui, ma la donna non glielo permise.
“Fuori di qui!” gli urlò contro, indicando la porta della villa, gli occhi ardenti.
“Mi dispiace per Nolan, dico sul serio” mormorò Daniel, raccogliendo l’anello che la bionda aveva gettato sul pavimento e tornandosene da sua madre, con il senso di colpa che gli divorava lo stomaco.
 
“Emily!” esclamò sollevato Nolan Ross, uscendo dal penitenziario proprio come la Thorne aveva fatto solo qualche anno prima.
Lei gli sorrise, poi lo strinse forte a sé.
“La storia si ripete, eh?” tentò di ironizzare lui, ma la sua battuta non la fece ridere.
“Come sei riuscita a farmi uscire da qui?” domandò una volta accomodatosi nell’auto della donna.
“Col metodo Grayson” ammise lei senza mostrare alcun segno di rimorso, mettendo in moto il veicolo e allontanandosi di corsa da quel luogo.
“Mio dio, chi hai ucciso?”
“Non fare l’idiota, Nolan. Ho solo minacciato Edith Lee e fatto in modo che la colpa ricadesse su qualcun altro” chiarì la bionda.
“A chi è toccato questa volta?” chiese lui, corrugando la fronte.
Emily sorrise in una maniera così inquietante che vennero i brividi persino allo stesso Nolan.
“Guarda con i tuoi occhi” asserì, porgendogli il cellulare.
“Daniel? Hai fregato lui? Credevo non volessi fargli pagare i peccati del padre!” mormorò sconvolto il giovane, continuando a guardare il video dell’arresto del piccolo Grayson.
“Beh, c’è stato un cambio di programma. Conrad Grayson ha troppe pene da scontare, vediamo fin dove è disposto ad arrivare per pararsi il culo. Vediamo se almeno per suo figlio riesce a prendersi le sue responsabilità” replicò la bionda, parcheggiando l’auto davanti al bar di Jack.
“Emily… grazie” sussurrò lui, abbozzando un mezzo sorriso riconoscente.
“Sei l’unica famiglia che mi rimane, Nolan. Non permetterò a nessuno di farti del male” rispose lei, scendendo dall’auto ed entrando nel locale.
“Bentornato, Nolan!” lo accolse Porter non appena ebbe varcato la soglia dello Staw Away, stringendolo in un abbraccio fraterno e dandogli delle pacche sulla schiena.
“Sì, beh… per fortuna ho degli amici come voi” ammise lui,  “Come sta il piccolo Carl?”
“Bene. Ma gli manca sua madre… e suo zio” confessò Jack, lo sguardo triste, il segno del dolore ancora vivo nel suo cuore.
“Pagheranno, Jack. Tutti loro” gli assicurò una fredda voce, quella di una Emily sempre più distrutta.
Jack e Nolan si scambiarono uno sguardo d’intesa.
“Ci penso io” sussurrò il biondo “ma se le parlassi ora mi ammazzerebbe con le sue stesse mani”
 
