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Autore: grace_law_smith    02/06/2014    5 recensioni
"Secondo la sua prima impressione Will era il più bel ragazzo che lei avesse mai potuto vedere o addirittura immaginare, ma guardando Jem, sotto un altro punto di vista, si stava ricredendo."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Carstairs, Theresa Gray, William Herondale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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big grey eyes.

Tessa si voltò avvertendo un rumore alle sue spalle e vide Jem che si era avvicinato battendo il bastone da passeggio. Aveva l’aria pallida e vagamente stanca. I suoi capelli, più grigi del solito, si attaccavano alla fronte per il sudore ma i suoi occhi, al contrario, erano svegli e la guardavano con stupore.
-Jem! Mi hai fatto spaventare…- disse Tessa. –Cosa ci fai qui?
-Non era nelle mie intenzioni, Tessa. - disse Jem con aria gentile. –In realtà cercavo proprio te.
Tessa sbatté le palpebre.  –Oh, certo. Come posso aiutarti?
-Vorrei che venissi con me. Charlotte e Henry sono usciti, Will è in armeria e Jessamine è con tuo fratello a fare una passeggiata. Ti va bene? E’ solo per occupare il tempo. - Jem sorrise di nuovo. Tessa lo vedeva sorridere troppo poco spesso. –Che ne dici? Voglio mostrarti una cosa.
Indossava dei pantaloni non molto stretti di colore blu che gli arrivavano fino alla vita e sopra una camicia bianca sbottonata sotto il colletto. Aveva il fascino delle persone gentili e perennemente imbarazzate che arriverebbero in capo al mondo pur di vedere qualcuno felice, anche con del veleno di demone dentro le vene. Tessa, per non deluderlo, fece un cenno con la testa e, quando si avviarono, lei sbirciò il volto di Jem con la coda dell’occhio e vide che stava sorridendo.
-Dunque dove stiamo andando?- chiese Tessa con un certo interesse.
-Oh, non c’è fretta. - le disse Jem. –Ti piacerà. Non è un luogo frequentato da molti, a dirla tutta. Nessuno ci va quasi mai.
Tessa aggrottò la fronte. Conosceva abbastanza bene Jem da sapere che a lui piacevano i luoghi solitari e sperduti, in un certo senso. Forse perché Jem aveva un’anima sensibile, delicata e molto fragile, al contrario di Will. Tessa ricordò la prima volta che vide Will, nella Casa Oscura. Secondo la sua prima impressione Will era il più bel ragazzo che lei avesse mai potuto vedere o addirittura immaginare, ma guardando Jem, sotto un altro punto di vista, si stava ricredendo. Anche Jem aveva il proprio fascino. Riusciva a capire Tessa come nessun altro, non era mai fuori luogo e cercava di aiutarla in tutti i modi possibili. Tessa dovette ringraziare il cielo per aver trovato qualcuno come Jem a Londra.
-Un altro posto come il tuo preferito a Londra? L’ultima volta non è finita molto bene…- disse Tessa sarcastica.
Jem ridacchiò. –E’ vero. Ma tranquilla, questa volta siamo al sicuro, si trova dentro l’Istituto.
Tessa gli sorrise con gli occhi e lo seguì dietro. Avevano già svoltato un paio di volte attraverso i corridoi dell’Istituto ma Tessa ci aveva ormai perso le speranze: non avrebbe mai potuto fare un giro per l’Istituto da sola, si sarebbe sempre e comunque persa. Ricordava solo la strada per raggiungere la sua camera e niente più, ma quella che stavano percorrendo adesso era davvero strana. Tessa non l’aveva mai vista prima, al contrario degli altri corridoi dell’Istituto. Sui muri erano state dipinte rune che non aveva mai visto disegnare né a Will né a Jem e neanche si trovavano nel Codice.
Purtroppo, causa il cattivo carattere, Tessa si fece prendere dalla curiosità: -Jem, cosa sono queste rune? Non le ho mai viste…
-Oh, sì.- fece Jem, come se si stesse accorgendo di quelle solo adesso. –Sono rune antiche, antichissime. Forse le prime che sono state mai create e dettate da Raziel, ma non ne sono certo. Non viene mai nessuno qui, te l’ho già detto, no?
Tessa annuì e gli rivolse un gran sorriso. –Forse Will o Charlotte ne sanno qualcosa.
-Ne dubito. - disse Jem. –Will è interessato alla storia dei Cacciatori come tu potresti essere interessata alle armi. Quanto a Charlotte… potrebbe saperne qualcosa in più, certo. Ma, detto fra noi, il vero esperto qui è Henry.
Tessa lo guardò. –Come mai Will non si preoccupa del passato dei Cacciatori? Insomma, è uno di loro e francamente credevo che i Cacciatori adulti insegnassero qualcosa a quelli più giovani.
