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Autore: kymyit    03/06/2014    4 recensioni
E se gli Accademici in realtà fossero stati diciasette?
Sarebbe comunque stato un triste "what if?".
Purtroppo, però, Togami non era l'unico alla quale Angelica aveva dato attenzione. Il secondo giorno aveva iniziato a fare dei ritratti a tutti, per passare il tempo, ma di uno in particolare ne aveva fatti addirittura tre.
Kuwata Leon.
Ucciso da Naegi.
Angelica non l'avrebbe mai perdonato.
Ad un certo punto del processo, scoppiò a piangere d'improvviso.
-Come hai potuto?- urlò, con le lacrime che le rigavano le guance.
-Ve lo giuro!- esclamò lui -Non sono stato io!-
-Non mentire, ridammi Leon!-
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Byakuya Togami, Leon Kuwata, Monobear, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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d Note: Prima di leggere questa storia, sappiate che tutto è fatto apposta, perciò se notate qualcosa che non vi ispira, beh, non fuggite. Poi accetto che mi lanciate quello che avete in mano. Doveva essere una fic mezza tragica e mezza comica, ma mi sa la tragedia la fa da padrone. Anche troppo Q^Q




Il triste caso di Angelica Igarashi





-Non sono stato io!- urlò Naegi, ma nessuno gli diede retta. Dopotutto, nella sua stanza era stata ritrovata l'arma del delitto, un cacciavite preso dalla cassetta degli attrezzi gentilmente offerta della casa. Inoltre, non aveva un alibi. Anche se quello non ce l'aveva nessuno e alla richiesta di Kirigiri di visualizzare le registrazioni, Monokuma aveva, ovviamente, risposto no. O meglio, aveva riso, poi si era infuriato sbraitando che “i giovani d'oggi vogliono sempre la pappa pronta”.
Ed eccoli lì, i Super Fantastici Accademici, terrorizzati come agnellini al macello, le loro speranze infrante di fronte alla realtà dei fatti.
Tre di loro erano morti, una per mano di Monokuma, Enoshima Junko, gli altri due per mano di uno di loro.
L'omicida era uno di loro!
-Io e Maizono abbiamo scambiato la nostra stanza, perciò non potevo prendere quel cacciavite!- esclamò.
-Avresti potuto farlo prima di uscire.- disse Togami, aggiustandosi gli occhiali.
-L'avrei notato!- puntualizzò Maizono.
L'occhiata gelida che ricevette dal biondo la zittì.
-Chi aveva pianificato un omicidio non ha voce in capitolo.-
-Aspetta, Togami!- esclamò Asahina -Se Maizono aveva pianificato di uccidere Kuwata nella stanza di Naegi, mi spieghi perché poi è andata nella sua stanza?-
-Forse Kuwata non è andato all'appuntamento...- ipotizzò Celes -Ma se l'ha fatto perché sospettava qualcosa, perché l'avrebbe dovuta far entrare?-
-Perciò la ragazzina non è colpevole.- decretò secco Oowada. Ma Naegi restava in gioco.
-Ma perché avrebbe dovuto fare entrare me?- insistette lui.
-Voi due sembravate andare molto d'accordo, in questi giorni.- disse una ragazzina bionda, fulminandolo con lo sguardo.
Angelica Igarashi, Super Fantastica Pittrice Accademica.
-Non avrei mai ucciso Kuwata, non ne avrei avuto il motivo! E poi perché Fukawa?!-
-Forse lei ti ha scoperto...- ipotizzò la biondina, lanciando un'occhiata a Togami. Era minuta per la sua età, lunghi capelli, occhi grigi, corpo esile, avvolto in abiti larghi e colorati. Era molto carina, infatti, non fu una sorpresa vedere i ragazzi tentare di farsi notare ai suoi occhi in quei giorni, nonostante la situazione e nonostante lei non facesse molto per attirare la sua attenzione. Se non si considerano i suoi capitomboli e la sua imbranataggine. Nessuno sapeva quanto Celes desiderasse sopprimerla, la considerava alla stregua di una gattina morta.
