Frammenti della luna nuova
[-1# Aforismi della bestia dormiente]
*L'essenziale e' invisibile agli occhi. [A. De Saint-Exupery]
La luna era crescente.
Odiava la villa dello zio, lo shogun del villaggio:
puzzava di perversione e di marciume. Però era comodo
fermarsi lì,
tra una guerra e l’altra. Sasuke poteva riposare le
membra stanche
su cuscini di seta e dissetare la gola arsa con sakè
di prima qualità.
E poi c’era lei: lei, dai lineamenti perfetti e
delicati incoronati da capelli biondi,
inusuali per una fanciulla della sua gente. Veniva
dall’Ovest, si diceva,
veniva da un paese lontano: prigioniera di guerra,
eppure non abbassava mai lo sguardo color del mare di
fronte ai suoi padroni.
Vestiva come una geisha da bordello, kimono sempre
caduto sulle spalle nude,
seni gonfi che sporgevano, lunghe gambe evidenziate
dalle calze a rete e
lasciate libere alla vista maschile, sandali col
tacco, capelli e trucco a posto:
la più puttana di tutte. Eppure, si mormorava che la
sua verginità fosse rimasta intatta.
E’ la più nobile, la preferita dello shogun: e può
solo deliziare con la sua danza soave.
Ma nessuno deve parlarle, guardarla, desiderarla.
Però Sasuke non era nessuno.
*Datemi una
maschera e vi dirò la verità. [O. Wilde]
Tremò
leggermente, non appena la cortigiana le passò
un panno bagnato
sulla pelle candida.
-Questi segni
rossi sono le sue mani?- aveva occhi sottili e neri, che vedevano al di là
dell’apparenza.
-Madara deve
frenare i suoi desideri: ho fatto giuramento di castità.- sorrise.
-Ino-san, è
questa la vita che vuole vivere?-
Si girò,
sistemandosi la veste purpurea sul corpo nudo. Sbatté le ciglia lunghe e nere,
fissando quasi
senza vederla la sua compagna, quella donna dalla treccia nera.
-Potrei chiederti
lo stesso, Mikoto: sei sua cugina, ma sei la sua serva.-
-E mantengo la
mia nobiltà.- si portò una mano sul cuore.
-Anche io.-
armeggiò con i capelli, facendo cadere oro puro sulla sua schiena.
-La sua nobiltà è
disobbedirgli? Rispondere a chiunque le rivolga la parola, guardare a testa alta
gli uomini, dare del tu a tutti, chiamarli senza il suffisso?-
-Non lo chiamerò
mai Madara-sama.-
schioccò la lingua sul palato. –Perché non mi ha sottomesso.-
Quegli occhi
infelici le chiesero di nuovo perché.
La fanciulla si
girò a fissare una katana, tenuta appesa nel muro del suo alloggio.
-Perché Madara,
dopo essersi preso la vita di mio padre, mi ha chiesto di scegliere il mio
destino…
Lo divertiva il
mio coraggio.- si alzò, avvicinandosi ad essa finchè
la sua ombra non
l’oscurò. –Però, Mikoto, ho scelto la vita. Perché scegliere di morire è come
un suicidio: e
dire di no alla vita è il massimo peccato mortale.-
La donna la fissò
con un moto di rancore.
Sventurata.
*Nulla è più difficile che condurre un uomo
alla propria felicità. [H. Hesse]
-E’ una breve
permanenza?- lo shogun soffiò il fumo
maleodorante dalle labbra tirate.
Accanto a lui, il fratello
annuì. –La guerra non è finita: ci richiamerà presto.-
-Per questo indossate
ancora le divise da Anbu, eh?- suono sgradevole, la sua risata.
Sasuke storse il naso,
ignorando quelle chiacchiere inutili: qualsiasi piaga
sul proprio corpo era un
sollievo, al confronto con quelle presenze stomachevoli.
