UNO: Il commercialista bibliofilo Alias Il Sergente Ronnie Brooks (Law and Order UK)
Liberamente tratto dall’episodio 4.5 “Help”
Brutta storia: una giovane promessa del calcio è stata accoppata per strada; cranio fracassato con un levabulloni a due passi dalla sua favolosa decapottabile. Il punto di partenza delle indagini degli uomini dell’ispettore Nathalie Chandler è una scalcagnata tavola calda vicino al luogo del delitto, che trasuda unto da tutti i pori dell’intonaco.
-Buone queste patatine! – dice compiaciuto il sergente Brooks e si lecca le dita bisunte, salaticce e insudiciate di senape e maionese. Dopo che il corpulento poliziotto della M.I.U. ha posto fine alla carriera da alcolista che gli ha devastato 2 matrimoni, il rapporto con 2 figlie e svariate amicizie e lo ha ridotto a un questurino sovrappeso e seborroico, la sua unica consolazione di uomo sobrio è ingurgitare cibo in ogni fish&chips, chiosco di kebab, rivendita ambulante di caramelle gommose a forma di coccodrillino, orsetto, gattino-con-gli-stivali, galletto-punketto che si trovi sulla sua strada.
-Le faccio io personalmente… le ho appena fritte!
Il collega Matt Devlin, ragazzo belloccio e decisamente megliovestito, lo trascina via con un sorriso: metà richiesta di comprensione al banconiere che ancora gongola per il complimento del ghiottone, metà segno di compatimento nei confronti di quel ventre sfondo come un pozzo senza fondo.
-E’ il miglior cibo della giornata!
Liberamente tratto dall’episodio 4.5 “Help”
Brutta storia: una giovane promessa del calcio è stata accoppata per strada; cranio fracassato con un levabulloni a due passi dalla sua favolosa decapottabile. Il punto di partenza delle indagini degli uomini dell’ispettore Nathalie Chandler è una scalcagnata tavola calda vicino al luogo del delitto, che trasuda unto da tutti i pori dell’intonaco.
-Buone queste patatine! – dice compiaciuto il sergente Brooks e si lecca le dita bisunte, salaticce e insudiciate di senape e maionese. Dopo che il corpulento poliziotto della M.I.U. ha posto fine alla carriera da alcolista che gli ha devastato 2 matrimoni, il rapporto con 2 figlie e svariate amicizie e lo ha ridotto a un questurino sovrappeso e seborroico, la sua unica consolazione di uomo sobrio è ingurgitare cibo in ogni fish&chips, chiosco di kebab, rivendita ambulante di caramelle gommose a forma di coccodrillino, orsetto, gattino-con-gli-stivali, galletto-punketto che si trovi sulla sua strada.
-Le faccio io personalmente… le ho appena fritte!
Il collega Matt Devlin, ragazzo belloccio e decisamente megliovestito, lo trascina via con un sorriso: metà richiesta di comprensione al banconiere che ancora gongola per il complimento del ghiottone, metà segno di compatimento nei confronti di quel ventre sfondo come un pozzo senza fondo.
-E’ il miglior cibo della giornata!
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Ecco a voi il sogno e l’incubo di qualunque commesso di una libreria di provincia, per intenderci una di quelle imbucanate nel negozio più sfigato del centro commerciale; dove non esiste la caffetteria, o il bar che dir si voglia, nemmeno una stitica macchinetta del caffè avariato o un distribuisci pastine-figlie-della-Luisona (cit. Benni <3): tanto, per la cronaca, perché comprare da mangiare in libreria quando lo si può fare in altri luoghi di quella cattedrale del consumismo, primo fra tutti l’ipermercato?
Luigi è un simpaticissimo cinquantenne, commercialista, vedovo senza figli. Tanti quattrini e un’ottima cultura: parleresti con lui per ore e ore, anche se di fronte a lui ti senti l’ennesimo prodotto del Liceo Somarifico, e pure di libri ne hai letti a pacconi e non solo per lavoro. Gigi, come vuole essere chiamato, sembra essere stato staccato direttamente dalla costola di un umanista, oppure nato da un “lo famo strano” tra Sibilla Aleramo, George Simenon e William Shakespeare. Definirlo bibliofilo è poco, è appena un gradino-ino sotto la bibliomania spinta. Conosce tutto, di tutti, di più e sempre: non sembrerebbe nemmeno umano, se la sua immane panza non preannunciasse il suo arrivo. Il virtuosissimo fiscalista non soffre solo di bibliomania… mangia in continuazione: patatazze fritte nell’olio consunto, pizzette farcite, supplì e arancini di riso, babà al rum venezuelano, causando così il panico tra i librai. Abbiamo messo fuori dal negozio un Dog parking, dei gancetti per lasciare in attesa l’amico a due zampe; dovremo inventarci anche una dispensa temporanea per il nostro cliente preferito. Ora è il momento giusto per progettarla: è tempo di denunce dei redditi e il nostro caro avventore è rinchiuso nel suo studio a tempo pieno. Un po’ di pace anche per i librai!
Luigi è un simpaticissimo cinquantenne, commercialista, vedovo senza figli. Tanti quattrini e un’ottima cultura: parleresti con lui per ore e ore, anche se di fronte a lui ti senti l’ennesimo prodotto del Liceo Somarifico, e pure di libri ne hai letti a pacconi e non solo per lavoro. Gigi, come vuole essere chiamato, sembra essere stato staccato direttamente dalla costola di un umanista, oppure nato da un “lo famo strano” tra Sibilla Aleramo, George Simenon e William Shakespeare. Definirlo bibliofilo è poco, è appena un gradino-ino sotto la bibliomania spinta. Conosce tutto, di tutti, di più e sempre: non sembrerebbe nemmeno umano, se la sua immane panza non preannunciasse il suo arrivo. Il virtuosissimo fiscalista non soffre solo di bibliomania… mangia in continuazione: patatazze fritte nell’olio consunto, pizzette farcite, supplì e arancini di riso, babà al rum venezuelano, causando così il panico tra i librai. Abbiamo messo fuori dal negozio un Dog parking, dei gancetti per lasciare in attesa l’amico a due zampe; dovremo inventarci anche una dispensa temporanea per il nostro cliente preferito. Ora è il momento giusto per progettarla: è tempo di denunce dei redditi e il nostro caro avventore è rinchiuso nel suo studio a tempo pieno. Un po’ di pace anche per i librai!