-E’ così.- ammise Jem con tono calmo. –Anche Will conosce la storia, ma si limita a combattere e vivere il presente, piuttosto che rimpiangere il passato e in un certo senso lo ammiro per questo. Ci sono tante cose che invidio di Will, come ad esempio il suo relativo menefreghismo. Avrei già dimenticato buona parte del mio tortuoso passato, se avessi avuto il coraggio di Will.
Gli occhi di Tessa si fecero seri e tristi. –Non devi invidiargli un bel niente. Will ha il suo carattere e può andare bene per determinate situazioni ma, fossi in lui, desidererei essere come te, Jem. Sono seria. –Si affrettò a dire guardando l’espressione sul volto di Jem. -Non hai nulla da invidiare a nessuno. Se pensi di essere inferiore a Will perché la tua vita dipende da una droga, ti sbagli di grosso.
Jem restò sbalordito. Si fermò di colpo lasciando Tessa senza una risposta e, dopo una lunga pausa interrotta solo dai respiri affannati del Nephilim, egli esordì con un grazie e un ampio gesto della mano, stava infatti indicando una porticina che Tessa fino ad ora non aveva notato, incastrata nel muro tra un candelabro e l’altro: -Per di qui, Tessa. - disse Jem. –Sta’ attenta, i gradini non sono il massimo della professionalità.
E aveva ragione. Aprendo la porta si poteva scorgere una stretta scala a chiocciola con gradini troppo alti per le gonne di Tessa. La scala portava sia giù, in basso, che su, verso la cupola. –Cos’è questo posto, Jem?
-Vedrai, vedrai. Sali fino a che non vedi un’altra porta simile a questa. - disse Jem e indicò nuovamente la porta attraverso la quale erano entrati.
Tessa si trovò in difficoltà. Tentò di non scivolare giù a causa del muschio e delle gonne. L’aria era gelida, tanto che la ragazza poteva sentirla dentro le ossa e appena volle appoggiarsi alla parete per non cadere se ne pentì all’istante, era decisamente troppo fredda.
-Tessa? Va tutto bene?- la voce di Jem riecheggiò dal basso verso l’alto.
-Sì, credo di aver trovato la porta di cui parlavi. Che cosa faccio?- Tessa stava urlando.
Jem camminava piano ma erano ben udibili i suoi passi su per le scale e, inetta per come credeva di essere, Tessa non volle toccare nulla per evitare spiacevoli conclusioni e lo aspettò. Jem era esposto alla pallida luce del sole che entrava da un’ampia finestra su un lato del muro. Adesso Tessa poteva ben vedere il luccichio dei capelli di Jem e la sua pelle incredibilmente biancastra e sciupata. Tessa si chiese come dovesse essere vivere dipendendo dalla droga ma si trattenne di fronte l’impulso della curiosità. Gli effetti, però, erano ben chiari già dall’aspetto generale di Jem: per quanto Tessa non sapesse nulla della droga la prima volta che lo vide poté perfettamente avvertire qualcosa di storto, qualcosa che non la convinceva.
Ma Jem era bello e sarebbe stato bello anche con l’aspetto stanco e trascurato. Il fascino asiatico non si smentiva mai.
Finalmente Jem la raggiunse in cima alle scale. Guardò subito la porta e poi si spostò su Tessa. La ragazza aspettava una risposta concreta che le facesse capire che non aveva sbagliato, questa volta. Jem incurvò appena le labbra e poi, con delicatezza, spinse la porta e quella si spalancò lasciando senza fiato Tessa.
Dall’altra parte della porta, Tessa vide un vortice blu di materia che non seppe identificare ma che le ricordò l’acqua. La materia blu si contorceva, prima piano e dopo più velocemente. La porta sembrava fosse scomparsa, ma Tessa non stava badando a quello. Era troppo presa e incuriosita da quella sorta di sostanza che continuava a muoversi e a piegarsi su se stessa, blu come gli occhi di Will o come può esserlo il cielo durante una bella giornata. Tessa si fece in avanti e allungò la mano. Sentiva lo sguardo di Jem fisso su di lei, ma la cosa non la disturbava più di tanto. Forse Jem si aspettava qualcosa da lei, dopo aver aperto la porta ma Tessa non disse nulla. Volle scoprire da sola di cosa si trattava ma il suo desiderio fu interrotto dalla spiegazione volontaria di Jem che la fece spaventare. La voce di Jem aveva interrotto il silenzio. -E’ un portale.- disse. –Attraverso questo ci si può teletrasportare.
-Dove?- chiese Tessa con curiosità.