Non toccò quel cibo,
permettendo al suo occhio di spiare ogni minimo
centimetro di pelle
visibile sotto il suo kimono; e lei ricambiava
con uno sguardo divertito,
che lo sa preda del desiderio, ma memore
che non poteva essere sua.
-Sei mai stato con una
donna, Sasuke-kun?- la voce dello zio gli giunse chiara e forte.
Girò lo sguardo. –In
guerra non si ha tempo da perdere, Madara-sama.-
-E’ un peccato.- aspirò
dalla lunga pipa.
Tornò a guardare la
geisha, disgustato dai suoi pensieri di prima.
-Ino-san è una bella
donna, Madara-sama.- commentò Itachi, sorridendo sottilmente
al fratello.
-Ino-chan non è per te.-
sbatté una mano sul tavolo in legno, placando
un istante dopo lo
sguardo. –E nemmeno per me.- afferrò un bicchierino di sakè, mandandolo giù
d’un colpo.
Sasuke scosse il capo.
Ino-san è come un giocattolo per voi?
*Siamo
tutti nati nel fango, ma alcuni di noi guardano alle stelle. [O. Wilde]
La pietra sfregava sibilando sulla lama della katana.
-Sei il figlio di Mikoto, vero?-
Alzò gli occhi: non si stupì dell’ennesima disobbedienza della ragazza.
-E nipote di Madara-sama.-
Rise di gusto. –Non credi che chiamarlo così sia eccessivo?-
-Non crede che parlare con me sia eccessivo, Ino-san?-
-Perché dici questo?-
-Perché lei è proibita.-
Rilassò le spalle, lasciandosi andare ad un sospiro. –Vero, però tu mi
guardi troppo.-
-Rispondo solo ai suoi sguardi, Ino-san.- tornò a levigare la sua arma.
Tirò le labbra, infastidita dalle sue frecciatine; sottrasse il suo
corpo sinuoso
alla luce proveniente dalla finestra aperta.
-Sei diverso dagli altri Uchiha che ho conosciuto.-
Levò lo sguardo a guardarla.
-Ragioni con la testa, e non con il pube.-
-Ragiono con il cuore, Ino-san.- assottigliò gli occhi. –Amo la mia
patria,
e voglio difenderla. Non ho tempo da perdere con una donna.-
Si alzò la sua risata: ma era pura, cristallina, come una bimba
innocente.
-Allora, non mi desideri? Hai paura di tuo zio?-
Tornò a concentrarsi sul suo lavoro. –Penso solo che lei ha fin troppi
problemi,
e fin troppi occhi maschili puntati sulle sue seminudità: non le serve
il mio contributo.
Tantomeno, è la donna adatta a me.-
Lo shinobi alzò la lama verso il disco solare, studiando ogni minimo
dettaglio
se il lavoro fosse venuto bene; non si accorse che la geisha continuava
a fissarlo
con lo sguardo strettissimo ed i pugni chiusi, mordendosi un labbro.
Insolente. Sì, un insolente.
-Però non smetti di guardarmi.- puntualizzò, graffiando il muro di legno
mentre si ritirava nella sua stanza.
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L’idea è nata per caso,
schizzando dei ritratti di Sasuke ANBU
ed Ino geisha.
Mi piaceva provare con una
storia ambientata nel passato del Giappone, l’epoca dei samurai e degli shogun…
spero di averci azzeccato temporalmente! Se non fosse così, vi prego di
dirmelo.
L’idea è che gli Anbu
siano una sorta di “samurai-ninja”, al servizio dei piccoli regni locali
dislocati nel Giappone feudale: ed Ino sia la cortigiana più bella dello shogun
della famiglia Uchiha, straniera, appartenente soltanto a Madara. Mi stuzzicava
la MadaIno: ci faccio qualche accenno.
Le citazioni sono un tocco
di classe con il quale mi sono voluta destreggiare, spero vi piaccia.
Questa fanfiction, di 3
capitoli, ha partecipato al contest indetto sul forum SasuIno, vincendo; voglio
dedicarla proprio agli utenti del mio forum.
A breve, il prossimo
capitolo
La vostra Rael