Per non parlare di Fukawa, quella mocciosetta girava sempre intorno a Togami, che le piaceva da morire, fin dal primo momento che si erano incontrati, all'Accademia della Disperazione (come se ci fosse qualcuno ancora disposto a chiamarla Vetta della Speranza).
Togami era distaccato con tutte, ma con lei si era aperto, forse perché essendo lei l'unica figlia di un pittore famoso, pensava potesse essere utile a lui, erede della potente famiglia Togami. Non sapeva quanto fosse sbagliata quell'impressione. Con la scusa di farsi fare un ritratto, aveva finito per simpatizzare per quella ragazzina, che non era poi così sbadata e amava soffermarsi sui dettagli. Aveva cervello.
Purtroppo, però, Togami non era l'unico alla quale Angelica aveva dato attenzione. Il secondo giorno aveva iniziato a fare dei ritratti a tutti, per passare il tempo, ma di uno in particolare ne aveva fatti addirittura tre.
Kuwata Leon.
Ucciso da Naegi.
Angelica non l'avrebbe mai perdonato.
Ad un certo punto del processo, scoppiò a piangere d'improvviso.
-Come hai potuto?- urlò, con le lacrime che le rigavano le guance.
-Ve lo giuro!- esclamò lui -Non sono stato io!-
-Non mentire, ridammi Leon!-
-Analizziamo la situazione da capo.- disse Kirigiri. -Maizono ha pianificato di uccidere Kuwata e ha convinto Naegi a fare lo scambio di stanza.-
-Poi però sono rimasta sempre nella mia camera!- si affrettò ad aggiungere lei.
-Non è vero.- la smentì Celes. -Sei uscita per rimettere a posto le targhette.-
-Già...- annuì l'Idol -Poi sono tornata nella mia stanza, cioè, in quella di Naegi. Non c'era nessuno in corridoio.-
-Fukawa è stata uccisa in corridoio, davanti alla porta della sua stanza. E' possibile che avesse visto qualcosa che non doveva vedere. La porta della stanza di Kuwata però non si vede da quella posizione.-
-Perciò non c'è nessuno che possa dire se quando Maizono è uscita Kuwata fosse già morto.- disse Sakura.
-No, al contrario. A giudicare dalle circostanze, il primo a morire è stato Kuwata.- continuò Kirigiri.
-L'arma del delitto è stata la lama di un taglierino, mentre per Fukawa è stata la punta di un cacciavite.- puntualizzò, catturando l'attenzione di tutti.
-Se ipotizziamo il contrario, non ha senso, se poi consideriamo che tagliare la carotide a qualcuno è un metodo molto più veloce per uccidere, l'ordine della morte è quasi ovvio.- spiegò Kirigiri, per poi chiedere, un po' fra sé -Allora perché usare una diversa arma?-
-Che importa? Fukawa potrebbe aver scoperto Naegi e lui potrebbe aver afferrato la prima cosa che gli capitava a tiro dalla cassetta degli attrezzi.- disse Oowada.
-Perciò dovrebbe aver riposto la vera arma del delitto e poi ne avrebbe afferrata una casuale per chiudere la bocca a Fukawa...- iniziò Kirigiri -Oowada, hai notato un dettaglio interessante. Perché Naegi si è portato dietro tutta la cassetta degli attrezzi? Gli sarebbe stata solo d'impiccio.-
-Per scambiarla in seguito con quella di Kuwata.- fece Togami, colto improvvisamente da ispirazione.
-Perciò in realtà Kuwata non è stato ucciso col taglierino di Naegi, ma col suo.-
Per un breve istante, un lampo di gioia illuminò gli sguardi di tutti. Ma quella rivelazione li rigettò immediatamente nella confusione totale.
-Non pensate che sarei sembrato sospetto se mi fossi presentato in camera di Kuwata con quella scatola?- chiese Naegi.
-Potresti averla scambiata in precedenza...- insinuò Angelica, attorcigliandosi nervosamente le ciocche dei capelli con le dita sporche di colore. -Tu e Leon avete passato diverso tempo insieme.-
Il Super Fantastico Fortunato Accademico si sentì sprofondare nella disperazione. Come fare a convincere tutti della propria innocenza? Ogni volta che sembrava che tutto si risolvesse, spuntava fuori un nuovo dubbio che faceva pesare la bilancia del sospetto nuovamente su di lui.