-Ovunque tu voglia. In realtà non è così semplice. Il tuo deve essere un desiderio fortissimo, anche la più piccola insicurezza può farti capitare dall’altra parte del mondo. Molte volte non si è a conoscenza del luogo in cui ci si vorrebbe ritrovare. E’ talmente sepolto nel nostro cuore che non sappiamo qual è. E’ stranissimo. - Jem adesso non si rivolgeva più a Tessa. Sembrava stesse recitando un monologo a se stesso e non pareva neanche sorpreso delle parole che gli uscivano di bocca, di quante volte lo doveva aver ripetuto.
-E se io lo attraversassi potrei anche spuntare a New York? Ritornare a casa?- chiese Tessa con quel velo di speranza che attraversa tutti prima di ricevere una buona notizia.
-No, non funziona così.- Jem era ritornato al mondo e guardava di nuovo Tessa. –Ci vogliono anni di allenamento psicologico prima che di attraversare il portale. A Shangai ce n’era un altro molto simile a questo. Quando ero più piccolo e vivevo con i miei genitori ero stato spesso preso dalla voglia di attraversarlo, ma non sono una persona così impulsiva come potrebbe esserlo Will…
Jem fece una pausa. Stava di nuovo guardando in basso e i capelli gli ricadevano delicatamente sul volto, incorniciandolo perfettamente. Ormai il sole era calato e stava dando spazio alla volta celeste stellata, al manto di blu scuro che ricopriva la terra, illuminato dal chiarore della luna. –No, Jem. Per come la vedo io, tu non hai sbagliato, se può rincuorarti.
Tessa gli sorrise e si dimenticò del portale che continuava a muoversi. Si avvicinò a Jem e gli toccò piano il mento alzandolo. –Guardami. Non devi rimpiangerti addosso nulla, okay?
-E’ molto americano questo “okay”, no?- Jem parve riprendere il suo solito e magnetico sorriso. –Già, Tessa. Non devo rimpiangere neanche questo momento.
Così dicendo il ragazzo si chinò su di lei e la baciò. Tessa non era certa ma quel bacio le sembrò lento e romantico, al contrario del primo bacio che diede a Will. Che stupida cosa, Will. Pensare a lui mentre baciava il suo parabatai, il suo compagno di battaglia e di vita, si sentì terribilmente in colpa. Tessa allora provò a concentrarsi su quello che provava baciando Jem, sentendolo vicino come non lo aveva mai sentito. Sì, aveva in passato immaginato un suo bacio, ma non se lo aspettava così. Questo era mille volte meglio. Questo era profondo e intenso, sentimentale, perfetto. Il bacio che ogni ragazza sognava, ecco cos’era. Tessa sentiva i capelli di Jem sfiorarle il viso e le sue mani toccarle la vita e lei rabbrividì. Jem la strinse a sé con più forza e la ragazza sentì il calore dei muscoli del Cacciatore poggiarsi sul suo corpo minuto da ragazza. I capelli di Tessa si sciolsero e le ricaddero sulle, cogliendo di sorpresa sia lei che Jem  tanto che rise tra un bacio e l’altro. Tessa voleva che quel momento non finisse mai. Avvinghiati com’erano, i due ragazzi venivano travolti e talvolta sconvolti dalle emozioni che facevano tremar loro che ginocchia e battere il petto all’unisono. Tessa sentiva il ticchettio dell’Angelo meccanico che portava al collo sempre più in lontananza lasciando spazio al battito del suo cuore.
Quando Tessa aprì gli occhi, Jem le si trovava di fronte. La ragazza impiegò qualche secondo prima di ritornare sul mondo reale, dato che stava ancora pensando a quel bacio. Era come una droga, ma differente rispetto a quella che assumeva Jem. Mentre Jem, anche se lentamente, moriva, lei si sentiva più viva baciandolo.
-Tessa…- le sussurrò Jem. La sua voce suonava nelle orecchie di Tessa dolce e rassicurante ma allo stesso tempo forte e decisa. –Tessa…
Tessa gli sorrise accarezzandogli il volto e fissando i suoi grandi occhi grigi, pieni di sofferenza e dolore, cosa che in Will non aveva mai notato. Jem era sensibile, non poteva nascondere le proprie emozioni come faceva Will ma a Tessa piaceva perché adesso, in quegli occhi non vedeva altro che amore, affetto, sincerità. E non poteva essere più felice e d’accordo con lui. 


Buon pomeriggio, ho deciso di scrivere questa OS Jessa perché mi piacciono tanto ma devo avvertirvi: ho letto soltanto il primo libro, l'Angelo. Devo ancora "decidere" se shippare Jessa o Wessa, ma opto per gli Heronstairs! AHAHAH, buona lettura!
Grace. 

 
  
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