“Casa tua è ancora sotto sequestro… puoi restare da me,  finchè ne avrai bisogno” lo informò Emily, “Però va a farti una doccia, ti prego”
Scoppiarono entrambi a ridere e fu una vera liberazione per lei, perché insieme a quella risata venne fuori anche tutto il sollievo che provava per il fatto di riavere il suo migliore amico accanto.
Sapeva di non poter crollare, non ora che aveva troppi torti da scontare, troppi motivi per cui vendicarsi… ma era sempre più difficile.
Stava pianificando la sua successiva mossa, quando Nolan entrò di soppiatto nella sua stanza.
“Allora, vendicatrice. Chi soffrirà questa volta?”
“Victoria. Ho mandato a Charlotte delle prove che incastrano Daniel. Sarà lei a farlo condannare e questo distruggerà completamente mamma Grayson” confessò la bionda, richiudendo la sua scatola dell’infinito e mettendola via.
“Forse dovresti smetterla, Emily. Questa vendetta ti sta consumando… cosa resterà di te, quando avrai finito?” mormorò lui, un’espressione preoccupata sul volto.
“Non posso  fermarmi, Nolan, lo sai” rispose lei, la voce incrinata.
Quando si voltò, aveva gli occhi lucidi e delle silenziose lacrime le rigavano le guance.
“Oh, Ems…” bisbigliò lui, attirandola a sé e stringendola forte.
“Stavano per farti la stessa cosa che avevano fatto a mio padre. Hanno cercato di uccidere Jack e hanno causato la morte di Amanda e di Declan… non posso fermarmi. Quella gente deve pagare” insistette lei, forse per tentare di farsi coraggio, singhiozzando contro il collo di Nolan.
“Ho sempre pensato che quando sarebbe finita, tu avresti trovato pace e serenità. Ma Aiden sostiene che dopo la vendetta, resta solo il vuoto. Non posso rischiare che insieme all’Initiative e ai Grayson, ne esca distrutta anche tu. Non era questo che tuo padre voleva per te e non lo voglio neanche io” ammise lui, spostandole una ciocca di capelli dal volto.
“Non accadrà. Te lo prometto” lo rassicurò la bionda, un sorriso di incoraggiamento stampato sul volto.
“Buonanotte, Amanda” disse il biondo, sospirando affranto e lasciandole un delicato bacio sulla fronte, dirigendosi poi verso la porta.
Amanda, non Emily. Perché in quel momento non era la spietata vendicatrice, fredda e calcolatrice, ma la fragile ragazza che lottava contro i suoi demoni, quella che era uscita dal riformatorio carica di rabbia verso tutto e tutti.
“Nolan” lo chiamò, costringendolo a fermarsi. “Resta qui. Ti prego”
In un primo momento, il giovane sgranò gli occhi per la sorpresa: Emily non era solita ad abbattere le sue mura d’acciaio, non permetteva quasi mai ad Amanda di venir fuori.
Ma a quanto pareva quella sera era l’eccezione, per cui fece dietrofront e si distese sul letto accanto a lei, permettendole di posare il capo sul suo petto.
“Emily io sarò sempre al tuo fianco.  E non è solo per la promessa che ho fatto a David. Lo sai vero?” mormorò, accarezzandole dolcemente i capelli.
“Non Emily. Questa notte sono Amanda” precisò lei,  permettendo alle lacrime di fuoriuscire. 
“Ti voglio bene, Nolan” ammise poi, alzando lo sguardo e incontrando quello incredulo dell’amico, che tuttavia sorrise contento.
Poi successe una cosa, che in un primo momento nessuno dei due realizzò a pieno: Amanda si sporse un poco e gli diede un casto bacio sulle labbra.
Restarono a fissarsi, sbattendo ripetutamente le palpebre per diversi minuti, cercando entrambi di capire cosa fosse accaduto, cosa avessero provato.
Ma lo compresero solo quando decisero, all’unisono, di avvicinare il volto l’uno a quello dell’altra e di far incontrare nuovamente le loro labbra, che cominciarono a cercarsi sempre più avide, come se fossero fatte per incastrarsi alla perfezione.
Nolan era sicuro che quello fosse un sogno;  non stava sul serio pomiciando con la sua spietata, migliore amica.
Eppure la sua mano dietro il suo collo, la sua presa sui suoi capelli, il suo respiro contro la sua pelle… sembravano dannatamente reali.
Amanda si abbandonò totalmente alle dolci carezze del ragazzo, sorprendendosi per la delicatezza e la reverenza con cui le sue mani si spostavano sul suo corpo, la testa in tilt per quegli eventi senza alcun apparente senso.
Nessuno dei due si era reso conto, che in quel gioco di leggeri tocchi e tenerezze, si erano spogliati a vicenda, né che si erano ormai spinti troppo oltre: avevano raggiunto il punto di non ritorno.
I loro corpi sembravano muoversi in maniera automatica, sfuggendo al loro controllo e alla ragione, come guidati da una forza superiore, esterna alla razionalità e ad ogni inibizione possibile; i loro respiri si rincorrevano affannosi tra i gemiti di piacere, la pelle in fiamme, la vista annebbiata e il cervello completamente in tilt.
Ma né l’uno né l’altra stava pensando più all’assurdità di quella situazione;  stringersi sembrava la cosa più naturale del mondo, in quel momento.
 
La finestra si spalancò violentemente, lasciando che i raggi del sole e un’impetuosa folata  di vento inondasse la stanza.
I due giovani si svegliarono di colpo e si scrutarono confusi più che mai, interrogandosi sugli eventi della precedente notte, ma i loro corpi nudi urlavano a gran voce ciò che era accaduto e le loro orecchie non potevano rifiutarsi di ascoltare, né tanto meno potevano farlo i loro cuori.
Distolsero entrambi lo sguardo, andandolo però a posare su un oggetto posato sul letto, lì, nel punto in cui le loro gambe rischiavano ancora di sfiorarsi.
Emily sporse la mano e lo afferrò: era una fotografia, una fotografia di suo padre, che sorrideva guardando il mare, guardando l’infinito.
Nolan incatenò i suoi occhi a quelli della donna al suo fianco, perplesso almeno quanto lei; ora avevano la pelle d’oca.
Cos’era? Una specie di inquietante approvazione?
La bionda si affrettò a metter via la foto, e deglutì per impedire alle lacrime di venir fuori.
“Emily…” sussurrò l’uomo, una volta trovato il coraggio di aprire bocca.
“No. Sono Amanda” lo interruppe lei, “per te, sono Amanda.”
Dopodiché avvicinarono l’uno il volto accanto a quello dell’altra, permettendo così alle loro labbra di incontrarsi nuovamente.
Come diavolo avevano fatto a non accorgersene prima?

 
 
 
 





Angolo Dell'Autrice
Salve a tutti!
Questa è la prima fan fiction che scrivo su Revenge, tra 
l'altro credo di non averne mai scritta una così lunga...
spero non faccia completamente schifo ahahah!
Seguo la serie da poco, ma mi sta prendendo alla
grande e, in particolar modo, sono innamorata dei
Nemily e del loro rapporto così particolare... non 
credo di essere l'unica, comunque.
Bando alle ciance, spero tanto che la mia storia vi sia piaciuta.
Fatemi sapere cosa ne pensate se vi va :)

Ps. ho cominciato da poco un cross-over tra Revenge e 
Captain America, se vi va di passare:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2633373&i=1

A presto spero,
Bell.

 
  
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