Le lacrime svaniranno (ma il dolore rimarrà).
La carrozza è scomparsa. Svanita, inghiottita dall’orizzonte. Celata dalle mura.
Ma Margherita è ancora lì. Ferma, immobile – strano che non sia ancora riecheggiato il suono rovinoso del suo cuore che si spezza. S’infrange per l’ennesima volta.
E Margherita si sente irrimediabilmente sola – anche se è sbagliato. Anche se è un errore. Perché c’è Giovanni. Perché Giovanni dovrebbe essere la sua gioia, la sua consolazione.
Eppure è lui la causa. Eppure è lui la sua sofferenza.
E Margherita è spaventata dai suoi stessi pensieri.
E Margherita si pente. E Margherita domanda perdono mentre le lacrime continuano a scorrere salate, copiose – come il suo dolore non farà mai. Perché è perpetuo, eterno, una costante.
E Margherita si chiede quanto tempo sarà costretta ad attendere prima di poter stringere nuovamente a sé la sua bambina – così cara, così obbediente, così forte. Così adulta.
E Margherita non riesce ad evitare di raffigurarsi il viso infelice di Teresina.
In fondo Margherita lo sa. In fondo, conosce bene il sentimento che sente arderle nel petto – tuttavia, ammetterlo sarebbe come compiere un tradimento. Mancare a quel giuro che tanto le è costato. Che tante pene le ha inflitto.
In fondo, Margherita sa – seppur non lo ammetterà mai, seppur non oserà mai dare voce a tale verità – che Giovanni le ha portato via il suo tutto.
Note: questa storia vuole essere un umilissimo tributo a quelli che sono un capolavoro letterario ed un personaggio che merita di essere ricordato, a mio parere.
Margherita è una figura che nonostante tutto mi ha colpita. Una donna che subisce in silenzio la personalità del marito; che convive con una malattia; che supera la sua infermità solo quando si tratta dell’amore nei confronti dei figli e proprio la persona da cui, a suo discapito, questi ragazzi vengono allontanati.
E… Niente. Mi auguro che la flashfic sia stata di vostro gradimento. ♥
Ma Margherita è ancora lì. Ferma, immobile – strano che non sia ancora riecheggiato il suono rovinoso del suo cuore che si spezza. S’infrange per l’ennesima volta.
E Margherita si sente irrimediabilmente sola – anche se è sbagliato. Anche se è un errore. Perché c’è Giovanni. Perché Giovanni dovrebbe essere la sua gioia, la sua consolazione.
Eppure è lui la causa. Eppure è lui la sua sofferenza.
E Margherita è spaventata dai suoi stessi pensieri.
E Margherita si pente. E Margherita domanda perdono mentre le lacrime continuano a scorrere salate, copiose – come il suo dolore non farà mai. Perché è perpetuo, eterno, una costante.
E Margherita si chiede quanto tempo sarà costretta ad attendere prima di poter stringere nuovamente a sé la sua bambina – così cara, così obbediente, così forte. Così adulta.
E Margherita non riesce ad evitare di raffigurarsi il viso infelice di Teresina.
In fondo Margherita lo sa. In fondo, conosce bene il sentimento che sente arderle nel petto – tuttavia, ammetterlo sarebbe come compiere un tradimento. Mancare a quel giuro che tanto le è costato. Che tante pene le ha inflitto.
In fondo, Margherita sa – seppur non lo ammetterà mai, seppur non oserà mai dare voce a tale verità – che Giovanni le ha portato via il suo tutto.
Note: questa storia vuole essere un umilissimo tributo a quelli che sono un capolavoro letterario ed un personaggio che merita di essere ricordato, a mio parere.
Margherita è una figura che nonostante tutto mi ha colpita. Una donna che subisce in silenzio la personalità del marito; che convive con una malattia; che supera la sua infermità solo quando si tratta dell’amore nei confronti dei figli e proprio la persona da cui, a suo discapito, questi ragazzi vengono allontanati.
E… Niente. Mi auguro che la flashfic sia stata di vostro gradimento. ♥