Perché non c'era nessun altro da accusare.
Perché nessuno di loro aveva osato legare con gli altri, a parte Asahina con Sakura. Angelica andava d'accordo con tutti, ma non si vedeva con nessuno di loro da sola, mentre lui e Kuwata avevano trascorso molte ore insieme. Il rosso appariva come un idiota superficiale, ma conoscendolo meglio, Naegi aveva scoperto che non era poi così male. Era un ragazzo normale, con gli ormoni in subbuglio e la confusione per il futuro. Odiava e amava il baseball, amava le ragazze, forse perché erano imprevedibili, divertenti, una nuova avventura ogni volta. Erano una sfida a differenza dello sport che amava tanto un tempo e che era finito per diventare troppo semplice, troppo monotono da giocare. C'era disappunto nelle sue parole, quando glielo aveva spiegato.
Ma un giorno avrebbe voluto giocare ancora. Si erano lasciati con la promessa di farlo insieme e poi lui era morto.
Ma chi aveva potuto ucciderlo?! Nessuno ne aveva moti... la libertà. La speranza di libertà poteva davvero spingere a tanto? La disperazione di essere uccisi poteva spingere a questo?
-Questo non lo rende colpevole.- disse Kirigiri, Naegi tirò un sospiro di sollievo. -Ma il fatto che l'arma del delitto appartenesse ad un maschio, il fatto che tu sia uscito dalla tua stanza nonostante la regola che ci eravamo imposti, ti rendono il maggior indiziato.-
A quanto pare neppure Kirigiri poteva davvero credergli.
Come poteva dimostrare loro di aver solo dormito?!
-Beh? Siete arrivati alla soluzione?- esclamò Monokuma -Mi sto terribilmente annoiando...-
Angelica singhiozzò.
-Come puoi dire così?! Sono morte due, no, tre persone! Ti sembra una cosa su cui ridere?-
-Perché?- domandò quello, con un'aria quasi sorpresa -Io lo trovo divertente. Voi no?- e giù a ridere di nuovo.
Per quanto minuta, Angelica aveva un caratterino non indifferente, infatti, dopo aver rischiato l'osso del collo inciampando dalla piattaforma del banco degli imputati, raggiunse l'orso e l'agguantò.
-E' colpa tua se Leon è morto!- pianse -Colpa tua!-
-Questa è violenza contro il preside!- esclamò Monokuma -Deflagra, bomba della giustizia!!-
-Buttalo via!- urlò Oowada, mentre il corpo dell'orso di peluche trillava come una sveglia. Angelica lo scagliò a terra e si allontanò di corsa.
Monokuma esplose e lo spostamento d'aria fece cadere a terra gli studenti.
-E' morto?- osò domandare Yamada, rialzandosi piano e sistemandosi gli occhiali sul naso.
-Chi? Io?- domandò una vocina stridula. L'orso si affacciò da dietro il suo scranno.
-Siete veramente impossibili!- esclamò gettandosi sul suo cuscino, rosso per la rabbia. -Due aggressioni in un giorno contro il vostro preside! E' inammissibile! Per punizione vi costringerò a votare adesso!!-
-No!- esclamò Angelica chiudendosi la bocca con le mani. -No, ti prego. Ti chiedo perdono!-
-No, mi avete fatto incazzare! La soluzione è così semplice che ci arriverebbe un bambino di tre anni! Votate ora!-
-E se non lo facessimo?- domandò Kirigiri.
-Io vi ammazzo tutti.- rispose candidamente quello. Fujisaki e Hagakure si lamentarono sommessamente, Oowada si aggrappò furente al banco, finché le nocche non gli si sbiancarono. Chi più, chi meno, mostrarono il loro terrore. Angelica piangeva, chiedendo scusa, ma invece di farsi impietosire, Monokuma sembrava davvero divertito da quella svolta.
-Forza, forza!- esclamò festante -Trenta secondi!! Chi ha ucciso Kuwata e Fukawa?-
Volenti o nolenti, tutti votarono.
Nessuno voleva morire, in fondo.
-Ahahaha! Questa si che è bella!!- esclamò Monokuma, che quasi vomitava l'imbottitura per le risate. -Indovinate chi è il colpevole?-
Rullo di tamburi (registrato) e gong (registrato anche quello)!
-Makoto Naegi!-
L'accusato inorridì, metà della classe inorridì con lui.
L'altra metà parve come sollevata.
-Naegi, non... sei stato davvero tu?- domandò Maizono, senza crederci affatto. 
-Ma che cazzo!- rise Monokuma -Scherzorso!! Il colpevole non è affatto Naegi!- esclamò -E questa è la buona notizia. La cattiva notizia è che la differenza fra maggioranza e minoranza è di un solo voto! Naegi, se vuoi saperlo, Kirigiri, Oogami, Aoi, Maizono, e Ludenberg hanno votato per Igarashi.-
-Cosa?!- trasalì la ragazza. -Perché?!-
-Ho giocato d'azzardo.- rispose Celes -Non me l'hai mai raccontata giusta.-
-Non hai fatto che accusare Naegi!- esclamò Maizono.
-Anche tu l'hai fatto!-
-Io ho cambiato idea!- rispose quella battendosi la mano al petto -Se l'avessi accusato e fossi riuscita a non farmi scoprire, lui sarebbe morto comunque! Non volevo che succedesse... - disse. Maizono era sincera. Alla fine non aveva semplicemente potuto portare a termine il suo piano perché avrebbe comunque fatto del male a Naegi, in modo persino peggiore del “semplice” dolore fisico.
 Asahina e Oogami concordarono che le prove non erano abbastanza per accusare il ragazzo.
-E con grande sorpresa da parte di voi allocchi, la maggior parte di voi ha votato contro Naegi, portando l'intera classe all'esecuzione!-
Grida di terrore si sparsero nella sala.
-Mentre il colpevole si diplomerà. Fate un bell'applauso alla bellissima ingannatrice, la Super Fantastica Pittrice Accademica!!-
Suono d'applausi e musica di trionfo, Angelica fece persino un inchino.
Il resto della classe rimase muto per la sorpresa e il terrore, Togami era pallido come un cencio. Com'era possibile che lui...
-Perché hai ucciso Leon?!- domandò d'un tratto Asahina, infuriata -Io credevo che foste amici!-
-No.- disse Angelica, perdendo di colpo l'aria vittoriosa e sollevata che aveva -Noi eravamo molto di più... io l'amavo, sapete?-
-Ma allora perché...- le parole di Naegi caddero nel vuoto, quando intuì la verità.
-Anche io, come Maizono, ho pensato che non sarebbe stato giusto che Leon morisse per colpa mia. Ho preferito lo facesse per mano mia. Mi guardava come se non capisse perché stava morendo...-
Scoppiò in una serie di singhiozzi inconsulti.
Veri.
-"Ti amo." gli ho detto. "Non permetterò ti facciano del male". Si è addormentato come un bambino... - si strinse fra le spalle, con la sensazione del corpo del ragazzo ancora premuto contro il petto.
-E Fukawa?- domandò Togami, secco.
-Che t'importa di quella Fujiyoshi, fratellone?-
-Cosa?!-
-Fratellone?!- squittì Hagakure.
-Già, avrei dovuto dirtelo quando ci siamo conosciuti, ma, anche in me scorre il sangue della famiglia Togami. L'ho scoperto per caso, nostro padre non ha mai voluto sottopormi alla prova che hai superato tu. Non mi riteneva all'altezza, ma sono fortunata, mi voleva bene, in fondo.-
Era senza parole.
-Ma dopotutto, noi Togami schiacciamo tutti e tutto, no? Chi vince è il migliore, vero fratellone?- ridacchiò nervosamente, poi riprese il discorso -Non so perché Fukawa sia uscita dalla sua stanza, ma mi ha visto coperta del sangue di Leon, così l'ho uccisa. Poi, nella mia stanza, ho appallottolato i vestiti sporchi di sangue e li ho nascosti nel vaso, dopodiché ho ripulito tutto con cura.-
-Igarashi, perché?- domandò Naegi, serio in volto.
-Non fare domande stupide. Chiunque l'avrebbe fatto, volevo andarmene di qui. Il mio fratellino ha bisogno di un trapianto urgente di midollo e io sono l'unica che può donarglielo.-


E anche l'unica rimasta.
Quando Monokuma finì le esecuzioni degli altri Accademici, Angelica Igarashi intrecciò le gambe per contenere i tremiti del corpo.
Era stato terrificante, devastante.
Credeva di essere in grado di sopportarlo, in fondo, per metà era una Togami... eppure, la morte del fratellastro l'aveva scombussolata. Forse provava un briciolo di sentimenti fraterni, in fondo. Ma la sofferenza e il terrore di quel momento non furono devastanti quanto quelli provati nel tagliare la gola di Leon, sentire la pelle lacerarsi allo scorrer della lama...
-Allora? Posso andarmene?- domandò nervosamente, girandosi fra le dita uno degli anelli del ragazzo, che aveva avuto il permesso di prendere dal suo corpo in obitorio prima di andar via.
-Certo, da questa parte.- esclamò il preside dell'Accademia della Disperazione, zampettando verso l'uscita armato di telecomando. Schiacciò un pulsante e la luce rischiarò le tenebre della prigionia.
-E' un vero peccato che il gioco sia finito subito.- disse l'orso, scrutando l'orizzonte, a fianco della ragazza che osservava con occhi sbarrati quel mondo che non le apparteneva più.
-Mi toccherà cercare dei nuovi studenti... o forse no, dopotutto il gioco è bello quando dura poco, tu che ne dici, Super Fantastica Pittrice Accademica? O farei meglio a chiamarti Super Fantastica Mary Sue Accademica?-
-Eh?!-
-Nonostante non sappia mettere due passi di fila senza finire a terra, hai ammaliato quasi tutti, perfino Togami. Che faccia quando ha scoperto di essere tuo fratello!! Io credevo che quello fosse asessuale!- e giù a ridere.
Ma Angelica di ridere non aveva voglia, camminò a passo strascicato sull'asfalto. Almeno era fuori, si disse.
-Spero che ciò che hai fatto serva a qualcosa!!- esclamò Monokuma, salutandola dalla porta con un fazzoletto.
Spero che serva... a qualcosa?
Angelica in quel momento, nel preciso istante in cui mise il piede fuori dalla recinzione dell'Accademia Vetta della Speranza, ricordò ogni cosa. Quando si voltò verso Monokuma, lo vide scomparire dietro la porta rinforzata della scuola con quel suo dannato fazzoletto.
Rideva, eccome se rideva.
Suo fratello minore era morto l'anno dopo il suo ingresso in Accademia, nonostante il trapianto.






Note finali: Questa fic è stata un esperimento e non so se esserne soddisfatta o meno.
La parte più complicata è stata creare il caso, partendo da quello di Maizono. Perché partire da lì? Perché adoro Leon. Cambierei quella parte in tantissimi modi. Forse questo non era il migliore, ma vabbè... un giorno forse chissà...
Passiamo ad Angie.
Angelica è... una Mary Sue. Creata così apposta, ovviamente. Alla fine potrei anche riusarla in qualche altra fic, ovviamente levando tutti i fronzoli dal suo carattere, perché il suo lato fragile e psicotico mi piace. Il resto... ehm, io ero d'accordo con Celes per farla fuori, ma sono dettagli.
Per quanto riguarda il suo nome, volevo un nome straniero. Perché risalta di più. E Angela (e varianti) nei polizieschi è strausato. Di solito è l'assassina.
Igarashi si scrive coi kanji di "cinque" e "tempesta". Non ha un significato simbolico, l'ho messo perché mi piace, è il cognome di un'altra mia oc (di cui ancora non ho scritto su efp). Il primo che mi veniva in mente, insomma. Ha un bel suono, comunque.
Perché sorella di Togami?  Perché o era Togami o era Enoshima. Ma Enoshima era troppo complicato, anche se col caratterino siamo lì... Volevo avesse parenti potenti. Ecco.
E poi...
Giusto.
Se avete critiche, dubbi, consigli ecc..., fatemi sapere, spero che questa fic vi sia piaciuta, almeno un po'.



   
 
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